A Story
📍Montecarlo - ottobre 2019
Stavo dormendo tranquillamente nel letto, quando all'improvviso mi arrivò negli occhi una forte luce.
Aprii gli occhi e trovai il motivo per il quale il mio sonno è stato interrotto. Pierre Gasly, il mio migliore amico che stava aprendo la finestra.
Io e lui ci siamo conosciuti grazie a Charlotte, la fidanzata di Charles Leclerc, nonché migliore amico di Pierre.
Charlotte la conosco da un bel po' di anni, siamo diventate amiche perché da piccola trascorrevo le estati nel Principato di Monaco.
Negli ultimi anni ci eravamo allontanate, forse anche per colpa mia, dato che dopo aver compiuto 18 anni ho smesso di andarci.
Ma a febbraio dell'anno scorso, per la settimana della moda, Charlotte e Charles sono venuti a Milano e mi hanno invitato ad uscire per bere qualcosa, ma soprattutto per rivedermi.
E niente in quell'uscita ho conosciuto il mio attuale migliore amico.
-Pierre, PERCHÉ!?-
-Bonjour, Stella- mi rispose sorridendo.
Ora quel sorriso glielo faccio sparire!
-Chiudi quella cavolo di finestra! Il sole mi da troppo fastidio agli occhi- dissi nascondendomi sotto le lenzuola -Ma poi come sei entrato? Charlotte è già sveglia?-
-Come sei drammatica...e si lei è già in piedi. È in soggiorno con Charles-
-Lei mi deve spiegare come fa ad essere già in piedi, dopo tutto quello che abbiamo bevuto ieri sera-
-Si, dai tuoi mille audio che mi hai mandato,avevo intuito che fossi ubriaca-
-Ops- dissi facendo spazio nel letto a Pierre, così che si potesse sedere.
-A che ora siete tornate dal Jimmy'z?-
-Bho credo fossero le 5 più o meno-
-Le solite festaiole- rispose scuotendo la testa -ma oltre ad essere venuto a svegliarti, sono anche venuto per chiederti una cosa-
-Vai, dimmi tutto-
-A metà gennaio devo andare a Parigi per lavoro, e mi chiedevo se tu mi volessi accompagnare- mi chiese timidamente, mentre si grattava la testa con fare imbarazzato.
-Stai scherzando?!- dissi alzando leggermente la voce -OVVIO che ti accompagno! Non sono mai stata a Parigi!- risposi buttandomi su di lui per abbracciarlo.
Credo che all'inizio non avesse capito che il mio "stai scherzando" fosse per la gioia, perché ci mise qualche secondo a ricambiare l'abbraccio.
📍Parigi - gennaio 2020
Per arrivare a Parigi ad un orario decente, ci svegliammo all'alba.
Arrivammo in hotel alle 8:30, e ragazzi che hotel!
Era uno di quegli hotel che ho sempre visto da fuori, in cui non sono mai entrata.
Mi sentii così piccola e povera qui dentro.
A risvegliarmi dai miei pensieri ci pensò Pierre, che nel frattempo aveva già fatto il check-in ed ora mi stava sventolando davanti la chiave elettronica della mia camera.
-Tu hai la 411 e io ho la 410, siamo al quarto piano. Ah ho preferito prendere due camere separate perché conosco i tuoi tempi, e se avremmo dovuto dividere il bagno avremmo passato 3 giorni a litigare su chi avrebbe fatto la doccia per primo- mi disse porgendomi la tessera.
-Si hai pienamente ragione- risposi ridendo -ora che andiamo in camera, mi concedi una mezz'ora di sonno? Poi possiamo andare a fare colazione o ovunque tu mi voglia portare. Ma ora ho assolutamente bisogno di un letto- pregai Pierre mentre ci dirigevamo verso l'ascensore.
-Va bene va bene. Ma mezz'ora eh, se alle 9 non sei nella hall vengo a bussarti alla porta, chiaro?-
Annuii e schiacciai il pulsante col numero del nostro piano.
Puntuale come un orologio svizzero, alle 9 ero nella hall.
-Eccomi- affermai in piedi davanti a Pierre, che alzò gli occhi dal cellulare per verificare che la ragazza davanti a lui fossi veramente io.
