A Teenager's Romance

Breve guida ai Character x Reader:
Y/N: your name (il tuo nome);

Y/L/N: your last name (il tuo cognome);

Y/H/C: your hair color (il tuo colore di capelli);

Y/E/C: your eyes color (il tuo colore degli occhi).

Spring, '75

Se, in quel preciso istante, qualcuno avesse deciso di dipingere il cielo di quel sabato mattina – che, con la sua limpidezza favoriva un'atmosfera piacevole, nuova, quasi di rinascita – avrebbe dovuto cospargere la sua tela da numerosi puntini neri, perché uno stormo di rondini stava varcando l'infinita volta celeste.

Era un volo unanime, il loro, e, ogni tanto, si udiva il richiamo di una di esse. Le rondini stavano migrando, portando con loro l'essenza della primavera, e sotto di loro ogni dettaglio era, semplicemente, minuscolo.

Il dolce sciabordio dei sassolini trasportati via della correnti del Lago Nero; il chiacchiericcio degli studenti che stavano trascorrendo un po' di tempo all'aria aperta; il suono costante e regolare dello scavare di Hagrid, che stava coltivando il suo orto; il lieve sibilare delle scope volanti intorno al Campo da Quidditch, dove qualcuno si stava allenando.

Tutti questi elementi esigui – limitati, in un certo senso – determinarono la sentenza definitiva: quella era davvero una bella giornata, perfetta per rilassarsi e staccare la spina dagli usuali impegni quotidiniani.

Con una giornata del genere, rimanere al chiuso sarebbe stato un grande spreco: Y/N questo lo aveva capito, benché si trovasse ancora in Biblioteca.

Aggrottò le sopracciglia, da una parte impaziente di concludere il lavoro, e dall'altra infastidita di non riuscirci.

Gli esami sembravano sempre più vicini, e la ragazza si sentiva alquanto afflitta dal fatto che una delle prime prove, nei G.U.F.O. di quell'anno, si sarebbe focalizzata proprio su una delle materie nelle quali più trovava difficoltà.

Sfogliò il libro ancora una volta, ma senza prestarci reale attenzione.
Sentiva la mente lontana, intrappolata in un vortice di pensieri che neanche lei era in grado di identificare, e, come se non bastasse, continuava a canticchiare distrattamente una canzone di Ricky Nelson, un cantante conosciuto tramite sua zia, che collezionava vecchi vinili babbani.

La Biblioteca era vuota, naturalmente, considerando il bel clima di quel giorno, e, perlomeno Y/N non si doveva preoccupare che qualcuno potesse sentirla.

Ciononostante, sapeva che continuare a cantare tra sé e sé non avrebbe fatto altro che continuare a distrarla, e dunque prolungare il suo studio, ma d'altra parte non vedeva via d'uscita: in quel momento, come guidata da qualche sorta di irrazionalità, sentiva la necessità di canticchiare, quasi fosse stato una sorta di cura, o di semplice aiuto, per tranquillizzarsi.

D'improvviso, proprio nel momento di intonare nuovamente il ritornello, la sua voce venne spezzata da un sussulto.

Qualcuno, improvvisamente, aveva rotto il silenzio della stanza con le parole: «Come siamo brave!»

Sirius Black, un ragazzo piuttosto alto, di corporatura normale, con lisci capelli neri e due occhi grigi, taglienti e apparentemente freddi, se ne stava lì, a braccia conserte, una spalla appoggiata a una delle librerie e un sorrisetto divertito in volto.

«Che ci fai qui?» chiese Y/N, nella mera speranza di poter spostare, quanto prima possibile, l'attenzione da ciò che stava facendo, che, seppur innocuo, la metteva irrimediabilmente in imbarazzo.

«Oh, sai, mi sono svegliato questa mattina pensando: "ah, chissà se oggi qualcuno, andando contro tutti i principi morali di Madama Pince, si metta a cantare in Biblioteca"» ribatté il ragazzo, aggrottando la fronte, per sembrare il più teatrale possibile.

