Capitolo 96
Sergio
Ho il cuore che mi martella nelle orecchie. Sento il freddo fin dentro le ossa, ma poi le nostre labbra si uniscono e il mio corpo si ridesta bisognoso di carezze, di sfiorarla, di averla.
Mi impossesso della sua bocca in maniera disperata. Mi farà davvero perdere la ragione. Ho dovuto lottare con me stesso per non fuggire, mandare tutto a quel paese e darle la fiducia che, qualunque cosa stesse facendo di sopra, non era tradirmi.
«Cazzo.» Il suo sapore aumenta la mia foga, le stringo la nuca per farla più vicina. Emma asseconda i miei gesti trasmettendomi la stessa necessità.
Le mani gelide salgono sotto il maglione fino a posarsi sul mio petto. Sussulto a quel contatto, ma da freddi ben presto i suoi palmi diventano roventi. Lentamente strisciano sulla mia pelle fino alla schiena che stringono facendomi gemere.
Non credo di aver mai avuto così fretta di unire i nostri corpi.
Continuo a inseguire la sua lingua ma lascio il suo capo per sbottonare i miei jeans che bagnati fanno resistenza alla mia volontà. Grugnisco sulla sua bocca costretto a staccarmi. Le mordicchio la mandibola, la gola e poi velocemente le apro i lembi dell'accappatoio.
Nuove gocce di acqua ci investono ma credo evaporino al contatto con i nostri caldi corpi.
Continuo la discesa con fretta, devo averla. Le mordo un capezzolo e in risposta le unghie stringono le mie spalle ed è meraviglioso sentirla così mia.
Finalmente raggiungo il mio obiettivo, con forza tiro verso il basso i miei jeans e attendo che Emma mi aiuti per sfilare via i piedi. Libero, li lancio via con uno strattone e ben presto anche l'intimo segue la stessa sorte. Trattengo il fiato alle sue attenzioni. Sotto la pressione delle sue dita il petto si gonfia e il collo si alza. Sento i suoi denti stringere la mia pelle e la mia volontà perdere il controllo.
L'allontano quanto basta per prendere il controllo, spingo la spugna che presto cade mostrandomi la sua perfezione.
Incollo i nostri occhi e senza lasciarli mi inginocchio ai suoi piedi.
Accarezzo la sua pelle dai polpacci fino alle cosce. Soffice si arrossa ai miei piccoli morsi e quando la mia attenzione va al suo desiderio mi fermo il tempo di incrociare i suoi occhi dal basso.
Il cioccolato più inteso mi ingolosisce, passo la lingua sulle labbra e con maestria le mostro la mia fame. Fame di lei.
Soffio sulla sua pelle e le sue mani corrono ai miei capelli. Assaggio lentamente il suo desiderio e sento la bestia che è in me nutrirsi dei suoi gemiti.
Stringo le sue natiche fra i palmi e mi avvicino sempre più, il suo odore mi investe e io mi sento scoppiare.
«Sergio!» Emma urla il mio nome decretando la fine per entrambi.
Con un unico gesto mi alzo riprendendo possesso delle sue labbra. Le mordo, prima di invaderle con la stessa ingordigia che ho mostrato per il resto del suo corpo, mi porto le sue gambe al bacino e con la mano destra le afferro il seno.
Emma tira i miei capelli, mostrandomi che è pronta e allora con irruenza me la prendo.
«Sei mia!» Pronuncio roco sulle sue labbra spingendo in lei e togliendo il fiato a entrambi.
Non ho la forza di fare lentamente e scoprire in lei la stessa necessità mi fa affondare ancora e ancora tra le morbide pieghe della mia donna che mi stringe e bacia come se fossi, davvero, la sua salvezza.
I corpi si scontrano, si cercano, si incastrano, si possiedono fino a esplodere come palloncini pieni di coriandoli.
Urliamo entrambi quando sentendola stringere porto la testa indietro e mi godo quella splendida sensazione di avere Emma intorno a me con ogni parte del suo corpo.
Ansimo vistosamente e così anche lei. Il suo petto si scontra con il mio e io resto incantato a guardarla. La osservo come se fosse qualcosa di irreale.
Vedere il suo capo poggiato sul muro, le labbra schiuse la rendono perfetta e quando i suoi occhi, nonostante la fatica per riprendere il controllo, ricambiano il mio sguardo sono così intensi, lussuriosi pieni... Pieni d'amore. Mi mozza il fiato mentre le emozioni scorrono fra noi. Siamo ancora uniti e forse non lo siamo mai stati così coscienti. Coscienti di noi stessi. Di quello che giorno dopo giorno stiamo diventando. Sembra ogni volta una nuova scoperta. E io non posso fare altro che desiderarla ancora e ancora per tutto quello che è, per tutto ciò che rappresenta.
Scivolo fuori da lei e mentre la sostengo con un braccio lei ridacchia consapevole che non ho finito. «Andiamo.» La prendo a mo' di sposa e la porto dritta dentro la doccia.
