Capitolo Quattro
~Iyed's Pov~
Dio ha voluto che mi trovassi al posto giusto nel momento giusto.
Stamattina siamo andati a fare un po' di spesa, ma dopo ci siamo separati, Amir doveva raccogliere informazioni per quella probabile partenza, allora io presi le buste in mano e mi dirissi verso casa.
Da lontano notai l'infermiera di cui non so ancora il nome salutare Ahed. Mi fa molto piacere che conosce almeno qualcuno con cui distrarsi anche per poco.
Ma dopo un po', vidi un corpo che si tuffò sulla porta e in quel momento il mio cervello non ragionò più e come d'istinto buttai le buste a terra e iniziai a correre.
Sono arrivato giusto il tempo per sentire "Come puoi anche pensare di chiudermi la porta in faccia !" poi vidi il corpo di Ahed scivolare a terra.
"Te lo faccio vedere io come può farlo" dissi con rabbia mentre tirandolo forte verso di me e allontanandolo da Ahed.
Iniziai a tirargli pugni su pugni, senza ragionarci. Lo colsi alla sprovvista per cui non ebbe modo di reagire, notai il sangue fuoriuscire dal naso ma non mi bloccò tanto questo quanto l'idea che potrebbe arrivare Amir. Non ci avrebbe pensato due volte a farlo fuori.
"Per adesso credo vada bene così, ma giuro che se ti vedo ancora nei paraggi, credimi non sarà un bel incontro" gli tirai l'ultimo schiaffo prima di spingerlo fuori a casa facendolo cadere. Sul suo profilo noto dolore per quello che gli avevo fatto, ma quello sarebbe guarito con il tempo. Ad Ahed no, quel dolore e il ricordo non sarebbe sparito, era il minimo che gli potevo fare.
"Sparisci. Hai tre secondi di tempo" non me lo fece ripetere due volte e si allontanò subito con una mano sul naso per fermare il sangue.
Entrai subito dentro e presi quel corpo fragile in braccio, la feci stendere sul divano in cucina sperando che si svegli al più resto. All'intrata notai un tessuto per terra, probabilmente gli ha fatto respirare qualche sostanza che fa perdere i sensi.
Pensai di farle respirare un po' di profumo, di solito funziona. Così feci, e dopo qualche minuto di attesta, la sentii muoversi nello stesso momento in cui sentii la porta aprirsi, doveva essere Amir, solo lui aveva le chiavi di casa.
"Ahed?" La chiamai con un tono di voce calmo per non spaventarla.
Iniziò ad aprire gli occhi e nello stesso momento Amir fece la sua entrata in cucina dicendo: "Ho trovato le buste per…" smise subito di parlare e lasciò la busta a terra prima di prendere il mio posto vicino ad Ahed.
"Che succede? Ahed stai bene?" Le chiese subito accarezzandole la guancia.
Mi rivolse uno sguardo che porta mille domande. Gli feci segno di farla riprendere, se gli avrei raccontato cosa fosse successo avrebbe dato di matto, e Ahed ha bisogno di un momento di riposo in questo momento.
Riempii un bicchiere d'acqua e glielo portai, mentre Amir la aiutava a sedersi. Si mise accanto a lei con un braccio sulle sue spalle. Lei appoggiò la testa nell'incavo del suo collo e chiuse gli occhi. Senza dire nulla.
"Piccola" la chiamò ancora
"Mmh?" Finalmente. Almeno un segno.
"Tutto okay? Come ti senti?" Punto di partenza. Silenzio.
"Iyed puoi portare una coperta per favore, sta un po' tremando" mi alzai pensando a quella parola <tremando>.
Chissà se per freddo o per paura.
~Ahed's pov~
L'ultima cosa che ricordai era la voce di Iyed.
Sono riuscita a capire che fosse lui, ma non ero sicura di cosa abbia detto.
Non riesco ancora a pronunciare nessuna lettera, e loro sembrano capirlo.
Ho passato anni a cercare di dimenticare quella voce e di oltrepassare quell'incubo, ma ora sembra tutto buttato all'aria. Le braccia di Amir mi stringono forte, posso percepire la sua preoccupazione, posso solo immaginare cosa farebbe nel momento in cui gli racconteremo cosa è successo.
Il panico inizia ad impossessarsi su di me… no, non voglio pensarci. Iniziai a tremare inconsciamente tentando di trovare conforto nelle braccia dell'unica persona che amo.
Iyed mi porta la coperta, mi copre e pian piano il mio respiro si regolarizza.
"Quel bastardo ci ha provato ancora." Disse Iyed semplicemente guardando nel vuoto
"Walid?" Chiese catturato dalle sue parole
"Già…" rispose affermando.
Amir si zittì improvvisamente, e questo è un brutto segno. Strinse la mano in un pugno, il respiro si fece più veloce. Posso percepire tutta la rabbia che stava provando in quel momento.
"Ti ha fatto qualcosa? Ti ha toccata o fatta male?" Mi chiese subito controllando il mio viso e le mie braccia alla ricerca di qualche segno.
Non riesco ancora a dire nulla. Lo feci appoggiare sul divano, e presi di nuovo la posizione di prima.
