Pt. 5 (Nuovo Tentativo Di Amore)
Rombo rombante viene tonante:
"È silenzioso il mio bambino, cucciolo nel lettino, si dimena forte, il respiro suo accelera, il cuore batte impazzito. Povero mio bambino, fai la nanna. Ti cullo e ti porto per mano tra le rapide del torrente."
"Mamma, non ricordo se ho urlato. Chissà se ho pianto, se mio Padre mi ha dato un abbraccio. Io non me lo ricordo proprio. È difficile ricordare."
"Placenta viscida ti scorre sulle braccia. Sai che posso essere tagliente e pietosa e vergognosa. Non mi riconoscerai nella tua architettura del ricordo, fessa. Si, ora lo dico nel delirio, ora ti insulto e poi ti abbraccio."
"È tutto un delirio, è tutto vortice potente, è emozione mozzata questo parto di scrittura, questo parto Di Natura. Insulta il tuo grembo sano, la mano che slaccia le piccole dita. Sola sulle montagne, vorrei ricordare quel momento. Il vento l'avrà spettinata tutta, quella bambina che volevi (forse) allattare."
"Quando tocchi questa roccia, bambina mia, tocchi la tua mamma. Per questo ti piace così poco l'antro della montagna, ma ancora in macchina sotto il sole cocente nella strada verso il libero paesino dici alla nonna:"Tra poco devi prendere la seconda alla rotonda" e lei sempre ti risponde, e ti risponderà:"La mamma la chiamava sempre 'rotativa'"
"Siamo nati sotto gli stessi cieli grigi, così sempre dire la canzone che, rivolta al cielo, ti dedico. Siamo figli della stessa pazzia. Io ti stringo forte e inalo la mia aria di montagna."
"Tra le urla, speravo di trovare speranza, vita, serenità. Ho abbraccio forte il destino inanzi alle Mie Creature, colma di una possessività malata. Così ti ho marchiato, umiliata dall'assenza: così sei."
"Devo darti la colpa? Vorrei non odiarti, ecco cosa vorrei. Invece ho finito per odiare mio Padre e forse (dimmi di no, ti prego) mia Madre."
"Sai che dopo questo ci saranno solo lacrime e quel groppo nella gola che ti fa tossire tantissimo. A volte ti guardo, sotto la tua pelle, quel respiro fortissimo che cerca di uscire mentre sei piegata in bagno. Mi cerchi, la tua vita ti cerca, in fondo."
"Abituata a stare e non esistere, mi culla il dolore della mancanza ipotetica, in cui riverso strazianti parole. Scendo giù giù per trovare il mio sorriso e i miei occhi verdi. Creo per usare, annullo per eludere."
Silenzio.
"Cedo per tornare a immaginare dialoghi sofferti, come di sofferenza è fatto questo corpo, che io amo. Che io amo sul serio."
"Approvo il tuo amarti. È quello che ho sempre cercato di fare anche io, nel mio piccolo."
"Apprezzo lo sforzo. Voglio solo contraddire le mie parole, affermarle e distruggerle. Arrendersi al caos, evitare il raziocinio, mascherare il lato cattivo, darsi agli istinti, la vera Natura."
"Come sempre divaghi, ma stavolta sono clemente e ti lascio riposare."
"Grazie, mamma. Fai buoni sogni. Ti voglio bene."
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