Capitolo 54

Emma

È una partita quella a cui sto giocando. Si alternano mani fortunate a altre meno. È assurdo che voglia convincermi dei buoni sentimenti di Enrico un momento prima e solo dopo alimentare la mia voglia di lui ammettendo che non gli sono affatto indifferente, anzi.

Cerco in tutti modi di farlo ragionare. È vero, non ho intenzione di arrendermi, se non per qualcosa di vero e concreto non per sentimenti confusi come la paura.

Quando mi posiziono su di lui è per questo che lo faccio. Per avere la sua totale attenzione e sono felice quando mi rendo conto di averla, ma non posso impedire al mio corpo di fremere per quel nuovo contatto. Lui si agita sotto di me sorpreso e io desidero ardentemente che mi tocchi. Vorrei sentire i suoi palmi sulla mia pelle e non riesco a trattenere il piacere quando mi rendo conto che non sono l'unica a reagire a quella posizione.

I suoi occhi neri mi scrutano incerti su cosa io voglia davvero da lui e allora decido di dirgli tutto e quando è anche lui ad aprirsi con me sono certa di voler combattere per questo sentimento che fa scoprire al mio cuore nuovi battiti.

Andremo piano, non sto dicendo di volerlo sposare, né ho la necessità dell'etichetta di fidanzata mi basta stargli attorno senza vergognarmi di ciò che provo.

«Cazzo, Emma!» Al suono disperato del mio nome capisco di aver vinto. Leggo perfettamente nei suoi occhi il momento in cui il desiderio annulla le sue remore e quando la sua bocca è finalmente sulla mia sono certa che questa sia la passione, il travolgente desiderio di possedere e essere posseduta da qualcun altro completamente.

Una forza cresce dentro il mio corpo e sembra espandersi fino a comprendere anche lui. La sento passare fra di noi piena di frenesia e desiderio.

La foga di Sergio mi fa girare la testa. Il sangue scorre nelle mie vene velocemente facendomi muovere su di lui incontrollata. Stringo i suoi capelli, la sua maglietta, la sua carne.

«Voglio sentirti.» Ansimo sulla sue labbra prima di accarezzargliele con la lingua. Un suono profondo precede le sue dita che afferrano il mio sedere spingendomi su di lui ancora e ancora.

«Mi fai perdere la ragione. Sai che non dovrei...» Morde il mio lobo per poi lasciare una scia di baci fino alla base del collo provocandomi la pelledoca. La smania di liberarmi dei vestiti mi fa allontanare da lui. Resto in piedi davanti a Sergio che solo con gli occhi riesce a comunicarmi il suo desiderio. Sento la pelle fremere dal collo l'elettricità scende lenta lungo la spina dorsale fino a farmi tremare le gambe e davanti mi lambisce i seni per poi proseguire stuzzicante fino al punto che sento vibrare. Potrei venire solo alla promessa che leggo in quel nero.

Le braccia lungo i fianchi aspettano il mio ordine ma il solito timore di mostrare il mio corpo mi fa tentennare, sono una stupida non avrò mai il coraggio. Abbasso lo sguardo sulla sua maglia vergognandomi di me stessa. Non voglio che veda quanto mi sento inadeguata.

«Emma. Emma, guardami!» Mi porto una mano al viso e poi tiro indietro i capelli. «Ho detto guardami. Guarda quello che mi fai.» Vorrei resistere ma alla fine lo accontento e non posso credere che lui provi questo.

Scruto ogni dettaglio: i cappelli neri in disordine, il suo viso tirato, il torace che si alza e abbassa come se avesse corso e poi più giù. Il mio sguardo vaga sul suo corpo, sulle mani che prima mi hanno accarezzato e che ora stringono le cosce muscolose in attesa.

«Sei bellissima!» La sua bocca pronuncia quelle parole tentatrice e poi i suoi denti stringono il labbro inferiore con ardore e io non posso che immaginarlo su di me. «Se solo ti vedessi...» torno ai suoi occhi leggermente offuscati e non posso credere che sia davvero per me che quello splendido uomo sembra essere trepidante. Incoraggiata dalla sua reazione ritrovo il coraggio.

Afferro l'orlo del maglione e lentamente lo sfilo dalla testa. Sento i miei capelli alzarsi e poi ritornare al loro posto sfiorandomi la schiena e con essi la certezza che l'ho fatto veramente. Lascio cadere a terra quello che fino a pochi secondi fa mi impediva di sentire il suo calore e resto in attesa della sua reazione.

Sergio si avvicina al bordo del divano e dopo aver accarezzato con lo sguardo il mio viso scende fino a mostrarmi il piacere che allarga la sua pupilla alla vista del mio seno racchiuso in un leggero strato di pizzo nero. Le sue labbra si schiudono invogliandomi a continuare e io sento spingere i capezzoli sul pizzo.

