Capitolo 20

Ho passato gran parte della mia vita a cercare di passare inosservato, a perdermi nella folla. Sono sempre stato un ragazzo normale, nella media: a scuola non ho mai preso voti nè troppo alti nè troppo bassi, considerato inteligente ma non troppo, atletico ma non al punto di praticare sport al livello agonistico, simpatico ma non il più divertente.

Questo equilibrio delle mie qualità mi ha permesso di vivere con tranquillità. Ma ora... è come se qualcosa si fosse rotto. Come se una qualche entità divina avesse deciso di farmi uscire dal guscio. Ed il nome di questa entità è Lauren Rosh.

<<Te l'ho chiesto prima io!>> controbatte alzandosi in piedi. Sta velocemente riprendendo fiato ed il sudore le si sta asciugando addosso. Indossa un vestito attillato nero, molto simile a quello che aveva sabato scorso. La sua pelle umida rifulge nella penombra della stanza e quel vestito stringe ogni sua curva lasciando ben poco all'immaginazione. Alla mia se non altro.

Alzo gli occhi al cielo e scendo dal letto. <<Vabbene, me ne vado.>> faccio avviandomi verso di lei.

Invece di spostarsi distende le braccia a mo di barriera. <<No aspetta...>> dice in tono di supplica. Che gli prende? E' evidentemente preoccupata e affaticata, sembra che abbia appena terminato una maratona. E' scappata da un serial killer?

Inarco un sopracciglio e la guardo stranito.

<<Se esci potrebbe scoprirmi.>>

<<Chi?>> chiedo un pò allarmato.

<<Uffa! Ma non ti fai mai gli affari tuoi?>> sbuffa.

<<Dal momento che sono recluso qui almeno vorrei sapere il perché!>> ribatto.

Non risponde, ed io comincio a perdere la pazienza. Poso una mano sulla sua spalla per scostarla e uscire. Se non intende parlarmi non rimarrò qui a fare la bella statuina.

<<Eh va bene te lo dico.>> Scatta allarmata non appena capisce le mie intenzioni.

<<Quindi?>> la incalzo.

<<E' una questione delicata.>> si giustifica abbassando lo sguardo. Per un attimo mi sembra di rivedere la Lauren dell'infermeria.

<<Beh, a quanto pare ho tutto il tempo per ascoltare questa questione delicata visto che sono chiuso qui... Con te!>>

Vado verso il letto e mi distendo nuovamente. Parlare con Lauren è stancante, persino ad una festa.

Mi guarda basita. Cos'ho fatto?

Continua a squadrarmi con occhi accusatori per qualche minuto. Poi, si decide a riaprire bocca: <<Mi sto nascondendo da Derek...>>

Questa è bella! <<E come mai?>> non riesco e non voglio nascondere il sorriso di trionfo che si è impresso da poco sulle mie labbra.

<<Beh...>> dice sospirando mentre lentamente si avvicina al letto. <<E' tutta la sera che allunga le mani. E dopo la vostra ridicola scaramuccia la situazione è peggiorata. Per evitare di litigare l'ho piantato in asso e sono venuta qui per stare in pace.>>

Si siede sul letto e sospira. <<Tutto qui... di certo non mi aspettavo di trovarci qualcuno, tantomeno te.>>

<<Perché invece di scappare dal tuo ragazzo non ci parli?>>

<<Perché non ti fai i cazzi tuoi? Solo perché siamo chiusi qui dentro insieme non significa che dobbiamo per forza socializzare.>> risponde con la sua solita cattiveria.

<<Sei sempre così aggressiva con tutti?>>

<<E tu sei sempre così... accondiscendente? Nonostante il modo in cui ti tratto non ti arrabbi come farebbe chiunque altro, anzi, ti preoccupi di sapere il perché del mio atteggiamento. Tu non sei normale!>>

A quanto pare nessuno dei due riesce ad avere delle risposte. Mi metto a guardare il soffitto e sospiro: <<E' per questo che ce l'hai tanto con me, perché non sono normale?>>

<<Io non ce l'ho con te, è solo che non ti capisco.>> Lauren si distende e si mette a guardare il soffitto proprio come me. Siamo qui, in questa camera, entrambi su questo letto con lo sguardo perso nel vuoto. Eppure, c'è una strana sensazione di calma, mi sento sereno. Il che è molto strano, tutte le situazioni che ho vissuto con Lauren non sono state affatto tranquille.

