3. Chi bolle in pentola

I primi tre giorni della settimana filarono lisci. L'idea della cioccolata calda di Capelli di Merda sembrò aver risollevato un minimo il morale di tutti, che ripartirono con più grinta di prima.
Io, d'altro canto, mi impegnai al massimo per non sfracellare al muro la sveglia che mi aveva dato Kirishima. Avevo oramai accettato quella sfida, e col cazzo che gliel'avrei lasciata vincere: quell'affare sarebbe arrivato completamente intatto alla fine dell'anno.
Diedi, prima di uscire dalla mia stanza, un ultimo sguardo alla piccola sveglia che custodivo gelosamente sul comodino da qualche giorno.
Rossa e fastidiosa, proprio come lui.

Quel dannato giovedì mattina avremmo dovuto allenarci in palestra, ed è proprio lì che ci radunammo tutti, alla solita ora, con le nostre solite tute scolastiche addosso anziché i costumi da Heroes.
"Perché nessun costume stavolta?" Domandò Ashido -Alieno-Gommarosa-Bigbubble- Occhi da Procione al rappresentante. Quella ragazza non mi era mai andata troppo a genio.
"Aizawa non ha dato spiegazioni, mi ha semplicemente chiesto di avvisarvi per tempo." rispose quattr'occhi facendo spallucce.
A chiarire tutti i dubbi fu Aizawa stesso, che si presentò con i soliti dieci minuti di ritardo, accompagnato da Recovery Girl.
Quella vecchiaccia fuori dall'infermeria non era mai un buon segno.
"Buongiorno a tutti" iniziò.
Sta per sganciare la bomba.
"L'allenamento di oggi sarà diverso dal solito, preparatevi."
Ordigno lanciato.

Le mie mani fremevano. Piccole scintille mi pizzicavano insistentemente i palmi. Non vedevo l'ora di tuffarmi in un combattimento all'ultimo sangue, o di dimostrare a tutti quanto cazzo fossi nettamente più forte di loro.
"Si tratta di una prova di resistenza al dolore." annunciò Aizawa.
Cosa?
Lo stupore calò come un sipario su tutta la sezione A. Persino il viso inespressivo di quel Bastardo Diviso a Metà lasciò trapelare un certo sgomento.
"Avete capito bene, ragazzi. Oggi lavoreremo sulla vostra resistenza al dolore."
Qui dentro sono diventati tutti pazzi.

La voce di Iida mi risvegliò dai miei pensieri. "Perdoni la domanda, sensei, ma è legale tutto questo?"
Non aveva tutti i torti.
"Come ben sapete, la UA non è una scuola comune, può permettersi qualche strappo alla regola." rispose pacato l'insegnante.
"Ma la tortura non è uno strappo alla regola, è un crimine." si impose Mineta piagnucolando.
Nemmeno il nano aveva tutti i torti.
"Questo allenamento non ha il fine di torturarvi. Lo scopo è semplicemente quello di spingervi oltre ai vostri limiti di sopportazione. Cambia la modalità, ma alla fine il concetto è sempre lo stesso: dovete cercare di superarvi. Le varie aree della palestra saranno attrezzate in maniera diversa, ognuna presenterà una sfida differente. Il vostro compito sarà quello di scegliere quella più adatta al vostro quirk e di resistere più tempo possibile."
Mica male però.
Aizawa aveva oramai attirato l'interesse di tutti.
"Nonostante tutte le sfide siano profondamente diverse le une dalle altre, presentano un punto in comune: il dolore. Questo allenamento, sì, sarà tremendamente doloroso, non lo nascondo. Recovery Girl infatti è qui per far fronte a qualsiasi tipo di incidente o danno, e vi avverto, potrebbero essercene alcuni."
Nulla di diverso dal solito, alla fine.
Tutti noi restammo in silenzio, aspettando che continuasse.
"A chi non ha il piacere di partecipare a questa sessione di allenamento è concesso ritirarsi."
Ci furono sospiri di sollievo.
Col cazzo che mi ritiro, vecchia mummia.
"Prima di prendere una decisione a riguardo, vorrei comunque invitarvi a ricordare a voi stessi il vero motivo per il quale siete in questa scuola. Sul campo di battaglia, nella vita vera, la ritirata non sarà tra le vostre opzioni. Durante la vostra carriera da Heroes professionisti avrete a che fare con il dolore innumerevoli volte e non potrete scegliere di tirarvi indietro, tenetelo bene a mente."
Sospirò e poi riprese. Stava pensando all'incidente avuto qualche tempo prima, quando l'Unione lo aveva ridotto a una merda schiacciata sul pavimento, ci avrei scommesso.
"L'Unione dei Super Cattivi è ancora in circolazione e sta preparando il prossimo attacco. È tutto nelle vostre mani. Sappiate però che non si fermeranno di fronte a nulla, ne abbiamo avuto più volte conferma. Questa volta non ci sarà All Might a proteggervi."