"Ahed, ti prego dimmi che ha fatto!" Disse cercando di controllare la rabbia
Non ricevette una risposta da parte mia, infatti Iyed prese parola. Era il momento che lui sappia.
"Sono intervenuto nel momento giusto. Mentre stavo tornando ho notato qualcuno che spingeva la porta. Mi sono subito messo a correre e nel momento in cui arrivai lei stava scivolando per terra. Gli ha fatto respirare qualche sostanza e lei ha perso i sensi. L'ho preso a pugni, il naso sanguinava ma questi sono dettagli che non importano." Spiegò in maniera semplice Iyed, e gli sono grata per aver parlato al posto mio.
"Questa non gliela farò passare liscia. Sta esagerando. " si alzò bruscamente non appena il suo amico finì di parlare
"Oh no tu non farai proprio niente. Agendo così non otterrai nulla" interviene subito Iyed
"Neanche rimanere in silenzio o parlandogli otterrò nulla" rispose arrabbiato
"Non capisci…" scuote la testa Iyed, come se non fosse quello che intendeva
"Se tu ci vai di nuovo da lui, per dispetto potrebbe farle qualcosa ancora, sappiamo benissimo come è fatto" mi indica senza guardarmi, e io abbasso lo sguardo.
Amir viene da me, mi tocca il mento per catturare la mia attenzione e i nostri sguardi si incrociano.
I miei pieni di paura, i suoi di rabbia.
I miei pieni di terrore, i suoi di preoccupazione.
I miei pieni di indecisione e i suoi di fiducia.
Per quanto possano essere belle le parole, gli sguardi fanno più effetto.
Recepisco quello che cerca di dirmi:" non avere paura, non ti succederà più niente"
Mi da un bacio sulla fronte e io mi perdo nei miei pensieri.
Vorrei essere più forte di così, ma neanche volendo ci riuscirò.
Ho paura che torni ad avere gli incubi la notte, ho paura che quel ricordo lontano torni a torturarmi giorno e notte.
Ho paura di chiudermi di nuovo in me stessa.
Non mi resi conto di Iyed e mio fratello che erano usciti dalla cucina fin quando non ci tornarono, più sereni. Spero non stavano pianificando qualche piano di vendetta.
"Va meglio?" Mi sorride Iyed
"Si, grazie" ricambio il sorriso
Chissà senza Iyed dove ci saremmo trovati e in quali condizioni.
Ci ha ospitati senza pensarci due volte e non ha mai fatto i conti per le spese.
È sempre stato disponibile, Amir dovrebbe ritenersi davvero fortunato ad avere un amico come lui.
"Ho fame" dissi cadendo sdraiata di nuovo sul divano, cercando di mascherare il sentimento di terrore che ancora non mi abbandona. Però ho veramente fame. Siamo andati oltre l'ora di pranzo e ancora non abbiamo mangiato nulla.
"Oooh eccolaaaa" disse prendendomi in giro Amir
"Cosa desidera la principessa?" Mi dice Iyed
"Qualcosa di salato abbastanza calorico" risposi sorridendo
"Allora vediamo un po' cosa abbiamo" dice Amir aprendo le buste
"Uova, burro, carne, patate, succo di frutta, un po' di verdura e riso" mi spiega Iyed
"Credo un po' di riso con patate non è male" dissi pensierosa
"Succo di frutta?" Mi chiede Amir alzando un sopracciglio
"Era scontato" risposi sorridendo
"Infatti.. mi sembrava strano ahaha" commenta Iyed e ridiamo.
Tra risate e discorsi inutili finiamo di pranzare e da gentiluomini che sono, si offrono di lavare i piatti mentre io immersa nel mio mondo fantastico, accarezzavo con lo sguardo le parole del libro che ho tra le mani.
"Ahed, mi ha scritto un numero, credo sia Asia dalla foto di profilo." Interrompe Amir come suo solito la mia fantasia.
Mi alzai di scatto e gli strappai il telefono dalle mani:" si è lei" dissi con il sorriso sulle labbra.
Mi rimisi comoda sul divano e risposi al suo messaggio in cui diceva di essere lei.
Ci scambiammo qualche messaggio poi la dovetti salutare per poi sostituire il telefono a mio fratello.
"Come sta? È da tanto che non la vedo." Mi chiese
"Tutto bene dai, le piace il suo lavoro."risposi pensierosa
"Lo fa con il cuore." disse con ammirazione
"Già" dissi semplicemente.
Dopo un po' tornai in camera per riposarmi e le scene di stamattina tornarono subito a torturarmi.
Prima che l'ansia prendesse il sopravvento tornai subito in cucina e mi sedetti vicino a loro.
Amir dovette notare la mia agitazione per chiedermi :" tutto okay?"
"Si" feci un sorriso incerto
Mi avvicinò accanto a lui e mentre parla con Iyed, mi accarezza istintivamente il braccio come per consolarmi. Seguii il loro discorso come per distrarmi, ma quando cerchi di evitare un qualcosa, quella cosa in realtà non ti lascia in pace. Le cose si devono affrontare, altrimenti ti tortureranno per tutta la vita.
Ed è quello che è successo in passato, ma che non permetterò di riaccadere.
Non una volta ancora.
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