La scelta
"È meglio restare sulla nave, non voglio finire nei guai cercando di scappare, potrei incorrere in punizioni peggiori di questa se mi vedessero"
pensasti, tornano a sederti sulla tua brandina e abbandonando l'idea.
Ti addormentasti profondamente, mentre le ore passavo.
Gli scheletri erano tornati sulla nave con un carico di provviste e si apprestavano a salpare, nessuno si era preso la briga di controllarti, e mentre il sole calava l'imbarcazione si dirigeva lontano dall'isola, in una direzione a te sconosciuta.
Per il rumore prodotto dai tuoi carcerieri, che stavano evidentemente brindando ubriachi per il casino che producevano, ti svegliasti infastidita e stringesti il cuscino, quasi per rincuorarti.
Da una parte eri ancora viva,avevi da mangiare e da bere ogni giorno e, a parte qualche spinta e la terribile sfuriata di Blight che ti aveva quasi uccisa, nessuno ti minacciava ormai da qualche giorno.
Ma d'altra parte sentivi la terribile mancanza dei tuoi genitori, non riuscivi a pensare ad altro che a loro, se erano vivi, se erano morti, non potevi saperlo. Volevi che tutto questo fosse solo un incubo, sarebbe stato magnifico svegliarsi e ritrovarsi di nuovo nella tua cabina mentre eri in crociera, coi tuoi genitori che preparavano la colazione e che ti sorridevano.
Una lacrima ti scivolò dalla guancia.
E se ti avessero picchiata di nuovo? O peggio... Stuprata?
E se dopo si fossero stancati di te ti avrebbero uccisa?
Questo pensiero ti attanagliava la mente, costringendoti a rigirarti continuamente, cercando di togliere questa sensazione opprimente dal petto.
Blight entrò improvvisamente nella stanza, reggendo il bastone e guardandoti calcando la visiera del cappello sul viso.
"Ti ho portato la cena io stasera, gli altri sono tutti troppo ubriachi per farlo."
Annuisti lentamente, non volevi che ti picchiasse di nuovo, ti faceva paura.
Lo scheletro posò un vassoio a terra, mettendo poi un fazzoletto sulla brandina, sedendosi sopra.
"Domani mattina inizierà la tua sessione di addestramento"
"Addestramento per cosa?"
"Ti avevo detto che avevo dei progetti per te: ti farò diventare come noi, un umano è utile per infiltrarsi tra altri umani e scoprire informazioni importanti e tu hai dimostrato di avere fegato sopravvivendo fino ad ora, ma sei ancora troppo...te stessa."
Rabbrividisti: che intendeva con "troppo te stessa?"
"C-che intendi con questo? Io non voglio fare parte dei vostri piani, voglio solamente tornare a casa mia, vi giuro che non dirò a nessuno della vostra esistenza!" Dicesti supplicandolo
"Fai silenzio."
Chiudesti la bocca, trattenendo le lacrime
"È proprio di questo che mi riferivo. Sei troppo spavalda e sensibile, non ti arrendi all'evidenza che non te ne andrai mai, bisogna correggere ciò"
Mentre parlava muoveva le mani scheletriche, aggiustandosi i guanti e le maniche: pareva nervoso
Provasti a ribattere qualcosa, eri infuriata e impaurita, ma lui lesto si alzò, uscendo dalla stanza e chiudendo la porta a chiave e lasciandoti lì, disperata.
Dovevi assolutamente scappare
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