-Wow, i miei complimenti Stella. Sei in orario- rispose.
-Allora dove mi porti a fare colazione? Mentre eravamo in taxi ho notato un sacco di panifici e bar, che al solo pensiero mi fanno venire l'acquolina in bocca- dissi con occhi sognanti.
-Ti porto nella mia boulangerie preferita-
Dopo un intera giornata in giro per Parigi, verso le 21 decidemmo che era arrivata l'ora di tornare all'hotel per riposarci.
Non vedevo l'ora di buttarmi sotto la doccia e subito dopo nel letto.
Pierre mi ha fatto camminare un sacco, ci siamo fermati solo per un pranzo al volo e per la cena.
Però devo dire che Parigi è spettacolare, in tutta la città c'è sempre questo buonissimo profumo di dolci che rende la città ancora più magnifica. Ma la cosa che rende Parigi così spettacolare è il romanticismo che emana, rende qualsiasi cosa un po' più romantica. E poi mi sembrava di sentire in ogni vicolo che percorrevamo la canzone La vie en rose.
La mattina seguente me la presi con calma, Pierre non ci sarebbe stato almeno fino all'ora di pranzo.
Quindi con tranquillità mi preparai e mi incamminai verso il centro, alla ricerca di un bar perfetto per fare colazione.
Le vie di Parigi mi avevano talmente rapita, che non mi resi conto dell'ora, si erano già fatte le 13.
Solo quando tirai fuori il cellulare per fare una foto alle viette tutte colorate, mi accorsi che più di mezz'ora fa Pierre mi aveva scritto per chiedermi dove fossi finita.
Verso le 13:30, Pierre mi raggiunse e pranzammo in un piccolo ma molto accogliente ristorantino.
Passammo tutto il pomeriggio tra Champs-Élysées e l'Arco di Trionfo.
Quando ormai il sole stava tramontando, Pierre decise di andare sulla Torre Eiffel.
Finalmente salimmo sull'attrazione principale di Parigi; rimasi senza parole, il panorama che si vedeva era spettacolare!
Oltre alla Cupola di Brunelleschi a Firenze, credo di non avere visto niente del genere.
-Ti piace?-
-Tantissimo, si vede tutta Parigi- dissi emozionata.
-Dai, ferma qualcuno che gli chiediamo di farci una foto-
-Chi, io?! Ma se non so mezza parola in francese! Sii uomo e chiedi tu- dissi indicando una coppia.
Fatta la foto, scendemmo dalla Torre Eiffel e ci avviammo verso un ristorante, scelto in precedenza dal mio amico.
Prima di tornare nelle nostre camere, Pierre mi avvisò che la mattina seguente saremmo andati al Louvre e che molto probabilmente ci saremmo rimasti fino a pranzo.
Mentre per quanto riguardava il pomeriggio, potevamo fare un giro per le bancarelle alla ricerca di qualche souvenir, così che saremmo potuti tornare in camera presto per prepararci alla cena elegante per finire in bellezza questo breve viaggio.
Il Louvre era immenso, ogni angolo di quel posto ha una sua storia.
Non avrei mai immaginato che fosse così impegnativo vederlo, infatti di comune accordo, abbiamo deciso di vedere solo le opere principali, anche perché per vederlo tutto di sicuro ci sarebbe voluto più di un giorno.
Subito dopo la visita al Louvre ci fermammo a mangiare un panino al Giardino delle Tuileries, situato nei pressi del museo.
-Hai già idea di che tipo di souvenir vuoi compare?- mi chiese Pierre.
-Per i miei genitori di sicuro una calamita, per le mie amiche mi sa che prenderò delle piccole torri Effiel e per mia sorella magari le prendo un bel basco-
-Se non avessimo avuto il bagaglio a mano, potevi prendere un profumo per tua sorella-
-Si vero qui i profumi sono buonissimi- risposi prima di finire il panino -Dai su, in piedi, i regali non si comprano da soli- dissi tirando per un braccio il ragazzo, nella speranza si alzasse.
-Mi raccomando Stella, alle 19:30 ti vengo a bussare. Fatti trovare pronta, non possiamo fare tardi-
-D'accordo- risposi facendo un cenno col capo mentre entravo in camera.