<<E poi,>> continua <<mi guardi in modo strano. Fissi i miei occhi come se cercassi qualcosa dentro di me...>>

Davvero si è accorta che la guardo? Il suo tono di voce è tranquillo e intenso allo stesso momento. Giro la testa per guardarla mentre ancora fissa il soffitto. E' così bella, non l'ho mai vista così: le sue labbre carnose schiuse, le guance lievemente arrossante, i capelli che accarezzano il suo volto, e gli occhi... così verdi e intensi da illuminare tutta la stanza.

Rigiro la testa prima che si accorga che la sto ammirando. <<Cerco solo di capirti. Lo vedo. Vedo che il tuo atteggiamento è solo una facciata per nasconderti.>>

<<Beh, se è così allora perché non mi lasci nel mio nascondiglio?>> mi chiede con sincerità.

<<Come credi di poter fuggire da ciò che è dentro la tua testa?>> questa fra le tante era un delle frasi di Alice nel Paese delle Meraviglie che più mi aveva colpito. Deve essere lo stesso per lei.

<<Eh?>> squittisce con un sorrisetto complice.

Mi giro di fianco e la guardo. Lei fa altretanto. Siamo faccia a faccia.

<<Lo immaginavo sai...>>

<<Cosa?>> chiedo incuriosito.

<<Che lo avresti letto. Ficcanaso come sei non ti saresti fatto scappare un occasione del genere di farti gli affari miei.>> scherza. Nel sue tono di voce non traspare più la sua solita ostilità. Se si comportasse sempre così riuscirei a tollerarla e magari essergli amico...

<<Conosci la teoria delle maschere>> mi chiede.

Scuoto la testa.

I suoi occhi si immalinconiscono: <<Secondo molti scrittori ognuno di noi possiede una maschera. Una maschera emotiva che usiamo per adattarci alla società, per piacere alla gente ed uniformarci. Nessuna persona è come appare. Molto spesso è tutto il contrario della sua maschera.>>

Non credevo Lauren fosse interessata all'intimita d'animo delle persone. Pensavo che i suoi unici interessi fosserò rivolti a vestiti, feste, ragazzi e cose così. Giudico troppo in fretta, forse è questo il mio problema: mi fermo all'apparenza.

<<E' per questo che ti comporti così? Per nascondere ciò che pensi e provi?>>

Schiude le labbra e chiude gli occhi per qualche secondo. <<Ho cercato di essere me stessa per tanto tempo. Ma proprio come Alice sono arrivata davanti ad una porta troppo piccola per passarci così com'ero, sono dovuta cambiare, sono rimpicciolita per arrivare nel Paese delle Meraviglie.>>

Sento una stretta al cuore. Le sue parole trasmettono tutto il suo dolore. Chi è veramente questa ragazza? Dov'è la Lauren stronza e frivola che credevo di conoscere? Non sono mai stato così felice di sbagliarmi sul conto di una persona

<<Poi tu...>> continua con voce incrinata.

<<Io cosa?>>

<<Tu... Mi attraversi. E' come se vedessi cosa provo. E questo mi spaventa.>>

Qualcosa scatta in me: sento il cuore battere con forza, la pelle infuocarsi ed il respiro farsi più pesante. Non so cosa mi stia succedendo, non mi sono mai sentito così. Le parole, o meglio, le confessioni di Lauren mi aiutano a vederla per come è. Una ragazza fragile.

Non so cosa rispondere, non riesco a esprimermi a parole. Per questo allungo lentamente la mano verso di lei. Arrivo al suo viso e le accarezzo la guancia con il pollice. Lauren accoglie il mio gesto con incredulità, ma non si ritrae.

Così avvicino le mie labbra alle sue e la bacio. 

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