15. Kero?


Quel dannatissimo sabato sera le comparse di merda riuscirono, senza l'aiuto di Kirishima, a trascinarmi nella sala comune per prendere parte alle loro inutili perdite di tempo.

Un torneo di Call Of Duty era all'ordine della serata, e l'idea di far saltare in aria la faccia, anche se soltanto virtualmente, a quegli idioti mi allettava non poco.

"Non accetto un no come risposta." aveva asserito il cazzo di Scotch ambulante nel tentativo di convincermi. Rifiutai comunque, ma lui perseverò.

"È evidente che hai paura di farti schiacciare da me e Denki."

Fu così che mi ritrovai nella sala mezz'ora prima dell'appuntamento, per allenarmi e riprendere la mano con quel giochino del cazzo.
Erano mesi che non lo utilizzavo, e, per la prima volta, senza Capelli di Merda con in mano l'altro joystick.

Sbuffai al pensiero.
Erano oramai un paio di settimane che quello stronzo faceva le ore piccole in tirocinio, mentre io mi fracassavo i coglioni dietro al corso di recupero, insieme al Bastardo Diviso a Metà.

Impiegai qualche giorno per cacciare via dalla mia mente il vago ricordo della notte che trascorse in camera mia. Da quel giorno, quel fottuto idiota, sembrò impegnarsi il più possibile nel mantenere le distanze da me, ed io ne fui sollevato.

Una rottura di palle in meno.

Smettila di mentire a te stesso.

Misi a tacere le voci nella mia testa, stravaccandomi sul divano e accendendo la Play Station, deciso a trascorrere mezz'ora ad allenarmi, prima di far rimangiare a Sero la sua cazzo di frase.

Fu soltanto in quel momento che mi accorsi però di non essere completamente solo.
Dalla cucina, a pochi passi dalla sala, provennero delle voci, che io riuscii a distinguere al primo colpo: Pikachu e Orecchie di Buddha.

"Che ci fai qui, Denki?"

"Oh, ciao.."
Il tono del biondo suonò appesantito da una certa malinconia.

"Niente, cercavo qualche biscotto da sgranocchiare. Tu invece? L'appuntamento è tra poco, sei in anticipo." continuò. Seguì il rumore di uno scaffale sbattuto. Cosa cazzo ci voleva a chiudere gli sportelli con delicatezza?

Decisi che la conversazione non era più affare mio, perciò mi alzai, un po' controvoglia, pronto a spegnere la console e a tornare nella mia stanza per evitare di sentire lo smielato discorso che, me lo sentivo, sarebbe arrivato di lì a poco.

"In realtà cercavo Kirishima."

Mi risedetti con naturalezza. La mia camera avrebbe potuto aspettare. D'altra parte, erano loro ad essersi intromessi nella mia partita, non io nella loro conversazione.

"È ancora con Fat Gum. In teoria avrebbe il weekend libero, ma avevano bisogno di lui. Vuoi un biscotto?"

Chissà cosa starà facendo.

"Mi ha chiesto di fotocopiargli alcuni appunti, per questo lo cercavo."

"Non mi devi spiegazioni, Kyoka."

Dalle labbra mi uscì un ghigno.
Quei due squilibrati non avevano ancora chiarito dalla faccenda di Toga.

Mi alzai per la seconda volta dal divano, pronto a tornare in stanza e smetterla definitivamente di origliare conversazioni di cui non m'interessava proprio niente.

"Sono un po' preoccupata per Kirishima, in realtà."

Serata squat, signori e signori.
Prima in piedi, poi seduto, poi in piedi, poi di nuovo seduto.
Le mie chiappe furono di nuovo sul divano in tempo record.

"Kyoka, potremmo parlare dopo di Eijiro? Ho delle cose da dirti."

Silenzio.

Rimasi incastrato in un dilemma per qualche secondo.

Restare o andare via?

Perché Orecchie Lunghe era preoccupata per Kirishima?

Dei loro problemi sentimentali poco mi importava, ma Eijiro..
Che cosa diamine stava combinando?

Agguantai di nuovo il joystick, riprendendo a giocare e tenendo l'udito in allerta, captando ogni singolo rumore proveniente dalla cucina.

"Non puoi continuare ad evitarmi."

"Lo so.." sussurrò sommessamente la ragazza, quasi si fosse finalmente arresa all'idea di doversi confrontare con l'idiota.