Eravamo candelotti di dinamite, e quel discorso riuscì ad accendere ogni singola miccia.
Nessuno si ritirò, anzi, fremevano tutti all'idea di superare quello stesso giorno i propri limiti.
"Coloro che non se la sentono di partecipare sono autorizzati a ritornare negli spogliatoi, oppure possono restare a guardare i compagni. Per quanto riguarda tutti gli altri: diamo inizio alle danze."
Inutile ribadire che gli spogliatoi rimasero vuoti quel giovedì.

Aizawa avrebbe seguito un alunno per volta insieme a Recovery Girl e Cementos, arrivato subito dopo il discorso. Ciascuno studente avrebbe potuto liberamente scegliere in cosa cimentarsi, eppure i professori, di tanto i tanto, davanti ad una potenziale scelta sbagliata, si permettevano di suggerire quale prova sarebbe risultata più idonea.
Quell'allenamento era quanto più vicino al suicidio avessimo mai sperimentato.
Mi piace.
Cominciai a guardarmi intorno, cercando quale fosse la prova perfetta per me.
Al diavolo, avrei potuto superarle tutte!

Lo Stronzo a Metà fu il primo. Scelse la piscina. Con l'acqua. A 75 gradi.
Scontato bastardo.
"Posso usare il mio quirk?" domandò, preparandosi ad immergersi.
"Sì, ma devi tenerlo sotto controllo. Puoi attivarlo in modo da permettere al tuo corpo di resistere il più possibile, ma non ti è concesso modificare in alcun modo la temperatura dell'acqua o l'ambiente esterno, Todoroki."
Ora non sei più così sicuro, eh?
Un ghigno si disegnò sulle mie labbra.
Todoroki senza aggiungere altro, dopo un attimo di esitazione si immerse fino al collo.
Aizawa fece partire il cronometro.
Il suo viso si contorse lievemente dal dolore. Si stava concentrando per abbassare il più possibile la sua temperatura corporea, ma si stava sciogliendo, come qualsiasi pezzo di carne messo a bollire.
Recovery Girl iniziò a preparare il necessario per quando sarebbe uscito dall'acqua.
"Non voglio nemmeno guardare.." sussurrò Yaoyorozu con un filo di voce.
Erano passati soltanto trenta secondi.
Le sopracciglia del Bastardo a Metà si corrugarono ancora di più. Nella palestra regnava il silenzio.
Un minuto.
Un gemito soffocato uscì dalla labbra serrate del ragazzo. Stava soffrendo come un cane.
"Ancora un po', Todoroki. Ancora un po'." Lo esortò Aizawa.
Un minuto e venti.
Il suo solito pallore si sostituì ad un rosso intenso, quasi comparabile al colore di capelli del suo lato sinistro. Iniziò a mordersi con forza il labbro inferiore, lasciandosi gocciolare sul mento un rivolo di sangue. Gemeva come se lo stessero bruciando vivo.
Ah, giusto, lo stavano bruciando vivo.
Un minuto e venticinque.
"Basta." Sussurrò, scattando fuori dall'acqua, aiutato dal professor Cementos.
Lo spettacolo fu inaspettatamente meglio del previsto: il Bastardo era veramente riuscito a limitare tutti i danni fisici. Lievemente ustionato, sì, ma ancora tutto intero. Recovery Girl lo avvolse tra le sue vecchie braccia, si affrettò a passargli un unguento dall'odore nauseabondo su tutto il corpo e poggiò le sue raggrinzite labbra sul braccio di Todoroki.
"Una decina di minuti e starai meglio." Disse rivolgendogli un caloroso sorriso.
"Bravo, ragazzo." Aggiunse Aizawa.
Ogni parte del mio corpo iniziò a fremere. La competizione era il mio pane quotidiano, ed io avrei dimostrato a tutti di che pasta fossi fatto.
Adesso ti faccio vedere io.