«L'avevo appena fatta.» Mi precisa poco prima che il fiotto d'acqua la investisse. «Oh!»
«Beh, io no. Quindi...» la guardo famelico. «Puoi aiutarmi.» Le porgo la spugna intrisa di sapone e mi faccio coccolare dai suo gesti.
Sapevo mi sarebbe piaciuto, compiaciuto sospiro a ogni carezza delle sue dita ma poi i suoi gesti si fanno più intimi e non ci trovo più niente di divertente e solo tanto ma tanto erotico.
Porto la testa indietro arreso alla sua presa intima.
«Emma...» che dire. «Continua.» E lei lo fa. Cielo, se lo fa.
Al limite con le stelle faccio quello che davvero voglio. Affondo in lei e lascio che tutto si sistemi ancora una volta.
E ben presto non è il vapore acqueo a ombreggiare i vetri.
«Mi passi il sale?» allungo la mano verso Emma che mi restituisce il barattolo che aveva preso per la sua pietanza. Siamo nella sua cucina in preparazione della cena, la televisione in sottofondo, un bicchiere di vino per uno e gli occhi di Rosi e Luca che si posano su di noi maliziosi.
«Quindi questo bacio alla Darcy c'è stato?» Io rido e Emma sbuffa.
«Ma si è visto mai che degli amici si presentano alla porta di due fidanzati che stanno facendo pace? No! Ve lo dico io, no!» Porta qualcosa a tavola e colpisce ancora una volta Luca alla nuca.
«È tutta colpa sua. Luca mi ha chiamata con la voce agitata pregandomi di raggiungerlo che dovevo fare.» Rosi lo fulmina con lo sguardo.
«Mangiamo e andiamo, okay? Ero preoccupato per voi. Come ti è venuto in mente che non dovevi dirgli niente?» Luca ignora la nostra amica e gesticola alzando anche le mani in alto verso di me.
«Su questo ha ragione.» Rincaro io, anche se ormai non sono più arrabbiato, anzi.
«L'avevo detto che era una cattiva idea.» Precisa Rosi sorseggiando il vino.
«Intanto vuole parlare con te.» Emma punta il dito sul mio petto soddisfatta e io le bacio il naso.
«Grazie.» Le dico serio. «Però ti prego, la prossima volta, cerca di non farmi preoccupare. Almeno rispondi al telefono.» Lei annuisce stringendo le braccia al mio collo.
«Okay.» Sorride e guardandomi negli occhi unisce le nostre labbra. In quegli occhi brillanti vorrei passarci tutta la vita ed è una follia.
«Ragazzi, la cena rischia di bruciarsi!» Urla l'intruso. «E anche noi se continuate così.» Aggiunge sempre inopportuno.
«Tesoro, puoi evitare di stuzzicare i nervi di Emma?» Alberto torna in stanza dopo essere andato in bagno. Ovviamente, lo scemo, ha coinvolto anche lui.
«Che poi, vorrei capire, cosa poteva accadere che hai portato tutti.» Alza le spalle mentre ringrazia Emma per il piatto che gli porge.
«Che ne so. Una lotta. Una fuga. Qualcosa di interessante che, comunque, sono certo ci sia stato anche se proibito ai minori.» Gli occhi di Emma vanno al cielo e io ridacchio. C'è stato eccome. Porto la mano alla gamba della mia donna che strizzo leggermente prima di iniziare a mangiare. Le sue iridi mi guardano complici.
La serata passa tra i battibecchi di Luca e le sue amiche e io e Alberto che parliamo di sport.
«Vieni con noi?» Luca porge il cappotto ad Alberto per poi indossare il suo. Rosi sbadiglia vicino alla porta e Emma ci guarda tutti dal divano mordicchiandosi l'indice.
Forse dovrei, ma il fatto che lei abbia parlato con Enrico e la discussione che abbiamo avuto mi convince a non voler andare via.
Cerco i suoi occhi dove leggo lo stesso desiderio.
«No, io resto.» Luca sorride e mi batte la spalla.
«Ottima scelta, amico.» Salutano tutti e siamo nuovamente soli.
Lentamente mi avvicino a lei che mette le gambe giù, allinea i piedi sul pavimento e smette di mordersi il dito.
«Vieni.» Predatore la osservo svelandole tutto ciò che ho intenzione di fare. Le labbra di Emma si schiudono e io accenno un sorriso sghembo.
Non appena lei si alza la porto nella sua stanza. Lascio la mano che l'ha condotta qui e le accarezzo il collo e la mandibola. Emma alza il viso verso il mio incantata dalle mie intenzioni.
Passo il pollice sulle sue labbra e sento il mio corpo reagire al contatto della sua lingua con la mia pelle.
«Ti voglio.» Le confesso.
«Prendimi.» Maliziosa alza il mento.
Come resistere a tale tentazione.
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