Ci furono attimi di esitazione, dovuti probabilmente a Pikachu che tentava di masticare il biscotto che si era ficcato in bocca il più velocemente possibile.

Non feci in tempo a realizzarlo che gli si piantò di traverso. Il rumore della sua tosse mi fece ghignare una seconda volta.

Che cazzo di decerebrato.

"Mio Dio, Denki, ce la fai almeno a mangiare?"

Quello grugnì in risposta, tentando di riprendere fiato.
Passarono alcuni minuti prima che rinsavisse del tutto.

"Per un momento ho visto la luce."

"Smettila di fare l'idiota. Posa i biscotti e vai al sodo."

Mica male, Orecchie Lunghe.

"Kyoka, mi dispiace per tutto quello che è successo."

Seguì il silenzio.

"Dispiace più a me. Se avessi ascoltato per bene tutto quello che avevi da dirmi, anziché infuriarmi, non saremmo mai arrivati a questo punto."

Sentii la sua voce tremare alla fine della frase.

"Non pensare nemmeno per un attimo di piangere, sai che detesto quando lo fai.."
Pikachu stava sussurrando. Il suo tono amareggiato fu nuovo per me, quasi quanto la sua capacità di restare serio per più di qualche secondo.

Non dovresti ascoltare tutto questo, Katsuki.

Il tarlo di Kirishima continuava però a sgranocchiarmi il cervello, ed io non ne volli sapere di abbandonare la stanza.

"Ascolta, è tutta acqua passata. Perdonami per aver violato la tua privacy e la tua camera, non mi sarei mai dovuto permettere."

Quella tirò su con il naso, respirando profondamente.

"Non sei arrabbiato con me?"

Il biondo rise in risposta.

"Tutta acqua passata, te lo ripeto."

Smielati del cazzo.

Passarono alcuni secondi prima che Jirou riprendesse la conversazione.

"Dunque come ci si sente ad aver trascorso del tempo con Toga Himiko?"

Che domanda del cazzo.

"Sono terribilmente incazzato."

Conosce il sentimento della rabbia, questo fulminato?

"Incazzato?"

La ragazza si avvicinò alle porte della cucina, ed io riuscii a scorgere la sua figura dal divano.

Ora non stai solo origliando, Katsuki, stai letteralmente spiando.

"Incazzato come non mai."

"E per quale motivo?"
La voce di Jirou sembrò sinceramente turbata.

"Perché ha tolto magia a qualcosa che sognavo di fare da tempo."

"Non ti sto capendo, Denki."

Vidi la sagoma del biondo avvicinarsi alla ragazza, visibilmente confusa.

"Non me ne frega più niente, Kyoka. Ci ho pensato a lungo, dopo tutto quello che è successo, e sono arrivato alla conclusione che non è giusto."

"Non sto afferrando. Che cosa non è giusto? Spiegati, maledizione, Denki."
Orecchie Lunghe tentò di scandire bene le parole, cercando di porre fine all'apparente delirio di Pikachu, ma non ci riuscì. Quello continuò imperterrito per la sua strada, rimbalzando ubriaco da una parte del muro all'altra.

"Non è giusto che uno stupidissimo Villain qualunque sia sia alzato dal letto quel giorno e abbia preso decisioni al posto mio."

"Ma di che cosa stai parlando?"

"È il momento in cui prendo in mano la mia vita, Kyoka, perché nessuno lo deve più fare al mio posto."

"Che-"

Non ci furono più altre parole.

La mano di Denki si posò decisa sul viso pallido della ragazza,  e con delicatezza inaudita lo attirò a sé.
Fu un bacio carico di dolcezza il loro, un bacio che accese in me un non troppo lontano ricordo, più doloroso di una coltellata.

Tornai immediatamente con i piedi per terra, e fui assalito dai conati di vomito.

Impari ad origliare.

Me lo meritavo. Eppure rimasi ancora lì, in preda allo schifo ed alla necessità di sapere qualcosa in più su Kirishima, quella montagna di capelli rossi che non mi ronzava più attorno.

Mi voltai dall'altra parte, deciso ad eliminare quella disgustosa immagine dalla mia mente, ed intenzionato a non vederla mai più.
Ripresi a prestare tutte le mie attenzioni sulla partita, ignorando per un po' la cucina e gli idioti che c'erano dentro.