Ok, mi dovevo organizzare. Avevo esattamente 2 ore per prepararmi, potevo farcela, se avessi fatto ritardo Pierre mi avrebbe ucciso.
Bussarono alla porta, merda, avevo perso troppo tempo per il trucco e ora ero ancora in intimo.
-Arrivo, due minuti- gridai alla porta.
Già me lo immaginavo a sbuffare e sollevare gli occhi al cielo.
-Eccomi, scusami ma non riuscivo a chiudermi il vestito- inventai la prima scusa che mi passò per la testa, non avevo per niente voglia di sentirmi dire che ero in ritardo.
-Va bene, ti scuso questa volta. Mettiti il giubbotto e la sciarpa che andiamo-
Mi coprii per bene, dato che fuori faceva parecchio freddo e uscimmo dalla mia stanza.
-Già mi pento di essermi messa il vestito, so già che avrò freddo- mi lamentai.
-Sei sempre la solita brontolona, al posto di lamentarti, pensa che questa è la nostra ultima sera nella capitale francese-
-Cavolo, hai ragione! Facciamo una foto allo specchio per immortalare questa ultima sera-
Ci mettemmo in posa, lui sorrise allo specchio dell'ascensore e io tirai fuori la lingua, osservammo la foto uscita sullo schermo del mio cellulare e scoppiammo a ridere, eravamo uno peggio dell'altro.
-Non commento, lasciamo perdere- disse Pierre uscendo dall'ascensore ridendo.
Arrivammo al ristorante in orario.
Subito ci accolse il maître che ci chiese gentilmente il nome con il quale Pierre aveva prenotato il tavolo.
Controllato che il nome fosse sul libro, l'uomo ci accompagnò al tavolo.
Il tavolo era situato vicino alla finestra, così che si potesse vedere Parigi tutta illuminata.
Da vero gentiluomo, Pierre mi fece accomodare sulla sedia e successivamente si accomodò davanti a me.
-Non avevo notato quanto fossi elegante, stai molto bene- ammisi, indossava una camicia bianca accompagnata da una giacca nera e dei pantaloni skinny anche quelli neri. Stava proprio bene.
-Anche tu sei molto bella stasera- mi sorrise.
Ricambiai il sorriso e subito dopo mi misi a leggere il menù.
La cena passò velocemente tra una chiacchiera e l'altra. Quando il cameriere ci mise davanti il dolce il mio amico mi porse un piccolo pacchetto.
-E questo?-
-È per te-
-Questo lo avevo capito, ma perché?- chiesi.
-È per ringraziarti di avermi accompagnato- mi rispose sorridendo.
Aprii la busta e ci trovai un piccolo bracciale con la torre Eiffel come ciondolo.
-Pierre, è stupendo. Non dovevi, sai che siamo amici, e gli amici ci sono sempre-
-Lo so tranquilla, volevo regalarti qualcosa che ti ricordasse questo viaggio. Tutto qui-
Senza dirgli nulla mi alzai dalla sedia e lo andai ad abbracciare.
-Grazie mille-
Prima di ritornare in camera decidemmo di andare a fare una passeggiata lungo le sponde della Senna.
Scattai un po' di foto alla città in versione notturna e ci facemmo ancora qualche selfie.
-Grazie per questi tre giorni, sono volati e sono stati stupendi. Parigi è sempre stata una di quelle città che volevo visitare, ma che non ne ho mai avuto l'occasione-
-Merci à toi Stella, dobbiamo fare più spesso questi viaggi last minute di pochi giorni. Mi sono divertito-
-Hai ragione è stato divertente. Non voglio rovinare il momento però...per favore, possiamo tornare in hotel? Sto congelando e ho i piedi che mi fanno malissimo, poi se vuoi stiamo insieme in camera a chiacchierare o guardiamo un film- dissi abbassando lo sguardo sui miei piedi doloranti, a causa dei tacchi che mi ero tanto voluta mettere.
-Va bene- rispose Pierre ridendo.
Appena misi piede all'interno del hotel, mi tolsi subito le scarpe, rimanendo così in calze.
Pierre non disse nulla, scosse solo la testa e si avviò a chiamare l'ascensore.