"Professore, mi perdoni, ma ancora non trovo chiara la motivazione di questo allenamento." Domandò Iida, chinando leggermente il capo in segno di scuse. Stava soltanto dando voce a quello che tutti in quel momento stavano pensando.
L'uomo staccò gli occhi dal cronometro, volgendo lo sguardo verso di noi. Sul suo viso riuscii a leggere, cos'era quella, mortificazione?
"In circostanze normali avrei aberrato questa sessione, mi sarei opposto con tutte le mie forze. Ma non sono più nella posizione per poterlo fare. Non ho le forze per riuscire da solo a difendervi dal prossimo attacco, dovrete combattere."
Rimase in silenzio a lungo, poi continuò.
"Persino Recovery Girl si è mostrata propensa a collaborare. Non abbiamo altra scelta. Le vostre vite, e quelle di tutta la società, sono in pericolo."
Attese qualche secondo una reazione da parte nostra, ma non ricevette nulla.
"Shigaraki Tomura. La degenerazione è il suo quirk, tutto ciò che tocca si deteriora. Se durante il prossimo scontro dovesse sfiorarvi un braccio, una gamba, una spalla, mandandole in mille pezzi, sareste in grado di continuare a combattere?
Chiedete pure ai vostri compagni Bakugo e Tokoyami come si stava dentro alle sfere di marmo di Mr Compress. Pensate che non abbiano patito le pene dell'inferno stipati lì dentro?"
Ripensai al calvario passato dentro a quelle maledette sfere del cazzo. Il mio sangue cominciò a ribollire.
Vogliamo riprendere l'allenamento sì o sì?!
"Questa guerra è reale, non si tratta più di teoria. Io e i professori non possiamo fare altro che tentare in tutti i modi, incluso questo, di prepararvi a quello che vi attende e fortificarvi. Vi chiedo scusa a nome di tutta la UA.  Ribadisco inoltre che non siete costretti a sostenere la prova. Nessuno deve sentirsi obbligato."
Non ci diede modo di controbattere, tornò con gli occhi sul cronometro e chiamò il secondo studente.
Nessuno aveva più dubbi, avremmo dovuto stringere i denti.

Fu il turno di Faccia Tonda, la quale optò per la prova con un grande blocco del professor Cementos come oggetto: avrebbe dovuto rimanerci sotto il più tempo possibile. Decisamente inquietante agli occhi di noi spettatori, che non saremmo riusciti a vedere in nessun modo che cazzo  Kirby avrebbe combinato là sotto.
Tremendamente scontata anche lei.
DekuMerda sembrava essere in palla totale. Nonostante fosse in evidente stato di assoluto panico, avevo tremendamente voglia di riempirlo di calci in faccia. Si stava preoccupando inutilmente per Uraraka.
Quella ragazza era tutt'altro che fragile e indifesa, io lo sapevo.

"Sensei alzi immediatamente quel masso, potrebbe essere soffocata!" urlò MerDeku, ormai incapace di trattenersi. La belva tonda era seppellita sotto al blocco da più di un minuto. Aizawa fece un segno di dissenso a Cementos, il quale non mosse un muscolo.
Dopo ancora qualche secondo il masso si alzò improvvisamente e venne scaraventato lontano, scoprendo una Uraraka semi incosciente, livida, e coperta di graffi.
Alzò in alto una mano, facendo il segno "ok" con le dita, e perse conoscenza. Recovery Girl la soccorse, per poi spedirla in infermeria. Non fu l'unica, quel giorno. Deku passò il suo turno per restarle accanto fino al suo risveglio.
"Sono tremendamente abituato al dolore. Per imparare a controllarmi sono arrivato a rendermi completamente inabile diverse volte, non è una novità. Perciò, sensei, mi ritiro." si giustificò quel dannato smidollato, voltandosi e seguendo di corsa FacciaTonda in infermeria. Non si voltò indietro nemmeno per un secondo. Nemmeno per sbaglio. Nemmeno un misero, fugace ripensamento.
Smielato e patetico.
Ecco cosa sono i cazzo di sentimenti: debolezze.

La tensione era alle stelle e finalmente, dopo le disgustose performance di 4 comparse di merda, giunse il mio fottutissimo turno.
Mi chiamò il fuoco, come sempre da quando sono al mondo. Scelsi la sauna.
L'obbiettivo era uno soltanto, ovvero superare il bastardo a metà.
Il concetto era molto semplice: vapore. Sempre di più, a temperatura sempre più alta.
Mi catapultai in mezzo al campo allestito per la prova.
"Guarda e impara, Bastardo a Metà!" urlai.
E quel dannato, come al solito, non rispose.

Il vapore cominciò ad avvolgermi, era ancora freddo. Tutto sotto controllo.
Dopo qualche secondo la temperatura iniziò vorticosamente a salire. Il mio corpo reagì automaticamente ad ogni singolo, misero impulso.
Boom.
Boom.
Si dia inizio al concerto.