Dopo un po', la voce di Orecchie Lunghe si fece nuovamente sentire. Stava bisbigliando, pregna di emozioni che non provai nemmeno a decifrare.
"Denki, io.."

"Non sentirti in dovere di dire niente. Dovevo farlo. Avrei dovuto farlo molto tempo fa, in realtà."

Una lieve risatina proveniente dalle labbra della ragazza riecheggiò per la stanza.

"P-Perché ridi?"

Prima la bacia e poi balbetta.

"Perché sei un cretino."

"Oh.."

"Il migliore di tutti i cretini."

Patetici.

"Sei bellissima, Kyoka, te lo giuro."

Adesso sbocco tutti i takoyaki che ho mangiato a cena sul tappeto.

Avrei voluto farlo solo per vedere la faccia del Quattrocchi.

Cercai di concentrarmi sulla partita, tentando di lasciare tutti i miei succhi gastrici al loro posto, e di riconnettere l'audio soltanto quando avrebbero ricominciato a parlare di Kirishima.

Durante il gioco, probabilmente a causa della distrazione, venni però steso in tempo record.

La rabbia cominciò a scaldarmi le mani.
Mi morsi con forza l'interno della guancia.

Mantieni la calma.

Preso da un impeto d'ira, iniziai a sbattere ripetutamente il controller della console sulla mia fronte, resistendo all'impulso di lanciarlo dall'altra parte della stanza, attirando l'attenzione di quei due coglioni.

Fu tutto inutile.

"Ho sentito un rumore."
sussurrò lo svitato.

"Non preoccuparti, è solo Bakugo che origlia."

C O S A ?

COME CAZZO AVEVA FATTO?!

Tentai di morsicarmi la lingua, ma non ci riuscii. Le parole uscirono da sole dalle mie labbra.

"Che cosa cazzo volete da me, FOTTUTE COMPARSE?!"

Finalmente i due novelli sposi fecero capolinea dentro alla sala.
La ragazza incrociò le labbra sul petto.

"Da quando ti interessano gli affari delle comparse, Bakugo?"

L'espressione di Pikachu sembrò confusa.
Era tornato in sé.

"IO STO DOVE VOGLIO E QUANDO VOGLIO, MOCCIOSA. NON ME NE FREGA UN CAZZO DI VOI E DELLE VOSTRE INUTILI DIATRIBE."
Avevo perso le staffe.

Vidi Orecchie di Buddha ridere, e sedersi al mio fianco sul divano, seguita da Pikachu. Non parvero per niente seri, né tantomeno arrabbiati. Quasi come se a loro fosse andata bene l'idea di condividere con me quel loro disgustoso segreto. Quasi come se, dalla volta in cui mi piazzai davanti alla porta della palestra per costringerli a confrontarsi, fossi diventato il cazzo di Cupido della sezione A.

La ragazza incrociò le gambe, sporgendosi in avanti in modo da riuscire a vedere bene entrambi.

"Dunque.. Non sembra anche a voi che Kirishima-kun sia un po' strano ultimamente?"

Mi calmai immediatamente. Aveva pronunciato la tanto attesa parola magica.
Mi ricomposi, raddrizzando la schiena.

"E io cosa cazzo ne so."

Kaminari si portò un dito sul mento, visibilmente pensieroso.
"Forse è soltanto stanco. Sta lavorando come un mulo."

"Sarà, ma ho una strana sensazione. Non risponde nemmeno più ai nostri messaggi." rincarò Orecchie Lunghe.

"Non è che lo hai fatto arrabbiare?" mi punzecchiò il fulminato, piantandomi un fastidiosissimo gomito sul costato.

Ora lo faccio saltare in aria.

Inspirai profondamente; tentando, ancora una volta, di mantenere la calma.

Se supero questa giornata senza far fuori nessuno merito un premio.

"Ripeto, non ne so un cazzo di niente."

Il biondo fece spallucce.
"Forse dovremmo chiedere anche a Mina e Sero."

Jirou annuì.

"Andiamo a chiamarli."

Ed in tempo record mi ritrovai circondato dalle quattro comparse di merda, a parlare della comparsa di merda per eccellenza, quella che aveva deciso di sparire dalla circolazione, lasciandosi dietro una fottuta voragine ad ogni passo.

"Non so cosa dirvi, ragazzi. Ultimamente anche io lo sento parecchio distante. Non è nemmeno passato a farsi fare la tinta." bofonchiò Occhi da Procione in merito alla questione.