-Meglio ora?- mi chiese.
-Oh si va molto meglio senza tacchi- risposi entrando in ascensore.
Rimanemmo per qualche minuto in silenzio, non sapendo entrambi cosa dire.
Io ero appoggiata alla parete, mentre lui rimase in piedi davanti a me.
Senza dire nulla, Pierre mi si avvicinò e mi baciò.
Ricambiai il bacio. Portai subito le braccia dietro il suo collo, mentre le sue mani incominciarono a percorrere i miei fianchi.
Andammo avanti a baciarci fino a quando l'ascensore si fermò al nostro piano.
Ci guardammo per qualche secondo negli occhi, giusto il tempo di capire cosa fosse successo.
In quell'istante capì che quel bacio era un errore, presa dal panico raccolsi le mie scarpe da terra e incominciai a camminare velocemente verso la mia camera.
In lontananza sentivo Pierre pronunciare il mio nome chiedendomi di fermarmi e di parlare, ma non lo ascoltai, avevo troppa paura delle conseguenze di uno stupido bacio.
Entrai subito in camera chiudendomi la porta alle spalle e mi lasciai cadere per terra; Pierre ormai aveva raggiunto la mia porta chiedendomi di aprirla e di parlare, ma dopo un po' si arrese.
Non so quanto tempo passai seduta a terra con il telefono in mano, il quale non smetteva di vibrare tra messaggi e chiamate tutte provenienti dal ragazzo della camera accanto.
L'unica cosa che feci prima di buttarmi nel letto, sperando di dormire, fu di mandare un messaggio a Charlotte con solo scritto "Ho fatto un casino".
Mi svegliai che erano le 6 di mattina con un mal di testa atroce, il motivo erano le poche ore di sonno e in più continuavo a pensare a quel bacio.
Io e Pierre siamo sempre stati migliori amici, qualche volta era capitato che chi non ci conoscesse bene ci scambiasse per una coppia, ma noi abbiamo sempre negato.
Lui per me era come un fratello, o ora non lo era più? Che casino, stava andando tutto così bene...perché ci siamo dovuti baciare?! Perché ho ricambiato! Cazzo.
Da: Charlotte🌹
Che è successo Stella?
Cosa hai combinato?
Non mi andava di spiegare il casino via messaggio, così la chiamai subito.
-Stella! Che cavolo hai fatto?- mi chiese subito la ragazza dall'altra parte della cornetta.
-Un casino Cha! Ieri sera quando siamo tornati in hotel, eravamo in ascensore e ci siamo baciati! E IO HO RICAMBIATO! Ora non so più che pensare!- dissi tutto d'un fiato.
-Ok calmati, respira. Se hai ricambiato ci sarà stato un motivo, vuol dire che lo volevi pure tu. Ma avete parlato?-
-No, sono scappata. Non sapevo che fare-
-Brava scema! Dovrete parlare e chiarire, magari lui prova qualcosa per te-
-Non lo so. Ora mi preparo e vado a fare il check-out, così non ci ritroviamo ancora nell'ascensore insieme-
-Stella non puoi nasconderti in eterno, salirete sullo stesso aereo, prima o poi dovete parlare-
-Sisi, ma non ora. Vado, ti aggiorno via messaggio-
-Va bene e mi raccomando, parlaci!- chiusi la chiamata e incominciai a buttare nella valigia tutti i vestiti che avevo appeso nell'armadio. Dovevo uscire da questa camera in fretta, avevamo il volo alle 12 quindi saremmo dovuti andare in aeroporto almeno per le 10, ma per arrivarci ci voleva un'ora quindi alle 9 dovevamo essere in taxi.
Erano le 7, tra mezz'ora volevo essere giù nella hall...mi dovevo muovere.
-Hei, tutto bene? Hai già fatto il check-out? - mi chiese Pierre toccandomi leggermente il braccio.
-Sisi tutto bene e ho già fatto il check-out-
-Ah ok va bene, allora possiamo andare a cercare un taxi, io ho già consegnato la chiave alla reception-
-D'accordo- dissi alzandomi dalla poltrona e misi subito gli occhiali da sole, così che non vedesse lo stato in cui erano i miei occhi.
