Capitolo 67

Sergio

«Okay, okay questa la so!» Emma seduta a malappena sul divano esclama entusiasta la parola che lega quelle che vediamo in tv. Cerca di convincermi che ha trovato quella giusta e io la guardo divertito per quanto mi sembra bellissima in questo momento.

«Non so, non sono convinto.» La stuzzico, in attesa della sua reazione che le rende le guance rosse per quanto è animata da quel gioco. In tv svelano il termine scritto dal concorrente che è diverso da quello che pochi istanti prima aveva detto lei rendendola più irrequieta.

«Ti dico che è questo.» Gesticola in cerca di tutta la mia attenzione che faccio finta di non concederle, perché in realtà niente mi attira come le sue elucubrazioni sul fatto che abbia vinto e quando il conduttore mostra che è Emma ad avere ragione la vedo saltare in piedi a braccia alzata come se avesse davvero vinto la somma in palio.

Sorrido applaudendo e lei si butta sopra di me entusiasta ripagandomi con un bacio a stampo.

«Vedi, lo avevo detto.» Le avvolgo le braccia attorno al corpo e con soddisfazione sento il suo respiro cambiare.

«Eh sì, lo avevi detto.» Tentato incornicio il suo viso vicino al mio. Le mie dita raggiungono la sua nuca e il pollice accarezza le sue labbra in cui il sorriso di soddisfazione è ancora presente. Il respiro mi accarezza il polpastrello e i sensi catturando ogni mio pensiero. Nelle ultime ventiquattro ore sembra che io abbia gli ormoni di un quindicenne.

Il campanello suona e Emma sbatte le ciglia più volte richiamata alla realtà dal quel fastidioso trillo. Esitante è ancora sdraiata su di me e questo mi fa molto contento.

«È arrivato il sushi.» Le preciso anche se avrei preferito ritardare qualche altro minuto, sento l'acquolina in bocca perché pregustavo già il nostro bacio che ora devo rimandare.

Lei torna al presente spinge sulle mie braccia e si avvia alla porta d'ingresso. Io mi prendo qualche minuto per calmare i miei spiriti e il suo sedere che ondeggia verso la porta non mi aiuta affatto.

Mi sistemo i pantaloni e mi strofino i palmi sul viso prima di alzarmi e iniziare ad apparecchiare. In televisione scorrono ora i titoli del telegiornale ed è strano come questa normalità condivisa con una donna non mi spaventi. Non sono mai stato un dongiovanni ma ho avuto le mie avventure a cui mai è seguito qualcosa di serio, qualcosa di cui si possa parlare come condivisione della quotidianità. Alcune delle donne che ho frequentato le ho anche riviste magari anche in maniera assidua ma non si poteva parlare di relazione e invece ora... Emma ritorna in stanza con il sacchetto nero su cui sono disegnati i bamboo bianchi, le sue gambe sono scoperte, ai piedi oltre alle solite ciabatte ha anche degli improponibili calzettoni blu a pois gialli, a coprire il suo corpo il vestito che le ho piacevolmente tolto prima e sul viso l'espressione serena di chi si trova al posto giusto e con la persona giusta.

Quest'ora in attesa del sushi è stata davvero piacevole ed è palese come sia naturale la sintonia fra di noi. Mi sento come se con me ci fosse un'amica oltre che la splendida donna che non smetto di desiderare e questa combinazione mi stuzzica e spiazza allo stesso tempo.

«Grazie, hai apparecchiato.» Mi bacia una guancia e inizia a riporre le varie pietanze dal sacchetto sul tavolo. Porto una mano al punto in cui mi ha baciato da cui sento irradiare un dolce tepore che, in poco tempo, ha rinvigorito tutto il mio corpo.

"Un giorno ti auguro di trovare una donna speciale come Emma." Mi aveva detto il mio amico pochi giorni fa e ora che lei mi guarda interrogativa dopo essersi seduta e aver notato che io non mi sono mosso, non posso che capire cosa già lui avesse notato in lei e che io avevo fatto finta di non vedere.

«Perché non ti siedi?» Mi indica la sedia e io imbarazzato faccio come mi invita a fare. Scosto la seduta vicino alla sua e subito recupero le bacchettine che anche lei ha in mano. «Tutto bene?» devo avere la faccia davvero sconvolta per averla preoccupata così.

«Sì.» È la pura verità. Le prendo una mano che porto alle labbra per un bacio rassicurante e subito la libero per iniziare a mangiare. Cerco di rinviare a dopo le domande che la mia mente si pone su tutto questo e insieme iniziamo a mangiare.

Parlare con lei mi sembra così semplice che ben presto ci ritroviamo a conversare sui nostri anni di università riempiendo in quella serata il periodo in cui ci eravamo persi di vista. Non so bene come ci ritroviamo a parlare anche del suo ex Fabio. Provo fastidio a immaginarla in coppia con qualcun altro però allo stesso tempo mi fa piacere conoscere anche quella parte di lei senza troppi elementi intimi, ovviamente, ma Emma è brava a mantenere il tono neutro e a parlare di come si sono conosciuti a casa di Rosi e come dopo appena sei mesi stessero già convivendo, per fortuna mia non in quella casa ma da lui.

Sentirla raccontare di una ipotetica vita di coppia mi porta a immaginarmi in quel ruolo e senza vergognarmi della mia immaturità le confesso di come non abbia mai provato quel desiderio di passare il mio tempo libero sempre con la stessa persona e quindi a maggior ragione di provare il desiderio di una convivenza.