Probabilmente quell'idiota era davvero troppo stanco per badare a noi, semplicemente.

"Sabato scorso aveva mezza giornata libera, eppure non ci ha raggiunti. Mi ha raccontato di essere restato in ufficio insieme a Tamaki."

Tamaki?

Iniziai a sentire lo stomaco rivoltarsi. Le mie mani sembrarono improvvisamente esplodere in un impeto di calore rovente.

"Intendi il senpai del terzo anno, bro?" domandò Kaminari.

Il mio viso avvampò. Sentii le tempie battere ritmicamente e feci fatica a rimanere concentrato sulla conversazione.

Cosa cazzo vuole Tamaki da Kirishima?

Il nero annuì.
"Vanno molto d'accordo ultimamente, sono sempre insieme."

Che cosa porca troia ti prende, Katsuki?!

La voce di Gommarosa mi fece sobbalzare dallo spavento.
"Mio Dio, Bakugo, ti senti bene?"

Scattai immediatamente sulla difensiva.

"Cosa cazzo ti fa pensare che non stia bene, comparsa di merda?!"

Quella non si scompose di un millimetro.

"Sei paonazzo e stai sudando come se avessi appena corso una maratona."

Mi morsi per la seconda volta la lingua con forza, alzandomi di scatto e cercando di incanalare la rabbia che in quel momento mi ustionò tutti gli organi interni un un profondo respiro.

"È colpa di questo fottutissimo caldo!" urlai, accingendomi a spalancare le finestre della sala, approfittandone per prendere una boccata d'aria.

Perché il pensiero di Kirishima e Tamaki insieme mi fece quell'effetto?

Cercai in breve tempo di ricompormi, recuperando la lucidità e allontanando dalla mia mente quelle due esime facce da cazzo, di cui per altro non m'importava niente.

Tornai a sedermi insieme agli altri, che avevano intanto continuato il loro ridicolo discorso.

"Sentite, proviamo solo a coinvolgerlo di più, vedrete che tornerà quello di sempre." bofonchiò Orecchie di Buddha.

"E se continuasse ad evitarci?"
Lessi nelle parole del fulminato un pizzico di timore.

"Allora lo prenderemo da parte e, come tutte le persone civili, gliene parleremo." concluse Occhi da Procione secca. La sua determinazione mi diede fastidio, un po' come tutte le cose che la riguardassero.

Credeva di conoscere Kirishima ma, di lui, non aveva mai capito un cazzo di niente.

Quel coglione stava scappando da qualcosa.
A quei tempi però, nemmeno io riuscii a comprendere  con precisione da che cosa.

In poco tempo tutte le altre comparse iniziarono a farsi vive nella sala, la conversazione rimase dunque in sospeso, e cominciò il torneo di Call of Duty, l'unico motivo per il quale avevo portato le chiappe fuori dalla mia camera quella sera.

Il Fulminato e Scotch si schierarono contro me e una quarta comparsa, scelta completamente a caso, che tentò di prendere il posto di Kirishima, ovviamente invano.

La scelta ricade su Tokoyami, ed io non opposi resistenza. L'uccello del malaugurio non era una delle mie comparse preferite, ma almeno sapeva tenere il becco chiuso.

La partita cominciò, e l'incapacità totale di maneggiare il joystick del mio compagno risultò evidente sin dal primo minuto. Fui io a tenere testa ai due avversari, mentre Tokoyami continuava a farsi prendere beatamente per il culo da tutti i giocatori.

Provai un po' di pena nei suoi confronti.
Patetico.

Rimase in silenzio ad ogni uccisione, e per un attimo invidiai la sua calma ed il suo sangue freddo. Al suo posto avrei già spaccato il controller sui denti di Pikachu.
In quel modo avrebbe sicuramente  smesso di sghignazzare come un ritardato.

La situazione prese una piega davvero ambigua soltanto nel momento in cui io pennuto riuscì a saltare, per la trentesima volta, in aria grazie ad una granata piazzata da Scotch, che rise beffardo di fronte alle performance a dir poco imbarazzanti dell'avversario.

In quell'istante, soltanto allora, il muto parlò.

"Adesso mi sono davvero rotto, kero!"

Fu in quel momento, in quel precisissimo momento, che l'intera classe si bloccò.

