Pt. 8 (Io Sul Mondo)
Vivere dentro un mondo ignoto, di cui non si sa niente. Riprenderò il mio volo verso il cielo. La gente mi guarda, sbalordita. Fluttuo. I bambini spariscono e vedo l'azzurro intorno a me. Capiranno che doveva tenermi in Grembo mia madre. Le case sembrano così lontane, vedo le strade che percorro tutti i giorni.
Lacrime sui volti, lacrime sui miei piedi. Una pioggia mi lava dalla mia pigrizia: mi inalza. E vedo i miei amori, i miei dolori, tutti inanzi alla mia carne, mentre sfondo l'atmosfera e noto le stelle luminose. È tutto nero attorno a me.
E verso l'infinito mi dirigo, piccoli pezzettini infuocati mi brucianola pelle. Non sento più l'involucro, non sento più il corpo. E tutta la rabbia è qui, percepibile in ogni strato e tessuto. Me la strappo, questa pelle. Eccoli i miei organi. Pulsano. I vetri si incastrano. Queste pulsioni sono sintomo di emozione.
I ricordi mi abbandonano e divento parte del buio. Nessuno mi tende la mano; i miei occhi son fissi, sotto di me la Terra. Quell'acqua mi inghiottirebbe e le zolle mi soffocherebbero. L'epidermide squarciata è stata ormai divorata.
I miei organi rimangono insieme? O vagheranno per sempre in questo Universo?
Mi incastro in questo sigillo, diamante ghiacciato che chiamano Vita.
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