Capitolo 85

Emma

Mi abbandono al nostro bacio. Le sue labbra morbide avvolgono le mie come le nostre braccia fanno dei nostri corpi. Gli ansiti riempiono quel silenzio del suono del nostro desiderio. Le sue dita mi accarezzano il mento mentre le mie giocano con i suoi capelli.

Vorremmo entrambi di più e invece ci accontentiamo di quel contatto e del dolce sapore che ci scambiamo. Quando entrambi siamo senza fiato ci stacchiamo con un sorriso.

«Sono riuscita a sciare.» E la prima cosa che mi viene in mente e siccome è merito suo lascio che mi baci il naso soddisfatto.

«Sei un'ottima allieva. Mi piace molto essere il tuo insegnante.» Maliziose le sue mani si intrufolano sotto il mio maglione facendomi rabbrividire e non di freddo. Accarezzano la mia pelle facendomi sospirare. Le nostre fronti si uniscono e gli occhi si legano pieni di divertimento e passione. «Allora, mi dici cosa scrivi?» Un bacio a stampo sulle labbra e lo vedo sbirciare verso il mio telefono che ha ormai il display spento.

Imbarazzata lo prendo in mano e scuoto la testa. «Niente.» Ovviamente non mi crede e il sopracciglio che si alza ne è la prova. «Giuro, niente.»

«Non sei brava a dire bugie, ricordi.» Mi accarezza il viso.

«Beh, con tutta questa pratica.» I suoi occhi si rattristano e mi pento subito di quello che ho detto. Mi ributto fra le sue braccia e lo bacio dolcemente.

«Okay, te lo dico. Ma tu devi mantenere il segreto e non farmi sentire una stupida.» Preciso.

«Ma tu non sei stupida e giuro di mantenere il segreto.» Vedo i suoi occhi stringersi incuriositi. Mi sciolgo dall'abbraccio tornando a posare la schiena sul divano e prendo in mano il telefono.

«Non lo sa nessuno, neanche Rosi e Luca.» Gli preciso guardandolo serio. Vedo il suo stupore, effettivamente sanno tutto di me. «Qualche mese fa, forse quasi un anno fa ho scoperto un app dove puoi leggere libri gratis e dove puoi anche scrivere delle storie tue.» La sua espressione resta impassibile e le sue dita giocano con i miei capelli sulla schiena, dandomi il coraggio di continuare. «Sai quanto amo leggere.» Lui annuisce. «Ma non sai che ho sempre desiderato poter scrivere storie d'amore.» Nega con un cenno del capo.

«Non so perché ma ho sempre desiderato condividere brevi storie dove l'unico elemento fosse l'amore che trionfa sempre, come se potessi così regalare a tutti un po' di svago pieno di felicità e passione.» Mi animo a parlare e la sua espressione tranquilla mi permette di essere me stessa. Sono felice di poter condividere con lui questo mio segreto e sembra folle che più mi mostro nei suoi confronti più mi sento sicura di me stessa e in fondo anche di noi. Mi sento piena di una libertà che forse non ho mai avuto nelle mie storie ed è esaltante.

«Quindi ci sono persone che in questo momento stanno leggendo le tue storie?» Annuisco mordendomi un labbro ma non nascondendogli quanto questo mi renda felice. «E cosa dicono?»

«Beh, un po' di tutto. Ovviamente sono un'autodidatta, faccio un'infinità di errori e sono cosciente di non essere una scrittrice, ma quello che racconto lo faccio con il cuore.» La sua mano si ferma un attimo per poi riprendere il suo gioco.

«Sai che questo è fantastico, vero?» Mi perdo nei suoi meravigliosi occhi neri che mi guardano con orgoglio, come se davvero stessi facendo qualcosa di importante.

«Non è niente di che.» Mi imbarazzo e guardo le mie gambe avvolte dal pantalone del pigiama.

«Invece si, perché hai realizzato un tuo sogno è ci vuole sempre coraggio per mettersi in gioco.» Mi tira su il viso e alla fine del suo discorso sono stretta al suo petto. «Ti piacerebbe scrivere e basta?»

Mi allontano incredula. «Non potrei mai, come farei a pagare le bollette non sono così brava.» Forse vede troppo rosa Sergio.

«Hai mai pensato di mandare il manoscritto per farlo pubblicare?» Resto a bocca a aperta, mi vergogno un po'.

