Capitolo 8 - John Sparta - Parte 7


20 Luglio 2051. Base Omega, Nova Polis.

Sparta aveva atteso di conoscere se c'erano novità e si era aspettato un rapporto dai suoi uomini che però tardava ad arrivare. Aveva cercato di fare forza su sé stesso, sul suo carattere impetuoso che lo avrebbe spinto a battere il pugno sul tavolo già da tempo, mentre sapeva che quell'atteggiamento avrebbe tolto fiducia ai suoi ragazzi. Aveva a cuore la loro crescita ed era consapevole del suo ruolo di comandante, anche se questo andava contro la sua natura. Stava ormai cominciando a perdere la pazienza quando Lucas lo aveva chiamato dicendogli che c'erano notizie.

Mai avrebbe immaginato la loro portata. 

«La sua matricola è falsa.» L'immagine olografica di ABL215005021 aleggiò in mezzo alla stanza. Boy puntò un dito verso il cyborg.

Sparta aprì la bocca e la richiuse quindi la aprì ancora prima di riuscire a dire: «Spiegati meglio!»

Il giovane militare fece un giro intorno alla proiezione e si grattò il mento con indice e pollice. «Ho cercato la matricola nel database del Ministero della Difesa e niente.»

«Niente?»

«Nessuna corrispondenza.» Boy raccolse con una mano i lunghi capelli neri e li arrotolò in un movimento apparentemente involontario per poi raccoglierli con un elastico. In qualsiasi altro corpo militare il suo comandante lo avrebbe prima trascinato in bagno e rasato, poi sbattuto in una cella fredda e buia a riflettere sul suo comportamento, ma quello dei Guastatori era un corpo speciale e lui finse di non notare quel gesto poco ortodosso.

«Abbiamo capito subito che c'era qualcosa che non andava, così abbiamo fatto una ricerca partendo dalle prime tre lettere del numero di serie, sperando che almeno quelle fossero reali e così abbiamo trovato questo.» L'immagine proiettata cambiò e fu sostituita da una foto tessera. Quello che li fissava era sempre Abel, ma la matricola sotto al suo ritratto era diversa. ABL214907011.

«Se non sapessi che non è possibile penserei a due esemplari dello stesso modello.»

Boy storse il naso. «Come ha detto lei, Comandante, non è possibile. I cyborg sono esseri ibridi e come tali ognuno è diverso dall'altro.»

Sparta si massaggiò con forza il cranio rasato, come faceva sempre quando si trovava di fronte ad un problema più grande di lui. In qualche modo qualcosa gli diceva che i suoi ragazzi avevano scoperchiato il vaso di Pandora.

«Taglia corto Boy, che cosa avete scoperto!» disse, in preda ad una strana euforia, la stessa che provava sempre prima di una battaglia.

«Non è stato semplice, Signore, non ci sono molte tracce del suo passaggio nelle basi militari di Empyrios. Cercando però ci siamo imbattuti in un ordine che riportava la sua matricola. Si tratta di un ordine di trasferimento al Darwin per formattazione e ripristino.»

Formattazione e ripristino. Sparta sentì il suo stomaco chiudersi in uno spasmo involontario.

«L'ordine riportava anche il suo incarico attuale, presso la base militare di New Haven e la firma dell'ufficiale che  lo aveva impartito e da qui siamo partiti per indagare.»

«Continua!»

Il ragazzo si schiarì la voce. I suoi occhi brillavano di una luce maliziosa. «Si. Abbiamo trovato altri ordini firmati dallo stesso ufficiale nei giorni successivi: la condanna alla terminazione immediata di venti cyborg in servizio presso la base di New Haven e la riparazione di ingenti danni agli impianti di sicurezza. Quell'uomo ha ordinato la distruzione di tutti i cyborg della base, un valore di alcuni milioni di dollari.» Boy alzò il sopracciglio destro come a voler formulare una domanda che temeva di pronunciare ad alta voce. Quello che diceva non aveva alcun senso.

«Non è possibile» borbottò tra sé, alla ricerca di una risposta razionale.

«Ci sono altri particolari che non tornano, Comandante!» continuò, gettando altra legna sul fuoco. «Nel Dicembre del 2149 dall'inventario di New Haven risultano ventiquattro cyborg di proprietà della base, mentre a Febbraio del 2150 viene trasmesso un grosso ordinativo al Ministero della Difesa per ripristino dell'intera dotazione. L'ordine riguarda sei lotti da quattro, tutti maschi, del modello "Omega". Se così fosse ci siamo persi tre elementi di cui non conosciamo le sorti.»

«Diavolo!»

