Capitano
Sentivi molto freddo,come quando eri in acqua in balia delle onde,alla deriva, con l'unica differenza che ti trovavi su un pavimento.
Tutto il legno attorno a te scricchiolava in modo sinistro e sembrava stessi ondeggiando.
Ancora una volta, eri viva.
Ti alzasti guardandoti attorno,non curante del dolore che ti attanagliava il fianco: eri in una stanza abbastanza piccola, accanto a te c'era un'amaca parecchio sporca, appesa ai lati della stanza.
Un secchio e uno sgabello terminavano il semplice arredamento.
Un piccolo oblò ti permetteva di guardare all'esterno di quella stanzetta buia.
Lentamente ti sporgesti dalla finestrella,solo per poi fare un salto all'indietro per la sorpresa.
Non eri in una casa o in un abitazione in generale...
vi stavate muovendo sull'acqua!
Eri su una nave!
Ti stavi nuovamente facendo prendere dal panico,girando in tondo e cercando una via d'uscita che, apparentemente,consisteva in una porta serrata dall'esterno,forse da un chiavistello o da un lucchetto.
Provasti invano a forzare la porta,rompendoti quasi un dito.
"Di bene in meglio"
dicesti,con voce sommessa
"Cos'altro potrebbe andare storto?"
Una goccia d'acqua caduta dal soffitto ti colpi in un occhio,facendoti portare le mani sulla faccia.
Dal soffitto cadevano goccioline d'acqua,a causa del legno ammuffito dalle infiltrazioni.
"Ma queste cose non succedevano solo nei film?!"
Urlasti esasperata
Erano successe troppe cose in quella settimana,non eri in grado di reggerle tutte.
Nonostante fossi spaventata,la cosa migliore era semplicemente aspettare che qualcuno,o qualcosa, venisse a prenderti.
Al solo ricordo di quello scheletro...di quel...mostro,ti si gelò il sangue nelle vene.
Non riuscivi ancora a capacitarti della sua esistenza,non capivi come poteva essere possibile.
Tutto ciò ti riportò ad un ricordo di molto,troppo tempo fa.
Chiudesti gli occhi,ricordando.
"Nonna,nonna,raccontami ancora quella storia sui mostri"
Diceva la bambina sorridendo
"Mi piace tantissimo"
"Visto che ti piace così tanto,te la racconterò di nuovo allora"
Rispose la nonna contenta
"Tanto tempo fa,una bambina come te cadde dal monte Ebott, finendo in un posto meraviglioso"
"Veniva chiamato dai suoi abitanti Underground ed era popolato solo da mostri,che vi erano stati rinchiusi secoli prima dagli umani"
"Quando però cadde quella bambina,qualcosa cambiò, i mostri persero tutto il loro odio e vennero finalmente liberati in superficie"
"Ma cosa aveva fatto la bambina di così speciale?"
"Aveva mostrato la sua umanità"
Apristi gli occhi.
Forse quella storia da bambini aveva un fondo di verità, dopotutto.
Forse quello scheletro faceva parte di quella popolazione che era chiusa nel sottosuolo e che ora era libera...ma tu non avevi mai visto altri mostri in giro,non capivi come fosse possibile.
La porta davanti a te si spalancò di colpo, rivelando lo stesso scheletro che ti aveva attaccato nel bosco.
Il mostro fece un sorrisetto divertito guardandoti e prese un respiro profondo, sussurrando qualche parola al nulla,per poi tornare nuovamente a posare il suo sguardo su di te.
"Alzati e vieni con me,il capo vuole tanto conoscere l'unica sopravvissuta alla strage di una settimana fa"
Disse ridacchiando
Tremando,scuotesti la testa.
Non ti piaceva quel tono che aveva usato,non ti faceva presagire a nulla di buono,ma d'altra parte volevi sapere cosa ne sarebbe stato di te.
Senza nessun consenso da parte tua,lo scheletro ti afferrò saldamente per capelli,iniziando a trascinarti.
Urlasti dal dolore, sentendo come se i capelli ti si stessero staccando dalla testa, e cominciasti a dimenarti per cercare di liberarti.
Il mostro ti ignorò completamente, portandoti fuori e facendoti rialzare.
Ti spinse verso una porta e ti ci buttò dentro,senza troppi complimenti.
"Divertiti"
Sussurrò con uno strano tono,chiudendo la porta.
Cadesti a terra, maledicendolo e massaggiandoti la testa dolorante,fino a che una voce gelida,la stessa che avevi associato all'individuo vestito di bianco,non ti fece sobbalzare.
Ti alzasti lentamente,per poi osservare davanti a te uno scheletro con occhi azzurro mare che ti fissava.
Il suo abbigliamento sembrava quello tipico di un capitano,con un cappello ben calato sugli occhi e una giacca bianca con maniche lunghe e decorazioni dorate.
Tra le mani stringeva un bastone fatto di tante ossicine messe assieme, che faceva roteava lentamente.
Si tolse i guanti neri per poi porgerti la mano, facendo un sorriso.
Spaventata,non reagisti,tenendo gli occhi fissi sulla sua figura autoritaria,ma al contempo quasi delicata.
Per tutta risposta lo scheletro ti prese gentilmente la mano,baciandotela,per poi lasciarla delicatamente.
Rimanesti in silenzio.
Guardandoti coi suoi occhi di ghiaccio parlò.
"Era ora che si svegliasse, signorina,temevo che il mio sottoposto l'avesse colpita troppo forte"
La ferita alla schiena ricominciò a bruciare.
"Mi permetta di presentarmi,sono il capitano di questo vascello, il mio nome è Sans, ma per tutti,anche per lei, sono Blight"
Disse con una punta di asprezza nella voce.
Notando il tuo silenzio riprese a parlare.
"Potrei sapere il suo nome?"
Deglutisti rumorosamente,per poi,tremante,rivolgergli la parola.
"Mi chiamo (t/n)"
"Benissimo signorina (t/n),sono felice che il pescegatto non le abbia mangiato la lingua"
Disse ridacchiando,per poi tornare subito serio.
Iniziò a girarti attorno, osservandoti, continuando a roteare il bastone di ossa in modo nervoso.
Si rimise i guanti di pelle nera, parlando
"Bene signorina, sono felice,anzi estasiato,nel riferirle che lei mi ha colpito molto, salvandosi"
"La prego, mi racconti come ha fatto"
Il suo sguardo fermo ti convinse che era meglio non farlo innervosire, nonostante fino ad ora non si fosse rivelato violento.
"Io sono solo caduta in acqua e la corrente ha fatto il resto"
Ti guardò per alcuni secondi, che parevano interminabili
"Molto bene, grazie per essere stata così... collaborativa"
"Dust, riportala alle sue "stanze" "
Disse, per poi rigirarsi.
Lo scheletro di prima, che avevi appreso chiamarsi Dust,aprì la porta e ti prese per un braccio.
"A-aspettate! Cosa ne sarà di me?"
Blight si girò, guardandoti annoiato
"Saprà presto quale sorte l'attende"
E con il cuore in gola e gli occhi pieni di lacrime, venisti di nuovo gettata nella stanza nella quale ti eri risvegliata, sola e con la morte nel cuore.
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