Dispersa
Lentamente apristi gli occhi.
Sentivi il suono delle onde che si infrangevano sugli scogli, sentivi il calore del sole sulla tua pelle e vedevi il cielo azzurro su di te.
"Sono morta" pensasti
Un dolorino al braccio causato da un granchio troppo molesto ti fece ricredere, eri viva dunque.
Ti alzasti allontanando il granchietto, che sembrava avere un conto in sospeso con il tuo braccio e cominciasti a guardarti attorno.
Sembravi essere capitata in una sorta di piccola isola verdeggiante, precisamente sulla spiaggia.
Attorno ad essa sembravano esserci solo chilometri e chilometri d'acqua.
Bè,almeno sono sopravvissuta, ma ora... cosa faccio?!
Questo pensiero ti affollava la mente.
Eri dispersa in un isola che presupponevi deserta, sola, senza cibo o acqua e non sapevi nemmeno se i tuoi genitori stavano bene!
Cominciasti a girare attorno, facendo un solco nella sabbia, urlando sottospecie di maledizioni e tirando calci al nulla.
Non poteva essere successo a te, non poteva essere vero!
Stava andando tutto bene, ma in un solo attimo tutto era precipitato e ora saresti sicuramente morta!
Le lacrime scendevano veloci dalle tue guance, bagnando la sabbia asciutta.
Non volevi, non potevi morire in questo modo.
Avevi ancora tante cose da fare, progetti da realizzare!
E i tuoi genitori?
Sarebbero morti dal dolore!
No, no, non lo potevi permettere, doveva esserci una soluzione.
"Magari qualcuno abita in questo posto, non può essere completamente vuota"
Raccattasti quello che si era salvato con te, ovvero la tua sacca con dentro alcuni vestiti bagnati, delle alghe e un libro zuppo.
Sempre meglio di niente.
Decidesti di andare in esplorazione, per cercare qualche forma di vita, o semplicemente del cibo e un riparo e per aggirare l'isola
Il sole picchiava e tu nel naufragio avevi perso le scarpe, cosa che complicava la tua camminata.
Dopo aver attraversato banchi di sabbia bollente, spine, rocce appuntite e granchi iracondi, riuscisti ad arrivare dall'altra parte dell'isola.
Eri stremata, così, non appena vedesti delle noci di cocco appese ad una palma non ci pensasti due volte e ti arrampicasti.
Raggiunta con difficoltà la cima buttasti a terra un paio di quei dolci frutti e scendesti.
Giusto in tempo, avevi un certo languorino.
Chissà da quanto tempo eri svenuta sulla spiaggia.
Era già un miracolo che fossi sopravvissuta alla tempesta.
Presa una noce di cocco, la apristi spaccandola contro una roccia.
Bevesti avidamente il latte che era contenuto al suo interno, placando la sete, poi mangiasti la polpa interna, risolvendo anche il problema della fame.
Mettesti il resto dei frutti nella sacca, per conservarli.
Adesso eri su una spiaggia rocciosa, ricca di cavità e poco distante dalla foresta.
Sarebbe stato un luogo ottimale per un piccolo rifugio.
"Può essere un buon posto per fermarmi per la notte, in attesa che arrivino i soccorsi"
Ti accampasti sotto una piccola sporgenza rocciosa che ti permetteva di starci seduta e di ripararti dal sole.
Mettesti sul terreno le tue maglie più lacerate per farci una sorta di tappetino su cui stenderti e usasti la sacca come cuscino.
Ora non ti restava che aspettare.
"Sicuramente arriverà qualcuno, i miei genitori avranno già allertato tutta la guardia costiera per venirmi a cercare"
Continuavi a ripeterti, ma una piccola parte di te aveva paura.
Paura di morire, paura di stare da sola, paura che nessuno ti avrebbe mai salvata.
Scacciasti questi pensieri dalla tua mente, coricandoti.
Sarebbe arrivato qualcuno.
Con questo pensiero ti addormentasti.
I giorni passavano veloci, e ogni ora tu perdevi le speranze.
Mordicchiasti una fetta del cocco, per poi berne il latte.
Non me potevi più, dopo un po' il suo sapore era diventato nauseante.
Erano passati ormai cinque giorni dal tuo arrivo sull'isola e non avevi avvistato ne navi, o aeroplani o elicotteri di soccorso.
"Mi troveranno...prima o poi"
Pioveva e c'era molto vento, se tu non fossi stata nel tuo riparo, a quest'ora saresti già stata spazzata via.
Sfogliasti qualche pagina del libro, ti aiutava a stare tranquilla, leggendo le prime parole di ogni capitolo, come a formulare una frase.
Dovevi tenere la mente allenata no?
L'alba spuntò in fretta, mentre le nuvole lasciavano posto al sole.
Uscisti per asciugarti al sole e per andare nella foresta a prendere altro cocco, trovando anche delle bacche.
Speravi fossero commestibili, non me potevi più di noci.
Ti incamminasti verso il tuo rifugio, quando improvvisamente sentisti delle voci.
La stessa figura bianca che avevi visto sulla nave era lì, sulla spiaggia e parlava con un altra persona.
Erano girati di spalle e indicavano il tuo borsone.
Avresti voluto andare da loro, ma da quello che sentivi non sembrava avessero buone intenzioni.
"Che cazzo sarà questa spazzatura?"
Disse una delle due figure sollevando il tuo borsone.
"È evidente che un umano è sopravvissuto al massacro"
Di che massacro stavano parlando...forse erano stati loro a far affondare la barca?
Forse...avevano poi fatto una strage..
"Allora che si fa "capitano"?"
"Semplice, marinaio"
"Lo troviamo."
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