Esplosione.
Dolore.
Boom.
Sembrava quasi un gioco ai miei occhi.
Esplosione.
Dolore.
Boom.
Il sangue mi ribolliva nelle vene. Avevo la sensazione di essere avvolto dalle fiamme.
Tutto qui?
La temperatura aumentava ogni fottuto secondo di più, e insieme a lei la potenza delle mie esplosioni.
Bruciava. Bruciava dannatamente.
Ripensai alla merdosa faccia di Shigaraki Tomura e il bruciore scomparve.
Tutto qui?
Boom.
Boom.
Iniziai a urlare, buttando fuori tutto il fiato che avevo, incandescente come l'inferno, che mi lacerava i polmoni.
Boom.
Mi venne in mente il corpo di All Might, debole, striminzito dopo lo scontro con All For One.
È tutta colpa tua.
Boom.
Urlai più forte ancora.
Cominciai a perdere la sensibilità delle mani.
Tutto qui?
Fuoco. Ogni singola parte del mio corpo sembrava aver preso fuoco.
Boom.
Ancora. Puoi resistere ancora.
Boom.

Fu però il mio istinto a trascinarmi fuori, catapultandomi via dal campo con un'ultima, possente esplosione, accompagnata da un ferocissimo grido, che lasciò uscire dai miei polmoni tutti i residui di vapore incandescente.

"Un minuto e mezzo." Aizawa stoppò il cronometro mentre la vecchia finì di ispezionarmi il corpo, spargendovi sopra un'appiccicaticcia polvere rossa.
Quel cazzo di colore di merda era il mio tormento.
Avevo superato il bastardo di ben tre secondi.
Non va ancora bene.
Avrei potuto fare di più.

Mentre succhiavo nervosamente uno degli orsacchiotti gommosi che Recovery Girl mi ficcò in bocca nel tentativo di rimettermi in sesto, sentii una forte pacca sulla spalla. Mi voltai di scatto, pronto a mietere la vittima.

"Katsuki, sei un fenomeno! Ti senti bene adesso?"
Capelli di Merda, solo lui osava chiamarmi per nome senza minimamente temerne le conseguenze.
Rinunciai in partenza all'idea di abbrustolirgli la faccia. Per quanto mi infastidisse, non riuscivo mai a torcerglieli nemmeno un capello.
Mi voltai seccato. Stava sorridendo con quei suoi denti da squalo, bianchi e appuntiti.
"Sto bene." risposi secco, ma il suo occhio indagatore stava scavando a fondo dentro di me. Forse vide addirittura qualcosa, qualcosa che nemmeno io, a quei tempi, riuscivo a comprendere di me stesso.

La nostra conversazione fu per fortuna stroncata dalla voce di Aizawa: era il turno di Kirishima.
Niente mi avrebbe mai preparato alla scena alla quale stavo per assistere.
Fu proprio quel giorno che compresi quanto dannatamente quel ragazzo, quella rossa fatina dei boschi scassacazzo e sempre sorridente, fosse capace di serbare odio e rancore verso sé stesso.

Kirishima si avviò verso la piscina. La stessa che utilizzò Todoroki poco prima.
Aizawa storse un po' il naso. "Non credo che sia la prova più adatta al tuo-" non riuscì a completare la frase. Quel folle aveva già attivato il suo quirk, immergendosi dentro.
Sentii qualcosa esplodere con estrema violenza dentro al mio stomaco. Qualcosa che tentai di reprimere in tutti i modi, con tutte le mie forze. Io non ero MerDeku. Quell'idiota avrebbe potuto sciogliersi in quella piscina e a me non sarebbe fregato un cazzo di niente, non avrei mosso un muscolo.
Il problema fu che nemmeno a lui fregava un cazzo di niente.

La sua espressione era corrugata. Rimase fermo, immobile, con il quirk attivo. Nessun urlo, nessun gemito, nessun velo di sofferenza. Niente. Il vuoto.
Il mio stomaco si attorcigliò ancora di più.
Che cosa stracazzo sta facendo.
Ebbi il forte impulso di correre verso di lui e tirarlo fuori di lì, per poi ammazzarlo con le mie stesse mani.
Il suo quirk nulla poteva contro l'ustione. Rimanere indurito come stava facendo avrebbe soltanto attenuato il suo dolore, ma niente di più. Perché diavolo aveva scelto quella prova? Non avrebbe potuto seguire Uraraka sotto il blocco di Cementos? Là sotto sarebbe potuto restarci una settimana uscendone senza un graffio.
Ero talmente concentrato a tenere gli occhi su Kirishima che non mi accorsi di tutto il resto, del contorno, delle comparse di merda. Lo stupore nella faccia di Aizawa, paralizzato, che non sapeva cosa fare, i compagni increduli, e Mineta, appena tornato dall'infermeria, che con aria spavalda ci raggiunse, domandando: "Chi bolle in pentola?"

