Capitolo 76

Emma

Non ho dormito molto questa notte e quando apro gli occhi il sole è già alto. Vorrei solo restare a letto, stringo le coperte nei palmi e mi nascondo sotto queste. Non mi interessa di sciare o altro, voglio solo che tutto finisca presto. Mi sento cosi fuori posto in questo freddo.

Tiro fuori la testa solo quando il brontolio del mio stomaco diviene insopportabile. Scanso le coperte e sempre in pigiama scendo al piano di sotto. Già per le scale sento le voci dei miei amici e capisco di non essere fortunata, speravo fossero già tutti andati via.

Girato l'angolo della cucina resto senza parole. Come se il caldo del sud fosse appena apparso in quel monte innevato, il mio labbro trema e credo di non riuscire a camuffare per niente la gioia che sento dentro.

«Buongiorno, dormigliona.» Luca si alza e viene ad abbracciarmi, fatto da lui quel gesto non stupisce nessuno ma so che lo ha fatto per aiutarmi, perché stavo per crollare. Gli occhi di Sergio si posano nei miei appena, ma mi basta quello per stare bene. In quel misero contatto fra noi ho scorto la sua necessità di sapere se stavo bene. «Hai visto chi è venuto. Non è meraviglioso, così avrai qualcuno con cui lamentarti di essere qua, Enrico ci ha appena finito di raccontare quanto Sergio odi il freddo.»

«Odiare è esagerato, visto che gli sport invernali mi piacciono ma volete paragonare questo a una splendida spiaggia dorata.» Il suo tono è così naturale e sentirlo dal vivo mi rigenera completamente.

Acconsento sedendomi finalmente a tavola. Non posso fare altro che stargli di fronte anche perché Rachele e Enrico hanno occupato i posti al suo fianco.

Allungo la mano per prendere la caffettiera e poi aggiungo anche il latte nella mia tazza. I ragazzi hanno ripreso a litigare sul luogo migliore per le vacanze e io cerco di non fissare Sergio tutto il tempo.

Dal bordo della tazza lo sguardo stanco di Enrico non mi lascia. Non ha dormito molto anche lui, lo vedo e riesco solo a fargli un mezzo sorriso che lui ricambia con altrettanta fatica.

«Va bene, però ora andiamo, o non riusciremo a fare neanche una sciata.» Rosi si lamenta alzandosi dalla sedia seguita da Luca, Enrico e Rachele. Le loro tute colorate mi fanno un po' ridere soprattutto quella arancione per niente sobria di Luca.

«Che hai da guardare, è bellissima e alla moda, si sa che in montagna quest'anno si usa questo colore.» Alzo le mani arrendendomi subito.

«Dai Sergio, va a cambiarti. Io ti aspetto.» Rachele, con il suo solito tono capriccioso si è attaccata al braccio dell'uomo come una piovra.

«No, va pure. Sono appena arrivato e perderò tempo.» Lei mette il broncio infastidita.

«Allora resto con te.» Che palle sta ragazza.

«Rachele vai a divertirti, andremo insieme nel pomeriggio.» Sergio sembra convincerla e riluttante inizia a indossare i guanti, il berretto il tutto sempre sbuffando.

Troppo concentrata a guardare quella scenetta non mi accorgo che Enrico si è avvicinato a me. Si abbassa alla mia altezza piegandosi sulle ginocchia.

«Come stai?» Non so cosa rispondergli anche perché dicendo la verità, in questo momento, lo deluderei ancora, perché da quando ho visto il suo amico io sto benissimo.

«Bene.» Mi limito a quello.

«Okay, mi spiace se ieri ho insistito troppo. Possiamo fare un giro più tardi?» Ancora una volta cerco una parola che mi permetta di rifiutare con gentilezza, ma non la trovo.

«Vedremo.» Potevo fare di meglio, anche perché cosi sembro illuderlo. Enrico mi fissa e alla fine mi bacia una guancia e accontenta finalmente Luca che urlando invita tutti ad andare via.

L'ultima a uscire dalla cucina è Rosi. «Avete questo tempo da soli. Non sprecatelo!» Strizza l'occhio e raggiunge gli altri.

Restiamo immobili seduti uno di fronte all'altro in attesa che la casa piombi nel più piacevole dei silenzi. Percepisco ogni gesto dei quattro che stanno per andare via mentre fisso quelle splendide iridi nere che ho sognato tutta la notte.

Quando la porta viene chiusa è come se una magia si diffondesse per le stanze.

«Sono andati.» Bisbiglio timorosa di interrompere quel momento meraviglioso fra noi. «E tu sei qui.» Non riesco ancora a crederci.

Vorrei correre da lui ma non riesco a muovermi, come se un qualsiasi gesto potesse farlo sparire mi sento intrappolata dalla paura e lo guardo desiderosa che mi dimostri che è tutto vero e che posso averlo.