Emma non mi giudica né la sento preoccupata della mia verità anche perché non gliela ho mai celata ma sembra che entrambi ci rendiamo conto che quella cena, quelle chiacchiere, quel pomeriggio e questo week end sono una cosa diversa per entrambi.

«Non avrei mai pensato di mettermi davvero in gioco con qualcuna soprattutto in questo momento.» Il suo capo è sul mio petto e le accarezzo i capelli mentre riprendo il discorso che avevamo interrotto finendo di mangiare per vedere un film.

Il suo viso si tira su e sento premere il suo palmo sull'addome. La televisione è l'unica fonte di luce nella stanza e quindi vedo a malappena i suoi lineamenti ma distinguo bene la certezza nel suo sguardo. La mano che la accarezzava scende sul suo fianco dove si ferma in attesa come me di ascoltarla parlare.

Il silenzio dura più di quanto mi aspettassi e comincio a preoccuparmi di cosa il suo cervello stia pensando. Quando inizio a credere che forse non dirà niente la sua voce sussurra una semplice verità.

«Non si sa mai quando le cose belle ci accadranno ma dobbiamo essere pronti ad accoglierle se non vogliamo perderci la vita.» Sbatto gli occhi colpito dal suo discorso. «So che non ero nei tuoi piani mentre, forse, tu lo sei sempre stato nei miei ma non lasciarmi andare, perché io non ho intenzione di stare a guardare stavolta.» Conclude quasi con rabbia quel discorso che parte pieno di sentimenti per arrivare a quello che anche io ho ormai certo.

«No, non eri nei miei programmi.» È una dura verità ma è tale. «È come sai ho provato a convincere anche te che stessi sbagliando ma ora...» mi fermo per accarezzarle in viso. «Ora mi sento come se tu fossi il mio programma e continuo ad aver paura Emma perché è tutta una follia.» Stringo la presa intorno alla sua guancia avvicinandola a me fino a far toccare le nostre fronti. «Giurami, giurami che è tutto vero. Che non sono impazzito e che questo è reale. Giurami che quello che sento far battere il mio cuore a un ritmo diverso è l'unica verità di cui ho bisogno. Giuramelo Emma perché sei l'unica di cui mi fidi in questa nuova realtà in cui non conosco più me stesso.» Il mio fiato si spezza, la voce roca termina il mio sfogo pieno di quei sentimenti che mi scuotono da appena un giorno e che non so chiamare né gestire. Ho chiuso gli occhi mentre parlavo, perché quello che mi importava era sentirla: il suo odore, il suo cuore, il suo respiro, lei, tutta lei.

«Giuro che è tutto vero. Perché se non lo fosse siamo entrambi impazziti e allora non è affatto male il mondo che ci siamo creati.» Le sue mani tremanti circondano il mio viso. Quando l'ho sentita pronunciare quel "giuro" ho spalancato gli occhi desideroso di vederla in viso.

Le sue piccole mani che premono sul mio volto mi trasmettono il suo desiderio di farmi capire il suo stato d'animo e allora libero entrambi unendo le nostre bocche.

Sfioro la morbidezza delle sue labbra per poi accarezzarla con la lingua che vogliosa raggiunge la sua con urgenza. Le dita stringono i nostri corpi mentre le bocche danno sfogo a quell'insieme di emozioni che scuotono entrambi.

In quel bacio c'è tutto il desiderio di vivere questa nuova vita che ci si è presentata e nella velocità con cui i suoi vestiti abbandonano il suo corpo c'è la mia necessità di sentire che quello che mi dice è vero. Sono un materialista non riesco a seguire solo le parole che mi vengono dette se anche il mio corpo non è coinvolto nel discorso e con Emma lo è come non mi è mai capitato.

I suoi occhi brillanti mi osservano dall'alto mentre la sua mano scende fra noi a liberarmi da quegli strati di costrizione il suo seno mi sfiora le labbra nel momento in cui entrambi nudi lei si solleva per accogliermi nel suo splendido corpo. Allargo le mani sulle sue spalle nude e approfitto della situazione per stringere fra i denti il suo capezzolo. So già quanto le piaccia la mia irruenza e anche questa volta il mio gesto rende l'unione fra noi ancora più calda e morbida.

Il suo gemito di soddisfazione non è altro che l'eco del mio che si perde sulla sua pelle in quel momento in cui davvero penso che potrei prendere fuoco. Il bacino di Emma si solleva per poi tornare giù e io chiudo gli occhi accompagnando con i miei movimenti i suoi. Nei suoi gesti percepisco la mia stessa fretta, la stretta delle sue mani sulle mie spalle è sempre più pressante e osservare il suo corpo innarcato sul mio in cerca della nostra pace e un quadro di un pittore famoso.

L'aiuto nello sforzo della corsa verso la soddisfazione, il suo corpo leggermente sudato scivola fra i miei palmi e io riprendo a succhiare il suo seno ormai prossimo all'orgasmo. Non ho più tempo sento montare il piacere e con il mio gesto vengo ricambiato con gli ultimi affondi che rendono i nostri palati più dolci e i nostri spasmi il paradiso.

Nella notte nera la luce del nostro sentimento sostituisce il colore assente della luna e delle stelle rischiarando il firmamento come il manto splendente della notte di San Lorenzo.

La stringo a me fino allo sfinimento e quando il sonno giunge anche per me ho già una certezza: non ho più paura.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top