Un minuto. Era trascorso un fottuto minuto.
Capelli Di Merda giaceva ancora lì. Nessun cenno.
Nessuna risposta. Del dolore nemmeno l'ombra.
"Kirishima, ti senti bene?" chiese Recovery Girl in allerta, pronta ad intervenire.
Sorprendentemente il rosso annuì in risposta. Se non altro era ancora vivo.
Il mio stomaco continuava a contorcersi, come mai prima di quel momento. Ansia? Preoccupazione?
Smettila di comportarti come MerDeku.
Tra tutte quelle comparse, una attirò per qualche istante la mia attenzione, facendomi staccare gli occhi da Kirishima: Ashido Mina.
In mezzo a tutto lo stupore, all'incredulità generale, lei rimase ad assistere alla scena qualche passo indietro, fissando verso il basso e scuotendo lentamente il capo.
Era lo sguardo di una persona che aveva già vissuto quel momento e che non avrebbe voluto mai vederlo di nuovo.
Strinsi i pugni. Lei sapeva qualcosa riguardo a Kirishima che io non sapevo. L'idea mi fece infuriare ancora di più.
Sempre nessun segnale. Nessun dolore, nessun cenno, nessun grido.
Un minuto e mezzo. Mi stava superando, eppure non me ne resi neanche conto.

"Kirishima, va bene così, esci immediatamente." pronunciò Aizawa.
Ma quell'idiota non accennò a muoversi.
Un minuto e quaranta.
L'odore di nitroglicerina iniziò a riempire la palestra.
Un'ondata di scintille invase completamente il mio corpo. Inspirai.
Ecco fatto, hai perso il controllo.
E fui subito dentro all'acqua bollente, a trascinare via quell'incosciente dalla piscina.

"Che cosa stai facendo, Capelli di Merda, me lo spieghi?!"
Stavo gridando. Il mio corpo fremeva dalla voglia di incenerirlo.
Recovery Girl ci raggiunse in un lampo, catapultandosi sul rosso.
Solo allora mi accorsi del danno.
Il suo corpo, ancora duro, era bruciato. La pelle indurita risultava nera, ruvida, rinsecchita. Sembrava ciò che rimane del legno usato per il falò la mattina dopo San Lorenzo.
Eppure si stava muovendo come se nulla fosse.
Un brivido mi percorse la schiena.

"Abbassa la voce, non c'è bisogno di scaldarsi. Guarda che non ho sentito niente, Bakubro! Io sono una roccia, ricordi?" rispose lui, rivolgendo verso di me il suo solito appuntito sorriso.
Nessuna espressione di dolore nemmeno in quel momento.
La mia rabbia, in quel precisissimo istante si spense.
Il nodo nello stomaco, più stretto che mai, fu sciolto dalla punta dei suoi denti da squalo.
Come cazzo faceva ad esercitare su di me quel potere?
Ma soprattutto: come cazzo ho potuto farmi superare da Capelli di Merda?
Ero tornato in me.

Aizawa rimase in silenzio. Pronunciò soltanto il numero segnato dal timer, senza scollare gli occhi di dosso a Kirishima.
"Non è giusto sensei, Bakubro mi ha tirato fuori!" protestò lui.
"Non tirarmi in ballo, fottuta comparsa!" urlai in risposta. Mi stavo infuriando ancora. Eppure lui rise, di nuovo, di fronte alla mia rabbia.

Perché diavolo non collassava a terra ridotto in quello stato? Aveva davvero ancora voglia e forza per fare lo stupido?
Una volta disattivato il quirk, il suo corpo non presentò ustioni gravissime, anche se comunque più significative di quelle di Todoroki. Per lo meno non somigliava più a un pezzo di legno bruciato.

La diede a bere quasi a tutti, quel giorno.
Fu proprio lui infatti ad ottenere il migliore risultato.  I compagni si congratularono con lui, anche nei giorni a venire. Tutti tranne me e Ashido. In quella performance noi vedemmo qualcosa di più, oltre alla resistenza. Qualcosa che non mi piacque per niente.

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~Angolo autrice~

Ciao a tutti!
Vorrei ringraziarvi innanzitutto per i commenti, i messaggi e la partecipazione, siete stupendi! Mi sembra un sogno poter condividere con qualcuno quello che scrivo.

Questo capitolo in particolare è molto importante per me.
Fatemi sapere cosa ne pensate!

Al prossimo aggiornamento, Plus Ultra!

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