«Dacci un taglio, Sirius» proruppe la ragazza, «Non l'ho fatto di proposito. Stavo solo cercando di studiare. Ma immagino che tu non sia qui per quest'ultimo motivo, giusto? Oppure hai colpito la testa?»

Y/N aveva iniziato a stringere amicizia con Sirius l'anno precedente, quando aveva dovuto svolgere un progetto di Pozioni con lui. Certo, forse la parola "amicizia" non era adeguata, ma non sapeva in quale altro modo definire quella sorta di legame.

I due non si vedevano ogni giorno; anzi, spesso si incontravano di rado, e quando lo facevano non passavano il tempo insieme in maniera degna di nota: si scambiavano battute sarcastiche – mai offensive, quanto piuttosto impertinenti e provocatorie –, spesso ridevano insieme sul tutto e sul niente, e poi, con la stessa rapidità e casualità con le quali si incontravano, uno dei due se ne andava.

Malgrado ciò, entrambi sembravano sempre colpiti, in qualche modo affascinanti, l'uno dall'altra e da quel rapporto assolutamente insolito e anti-convenzionale che avevano stretto.

«Non credere, Y/N, potrei essere dotato nello studio molto più di Remus, se solo mi applicassi» constatò lui, con una scrollata di spalle, «Ma non è questo il giorno. In effetti, con questa bella giornata, non crederai mica che i Malandrini se ne stiano con le mani in mano, no? Sono venuto qui perché abbiamo dimenticato un libro.»

Si allontanò un attimo, poi fece ritorno con un volume che Y/N riconobbe essere inerente agli Animagus.

Non fece nemmeno in tempo a chiedersi come mai fosse interessato a un libro della Sezione Proibita, che Sirius commentò: «Ma, hey, visto che hai tanta voglia di cantare, perché non canti una canzone conosciuta?»

Y/N emise un suono che sembrò a metà tra una risata e uno sbuffo, «Non ho intenzione di cantare. Come ho già detto, non l'ho fatto di proposito» lo guardò un attimo, mentre le si avvicinava, «Comunque, non mi sorprende che tu non conosca quella canzone: è degli anni '50.»

«Mh» fece il ragazzo, «Che ne dici di qualcosa degli anni '70? Sono davvero belli, sai? Dicono che siano anche gli anni in cui a Hogwarts studiò un ragazzo meraviglioso... si chiamava Sirius, mi pare.»

«Sirius» inutile negarlo, Y/N era divertita da quel teatrino che il ragazzo aveva messo su – dove sembrava chiedere il bis a una cantante famosa, quasi fosse un giornalista, o il suo manager – ma cercò lo stesso di darsi un tono, «Piantala. Non canto, va bene? E, per la cronaca, mi dispiace dirtelo, ma io preferisco di gran lunga gli anni '50, e non conosco neanche una canzone dei '70, soprattutto quelle magiche.»

Sirius parve offeso, «Hey! Stai forse insinuando che io ascolti musica magica!?»

La ragazza ossarvò per un po' il ragazzo di fronte a lei, che indossava un giubbotto in pelle nera con svariate spille dei Pink Floyd e degli AC/DC, e poi disse: «No, okay. Mi rimangio tutto.»

Sirius mise su un sorrisetto compiaciuto. Y/N cominciò a chiedersi come mai fosse ancora lì.

«Perché ti piacciono tanto gli anni '50, comunque?» domandò poi il Grifondoro.

Lei alzò le spalle, «Non so, tutto mi sembrava migliore, in quegli anni. Mi affascinano.»

Sirius ridacchiò, e allora Y/N gli scoccò un'occhiataccia, «Che c'è da ridere?»

«È che non ti dicevo una nostalgica... anzi, no, i nostalgici sono quelli che hanno visto sul serio gli anni di cui sentono la mancanza: noi negli anni '50 non eravamo nemmeno nati! Allora, sei tipo una che vive nel passato, dico bene?»

Y/N cominciava a irritarsi. Chi era lui, per sputare sentenze su ciò che le piaceva, senza saperne nulla? Perché si sentiva autorizzato a giudicarla?