Nell'aria l'atmosfera si sarebbe potuta tagliare con un coltello. Stavano tutti pensando la stessa identica cosa.

Kero?

Perchè cazzo l'uccello ha gracchiato?

Portai istintivamente lo sguardo alla Rana del cazzo: aveva assunto improvvisamente il colore dei capelli di Kirishima.

"Kero?" domandò Pikachu confuso, rivolto verso il compagno.

L'ombra dello squilibrato saltò fuori beffarda, ridendo di gusto di fronte alla situazione complicata creata dalla gaffe del compagno.

Mi sta già simpatica.

"Ehm, io intendevo, cioè.."

Mi ricordai improvvisamente di quanto poco mi importasse della questione,  perciò approfittai del momento di gelo totale per sterminare tutti i miei avversari, e vincere la fottuta partita.

Scotch e il Fulminato si incendiarono in un nano secondo.

"Bakugo così non è valido! Eravamo in pausa!"

"HO VINTO, RAZZA DI IDIOTI! NON VI HO CERTO SUGGERITO IO DI DISTRARVI DAVANTI AD UN CORVO CHE GRACCHIA!"

Se non altro Tokoyami era servito finalmente a qualcosa.

"Io non lo accetto! Voglio la rivincita!"

"MAI, HO DI MEGLIO DA FARE!"

In quell'esatto momento, Capelli di Merda fece la sua entrata all'interno del dormitorio, con ancora il costume da hero addosso.
Aveva i capelli raccolti in un insolito codino alto, che alla vista  mi procurò un leggero brivido lungo la schiena.

Eccoti.

Si voltarono tutti verso di lui.
La stanza si era improvvisamente illuminata di nuovo. Le cose avevamo finalmente ripreso la loro luce.

Era proprio vero che Capelli di Merda splendeva come il cazzo di sole.

"Kirishima! Ti stiamo aspettando da ore! Vieni a giocare!" esclamò Ashido scattando in aria come una molla, con ancora più energia del solito.

Il rosso tirò fuori uno dei suoi sorrisi. Mi rivolse una fugace occhiata prima di rispondere.

"Mi dispiace ragazzi, sono stanco morto, devo ancora farmi la doccia!"

Stai scappando ancora.

L'Aliena non si diede per vinta.
"Forza, vai a sciacquarti e vieni qui. Non accettiamo una risposta negativa, Eijiro!"

Quello fece spallucce, le sue gote si arrossarono impercettibilmente.
Il suo sorriso era ancora lì, con i canini bianchi appuntiti in bella mostra.

Non sei proprio in grado di dire di no.

"Uhm.. D'accordo, scendo tra una decina di minuti!" rispose lui, facendo un cenno di saluto con la mano e dileguandosi verso i piani superiori.

L'Aliena rivolse al gruppo un'occhiata vittoriosa.

Ma ai miei occhi non aveva vinto un emerito cazzo di niente, lo aveva soltanto costretto.

La faccenda di Tokoyami passò in secondo piano, e tutti attesero Capelli di Merda per ricominciare la partita dall'inizio e per godersi un po' della sua compagnia, la cui mancanza si era, a quanto pare, fatta sentire.

Pendono tutti dal tuo sorriso, Capelli di Merda.

Quando ricomparve con il solito pigiama rosso e i capelli abbassati sulla fronte, venni per un momento assalito dai ricordi.

Lui era lì, nel mio fottutissimo letto, con le braccia strette intorno a me e addosso lo stesso fottuto pigiama.

"Non permetterò a nessuno di farti del male."

Scossi violentemente il capo per cacciare via i pensieri.

Che cazzo ti prende, Katsuki?
Hai nostalgia dell'amichetto?

Si sedette tra Me e Kaminari.
Nonostante tutto, aveva l'aria decisamente stravolta.

"Come va la vita, bro?" domandò Sero.

"Tutto nella norma. Solo tante faccende da sbrigare e pochissimo tempo!" esclamò lui in risposta.

Tokoyami gli allungò il joystick in mano.
"Usalo tu questo affare."

"Già, usalo tu quell'affare, KERO!" lo canzonò Pikachu, facendo ridere tutte le cazzo di comparse, escluse le due interessate e Kirishima, il quale si era perso la scena di pochi minuti prima.

Notando l'imbarazzo dei due compagni, non pose però alcuna domanda, ridacchiando e cercando con lo sguardo qualche spiegazione da parte di MerdAshido.

