Capitolo 18
<<Fede, sei venuto!>> la voce di Dinah è squillante come una tromba. Trasmette energia ed allegria, ma non credo mi piacerebbe sentirla tutti i giorni, alla lunga può diventare fastidiosa.
Per il gran giorno la festeggiata è vestita veramente bene. Porta i capelli lunghi e mossi e indossa un vestito color argento, le paillettes di cui è foderato illuminano tutta la sua figura: alta e slanciata. E' veramente una bella ragazza, anche se, il fatto che mi superi in altezza mi mette un pò a disagio. Forse senza tacchi, commento tra me e me.
<<Oh, hai portato anche un amico...>> cambia totalmente tono di voce quando avvista Kevin. In questo momento lo sta guardando con aria di sufficienza. Lui non pare minimamente infastidito. Anzi, sembra compiaciuto.
<<Hem, si... Spero non sia un problema.>>
Fa un gesto con la mano. <<Oh, no! Non ti preoccupare, gli amici tuoi sono anche amici miei. E poi nessuno se ne dovrebbe accorgere.>> Accorgere di cosa? <<Entrate su!>> ci invita.
L'interno della casa è molto accogliente e attrezzato per una festa in grande stile: festoni colorati da per ogni dove, palloncini che svolazzano qua e la, bicchieri di plastica su ogni piano d'appoggio disponibile, lucine di natale lungo il corrimano delle scale che portano al piano di sopra e un enorme impianto per la musica. Solo una cosa manca, gli invitati. Strano, l'invito diceva di arrivare lì alle nove.
Dinah si fa strada calciando palloncini svolazzanti, ed io e Kevin la seguiamo. <<Siete arrivati presto. La gente non comincerà ad arrivare prima delle dieci.>>
Ci porta in cucina dove vi è un ragazzo dietro un piano di lavoro in marmo dove sono appoggiate tantissime bottiglie di alcol. Mai viste così tante bottiglie in vita mia, non che sia un assiduo bevitore o un frequentatore di feste, ma a giudicare dal numero credo si potrebbe far ubriacare una dozzina di elefanti senza problemi
<<Bene ragazzi lui è mio fratello Matthew, vi lascio in sua compagnia mentre mi preparo.>>
Dinah se ne va lasciandoci in cucina con suo fratello, gli assomiglia molto, anche lui ha una carnagione olivastra, è alto ma i suoi capelli sono neri. Sembra qualche anno più grande di noi.
<<Allora, mia sorella ha ingabbiato anche voi a questa stupida festa?>> esordisce Matthew spezzando il silenzio.
<<Ingabbiato?>> mi viene da ridere <<Perché ingabbiato?>>
<<Beh, non siete i classici tipi che frequenta, di solito va a giro con dei coglioni palestrati e delle ochette senza cervello.>>
Non le manda certo a dire, penso. E' un sollievo sapere che non tutti stravedono per i ragazzi più popolari della scuola.
<<No, siamo di un altro livello. Noi!>> risponde spavaldo Kevin <<Tu perché sei qui?>>
<<Mia sorella mi ha pagato quaranta dollari per occuparmi delle bevute.>>
Ma in America non può bere solo chi compie ventuno anni o più? Matthew non ne avrà più di diciotto, eppure preparerà drink per tutta la serata ad altri minorenni come lui. Come noi! Wow, sono qui da poco più di una settimana e sono già ad una festa dove si bevono alcolici.
Continuaiamo a parlare e dopo un pò Matthew si mette a preparare dei drink per tutti e tre. Armeggia un pò con diversi tipi di bottiglie e poi ultima il tutto con un pò di coca-cola. In men che non si dica appoggia sul piano tre bicchieri di plastica colmi di liquido arancio scuro, ghiaccio ed una fettina di lime.
<<Ecco a voi un Long Island Ice Tea!>> afferma.
Facciamo un brindisi e beviamo.
Il drink ha un sapore dolciastro con un retrogusto amarognolo. Non sono abituato a bere infatti la mia faccia si contrae in una smorfia di disgusto. Matthew nel vedermi soffoca, senza riuscirci, una risata ed io mi maledico per la figura da sfigato che ho appena fatto. Bevo un altro sorso e noto con piacere che il sapore è molto meno sgradevole, tant'è che svuoto il bicchiere in pochi minuti.
<<Così si fa!>> si complimenta Matthew, il quale me ne prepara subito un altro.
