Abbracci rubati
Harry se ne andò in fretta dalla sala grande, dov'erano stati messi tutti i corpi dei caduti. Non riusciva più a sopportare il peso che aveva nel petto. Certo, Voldemort era morto, ma questo non riportava in vita tutte le persone che lui e i Mangiamorte avevano ucciso. In quel momento desiderava solamente un po' di solitudine. Non reggeva più gli sguardi adoranti che gli venivano rivolti, o i sorrisi forzati che tutti si dipingevano sul volto quando lo vedevano arrivare, credendo di fargli un piacere.
"Perchè mi sorridete e vi rivolgete a me come se fossi il vostro salvatore? Non capite che è colpa mia se i vostri familiari sono morti?"
Harry avrebbe voluto gridarlo in faccia a chiunque si fingesse felice solo per lui, ma non poteva.
Così decise di lasciarsi il puzzo di morte alle spalle, e uscì dalla sala grande. Per fortuna nessuno lo fermò. Ron era ancora vicino a Fred, e Hermione lì vicino cercava di consolarlo, nonostante anche lei piangesse.
Passò accanto alla saletta in cui, solitario, giaceva il corpo di Voldemort. Alla fine, questo era rimasto del più grande mago oscuro di sempre. Un guscio vuoto, su cui neppure una lacrima era stata versata.
Tuttavia, non era lì che Harry era diretto. Non ci teneva particolarmente a rimanere da solo con Voldemort, nonostante fosse inequivocabilmente morto.
Quindi si avvicinò alle scale e iniziò a salirle, fino ad arrivare al settimo piano.
Voleva stare da solo, e la Stanza delle Necessità era di certo l'opzione migliore.
Arrivato all'arazzo di Barnaba il Babbeo, passo tre volte davanti al muro che gli stava di fronte, pensando intensamente a un posto dove poter stare da solo, senza che nessuno lo disturbasse.
Quando comparve la porta, la aprì senza esitazione, e si ritrovò in una stanza molto confortevole, non troppo grande, con dei divani e qualche poltrona sistemati davanti a un camino tiepido e scoppiettante. Le pareti erano in legno, e c'erano alcune lampade accese lungo le pareti. L'unica cosa che lo lasciava un po' perplesso erano i colori delle poltrone, che erano in parte rosse e in parte verdi.
Harry, però, non diede peso alla cosa e si avvicinò a uno dei divani, con tutte le intenzioni di sedersi e rilassarsi un po', quando all’improvviso sentì dei singhiozzi provenire dall'unico angolo buio.
Eppure era solo… possibile che qualcuno fosse entrato nella Stanza delle Necessità esprimendo il suo stesso desiderio?
Si avvicinò all'angolo dal quale provenivano quei singhiozzi.
Dopo aver superato un paio di poltrone riuscì a scorgere una chioma biondo platino.
Non ebbe neanche il tempo di collegare quei capelli all'unica persona in tutta Hogwarts che li possedeva che questa si girò, per vedere chi la stesse disturbando.
Draco si alzò, con il volto ancora rigato dalle lacrime che stava frettolosamente cercando di asciugarsi con le mani, cosa resa inutile dal fatto che stesse continuando a piangere.
Non voleva che uno studente qualunque, evidentemente in cerca di solitudine, lo vedesse piangere.
«V-vattene» disse cercando di usare un tono arrogante, ma fallendo praticamente subito. Non stava certo migliorando la situazione.
Poi, finalmente, alzò lo sguardo e, vedendo chi aveva davanti, desiderò non averlo mai fatto.
«Merda» fu l'unica cosa che le sue labbra pronunciarono, con un tono che esprimeva rabbia, ma anche preoccupazione e un po' di paura.
Harry lo fissava da quando aveva capito di trovarsi davanti a Malfoy, attendendo che anche lui si accorgesse della sua identità.
Tuttavia, nonostante Draco fosse suo nemico da sempre, non lo fissava con soddisfazione, e neanche con pietà o compassione.
Questo perché aveva più volte provato sulla sua pelle gli sguardi di commiserazione e, periodicamente, di paura che gli lanciava la gente, pensando di sapere chi fosse e di conoscerlo.
Se li era sentiti adesso quando aveva scoperto di essere un rettilofono, ad appena 12 anni. Li aveva provati nuovamente due anni dopo, quando il suo nome era uscito dal calice. Poi, alla fine, ci aveva fatto l'abitudine quando tutti lo credevano pazzo e bugiardo subito dopo la rinascita di Voldemort.
Quindi sapeva quanto potesse essere brutto.
Questo era il principale motivo per il quale lo sguardo che rivolse a Malfoy era comprensivo. Sembrava quasi comunicargli "non ti preoccupare, questo rimarrà un segreto".
Fortunatamente il biondo sembrò capire le sue intenzioni e si calmò, riprendendo a piangere senza freni.
Quando Harry lo vide ridotto così, la persona che aveva sempre segretamente ammirato per la sua indifferenza per il pensiero che gli altri avevano di lui, non riuscì a resistere.
Andò lì e lo abbracciò.
Probabilmente se cinque minuti prima qualcuno gli avesse chiesto di abbracciare Malfoy, si sarebbe rifiutato e sarebbe anche scoppiato a ridere, perchè nonostante da un paio d'anni non lo odiasse più, anzi tutt'altro, doveva mantenere le apparenze, e poi era troppo terrorizzato da un possibile rifiuto del biondo.
In quel momento, però, aveva agito di pancia, sentendo che abbracciarlo era la cosa giusta.
Draco sgranò gli occhi. Harry lo aveva sempre odiato, quindi perché ora lo abbracciava improvvisamente?
Decise che non gli importava, aveva troppo bisogno di quell'abbraccio per protestare.
Senza contare che erano anni che sognava di poterlo ricevere.
Lo strinse a sua volta, continuando a piangere rumorosamente sulla sua spalla.
Per anni aveva sognato di diventare amico di Harry, il ragazzo che tutti amavano. La maggior parte delle volte la gente lo odiava solamente perché era un Serpeverde, anche se di certo lui non faceva molto per migliorare l'immagine che le persone si facevano di lui. Però, nonostante tutto questo, spesso desiderava avere qualcuno alla sua altezza con cui parlare. Di certo non avrebbe potuto farlo con nessuna delle persone che si consideravano sue amiche.
Ma ormai si era rassegnato all'idea che Harry lo odiasse, e proprio per questo non capiva quel gesto improvviso.
Rimasero in quella posizione per un po', poi Harry fece sedere Draco su un divano, continuando ad abbracciarlo, e iniziando a accarezzargli i capelli quasi sovrappensiero.
Draco si godette quelle attenzioni, e rimasero così ancora per molto tempo, anche dopo che Draco aveva smesso di piangere, anche dopo che sentirono che iniziavano a cercarli.
Alla fine si addormentarono così, sognando i loro irraggiungibili desideri, che forse quella sera, per la prima volta, iniziarono a essere un po' più realistici.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top