Capitolo 73
Sergio
La musica assordante, le chiacchere di Rachele a cui fatico a stare dietro e infine le mani di Enrico sul corpo di Emma mi fanno letteralmente esplodere.
Mi alzo dalla sedia esasperato, la ragazza al mio fianco si zittisce stupita e solo l'intervento di Luca, in mio aiuto, riesce a darmi la possibilità di fare una pausa. Approfitto della calca per fare cenno a Rosi, che balla con un ragazzo proprio vicino a Enrico e Emma, di aiutarmi. La bionda mormora qualcosa al mio amico che si ferma a guardarla e allora io afferro il braccio di Emma e me la porto via.
Quando posso finalmente tenerla nuovamente fra le braccia mi sento come tornato a vivere. La mia frenesia e anche la sua. Il bacio che ci scambiamo e da togliere il fiato e alla fine è Rosi che ci viene a riprendere.
«Cazzo, ragazzi. Ma che mi combinate.» Arrabbiata ci rimprovera per il nostro inopportuno allontanamento, costringendoci a tornare dagli altri.
Il resto della serata lo passiamo seduti nuovamente lontani, con le mani di Enrico che cercano le sue e le attenzioni di Rachele che cercano me.
Quando Alberto si alza per andare via sono il primo a suggerire di farlo anche noi. Fortunatamente sono tutti d'accordo e nonostante la temperatura bassa sono lieto di sentire il gelo sul mio viso.
Silenziosamente seguo i ragazzi a qualche passo di lontananza. Rosi, Alberto e Luca salutano per andare via insieme e ovviamente Enrico propone a Emma di andare in macchina con loro. Lei mi cerca con lo sguardo, le faccio una smorfia che dovrebbe essere un sorriso e la invito ad accettare.
«Magari, vado con Sergio. È solo.» Si ferma aspettando il mio arrivo. Quasi trattengo il fiato in attesa della risposta del mio amico, io purtroppo non ho niente da dire. Rachele prende al volo la possibilità e quindi ci ritroviamo in uno scambio di coppia che fa felice i due fratelli meno noi.
Sospiro beato quando posso stendermi sul mio letto, lotto contro la tentazione di scendere da lei e chiudo gli occhi di colpo quando sento aprire la porta piano. Faccio finta di dormire e quando il profumo forte di Rachele mi infastidisce cerco anche di non respirare.
Le sue mani scorrono fra i miei capelli e poi sulle braccia. Sento sussurrare il mio nome sempre più vicino fino a quando il suo alito mi solletica l'orecchio.
Continuo a tenere il respiro regolare sperando che lei mi creda, ma la sua mano si fa sempre più audace come anche le sue labbra. Indeciso su come reagire mi giro su di un fianco. Sento il letto piegarsi e il suo respiro tornare vicino al mio orecchio.
«Ti prego Sergio, svegliati!» Cazzo! Ormai deciso ha svegliarmi e a mandarla via, vengo salvato da suo fratello che inizia a chiamarla. È appena andato in bagno, riconosco il rumore della porta e la bionda impreca scappando via dalla mia stanza. Mi alzo alla svelta e per precauzione chiudo a chiave la stanza. Domani devo trovare il modo di parlare con Enrico.
Non riesco a vedere Emma per tutto il giorno, come al solito sono andati al lavoro insieme e poco dopo metà mattinata Rachele ha fatto la sua apparizione in palestra impedendomi, così, di allontanarmi. Avrei voluto raggiungerla per la pausa pranzo e invece posso solo mandarle un messaggio. Le spiego perché non posso andare, che avrei tanto voluto e che rientrando a casa vorrei parlare con Enrico.
Alla fine il mio telefono suona e ne sono felice, odio messaggiare ma non la chiamavo perché non volevo disturbarla.
«Pronto.» Mi chiudo nel mio studio.
«Ciao.» Sussurra lei appena e io sento il desiderio di riprenderla fra le braccia tendermi i muscoli. «Speravo riuscissi a venire.»
«Anche io, ma ho ricevuto questa visita indesiderata.» Mi siedo alla scrivania poggiando un gomito sul legno e stringendo i miei capelli nella mano.
«Ieri è andata bene, almeno credo.» Sembra triste.
«Come stai?» Non mi piace non essere con lei.
«Bene, tranquillo, è che odio questa situazione. Non sono brava a mentire e mi sento a disagio.» Spero che Enrico non abbia esagerato.
«È successo qualcosa?» Stringo una matita nel palmo.
«No, niente di che. Fortunatamente si sta trattenendo, forse ha percepito che qualcosa in me è cambiato, ma è brutto lo stesso.» La capisco bene.
«Stasera proverò a parlargli. Non ci voleva qui Rachele e poi questa vacanza. Io non potrò venire prima di venerdì sera.» Purtroppo con il lavoro non riesco a organizzarmi diversamente.
«No, non ci voglio andare. Io odio la neve.» Le sue protesta da bambina mi fanno sorridere.
«Arriverò presto, okay? E poi spero di risolvere tutto.» Sento bussare alla porta.
«Dille di tenere le mani al loro posto che, ovviamente, non è su di te.» Scoppio a ridere.
«Sei gelosa mia Emma?» Mi piace saperla così.
«Non hai idea di quanto.» Sorrido ancora raggiungendo la porta.
«Sono tuo, ricordalo.» Non avrei mai pensato di dirlo.
«Interessante.» Ride e dopo un piccolo sospiro ci salutiamo.
