Capitolo 44

Emma

«Forza tesoro, raccontaci com'è andata, ieri, con Enrico.» Luca alza e abbassa le sopracciglia come se così potesse davvero convincermi a parlare.

Afferro l'elastico che porto sempre al polso e tiro su i capelli che lego in una coda alta.

«Dai, Em, anche io sono curiosa. Voglio sapere se è dolce in tutto, come sembra.» Certo da lei  non mi aspettavo quella particolare curiosità e neanche Luca che la bacia su una guancia euforico.

«Almeno tu mi dai soddisfazioni.» Ovviamente io sarei la mentre lei.

Non cado nella sua trappola e guardo sul telefono il mio profilo istagram. Una foto di un famoso attore attira la mia attenzione mentre lascio sbollire il mio amico.

«Giuro, che se parli, ti racconto della mia serata con Alberto.» Questa è una bomba e lui lo sa bene. Io e Rosi scattiamo sull'attenti concentrandoci su di lui.

«Cioè, tu sei uscito con Alberto ieri sera e non hai detto niente?» sono scioccata da quella rivelazione. Sono stata in pensieri per lui tutta la settimana e ora se ne esce con tutta tranquillità dell'uscita a due.

Anche Rosi è arrabbiata e gli tira un pizzicotto sul braccio frustrata generando in me un'immensa soddisfazione e il desiderio di baciarla a mia volta. Ci scambiamo uno sguardo di intesa mentre il perfido uomo si lamenta per il dolore.

«Ma non si fanno mica questi gesti agli amici.» Lui piagnucola e noi lo circondiamo, sedendoci ai suoi fianchi, pronte a sentire tutto.

«No, io parlerò solo dopo che tu ci avrai parlato della tua serata, anzi, delle due serate visto che siete usciti sia venerdì che sabato.»

Sospiro frustrata per essere stata messa all'angolo. Vorrei farlo impazzire ma poi la mia vendetta mi si ritorcerebbe contro perché lui non racconterebbe nulla.

Cerco di prendere tempo e di capire dal colore del suo viso o dalle sue occhiaie se la sua serata è andata bene o meno. Scorgo una luce che fa brillare l'azzurro cielo dei suoi occhi ed è lì che la curiosità mi distrugge, perché ora sono certa che sia andata bene e io voglio sapere.

«Vi prego ragazzi abbiate pietà di me. Posso raccontarvi io la mia serata per dare il buon esempio. Marco è stato molto divertente e attraente. Mi ha portata a cena e poi a fare un giro nei mercatini di Natale, che tra parentesi sono iniziati e avevano cose bellissime, comunque, quando mi ha riaccompagnato a casa non ho resistito e ci sono stata e, cazzo, è stato fantastico.» Lei conclude quasi saltellando sul divano.

Sbatto le ciglia incredula. «Ma che cavolo è successo questo weekend?» Rosi era da almeno sei mesi che non faceva sesso.

«Che devo dirti, il ragazzo ci sapeva fare e poi non so, tutto questo testosterone che abbiamo attorno da qualche settimana, mi ha spinta ad agire e non me ne pento affatto. Mi sento così bene.» Si stiracchia le braccia verso l'alto mentre la mia bocca cade verso il basso.

«Tu sei il mio idolo.» Luca la stringe a se per poi tornare a posare i suoi occhi indagatori su di me.

«Lo rivedrai?» cerco di mantenere vivo il discorso almeno non si parlerà di me.

«Non lo so. Non mi aspetto niente, ma se chiamasse magari ci starei di nuovo.» Stavolta è lei ad ammiccare e Luca a ridere senza ritegno e poi ecco due paia di occhi su di me e la mia temperatura che sale.

«E niente ragazzi, che volete che vi dica.» Li supplico con lo sguardo di lasciarmi libera, ma con nessun risultato. «Non è successo niente di rilevante, okay.» Mi appoggio al divano sbrigativa. «Ora tocca a te.» Indico il mio amico stringendo gli occhi a fessura ma lui non ha intenzione di dichiarare chiusa la discussione.

«Cioè, tu credi, che questo sia un racconto esaustivo di ciò che avere fatto. No, perché se lo credi, ti sbagli di grosso.» Incrocia le braccia sul petto e il messaggio è chiaro o parlo o lui non parlerà.

E da un paio d'ore che va avanti questa storia. I ragazzi sono venuti a fare colazione da me anche questa domenica mattina e, ovviamente, mi hanno chiesto delle mie serate con Enrico.

In realtà non ho mentito, anche ieri non è successo niente oltre a qualche bacio, molto soddisfacente per carità, ma sempre entro la decenza. L'esserci confessati le nostre storie è stato importante ma poi prima io e poi lui ci siamo tirati indietro sul più bello.

«È un ragazzo educato.» Ovviamente Rosi è l'avvocato difensore.

«Lo sei anche tu, tesoro, ma ieri non hai esitato a farti mettere distesa su di un letto.» La verità di Luca è disarmante.