«Già»

Sparta cercò lo sguardo di Lucas, ma il suo secondo sembrava intento a disegnare qualcosa, ed era completamente assorto nel suo lavoro. Ormai non era più tanto sicuro di voler ascoltare il resto. Boy lo stava fissando in attesa.

«Potrebbero essere morti» aggiunse, senza troppa convinzione.

«Ho controllato, ma non risultano decessi tra la popolazione cyborg di New Haven. Invece ci sono altri particolari che lei dovrebbe conoscere, Signore.»

«Questa storia non mi piace per niente!» Lucas aveva sollevato lo sguardo e preso a ticchettare sul tavolo con la matita. «Perché sento che ci stiamo addentrando su un terreno minato?»

Sparta lo guardò e annuì in silenzio.

«La prima cosa è che ho controllato le matricole dei cyborg incrociandole con quelle presenti negli ordini di servizio. I tre elementi che mancano appartenevano sicuramente alla cerchia di Abel.»

«Che vuoi dire?» Il linguaggio che il ragazzo usava gli era sconosciuto. Fino a quel momento gli unici crimini su cui aveva investigato erano stati compiuti dagli uomini. Aveva sempre visto i cyborg e gli androidi come tappezzeria, un male necessario. Si accorse che non sapeva niente di loro.

«Si, scusi, ha ragione. Gli Omega escono dal Darwin in lotti di quattro individui che condividono la stessa tecnologia,...»

«Noi uomini li chiamiamo "lotti" mentre i cyborg preferiscono definirle "cerchie". Una cerchia è una specie di fratellanza» intervenne Major.

Boy la incenerì con gli occhi e le fece un cenno portandosi l'indice sotto la gola, chiara minaccia che se non taceva le avrebbe fatto pagare caro il suo intervento non richiesto.

«Questa è l'attuale cerchia di Abel: GBR215005022, EVA215005023, ISA215005024», disse indicando le fotografie di Gabriel, Eva ed Isac. «La matricola riporta l'anno, il mese ed il giorno della creazione ed è seguita dalla posizione all'interno del lotto o meglio, dall'ordine di produzione. Quindi è semplice individuare gli elementi che appartengono allo stesso lotto. Abel è il primo soggetto del gruppo. Ma come dicevamo, questa non è la sua vera matricola, ma un numero che è gli stato riassegnato in seguito al suo "ripristino".»

Il Comandante registrò l'informazione e si prese il suo tempo prima di rispondere «Sappiamo chi sono?»

Il guastatore fece spallucce. «No. Sulla base dell'inventario nella base c'erano lotti di quattro cyborg ma Abel era l'unico soggetto prodotto il 13 Settembre del 2149.»

Lucas aveva ragione a preoccuparsi, ogni elemento che veniva aggiunto a quel rompicapo faceva sempre di più presagire l'intervento del Ministero della Difesa. 

«Inoltre, incrociando le date con le cronache militari degli ultimi anni, in quel periodo a New Haven si è registrato un grave episodio di rivolta da parte dei cyborg Omega.»

Sparta batté il pugno sul tavolo. «Ma certo! Come ho fatto a non pensarci subito! La "Prima rivolta dei cyborg".» L'episodio di cui parlava Boy era stato sanguinario. Le macchine si erano ribellate ai loro creatori e avevano ucciso decine di militari e di civili in servizio nella base sull'oceano Atlantico. In pochi erano sopravvissuti per raccontare l'accaduto ed erano comunque stati messi a tacere. Il Ministero della Difesa aveva fatto calare un velo di silenzio sull'episodio che rischiava di minare tutto quello in cui la società di Empyrios si basava: la certezza che la popolazione di cyborg era inoffensiva e poteva contribuire a migliorare le condizioni di vita degli esseri umani che li avevano creati. Una menzogna, che il Governo aveva continuato a raccontare.

Lucas si schiarì la voce. «Che cosa pensi sia accaduto Boy?»

Il guastatore fece scorrere rapidamente le immagini come in cerca di una ispirazione. «Penso che i cyborg si siano ribellati e quindi siano stati sterminati. Tutti, tranne tre che sono fuggiti, forse i più pericolosi.»

«E perché Abel non avrebbe subito la stessa sorte degli altri? Perché non terminare anche lui?»

«Sinceramente, Signore? Non è ho idea!» concluse, allargando le braccia in segno di resa. «Ma so chi ha dato l'ordine e forse lui è informato su tutta questa storia.»

Sparta si soffermò a guardarlo, ormai certo che il ragazzo aveva in serbo un'ultima carta. «Certo, immagino che possiamo cercarlo e fargli qualche domanda.»

«È molto più semplice di ciò che crede. L'ufficiale in questione è Gerald Owens.»

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