Capitolo 30

un anno e tre mesi dopo,
2 ottobre 2015

MANUEL'S POV
"Avanti, amico, scrivile!" Mi incita Thomas Müller.
"No!" Rispondo secco anche se dopo mi metto a ridere come un cretino.
Sono ubriaco fradicio!
"Manuel, fai uno sbaglio non scrivendole." Xabi Alonso scuote la testa. "È l'amore della tua vita! Non puoi perderla così."
Rafinha mi passa un'altra birra che scolo in pochi minuti.
È già da un'ora che siamo in questo squallido bar e ho bevuto parecchio, troppo.
L'alcool in corpo mi comanda il cervello e mi fa tirare fuori il telefono dalla tasca dei jeans.
Trovo subito il numero di Katniss ed in pochi secondi le mando un paio di messaggi, non tengo conto degli errori che faccio perché faccio fatica a vedere le lettere sulla tastiera.
Sorrido soddisfatto ai miei due amici e loro annuiscono.
"Hai fatto la cosa giusta, Manuel. Falle capire quanto vale per te." Sorride di sbieco Thomas. Anche i miei amici sono leggermente sbronzi.
Cerco di sorridere e godermi la serata anche se ho paura che lei non mi risponda. So che ne sarebbe capace.
Sto bevendo un bicchierino di un qualche superalcolico quando il mio telefono squilla.
Ho un tuffo al cuore e spero solo che sia lei. E se non è lei, berrò così tanto che domani mattina non mi ricorderò più niente.

«Sei tu che mi hai lasciata andare. Vai a dormire, Manuel, sei evidentemente ubriaco.»

La sua risposta mi fa arrabbiare, so che mi ama ancora. È impossibile che mi abbia dimenticato così facilmente e poi porta in grembo il frutto del nostro amore. Chiudo gli occhi e spero solo che tutto questo finisca, vorrei solo che fosse un brutto sogno e che domani mattina mi risveglierò tra le braccia della mia Katniss. Vorrei solo che lei fosse qui con me e mi dicesse quanto mi ama. Ma purtroppo non è un brutto sogno e la verità è che io sono solo un cretino.
Ho perso tutto perdendo lei.
Non c'è cosa più bella che una donna possa donare ad un uomo - cioè un figlio - ed io lo sto rifiutando.
"Ragazzi, adesso vado a casa." Annuncio ai miei amici e poi mi alzo da questo sgabello scomodo. Lascio una manciata di banconote sul bancone, il resto lo lascio come mancia alla giovane cameriera e poi esco dal bar.
Faccio fatica a ritrovare la mia macchina. Barcollo e mi gira incredibilmente la testa.
Appena sono seduto sulla mia Ferrari, sbatto ripetutamente la testa contro il volante. Continuo a ripetermi che sono solo un cretino troppo orgoglioso per chiedere scusa alla donna che amo con tutto me stesso. Sono quasi tentato dall'idea di partire per andare a casa sua ma così risulterei solo patetico ai suoi occhi.
Infilo le chiavi nel quadro della macchina e parto a tutta velocità. La polizia è l'ultimo dei miei pensieri.

Una volta entrato in casa, c'è solo Catnip - la mia cagnolina - ad attendermi.
Tra i due, infondo, sono io quello patetico. Lei è riuscita ad andare avanti mentre io vivo con il suo constante ricordo.
Neppure Nina, che si concede a me ogni volta che voglio, riesce a farmi dimenticare Katniss.
Mi chiedo solo se lei è veramente felice adesso.
Mi sento così in colpa per averla abbandonata in questo momento così critico della sua vita.
Non resisto un altro secondo: ho bisogno di sentire la sua voce.
Compongo il suo numero che ormai conosco a memoria ed aspetto che mi risponda al telefono.
«Manuel?» Domanda con la voce affannata. Nonostante sia ubriaco marcio, impiego due secondi per capire che è in buona compagnia ed io l'ho disturbata.
«Ti amo, Katniss. Volevo solo dirti questo.» Balbetto strascicando un po' le parole a causa dell'alcool.
Sento una voce maschile in sottofondo e poi lei che dice qualcosa in una lingua straniera.
«Vale quello che ti ho detto prima per messaggio.» Sussurra e poi rimane in silenzio.
Riesco a percepire il suo cuore battere. So che in realtà è il mio ma mi conforta l'idea che il suo battito cardiaco acceleri quando sente la mia voce.
«Beh, io non ho nient'altro da dirti visto che sei ubriaco, ciao Manuel.» Dice e poi sento il bip che mi fa capire che ha messo giù.
Mi ribolle il sangue nelle vene: ha così fottutamente ragione che il fatto che fosse con un altro ragazzo passa in secondo piano.
Appoggio sconcertato il telefono sul tavolino del salotto e poi me ne vado in camera da letto.
Mi tolgo i vestiti e mi lavo, avrei bisogno di una doccia fredda ma ho la testa che mi scoppia così mi limito a mettermi sotto alle coperte.
Catnip mi raggiunge e si accoccola vicino a me.
Avevo promesso a Katniss che sarei sempre rimasto con lei ma evidentemente non sono riuscito a mantenere quella promessa.

+

La mattina dopo mi sveglio con un terribile mal di testa. Ho solo voglia di una spremuta e qualche pastiglia per farmi passare il dolore lancinante alla testa. Per prima cosa controllo l'orario sul telefono: sono le 12 passate.
Un messaggio da parte di un numero conosciuto compare sulla schermata dal mio iPhone.

«Ciao Manuel, sono Tim Gajser (il fidanzato di Katniss/ il suo ex - come preferisci tu).
Ho bisogno di parlarti da uomo a uomo. Chiamami appena puoi.»

Stranamente ho paura.
Paura di quello che possa dirmi Tim.
Non riesco a capire se mi abbia scritto con buone intenzioni o no. Forse vuole solo minacciarmi perché ieri sera ho importunato la sua fidanzata con messaggi e chiamate. Ebbene sì, mi ricordo tutto: la mia sbronza non è stata abbastanza efficace.
Prima di chiamare Gajser, ho bisogno davvero di prendere delle pillole per il mal di testa.
Le trovo nel mio armadietto dei medicinali in bagno e poi vado in cucina per bere qualcosa in modo tale da mandare giù le pastiglie.
Catnip mi trotterella intorno. Anche a lei manca Katniss.
Faccio un grosso respiro, recupero poi il telefono e lo chiamo.
Non risponde quasi subito ma ha la certezza che sono io perché risponde dicendo: «Ciao Manuel.»
Deglutisco.
«Ciao Tim, volevi parlarmi?»
Mi preparo mentalmente al peggio.
«Sì, di Katniss.» Dice, la sua voce è tranquilla ma io non riesco ad esserlo e per di più vuole parlare di lei.
«Ehm... Dimmi tutti.» Balbetto incerto, sono sicuro che questa conversazione non porterà a niente di buono.
«Te lo consiglio da uomo a uomo e poi lo faccio perché io ci tengo davvero a lei.» Si ferma ed io ho un fremito.
La paura si sta impossessando di me.
«Riprenditela, lei ti ama ancora.» Dice poi contro ogni mia aspettativa.

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