La partita ricominciò ed io iniziai finalmente a divertirmi.
Andammo avanti per un bel po' fino a quando Yaoyosecchia decise di rovinare il mio momento di gloria, la nostra terza vittoria consecutiva, spegnendo la televisione e parandosi tronfia e presuntuosa davanti allo schermo.

"COSA CAZZO HAI APPENA FATTO, VECCHIA STREGA?!"

Capelli di merda mi posò una mano sulla spalla, ridacchiando appena.

"Bakugo, non gridare.." sussurrò, ritraendo poi la mano con un gesto immediato.
Normalmente l'avrebbe lasciata lì sopra per almeno venti minuti.

Corrugai la fronte di fronte al suo gesto, dimenticandomi per un momento della vice capoclasse parata di fronte al televisore.

"Ora che ci siamo tutti, noi ragazze avremmo un annuncio da fare."

Sentii l'odore di una colossale stronzata invadermi le narici.

"Dati gli ultimi tempi un po' turbolenti, abbiamo deciso di domandare ai professori un'attività di fine anno alternativa, in modo da risollevare un po' lo spirito."

Ecco la stronzata.

Kaminari balzò in aria elettrizzato.
"Fantastico! Di cosa si tratta?"

"Una festa. Coinvolgerà tutte le classi ed il corpo docenti. L'intenzione è quella di seguire l'orma del prom delle accademie di heroes americane, ma siamo aperte al dialogo, purché si decida entro stasera. Domattina dovremo avanzare la proposta definitiva."

Pronunciate quelle parole, la secchia si risedette, lasciando tutta la classe interdetta.

Kaminari, rimasto in piedi, ne approfittò per dire la sua.
"L'idea del ballo è una bomba! Io e Jirou potremmo occuparci della musica e dell'impianto audio, vero?"

La ragazza arrossì in risposta, sforzandosi di annuire
Senza dare troppo nell'occhio.

Tutti i compagni si mostrarono entusiasti all'idea, che risultò priva di obiezione alcuna.

Partirono dunque discorsi di ogni tipo sull'organizzazione della festa, dai quali mi tirai fuori il più velocemente possibile.
Non avevo tempo per certe cazzate.

Un contatto improvviso mi risvegliò dai miei pensieri.Voltandomi notai la testa di Kirishima appoggiata sulla mia spalla.

Si era addormentato.

Cercai di non dare troppo peso alla cosa, convinto del fatto che di lì a poco si sarebbe destato, chiedendo scusa imbarazzato, proprio come un coglione.

"Io e Bakugo potremmo occuparci del cibo!" esclamò lo Sugar Daddy puntandomi il dito grassoccio contro.

La rabbia mi andò direttamente al cervello, annebbiandomi la vista.

Feci per parlare ma qualcosa mi trattenne.

Se urli lo sveglierai.

Posai un occhio su Capelli di Merda assopito sulla mia spalla, e sul rivolo di saliva che cominciò ad inumidirmi la pelle.

Disgustoso.

Decisi comunque di moderare i miei toni.

"Ve lo potete scordare. Non prenderò parte a questa inutile cafonata."

"Suvvia, bro, sappiamo tutti che tra di noi sei il migliore ai fornelli." tentò di esortarmi Sero.

"Ho detto no, cazzo."
La mia occhiataccia sembrò convincere tutti definitivamente.

Tutti eccetto una.

"Noi ti inseriamo nel team di cucina. Poi fai come caspita ti pare."

Gommarosa credette di essere furba, probabilmente più di me. Ma io ero irremovibile, e ai balli scolastici del cazzo non mi ci avrebbero trascinato. Nemmeno morto. Nemmeno sotto tortura.

Posai ancora una volta lo sguardo su Kirishima. Per un momento feci fatica a trattenere l'impulso di sistemargli quella zazzera disordinata che gli ricadeva selvaggia sull'occhio destro.

Che cazzo ti prende, Katsuki?!

Stava oramai scivolando nel sonno più profondo, e lo fece sulla mia spalla. Non su quella di Kaminari, né tantomeno su quella di Tamaki del cazzo.

Il pensiero del suo nome mi inacidì nuovamente la gola.

Stai perdendo di vista i tuoi obiettivi.

