CAPITOLO PRIMO
In quegli ultimi dieci anni aveva canalizzato tutto il proprio amore verso suo figlio Joshua. Su di lui, Regan aveva plasmato la sua intera esistenza arrivando a programmarne ogni singolo istante. Fin da quando aveva scoperto di essere incinta, ogni sua azione veniva progettata in funzione delle necessità di quel bambino. Sapeva di dover essere per lui una famiglia e sopperire alla mancanza di un padre che, purtroppo, non avrebbe mai potuto conoscerlo e amarlo. Ma nonostante questa lacerante consapevolezza Regan non si era mai arresa.
Aidan Collins era un pilota dell’aviazione militare e il suo aereo era stato abbattuto mentre era di istanza in Afghanistan. Da quella sera d’agosto in cui apprese della morte di suo marito, Regan, come fosse intrappolata in un'eterna maledizione, riviveva attraverso i suoi peggiori incubi il momento in cui un ufficiale dell'esercito irlandese aveva bussato alla sua porta per darle quella notizia che mai avrebbe voluto ricevere.
Ricordava ancora l’odore acre della pioggia incessante sull'asfalto, il viso contrito dell’ufficiale che incespicava nelle sue stesse parole cercando in malo modo di trattenere l’emozione di quel momento. Ricordava anche di come le foto della prima ecografia di Joshua, fatta quella mattina e che stringeva forte nelle mani in quel momento, le fossero scivolate per terra mentre apprendeva dell’accaduto.
Non si soffermò ad ascoltare i dettagli di come avessero abbattuto quel dannato aereo poiché il suo pensiero si congelò nel preciso istante in cui realizzò che Aidan non avrebbe mai conosciuto il loro bambino, che mai lo avrebbe cullato tra le sue forti braccia. Capì che non avrebbe più assaporato le dolci labbra del suo amato e che quel cambiamento sarebbe stato forse il più doloroso da affrontare. Non pianse davanti a quell’uomo giunto davanti alla sua casa per recare quell’orribile notizia, non pianse al funerale di Aidan, non pianse nemmeno quando, finita la cerimonia, la gente cercò di mostrarle il proprio affetto con un abbraccio che avrebbe dovuto consolarla. Semplicemente decise che Aidan era in suo figlio e che non avrebbe dovuto piangere perché lui era ancora vivo. Doveva invece gioire e vivere per Joshua. E così fece.
Dieci anni durante i quali aveva dovuto contenere l’odio che provava verso la guerra e che sentiva crescere in lei a ogni telegiornale. Anche entrare nella casa di suo padre le procurava dolore essendo egli stesso un ufficiale della marina.
Non se ne faceva niente delle medaglie e delle onorificenze ricevute alla morte di suo marito perché riteneva inutile e inappropriato gratificare un cadavere o la sua vedova. A suo figlio, invece, aveva raccontato la storia d’ amore con il suo papà come una bellissima favola in cui questi era divenuto uno splendido angelo che aveva lasciato nel cuore di suo figlio una piuma delle sue ali.
Joshua adorava la sua forte e determinata mamma, che lo accompagnava nel suo percorso di crescita come una compagna d’avventura e non come un’ombra oppressiva.
Regan aveva costruito un nuovo equilibrio nella sua vita e lo aveva fatto perché essere la figlia di un militare significava anche avere un ottimo spirito di adattamento a tutte le situazioni. Piangersi addosso,invece, significava sottrarre tempo prezioso alle restanti cose o persone che continuavano a essere presenti nella sua vita. Ma significava anche sprecare del tempo utile alla riorganizzazione della stessa che, nel frattempo, scorreva senza aspettare il suo adeguamento al cambiamento. Lo aveva dovuto apprendere alla morte di sua madre, allorquando si era ritrovata, a soli undici anni, a dover fare da mamma al fratellino appena nato.
Nella vita di Regan non doveva esistere l’abitudine ma la flessibilità e l'adattabilità al mutare delle condizioni ambientali. Alla fine, quella era divenuta la sua regola di vita e le stava più che bene.
Ora però qualcosa si era insinuato a stravolgere quell’ordine delle cose. Sentiva di essersi comportata da donna fragile e irragionevole lasciando che Keane la trasportasse in quell’oblio.
Salve a tutti. Spero che questa storia vi appassioni e che continuiate a seguirne gli aggiornamenti. Domandò venia per gli eventuali e possibili errori grammaticali che spero mi facciate notare. Per il resto vi auguro buona lettura.
BLARNEY
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top