«Qual è il tuo problema?» proruppe lei, visibilmente indispettita.

Sirius, notando il suo sguardo truce, si affrettò a scusarsi: «Hey, non sto mica dicendo che è una cosa brutta! Non prendertela. La mia era solo una costatazione» successivamente, le fece un sorrisetto, uno di quelli che era solito rivolgerle per comunicarle il suo affetto, e aggiunse: «Però, se vuoi sapere la mia, è stupido: voglio dire, quello che è passato, è passato. Bisogna pensare al presente.»

«Forse è il presente il problema» gli fece notare lei, «Quando il presente non ti soddisfa, cerchi dei modi per sfuggirvi. Insomma, guarda te: sei un Purosangue discendente da una famiglia nobilissima, eppure ti vesti come un punk rock babbano. Per te non è stupido, perché non sono le tue origini a determinare chi sei o cosa ti deve piacere. E per me è lo stesso con la musica, la moda e lo stile di vita degli anni passati.»

Il ragazzo la guardò colpito. Aveva ragione, naturalmente. Non l'aveva mai visto sotto quest'aspetto.

Allargò il sorriso, e poi disse: «E sentiamo, perché proprio gli anni '50?»

Lei sospirò, come incantata al sol pensiero, «Ah, la musica era così semplice e pura! Sai, come quella che facevano le Chordettes, o Paul Anka, o Frank Sinatra, o Dean Martin... E i film! Film incantevoli, come Singin' In The Rain... Poi negli anni '50 c'è l'inizio della corsa nello spazio, l'incoronazione della Regina Elisabetta II...»

«... lo scoppio della Guerra delle Due Coree, l'inizio della rivoluzione cubana... » s'intromise Sirius, che con un ghigno beffardo si premurò di ricordarle anche gli eventi negativi.

Y/N lo guardò stupita, da una parte sorpresa delle sue conoscenze e dall'altra esasperata da quel suo modo costante di rimbeccarla.

«Te l'ho detto: se mi applicassi, sarei un geniaccio» le ricordò Sirius, dandosi delle arie.

Y/N scosse il capo, a metà tra il rassegnato e il divertito.

«Ma, sai, non mi hai convinto del tutto» commentò il ragazzo, «Forse dovrei vedere certe cose, per crederci.»

«Io ho dei libri che illustrano quegli anni» buttò lì Y/N, ormai vogliosa di far innamorare quel ragazzo così scettico delle cose di cui lei era innamorata.

«Mh, forse davanti a una Burrobirra potrei vedere le cose sotto un altro punto di vista» disse Sirius.

«Bene.»

«Bene.»

«A martedì, allora.»

«Perfetto.»

«Perfetto.»

Y/N si alzò, raccolse le sue cose, e si avviò verso l'uscita, quando Sirius disse: «Comunque Screamin' Jay Hawkins è il mio preferito, di quegli anni.»

«Ma allora piacciono anche a te!» esclamò la ragazza, a bocca aperta.

«Certo» rispose lui, con fare ovvio.

«E perché hai mentito?»

«Perché» si voltò verso di lei con un ghigno giocoso che sembrava più un sorriso, «Ora ho un appuntamento con te.»

























































*****************************
Angolo Moony:
Ciao! Grazie per essere qui. Spero che questa One-Shot ti sia piaciuta, nonostante sia più lunga del solito e anche più insolita.

Ho sempre pensato che il rapporto con Sirius non potesse mai essere sdolcinato, perché lui non lo è. Questo era più o meno quello che ho sempre pensato.

Mi sono ispirata a una canzone chiamata appunto A Teenager's Romance di Nicky Nelson, e ho trattato di quest'argomento a me molto vicino, ovvero la sindrome dell'epoca d'oro, come l'ha definita Woody Allen.

Ho pensato anche a RosalineW mentre scrivevo, perché anche lei, come me, si sente appartenente a un'altra epoca.

E questo è quanto, credo.

Grazie ancora per aver letto!

Fatto il misfatto,
Moony

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top