Ed era la verità.
Io volevo essere l'eroe numero uno al mondo, più forte persino di All Might, e tutto ciò a cui riuscivo a pensare erano i denti appuntiti di Capelli di Merda, il fottutissimo nome di Tamaki del cazzo, ed il ballo scolastico al quale non avrei partecipato.

Di questo passo diventerò soltanto un pagliaccio.

I miei occhi si puntarono immediatamente su MerDeku. Se non altro il mio rivale numero uno era immerso nella merda quasi quanto me: perso ad organizzare inutili dettagli per un inutile ballo che non avrebbe fatto altro che rammollirci e dissuaderci dai nostri scopi.

Adocchiai anche il Bastardo a Metà, giusto per assicurarmi che anche lui stesse buttando il suo tempo. Fui sollevato nel constatare che si era fatto coinvolgere anche lui, probabilmente nel reparto frigorifero delle bevande, stando al poco che ascoltai.

I minuti passarono e le prime comparse cominciarono a ritirarsi per andare a dormire.

Le mie sacrosante 8:30 erano passate già da un pezzo, ed io maledii tutti gli antenati dei miei compagni di classe per avermi intrappolato in quella sala anziché concedermi il mio meritato riposo.

Quei bastardi si divertivano ad alterare il mio ciclo di sonno.

Una parte della mia mente andò alla lumaca che stava beatamente sbavando sulla mia spalla: lui il suo ciclo di sonno lo aveva sbattuto in faccia a tutti.

Tra una buonanotte e l'altra, restammo più pochi in stanza, e per la prima cazzo di volta non fui il primo ad alzare i tacchi.

"Che facciamo con Kiri?" domandò Scotch ambulante, rivolto verso gli ultimi superstiti, indicando Eijiro con un'occhiata.

"Ci pensiamo io e Bakugo." rispose alla svelta Ashido, sedendosi di fianco a me e accennando agli altri un saluto, che in poco tempo si dileguarono.

Il mio nome e quello di Gommarosa non sarebbero stati bene nella stessa frase nemmeno per sbaglio.

Cosa vuole da me, adesso?

"Io non penso proprio a un cazzo." intimai minaccioso, piantando le iridi sulle sue, irritato dalla sua sola presenza.

"Ascoltami bene, razza di maleducato."

Cercai di mantenere la calma. Con mia grande sorpresa, a stento, quasi ci riuscii.

"Penso che tu ti sia ben reso conto che ultimamente Eijiro sta attraversando un momento complicato."

Portai istintivamente lo sguardo su di lui.

Porco cazzo se me n'ero reso conto.

Non risposi, aspettando che andasse diritta al punto.

"Probabilmente non parlerà mai di ciò che gli frulla per la testa, perché è fatto così."

Le sue parole iniziarono a darmi sui nervi.

"Dunque cosa cazzo vuoi?"

Il viso della ragazza si avvicinò pericolosamente al mio.
La sua vicinanza suonò però quasi come una minaccia, talmente ridicola da farmi ghignare.

"Voglio che tu sia in grado di renderti conto che il ragazzo che hai sulla spalla è estremamente fragile. Sei in grado di capirlo questo, Bakugo?"

Rimasi per un secondo in silenzio.

Capelli di Merda, il mio cavallo, la montagna di capelli rossi cremisi, il più virile degli aspiranti eroi: sapevo bene quanto fosse fragile.

Ma sapevo anche quanto fosse forte.

Alzai nuovamente lo sguardo sull'Aliena.

"Te lo dico con tutta sincerità, non capisco cosa diamine ci trovi Eijiro di divertente nel farsi costantemente insultare da te, e perché la sua testa sia posata sulla TUA spalla e non sopra quella di qualcuno che sappia prendersi cura di lui nel modo giusto."

Bofonchiai in risposta, assottigliando lo sguardo. Rimasi fiero e contemporaneamente offeso dalle sue parole del cazzo, volutamente taglienti come rasoi.

Cosa ne sapeva di me e Kirishima?

Cosa diamine ne sa.

Strinsi con forza i pugni. La rabbia cominciò a prendere possesso del mio corpo.

"Chiudi quella cazzo di bocca, oca. Se non sai niente, tappa la fottuta fogna."
Le parole mi uscirono automatiche dalla bocca, in un flebile e tetro bisbiglio.

La Rosa si avvicinò ancora di più, affilando i toni.

"Proprio perché non so un cazzo, mi fido di Eijiro e delle sue scelte, senza obiettare."