«Beh sì, è ovvio che magari a un complimenti o che so io, l'idea mi sfiora, ma è assurdo.» Torno a poggiarmi a lui.

«Vedremo. Posso leggerlo?.» Sorrido all'idea.

«Sono d'amore, Sergio, solo amore. Non credo sia di tuo gusto.» Chiudo gli occhi ascoltando il suo cuore sotto il mio orecchio.

«Sono un tipo romantico.» Si prende in giro da solo. «Allora posso?» Ci penso su in silenzio. Provo timore a permettere a qualcuno che conosco nella vita reale di leggere le mie fantasie. Anche per questo motivo non ho detto niente ai miei amici, non mi andava che leggessero la storia né di sentire i loro commenti. Voglio che resti qualcosa di mio, ma Sergio. Inalo il suo profumo muschiato. Il suo respiro regolare mi culla mentre le sue braccia mi accarezzano la schiena in attesa della mia risposta. Non sento nessuna pressione, sono quasi certa che se dicessi di no, non me la farebbe pesare e questo forse mi da il coraggio di dire si. Mi stupisco io stessa al suono di quell'assenso che sembra quasi pesare nell'aria per quanta importanza porta dietro di sé. È la mia totale fiducia in lui.

Il dondolio del suo petto si arresta un attimo, per poi riprendere. «Grazie.» Bisbiglia lui posando poi le sue labbra sul mio capo, come al solito sono convinta abbia capito tutte le mie riflessioni.

Mi stacco dal suo petto per guardarlo in viso, non so bene cosa cerco nel suo volto ma quando sento vibrare il mio cuore sono certa di averlo trovato e di essere assolutamente perduta ormai. Io lo amo, semplicemente, follemente questo. Sono investita da quel sentimento che mi esplode dentro.

Lentamente mi avvicino alle sue labbra non distogliendo lo sguardo dal suo. La sua mano destra sale al mio viso.

«Emma.» È perfetto il mio nome pronunciato con bisogno.

Annullo la distanza e unisco finalmente le nostre bocche. Le nostre lingue si accarezzano, si incrociano come i nostri visi. Le mani stringono i vestiti e i nostri corpi si uniscono. I miei seni si plasmano al suo petto marmoreo. Mi tira più vicina a se fino a quando in ginocchio sul divano incrocio le braccia dietro al suo collo e lascio che le sue labbra scivolino giù nel mio collo per poi risalire al mio orecchio. Il rumore del suo respiro accelerato mi provoca una dolce scarica dalla pancia fino a più giù.

Ansimo desiderosa di togliere tutti gli strati che ci dividono, porto le mani sotto il suo maglione e quando la sua, in risposta, stringe il mio seno cerco nuovamente la sua bocca come se fosse l'appiglio che mi tiene sulla terra.

Vogliosa mi struscio su di lui e quando con un gemito mi ritrovo a cavalcioni sul suo corpo niente può nascondere quanto grande sia il desiderio che prova di me. Mi agito fra le sue braccia, e il contatto fra le nostre intimità mi fa stringere fra i palmi la lana del suo maglione. Gli bacio la mandibola per poi mordere il collo.

«Emma, ah, dobbiamo rallentare piccola.» Le sue mani si bloccano sui miei fianchi e cercano di tenermi ferma provocando una reazione di protesta da parte mia che mi muovo sempre di più.

«Emma, giuro che quello che ti dico è proprio il contrario di ciò che desidero, però piccola devi fermarti.» Ansima rumorosamente. «T prego.» La sua supplica mi esalta l'ego ma mi fa anche capire che ha ragione. Con riluttanza cerco di stare ferma. Tengo le labbra sulle sue senza pretendere o fare niente. Ho solo il desiderio di respirarlo fino a quando c'è concesso.

Anche lui resta immobile perché qualunque gesto potrebbe riaccendere la scintilla del fuoco che è solo sopito.

«Non so come tu faccia a controllarti.» Gli confesso la mia difficoltà.

«È solo il timore del posto sbagliato che ti protegge da me.» Stringe i palmi sulla mia schiena facendomi sentire il suo respiro accelerato. «Perché altrimenti ti avrei già fatta mia fini allo sfinimento.» Lo pronuncia con ardore, trasmettendomi tutto il suo desiderio.

«Ancora due giorni.» Cerco di consolarlo.

«Di tortura.» Precisa lui. «Allora questo libro?»

«Okay.» Mi faccio passare il suo telefono e lo rendo partecipe di tutto il mio mondo.

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