Una volta entrati nel taxi, il ragazzo al mio fianco mi chiese nuovamente se fosse tutto ok, dato che in 10 minuti non avevo aperto bocca.
Ma secondo te Pierre, è tutto ok?! Ci siamo baciati ieri sera! Niente è OK!
Prima o poi avremmo dovuto parlare di quello che era successo la sera precedente, ma non era né il momento né il luogo adatto.
Risposi che ero semplicemente stanca perché non avevo dormito molto.
Arrivati in aeroporto, ci recammo nella zona apposita per fare il check-in e poi ci dirigemmo a fare i controlli. Decisi di starmene in silenzio, non avevo le forze di parlare ed affrontare una conversazione con quello che fino alla sera prima definivo il mio migliore amico.
Pierre infatti capì che non avevo voglia di parlare, così decise anche lui di stare in silenzio.
Il viaggio in aereo passò velocemente, forse anche perché dormii tutto il tempo.
Una volta scesi dall'aereo, ci dirigemmo verso l'uscita. E per fortuna all'aeroporto mi venne a prendere mia sorella, così non avrei passato altro tempo con Pierre. Avevo bisogno di tempo per riflettere.
-Grazie mille Pierre per questo viaggio, mi sono divertita- cercai di sorridere e successivamente lo abbracciai.
Fu l'abbraccio più strano ed imbarazzante che noi due ci fossimo mai scambiati.
-Ci sentiamo- aggiunsi prima di girarmi e scappare il più velocemente possibile da questa situazione.
Salita in macchina di mia sorella, l'unica cosa che dissi fu: Ti prego Vero parti e portami via, ti spiego tutto dopo.
📍Milano- gennaio 2020
Era passata una settimana da quando io e Pierre ci siamo baciati, e io continuavo ad essere fredda per messaggi o gli rispondevo a monosillabi e dopo ore.
Più che altro era che non sapevo ancora cosa fare con lui. Avrei dovuto fare finta di niente? Come se il bacio non fosse mai successo?
No escluso, non ce l'avrei farei, non sarei riuscita più a guardarlo negli occhi e a comportarmi come prima.
CHE SITUAZIONE DI MERDA!
Da: Charlotte🌹
Buongiorno tesoro❤️come va?
Hai parlato con Pierre o lo stai ancora cercando di evitare?
Eccola qua, Charlotte, che puntuale come ogni giorno, mi aveva scritto per sapere come andava e se avevo intenzione di risolvere la situazione con il pilota francese.
La mi risposta era sempre la stessa: stavo sempre come ieri, una merda e no, non avevo ancora parlato con Pierre sulla nostra situazione.
Lei però era testarda e non mollava, non voleva che io facessi cazzate con lui, teneva ad entrambi.
Infatti sapevo per certo che Charles si stava scrivendo con lui per dargli consigli su come affrontare questa situazione.
Dato che non rispondevo ai messaggi Charlotte decise di chiamarmi.
-Bhe perchè non rispondi hai messaggi?-
-Buongiorno anche a te Cha, scusami ma ero persa nei miei pensieri-
-Spero che quei pensieri siano rivolti a trovare una soluzione al casino che tu e quell'altro avete creato-
-Il casino l'ha creato lui baciandomi-
-Si ma tu hai risposto al bacio...-
-Grazie per ricordarmelo ogni giorno-
-Dai Stella, prima o poi vi dovrete vedere e chiarire, non puoi rimanere chiusa in casa per sempre! E poi spiegami il motivo perchè tu e Pierre non potete stare insieme. Già altre volte la gente vi scambiava per fidanzati, quindi perchè non fate diventare realtà queste voci?-
-Non lo so Cha, ho il terrore che se mi fidanzo con lui il nostro rapporto cambi. C'è con lui sto benissimo, mi fa stare bene e mi fa sentire speciale...ma magari solo come amica e poi sai che per me lui è come un fratello-
-Non potrai mai saperlo se non ti butti, se continui così tra poco non sarai più una sua amica o fidanzata, ma diventerai la ragazza che non ha avuto coraggio di affrontare un ragazzo dopo un semplice bacio perchè ha paura dei propri sentimenti-
Rimasi in silenzio per qualche secondo non sapendo cosa dire, Charlotte aveva pienamente ragione, avevo paura di mostrare i miei sentimenti.