Attesi che continuasse.

"Quello che voglio da te, Bakugo, è una scelta. Lui, come vedi, si fida di te. Ti ha messo in mano le sue debolezze. Se tu non hai intenzione di restargli accanto e di essergli amico come faccio io, smettila di dargli corda. Dunque adesso alzati e lascia che lo riporti in camera."

Si alzò di scatto, indicandomi con l'indice la scala.

Sarebbe un ordine?!

Un ghigno beffardo mi si disegnò sulla bocca.

"Non hai proprio capito niente di me, Comparsa di Merda."

Quella inclinò il capo.

"Questo ammasso di muscoli pesa il doppio di te, ti schiaccerebbe in un attimo. Non che mi dispiacerebbe vederti in difficoltà."

Gommarosa storse il naso. Inaspettatamente l'aria di sfida svanì dal suo volto, lasciando il posto ad un'evidente e sereno sorriso.

Adesso ride, questa squilibrata?!

"Dunque lo accompagni tu?"

Grugnii in risposta, fissandola diritto nelle pozze nere come il carbone.

"Bakugo, non ti perdonerò nessun passo falso, mi hai capita?"

Sbuffai sonoramente al suono delle sue parole.

"Non sei sua madre."

Quella incrociò le braccia al petto: ero finalmente riuscito a farla innervosire.

"Sono la sua migliore amica. E dal momento in cui tu sembreresti essere il suo, mi auguro abbia l'accortezza di sostenerlo in questo suo periodo difficile."

La fissai torvo.
"Adesso levati dal cazzo."

Ricambiò l'occhiata, dileguandosi in poco tempo.
Mentre si allontanava, riuscii a scorgere sulle sue labbra un altro sorriso.

Squilibrata del cazzo.

Come sempre, ero rimasto solo con Kirishima. Dormiva come un bambino esausto.

Sveglialo e trascinalo in camera.

Mi guardai intorno: non c'era più nessuno.

Approfittai del momento per liberargli finalmente il viso dalla chioma arruffata, che gli copriva selvaggia gli occhi. Accompagnai le sue ciocche dietro all'orecchio appuntito.

"Ehi, Testa di Merda." sussurrai.

Niente.

"Capelli di Merda?"

Ancora niente.

"Oi, Kirishima!"

Nessuna risposta.

Sospirai, osservandolo ancora per un po'.

Improvvisamente fui avvolto da una sensazione strana, che mi impedì di tentare ulteriormente di strapparlo dal mondo dei sogni.
Era stravolto, e meritava il riposo.

Senza pensarci su ulteriormente, lo avvolsi tra le mie braccia, prestando attenzione a non svegliarlo, e mi incamminai verso la sua stanza.
L'impresa fu più semplice del previsto.

Il suo corpo premeva sulla mia pelle e per un attimo, un solo fugace attimo, pensai di portarlo per la seconda volta nella mia stanza, sul mio letto, e di permettergli di sbavare sul mio cuscino per un'altra notte.

Arrivato di fronte alla porta la aprii, adagiando quell'esterno bambino dai capelli ribelli sul suo letto. Continuò a dormire e sbavare beato, come se nulla fosse accaduto.

Incapace di resistere alla tentazione, mi sedetti per un momento al suo fianco.
Quell'immagine mi strappò dalle labbra un leggero, sincero sorriso, che preferii tenere per me è che sorprese persino me.

Mi sei mancato.

Sentii una dolorosa morsa all'altezza del petto.

Abbassai lentamente il viso sulla sua chioma per un solo, fottuto, dannatissimo secondo, annusandone il profumo.
Non sentivo da tanto quell'odore pungente di lacca e gel.

Per la prima volta mi resi conto di quanto Capelli di Merda fosse bello.

Lì, mentre dormiva, con la bocca spalancata, ignaro di tutto, avvolto nel suo pigiama rosso, proprio lì, lui era fottutamente bellissimo.

Che cosa cazzo stai facendo, Katsuki?!

Scossi il capo violentemente, riprendendomi dai miei pensieri nocivi.

Dovevo uscire da quella stanza.

Mi alzai con delicatezza dal letto, avviandomi verso la mia camera.

Diedi un'ultima occhiata al mio compagno prima di chiudermi la porta alle spalle.

Sei davvero una grossa rottura di cazzo, Eijiro.

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