Forse dovrei andarci piano, non mi sono mai ubriacato in vita mia e se continuo così stasera sarà la volta buona. Tuttavia non mi sento male: la mia testa è leggera e libera da pensieri negativi, il ritmo della musica è accolto dalle mie orecchie come se fosse una ninna nanna e mi sento stranamente euforico; difatti un sorriso immotivato è stampato sulla mia faccia. Kevin mi guarda divertito e incuriosito, anche lui deve trovarsi in questa situazione per la prima volta. Proprio come me.
La cognizione del tempo comincia a farsi distorta, sembra siano passati pochi minuti ed invece sono già le dieci e un quarto, la casa sta cominciando a riempirsi di gente, tantissima gente!
Io e Kevin salutiamo Matthew e ci avventuriamo nelle altre sale della casa, che oramai sono stracolme di persone: c'è chi balla, chi chiacchera, chi fa il cretino e chi se ne sta in disparte. L'unica cosa in comune che hano tutti è il tenere un bicchiere in mano. Compreso me, sono alla terza bevuta, e non ho propria idea di dove l'abbia presa. La testa mi gira e la musica forte annebbia tutti i miei sensi, ho bisogno di una boccata d'aria. Chiedo a Kevin se usciamo, ma non è più accanto a me.
Esco dalla casa facendomi strada fra la gente. Una volta nel cortile il lieve vento autunnale mi accoglie. Incredibilmente non sento freddo, forse per via di tutto l'alcol che ho bevuto... Rimango fuori a concedermi il benessere che mi da l'aria fresca. Guardo l'ora: le undici e mezza! Com'è possibile? Il tempo sta letteralmente volando eppure non mi sembra di aver fatto nulla. Almeno credo.
Rientro e vado in cucina, forse Kevin è lì. Ma non vi trovo nessuno: nè Kevin nè Matthew. Gli invitati si stanno servendo da soli con le bottiglie che oramai si trovano a giro per tutta la casa. Non vorrei proprio essere Dinah, domani si dovrà dare un bel da fare per pulire tutto questo casino.
<<Hei, eccoti!>> parli del diavolo.
Dinah sbuca dalle mie spalle e si avvicina a me, alla mia faccia. Noto che anche lei è alticcia, i suoi capelli sono arruffati, il rossetto un pò sbavato ma continua a rimanere una bella ragazza.
<<Ti ho cercato ovunque...>> mi sussurra. La sua bocca emana un forte odore di fragola... Io odio le fragole!
<<Ah si?>>
<<Si.> mi prende un braccio <<Vieni! Dobbiamo fare un gioco!>>
Cerca di trascinarmi ma non mi muovo. <<Dove? Cosa? Che gioco?>> chiedo confuso.
<<Fidati di me, ti diverti!>> biascica.
Mi tira nuovamente per il braccio e stavolta mi lascio trasportare.
Arriviamo in salotto dove al centro vi è un tavolino basso attorno al quale sono seduti in circolo una decina di ragazzi. Alcuni si trovano su un divano mentre gli altri su sedie e poltrone.
<<Eccoci! Ho trovato l'ultimo partecipante.>> afferma Dinah rivolgendosi ai ragazzi. Che in questo momento si stanno voltando verso di noi.
Cazzo! Sono Lauren, Derek, Camila e la loro banda di amici. Sono stato alla larga da questi tipi per tutta la settimana ed ora rivederli qui, tutti insieme, mi agita come non mai.
Lauren mi guarda infastidita, per lei devo essere come una mosca che le ronza intorno. Ogni volta che la incontro è sempre più scocciata. <<No, lui non gioca!>> si impone con fare autoritario.
<<Oh andiamo Lauren, è il compleanno di Dinah, lasciala divertire.>> la rimbecca Camila. La ringrazierei se fosse mia amica e se non lasciasse trasparire quel sorrisetto maligno ogni volta che parla. Non sembra mai avere buone intenzione.
Lauren sbuffa ed io e Dinah ci sediamo accanto sul divano. Sono molto teso e non faccio neanche tanto caso a Dinah che appoggia le sue gambe sopra le mie cosce.
Se non avessi bevuto la tensione mi ucciderebbe. Mi trovo seduto in compagnia dei miei peggiori nemici e stiamo per iniziare un gioco, che sospetto, non farà che peggiorare la situazione. Stavolta sono privo di freni inibitori. Stavolta non risponderò delle mi azioni.
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