-Cha, ti saluto, grazie -
-Stella aspetta cos- non la lasciai finire che chiusi la chiamata.
Avevo capito cosa dovevo fare, dovevo assolutamente parlare con Pierre.
Mentre ero sull'autobus, diretta verso casa Gasly, mandai una foto alla mia amica monegasca dicendogli che stava per succedere qualcosa. La risposta non tardò ad arrivare, la ragazza preoccupata mi chiese subito cosa stessi combinando.
Arrivata sotto casa del pilota, mi resi conto che conoscevo solo il piano in cui abitava e che sui citofoni non c'era scritto il suo cognome.
Non gli volevo scrivere, doveva essere una sorpresa. Volevo arrivare davanti alla sua porta di casa, senza che lui mi scoprisse, ma come diavolo facevo?! Non potevo scavalcare, di sicuro qualcuno avrebbe chiamato la polizia e io sarei finita nei casini. Anche no grazie!
Mentre stavo riflettendo sul da farsi, dal cancello uscì un'anziana signora, che gentilmente mi chiese se dovessi entrare. PERFETTO! Ora dovevo solo entrare nel palazzo.
Arrivai al suo piano. Avevo il cuore che batte a mille, ero da 5 min davanti alla sua porta che camminavo avanti ed indietro. Non avevo il coraggio di suonare al campanello.
Dovevo fare bel respiro e suonare , ormai ero qui, non mi potevo tirare indietro.
Suonai al campanello.
-Stella?- mi aprì la porta il ragazzo francese in tuta e felpa.
Grandioso! Io ora come facevo a dire tutto quello che pensavo se lui mi distraeva con quella cavolo di tuta grigia?!
-Posso entrare? Avrei bisogno di parlarti...- chiesi.
-Si certo, entra pure- disse aprendo di più la porta per farmi entrare nel suo appartamento -fa come se fossi a casa tua, lo sai Stella- sorrise.
Con il suo sguardo addosso, mi tolsi il giubbotto, che subito appesi e le scarpe che misi ai piedi dell'attaccapanni.
-Dimmi tutto- disse Pierre.
-Volevo parlare di quello che è successo a Parigi...cioè in realtà non è che c'è molto da dire- dissi imbarazzata facendo qualche passo verso di lui, che era rimasto in piedi al centro al soggiorno.
-In questi giorni ho pensato molto, avevo paura che qualsiasi scelta prendessi il nostro rapporto sarebbe cambiato e io non lo volevo. Poi però Charlotte mi ha, diciamo, fatto aprire gli occhi. Mi ha fatto capire che avevo paura di mostrarti i miei sentimenti, infatti mi sono chiesta, se ho ricambiato il bacio nell'ascensore, un motivo ci sarà no? Bene ora ho trovato la risposta alla mia domanda- ormai ero a pochi centimetri da lui, quindi feci l'unica cosa che mi ero prefissata di fare dopo aver chiuso la telefonata con Charlotte, baciarlo.
Questo bacio fu molto più bello rispetto a quello che ci scambiammo in ascensore a Parigi.
Fu molto più romantico, anche perché qualche secondo prima, avevo confessato i miei sentimenti verso di lui.
-Tutte queste cose, te le volevo dire anche io...subito dopo che ci siamo baciati, ma tu non mi hai fatto spiegare nulla, ti sei chiusa in camera e il giorno dopo non volevi parlarmi-
-Pierre capiscimi, non mi aspettavo che il mio migliore amico mi baciasse...credo sia stata normale la mia reazione- dissi in mia difesa.
Il pilota mi fissò senza dire nulla.
-Okok forse ho un tantino esagerato- dissi alzando gli occhi al cielo e mettendo le mie mani sul suo petto.
-E comunque, se lo vuoi sapere, ho incominciato a capire che provavo qualcosa per te durante il weekend in barca con Charles e Charlotte...e subito dopo sono corso da Charles per chiedergli aiuto, soprattutto su come gestire la cosa. Forse è per questo che Charlotte ti ha fatto aprire gli occhi- disse prendendomi per mano e andandosi a sedere sul divano.