Con la punta del piede destro spingo via la sneachers del piede sinistro e poi ripeto l'operazione al contrario. Libera dalle scarpe accarezzo la parte del mio addome dove sento premere il bottone dei jeans con un audacia che non mi appartiene, continuo il mio spogliarello fino a restare in intimo davanti a lui.

Non faccio quasi in tempo a rimettermi dritta che mi sento afferrare da Sergio. Le sue mani premono sul mio sedere fino a sollevarmi di peso. Intreccio le gambe intorno ai suoi fianchi e prendendogli il viso fra le mani mi abbasso a mordere io stessa il labbro che ha torturato per tutto il tempo mentre mi ha guardata.

Stringo la carne morbida per poi succhiarlo stringendo le dita sul suo capo. Sento il muro freddo dietro la mia schiena, siamo in corridoio e al mio assalto lui mi ha spinta sulla superficie liscia che mi fa rabbrividire.

Il suo corpo si spinge sul mio facendomi lasciare la presa sulla sua bocca, appoggio la testa indietro e Sergio mi afferra un seno che schizza via dal reggiseno. Il suo pollice striscia sul mio capezzolo ancora e ancora provocandomi una fitta nel mio basso ventre.

«Sergio!» Lascio uscire il suo nome in una supplica. Voglio di più, molto di più e quando la sua lingua sostituisce il dito spingo le unghia sulle sue spalle. Sono certa di graffiarlo e lui mi ricambia stringendo fra i denti la mia carne tenera. Non sento più nessun freno mi sto donando completamente a lui.

La sua mano stringe il mio collo e accarezza il mento con ardore.

«Cazzo Emma, quanto ti desidero.» Un suono gutturale intriso di bisogno mi soffia sulle labbra. Il suo palmo spinge verso l'alto impedendomi di guardarlo come vorrei. Fra le ciglia socchiuse, dall'alto, scorgo lo sguardo perso dell'uomo che voglio più di qualunque altra cosa.

Sento muovere anche l'altra mano lungo il mio fianco, sul mio addome e poi fra di noi in un'intima carezza che mi fa precipitare in un altro mondo a me completamente sconosciuto.

Al contatto delle sue dita che scivolano fra di noi intrise del mio desiderio, chiudo gli occhi e urlo il mio piacere. Alzo le mani ad accarezzare i suoi capelli che poi stringo disperata non appena lo sento strisciare fra le mie pieghe.

Tremo per la passione e sento appena le sue labbra mordere e succhiare la base del mio collo se non per la nuova scossa che il suo fiato mi provoca non appena accarezza la pelle resa sensibile dalle sue attenzione.

Non riesco a respirare, sono senza fiato e l'unico che puo aiutarmi è l'uomo che mi provoca tutto questo. Le nostre bocche si uniscono ancora e lui si nutre dei gemiti che non riesco più a controllare. Mi stringe a se e questa volta tengo gli occhi aperti durante il nostro bacio lo fa anche lui ed è eccitante specchiarsi sapendo che ciò che lo scuote è lo stesso desiderio che pervade me stessa.

Tenendomi sempre in braccio arriviamo finalmente nella sua stanza. Aperta la porta mi mette giù e mentre lui si allunga in cerca del pulsante per accendere la luce vicino al letto io afferro i lembi della sua maglia per godermi finalmente il suo corpo nudo.

Sorride mentre mi permette di spogliarlo ma quando appoggio entrambi i palmi aperti sui suoi pettorali questo si tramuta in un lungo sospiro.

La sua pelle è bollente, sotto la mano destra sento il ritmo accelerato del suo cuore fare a gara con il mio. Resto in ascolto sorpresa che sia tutto vero. Alzo il volto verso il suo ritrovando nei suoi occhi una luce che non ho mai visto.

Il suo petto si gonfia sfiorandomi il seno nudo e l'aria sembra nuovamente vibrare intorno a noi.

Lentamente la sua mano torna sulla mia guancia come all'inizio in un gesto dolce e intimo vista la nudità. Il suo fiato mi accarezza il volto concedendomi un attimo di tranquillità. Mi sta dando il tempo di scegliere, restando in attesa della mia prossima mossa e io lo apprezzo ancora di più, anche questo gesto mi conferma quanto sia speciale.

Con decisione faccio scivolare i palmi lungo il suo addome fino all'orlo dei jeans. Continuiamo a guardarci e sono incantata da come la luce si rifletta sulla sua iride nera che sembra ora un mare notturno in cui voglio immergermi.

Stringo il mio labbro fra i denti e compio quel gesto che non mi porterà più indietro.

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