Pt. 9 (La Nona Luna)

"Nella nona luna
Scorgo il tuo sorriso
Tra la prima e la seconda nuvola:
Il tuo volto

I ricordi fuggono
Fulgidi
Nel mare calmo
Di questo inverno

Le stelle rinascono
Un piccolo virgulto
Nasce
Dalla distesa sabbiosa."

La lettera posata sul comodino del 2017 mi richiama e mi sento attratta dalle parole che pian piano le mie mani costruiscono. Le lettere formano versi e si rincorrono, fuggenti. Devo stare al passo o mi perderò. Vogliono subito essere messe a posto; al loro posto. Perché sono naturalmente incastrate, a priori. E ho bisogno di ascoltarle, come un ultimo anelo respiro di coscienza, di sogno, di speranza. Le vedo le distese di sabbia e di mare, oltreoceano, sembrano immisurabili. Una vastità mai vista. E dopo una breve lettura della poesia rivolgo lo sguardo verso la finestra. Eccolo: il sole. Siamo in un altro mondo, ora, e le stelle, la luna non possono essere visti. I ricordi non corrono veloci spostando ogni granello di sabbia in superficie, non c'è nessun sorriso, nessun segnale.
È in un altro Verso, in un altro mondo che tali sogni hanno voce. Hanno tempo, hanno armonia. Hanno un senso, sommariamente.
Io ritrovo, ancora una volta, ancora un istante, una realtà legata al presente, al giorno, al sole, al conscio.
La notte è emozione, è speranza, è ambizione, ove i desideri e gli affetti più profondi non smettono di essere, non si nascondono sotto cunicoli invisibili, non cadono lungo cascate precipitose, non trattengono il fiato.
Ed io, in questo esatto momento, ho invertito l'ordine dell'esistenza, del giorno e della notte e questa poesia si è posata sulla profonda spaccatura tellurica tra due Mondi. I miei (e i Vostri) mondi.

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