Mi misi comoda accanto a lui e subito dopo averlo baciato ancora, gli chiesi cosa stesse guardando in tv dato che era accesa.
-Un film, "John Wick 3", lo sto vedendo in francese se vuoi metto i sottotitoli in italiano, così riesci a seguirlo- mi chiese.
Risposi annuendo e mi avvicinai a lui, in maniera che lui potesse mettere il braccio dietro il mio collo e la mia testa si appoggiasse al suo petto.
Prima di mettermi a guardare il film, decisi di rispondere ai mille messaggi di Charlotte con una foto; la foto era un selfie dal basso dove si vedeva chiaramente Pierre che mi stava abbracciando e come descrizione misi solo un cuore rosso.
Non mi accorsi di essermi addormentata. Quando mi svegliai tutto intorno a me era buio, fatta eccezione per una leggera luce proveniente dalla piantana posta all'angolo del divano.
-Ehi ti sei svegliata- disse il pilota uscendo dalla cucina.
-Si, mi sa che ero un po' stanca- risposi rimettendomi seduta e stiracchiandomi.
-Ah Stella, prima ti è suonato il telefono, non so chi fosse- disse.
-Probabilmente era Charlotte, prima di addormentarmi le avevo inviato una foto di me e te insieme, quindi credo che voglia sapere qualcosa- dissi recuperando il mio cellulare dal tavolino davanti al divano.
Pierre mi guardò qualche secondo prima di scuotere la testa e ridere.
-Cosa vuoi per cena? Vuoi che cucino qualcosa o ordiniamo una pizza o del sushi?-
Mi alzai da divano e mi avviai verso la cucina, dove c'era il francese che controllava cosa avesse nel frigorifero.
-Per me va bene anche la pizza, così non rischio la vita con la tua cucina- risposi alzando gli occhi dalla tastiera del cellulare solo per guardare la sua reazione alla mia frase.
-Ah ah ah, molto spiritosa- disse con una finta risata, chiudendo il frigorifero e poi avvicinandosi a me.
Io convinta che mi volesse baciare, bloccai il cellulare e lo appoggiai subito sul tavolo che si trovava dietro di me.
Invece lui prese il volantino delle pizze che era appoggiato anch'esso dietro di me, inutile dire che lo fulminai con lo sguardo.
Arrivate le pizze, ci sedemmo in cucina a mangiarle, purtroppo Pierre non aveva una televisione in cucina, quindi c'era troppo silenzio per i miei gusti.
-Quindi ora io e te cosa siamo?- chiesi.
-Bhe credo che ora stiamo ufficialmente insieme, sempre se tu non ti chiudi in camera mia o rimani in silenzio, dopo questa frase- come risposta gli lanciai un pezzo di crosta della mia pizza.
-Va bene, ora che stiamo insieme- risposi sorridendo -dovrò cambiare il tuo nome dalla rubrica da amico a fidanzato- dissi ridendo.
-Che onore- disse -invece io non ti cambio, avevo già modificato il tuo nome dopo il weekend in barca- disse continuando a mangiare la sua pizza.
-E come mi hai chiamato?- chiesi curiosa.
-Ma Chère- disse con nonchalance.
Io non sapendo che dire lo guardai e sorrisi.
Cavolo, sono proprio cotta di lui, scema io che lo avevo capito solo ora.
Il resto della serata passò tranquilla; vedemmo un film, chiacchierammo e ci scambiammo molti baci.
Dato che ormai si era fatto tardi, decisi di accettare l'offerta di Pierre, e rimasi a dormire da lui.
Mi prestò una sua maglia, che ovviamente a me stava dieci volte grande e ci mettemmo a letto.
Distrutta dalla giornata appena conclusa, mi addormentai tra le braccia del mio fidanzato.
Il mio fidanzato.
Volevo giuro scrivere due parole, anche perché la storia è già lunga di suo
Questa è la mia prima storia su un pilota di formula 1 , non sono un granché a scrivere ma ci ho provato 😅.
Spero vi sia piaciuta, se vi va lasciate qualche stellina e magari un commento con la vostra opinione 😊.
-Mari✨
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