La sua mano destra corre ai suoi capelli e anche lui sembra aspettare chissà cosa, restando su quella sedia davanti a me con i suoi occhi puntati nei miei.

«Sì, sono qui.» Non riesco a decifrare il suono della sua voce e mi stranizza sentire la lieve tensione in quelle parole. «Emma...»

Sento le mani tremare e allora le nascondo sul mio ventre. Ho desiderato così tanto averlo qua che alla fine mi decido. Che importa chi sia il primo a fare un gesto. Importa solo che lui abbia esaudito il mio desiderio.

Mi alzo di scatto e nella foga la sedia cade indietro provocando un suono forte, che nulla può contro il rimbombare del mio cuore nel petto mentre annullo la distanza fra noi e mi lascio avvolgere dal suo abbraccio. «Sergio!»

Anche Sergio si è alzato e ora mi stringe sollevandomi da terra per quanto mi tiene stretta. «Sicura di stare bene?» Bisbiglia al mio orecchio, io annuisco allontanandomi appena, gli sorrido felice.

«Non riesco a credere di averti qui.» Le note speziate del suo dopobarba sono la certezza che è veramente qua. Gli prendo il volto fra le mani non appena i miei piedi toccano il pavimento.

«Era già dura, ma dopo la chiamata di ieri non sono riuscito a starti lontano.» Mi bacia la fronte con il suo viso ancora fra i miei palmi. Le sue labbra strisciano sulla mia pelle e il mio corpo si riaccende alle sue attenzioni.

Era quello che volevo sentire, inclino il capo indietro per poi avvicinare le nostre bocche fino ad assaporare la sua essenza. L'aroma del caffè sulle sue labbra e quello zuccherato sulle mie, sono il connubio perfetto per quel bacio ritrovato che sa di uno splendido mattino, preludio di uno splendido giorno e forse di una splendida vita.

Con calma le nostre labbra si uniscono per poi lasciarsi e quando il desiderio inizia a pizzicare dentro entrambi finalmente queste si aprono per nuove carezze, morbide e invitante. La sua lingua gioca con la mia in un movimento lento che prende vigore a ogni nuovo sfioramento. Lo stringo forte avvicinandolo a me e mi delizio al suono del suo gemito, mi è veramente mancato.

Le sue mani sollevano il mio fondoschiena e così come ci ha suggerito Rosi, Sergio inizia a salire le scale fino alla stanza che gli è stata assegnata. Le sue dita spingono sulle mie cosce esprimendomi il sul bisogno e allora sono ora io a fargli sentire i miei suoni di piacere.

A fatica riusciamo ad aprire la porta che con un tonfo si richiude subito dopo. Finalmente certi di essere al sicuro Sergio mi rimette giù e sempre continuando a baciarci ci spogliano reciprocamente.

Assaporiamo ogni parte che con un nuovo movimento resta esposta alla nostra bramosia. Tutte le emozioni negative della sera prima sono scomparse, sciolte dalla passione di Sergio che con la lingua accarezza il mio collo fino alla spalla mentre si abbassa per togliere i pantaloni e il resto. Un leggero morso mi fa sussultare, gli stringo il capo di riflesso e quando finalmente siamo entrambi nudi raggiungo il paradiso nel momento in cui lui mi abbraccia stringendomi a se e i nostri corpi nudi vengono in contatto.

La sua pelle bollente sfrega sulla mia, le sue mani scivolano sulla mia schiena fino alla curva del sedere per poi risalire e ancora scendere con sempre più ingordigia.

Disperata tiro i fili neri invitandolo a continuare, cerco le sue labbra ancora e ancora muovendo il mio bacino contro il suo.

«Emma...» un sospiro che mi riempie di pelledoca. «Sei sicura di stare bene, piccola. Perché mi stai mandando fuori di testa.» Cerca di rallentare e allontanarmi ma in risposta lascio che il mio palmo scivoli lungo il suo petto prima e nei suoi addominali dopo fino al punto che lo fa innarcare rendendolo mio schiavo. Il rantolo che abbandona le sue labbra e la stessa resa che leggo nei suoi occhi.

Galvanizzata dal mio potere lo spingo indietro fino a farlo cadere dal letto. Sergio obbedisce a ogni mio invito. Libero dalle mie attenzioni si posiziona meglio sul letto.

È splendido il suo corpo muscoloso e come ha fatto lui con me la prima volta, sfioro con i polpastrelli la sua pelle che mi mostra con soddisfazione il suo desiderio per me. Sbalordita da quello che è il mio potere su di lui mi blocco a guardarlo.

I suoi occhi neri si legano ai miei rivelandomi il legame primordiale che ci unisce e che mi lascia senza fiato.

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