La speranza di riuscire a parlare con Enrico mi abbandona subito, tornato a casa lo trovo già a casa di Emma con gli altri. Accompagno Rachele sopra da noi. Alla fine è rimasta tutto il giorno, tra le smorfie di Jessica e il mio tentativo di rimanere gentile. Appena apro la porta mi sento già sollevato, ma dura solo un attimo che le sue braccia si avvolgono al mio collo.
«Dai Sergio entra. Possiamo finalmente stare un po' da soli.» Proprio quello che non voglio.
«Non è il caso, lo sai. Non sono la persona giusta per te, Rachele.» Mette il broncio e mi si fa più vicina. Il suo petto stringe sul mio.
«Lascia che ti dimostri il contrario.» Cerco di liberarmi dalla sua morsa.
«Non sono interessato. Sei la sorella di Enrico, non posso.» Lei sbuffa stringendo la presa che non riesco a sciogliere, non le vorrei fare male.
«Chi se ne frega di mio fratello. Se ci amiamo capirà. Ti prego Sergio solo un bacio.» Scanso il viso che si avvicina girandomi di lato.
«Rachele sono impegnato. Mi spiace.» Anche questo non la convince. «Ti prego lasciami.» Alla fine cede sbuffando.
«Sulla neve sarai mio.» Finalmente mi libera e io abbasso la guardia commettendo un errore perché le sue labbra si posano sulle mie a stampo. Allontano definitivamente quella donna insopportabile e scendo velocemente le scale.
Luca viene ad aprirmi e mi fa cenno verso le labbra. «Hai del rossetto, ma non voglio sapere e non diremo nulla a Emma, perché sono certo che hai una spiegazione, ma ora pulisci.» Cerco un fazzolettino nella tasca e lo strofino sulla bocca, al cenno di assenso di Luca mi rilasso e pronto a entrare. «Giusto in tempo per aiutare Emma con la cena, non ha voluto ordinare.» Mi levo la giacca e mi avvio da lei. «Credo sia un modo per tenersi impegnata.» Mi sussurra quando ormai siamo insieme agli altri.
Saluto tutti e accetto la birra che mi passa Enrico, sbircio in cucina alla ricerca di Emma.
«Sergio, dai, dalle una mano tu.» Enrico mi libera di ogni remora e in breve tempo le sono accanto.
Come accennato dal suo amico e in piena preparazione di almeno tre pietanze. Si muove abilmente a destra e a sinistra dedicando le sue attenzioni in eguale modo alla pentola sul fuoco come anche alle verdure che ha sul tagliere.
I capelli castani sono annodati sul capo e un lungo maglione blu le arriva a metà coscia da dove spuntano le sue meravigliose gambe fasciate dai collant. Mi è mancata oggi, più di quanto avrei mai creduto possibile.
«Tutto bene?» Alla mia voce si gira di scatto, faccio in tempo a posare la bottiglia che tenevo in mano sul tavolo che la mia bellissima donna si precipita fra le mie braccia. Annuso il suo dolce aroma e me la stringo fra le braccia.
«Mi sei mancato? Ed è assurdo, non credi anche tu?» Le sue labbra sfiorano il mio collo mentre si muovono per parlare e io sento il mio corpo rabbrividire.
«Ho pensato anche io la stessa cosa ma a questo punto credo proprio di no.» Le mani che mi stringono la schiena ripetono il gesto che faccio io stesso sulla sua. Adoro il modo in cui il suo corpo si incastra con il mio. Le bacio il capo rilassandosi. «Sai vero che non dovremmo.» Sbircio verso la finestra che da sul salotto.
«Non ricordarmelo, tutto questo caos è per questo motivo. Quando siamo arrivati a casa Enrico mi ha baciata e io l'ho interrotto fingendo uno starnuto. È stato tutto orribile.» A quelle parole nasce il solito fastidio dettato dalla gelosia. «Almeno per me, perché Luca ha riso almeno per un'ora.» Sono tentato di dirle di Rachele ma poi rinuncio, non è significato niente come nulla è lei per me.
«Proverò a parlargli dopo cena, volevo farlo ora ma vi ho trovati tutti qui...» Scuoto la testa per dirle che non ho avuto modo di fare nulla.
«Emma, Sergio, io ho fame.» Luca arriva alle nostre spalle facendoci dividere di botto.
«Vi concedo un bacio veloce, poi a lavoro.» Bisbiglia posizionandosi da palo. Penso fosse davvero evidente che ne avevamo bisogno entrambi e allora cingo il suo capo con le mani e l'avvicino finalmente alle mie labbra.
Le sfioro appena inizialmente ma poi il mugolio di lei riempie il mio corpo di urgenza e non capisco più niente. Famelico mi impossesso delle sue labbra, lascio che la mia lingua accarezzi con audacia la sua e mi godo lo scambio di sensi e profumi che mi inebria più del miglior liquore al mondo.
«Ehi, ehi. Troppo rumore. Ora basta.» Proviamo a ignorarlo ma come sappiamo bene è impossibile quella tattica con lui e allora ben presto ci troviamo a cucinare fianco a fianco.
Apprezzo quel momento fra noi e mi ritrovo a desiderare che duri a lungo. Sconvolto dall'insolito pensiero quasi mi taglio un dito. Cerco di schiarirmi le idee e afferro la birra che avevo abbandonato e la finisco in un sorso.
Come si può definire il desiderio di condividere la vita quotidiana? Al momento mi serpeggia un brivido sulla schiena. Penso sia paura, ma qualcosa mi stona perché non sono affatto spaventato.
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