«In realtà non era un letto.» Anche quella di Rosi quando ci si mette. Credo di volermi chiudere le orecchie anche perché, mi sa, che sono l'unica ad aver ricevuto il due di picche.

Cerco di mettermi più comoda ma le gambe lunghe di Luca me lo impediscono.

«Allora, continua.» Alzo gli occhi al cielo.

«Abbiamo parlato. Gli ho raccontato di Fabio e lui della sua storia importante però, ve l'ho detto, per il resto solo baci e anche molto casti se è per questo.» Luca storce la bocca pensieroso e lo è anche Rosi in realtà.

«Io non capisco, per essere figa sei figa. Per essere disponibile lo sei, ci sei uscita due volte.» Riflette ancora il mio amico attirando le attenzioni di Rosi che si mette con lui ad analizzare le motivazioni che mi hanno fatta andare in bianco.

«Sì. Non lo so.» Penso alle nostre due serate. E soprattutto a ieri, alla fine avrei voluto davvero andare oltre o almeno ne ero certa in quel momento ma poi quando è andato via mi sono sentita sollevata e non capisco perché. La faccia da schiaffi di Sergio appare nella mia mente. «Poi Sergio...» Ricordo il venerdì sera con fastidio se mi soffermo a pensare al mio ex.

«Sergio?» I due mi guardano confusi.

«Come?» Spalanco gli occhi io stessa per aver parlato troppo ma gli sguardi inquisitori mi fanno continuare a parlare senza volerlo. «Venerdì sera, uscita dal locale ci stavamo baciando...» Accarezzo la mia coda sperando di camuffare i sentimenti che il parlare di Sergio mi mette in corpo, anche senza una vera ragione in realtà. Gli sguardi dei miei amici sono confusi e anche io mi perdo nei miei pensieri fino a straparlare. «E poi non capisco perché stesse baciando lei e guardando me, anche se in realtà un po' ho fatto anche io la stessa cosa.» Capisco di averli persi quando alla fine del mio monologo sono loro a guardarmi come se fossi matta.

«Cioè, fammi capire, tu ne baci uno e guardi l'altro e l'altro fa lo stesso con te, baciando poi chi? Visto che come donna eri solo tu nel racconto.» Luca cerca di riepilogare le mie parole e io mi mordo la lingua perché so che, ora, non mi lasceranno in pace su questa cosa e io di questa cosa non voglio parlare.

Prendo tempo con qualche «Ehm... ehm...» ben assestato e spero che mia madre chiami, in fondo lo fa sempre a quest'ora, ma non sono fortunata. Poi il campanello suona e tranne che lei non sia partita per Milano stamattina, non può essere qui fuori e quindi chi è? La situazione può solo peggiorare..

Fuggo, comunque, per aprire la porta, per poi pentirmene appena l'uscio mi mostra chi ci sta dietro. Sergio, girato verso la strada, si ravvia il suo ciuffo e io non posso fare altro che ammirare il suo sorriso divertito mentre la nostra vicina si litiga con il suo cane.

Mi schiarisco la voce. «Ciao.» Lo saluto e lui si volta subito verso di me.

«Ciao, Emma, Luca mi ha chiesto di avvicinare, è qui?» ovviamente, non poteva non chiamare il suo amichetto del cuore. Annuisco e lo faccio entrate e non sono gelosa, mi chiarisco.

Il suo profumo lascia la solita scia che mi invita a seguirlo quasi sospesa ma resto con i piedi ben in terra, chiudo la porta e lo seguo fino al salotto.

Felice Luca lo saluta entusiasta e lo stesso fa Rosi mentre cerca con gesti strani di farmi capire qualcosa. Credo voglia sapere altro di me e Sergio, ma la verità è che non c'è un me e Sergio, c'è solo un casto me e Enrico.

«Allora, ieri tutto bene? Hai già iniziato il racconto?» Non mi sfugge il fatto che lui lo sapesse e rifilo un'occhiataccia a Luca che non se ne accorge neanche.

Il mio ex si è seduto nella sedia alla sinistra di Luca e io, per non stare in mezzo, mi siedo sul tavolino con sopra i resti della nostra colazione.

«Certo che no, ti aspettavo. Stavamo chiedendo a Emma come fosse andata la sua serata con Enrico.» Luca se la ride e mi guarda. Rosi guarda Sergio. Sergio guarda Luca e io guardo tutti sperando di poter essere risucchiata da una navicella spaziale.

«E come è andata?» Sergio si gira a guardarmi come se fosse lecito per lui chiedermelo e forse lo è, visto che in teoria siamo amici ma, in realtà, io lo guardo e tutto ciò a cui riesco a pensare sono le sue labbra su quella miss poco vestita.

«A quanto pare il tuo amico ci sa fare.» Stavolta Luca ci va giù pesante. Sergio fa una smorfia che dovrebbe essere un sorriso e allo stesso tempo annuisce come a dire era ovvio. Sembra quasi deluso e io vorrei urlare che non è ovvio un bel niente.

Sta per uscire il mio sfogo ma poi tutto si raggela. «Buon per loro. Allora, parliamo di te.»

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