Scopriamolo
-...sono io?-
La campanella era suonata.
Il tempo passava.
E la sua risposta era stata -Dobbiamo andare, ne parliamo un altra volta-
Che stupido, stupido, stupido, stupido!!!
Si! Era quella la risposta, un "si!!" magari con un "finalmente ci sei arrivato" dopo, ma quel si maledetto...
Gli veniva da piangere.
Che occasione irripetibile.
Uscì dalla scuola confuso e con passo svelto, sentiva nel cuore una strana paura incontrollata e pensava e ripensava a quella domanda.
Con quale coraggio avrebbe dovuto affrontarlo?
Avrebbe dovuto dirgli "si!" Oppure negare e continuare quel qualsiasi cosa fossero?
-Ro?-
Si riscosse da quel tarlo e fissò degli occhi molto cupi, verdi ma quasi castani, enormi, che lo scrutavano con attenzione. Isac si trovava al centro del tappeto a terra con una coperta tra le mani e dei pop corn appena fatti -Ci sei?-
-Si!- esclamò troppo velocemente.
-Che film guardiamo?-
-Non lo guardiamo- rispose semplicemente.
-Che? E per quale motivo?-
-Non mi va- brontolò -Perché invece non ci mettiamo a letto e parliamo di qualcosa?- mormorò.
-Beh, okay- acconsentì Isac.
Quando però si ritrovarono a letto, il silenzio faceva da padrone e i loro corpi erano molto attenti a non sfiorarsi, tesi ed imbarazzati.
Inutile negarlo, con Isac non si divertiva, e non perché non fosse un ragazzo divertente, ma perché lui voleva Damon. In quel letto si sentiva a disagio perché voleva il corpo di Damon, quello che lo conosceva e abbracciava e riscaldava e...
-Ro, perché piangi ora?- sussurrò Isac avvicinandosi e abbracciandolo.
Aveva notato qualcosa di strano in lui quel pomeriggio, sembrava sofferente, bisognoso di attenzioni e parecchio assente, ma lui aveva cercato di tenerlo presente, di farlo ridere almeno, con minimi risultati.
-Scusa-
-Ma figurati scricciolo, non dirlo proprio-
Si addormentarono così... o almeno Ron, Isac non riusciva per niente a dormire, si rendeva conto sempre di più che quel ragazzo che tanto adorava non sarebbe mai potuto essere suo, era gia irrimediabilmente di qualcun'altro... Precisamente di Damon!
Che ci trovava in qual maledetto pezzo di merda?
Il mattino dopo si alzarono presto ma Ron non voleva saperne di alzarsi dal letto.
-Non farmi fare la mamma cattiva Ro, alzati- minacciò afferrando le lenzuola per potergliele strappare da dosso, ma era ben preparato, le arpionò anche lui e cercò di fare resistenza.
Ovviamente Isac poteva benissimo contrastarlo, ma sospirò frustrato e lasciò perdere per un attimo.
-Ron, facciamo tardi!- ripetè.
-Non ci voglio andare a scuola- mormorò.
-Si può sapere perché?- chiese, ma la risposta quasi poteva avvertirla nell'aria.
-Damon-
-Ma va?- sorrise rammaricato -Che ha fatto stavolta?-
-Niente, sono io che sono un vigliacco-
-Andiamo Ro non farti strappare le parole di bocca, parla e basta-
-Sono da sempre innamorato di lui- sputò, con già un principio di lacrime -E ieri se ne uscito con "La persona con cui vuoi passare il resto della tua vita sono io?" E come un coglione invece di rispondergli seriamente sono scappato!- adesso piangeva sul serio.
Non ci stava capendo molto ma decise di non indagare, non voleva saperne nulla di loro due, l'unica cosa che gli stava a cuore era Ron e se lo faceva stare male, avrebbe potuto ammazzarlo!
-E quindi hai intenzione di non andare più a scuola?-
-Ovvio che no-
-Quindi lo devi affrontare- stuzzicò ancora.
-Si ma non oggi- soffiò, riparandosi ancora di più.
-Perché hai bisogno di rimandare?- insistette.
-Perché ho paura Isac, una fottuta paura!- disse tremando, a quel punto lo raggiunse, infilandosi anche lui in quel bozzolo di lenzuola e lo abbracciò.
-Di cosa?-
-Vedi, io e lui facciamo coppia da anni... carnalmente parlando, ecco- arrossì vistosamente, senza sapere di aver appena pugnalato il povero stomaco di Isac.
-Però io ne sono dipendente, lui invece è il classico stronzo che figuriamoci una storia fissa!! Non esiste... però non è cattivo, non lo diresti mai, ma prima non era così, anzi, era l'opposto e proprio per questo è diventato ciò che è. Ultimamente si comporta come quel ragazzino di tanti anni fa e io ho cominciato a credere stia abbandonando questa maschera che ha e che si stia rendendo conto che anche lui non può fare a meno di me, perché è così, ne sono sicuro! Però quando ieri ha fatto quella domanda penso di aver reagito così per paura. Chi mi assicura che domani non si sveglia con la luna storta e mi tradisce col primo che passa? Dovrei avere fiducia in lui e lo so, ma è anche vero che il lupo perde il pelo ma non il vizio e lui ormai è un lupo abituato alla sua routine, libero, se vuole farsi mezza popolazione gay, non sta certo a pensare le conseguenze- finì mesto.
Isac lo guardò un attimo accigliato -Okay, però se sei sicuro ti ami, a questo punto sarebbe capace di abbandonare la sua routine e crearne un altra con te, anche io prima di conoscere il mio primo amore ero un don giovanni, ma poi quando mi sono messo con lui ho smesso, l'amore cambia le persone Ron, tu magari potresti essere la sua salvezza- rispose consapevole che quell'idiota gli doveva un favore.
-Tu... Tu hai avuto un primo amore?-
-Perché quella faccia tanto sorpresa?- ridacchiò.
-Beh alla nostra età è difficile trovare qualcuno seriamente innamorato o fidanzato, ci si diverte e basta. Tu lo hai detto in modo molto dolce, come se fosse stato un amore vero- sospirò intenerito.
-Si, lo è stato-
-Perché è finita?-
-È partito, studia all'estero e non ci ha pensato su due volte a lasciarmi, ha semplicemente detto che non avrebbe rinunciato al suo sogno ma non poteva sostenere una relazione a distanza-
-Oh, e sei stato con altri dopo di lui?- sorrise.
-La sai già la risposta piccolo insolente!-
-Sono sicuro che è lo stesso per lui, perché non provi a contattarlo? Come amico, magari il futuro vi riserverà qualcosa di speciale-
Magari, non ne era certo, Samuel non era un ragazzo che amava le cose complicate, proprio per quello lo aveva troncato ancora prima che gli proponesse un trasferimento con lui. In ogni caso anche lui aveva paura di quale voce gli avrebbe risposto dall'altro capo e peggiorare le cose. Avrebbe aspettato il tempo, ma in effetti... cosa costava provare?
Il suo cuore, perché non lo aveva del tutto dimenticato e un rifiuto dopo aver risentito quella voce, lo avrebbe distrutto.
-Isac?- lo richiamò.
-Mh?-
-Andiamo a scuola, io parlo con Damon e tu chiami la tua anima gemella- sorrise.
Quando arrivarono a scuola si lasciarono davanti al cancello, non per loro scelta, ma evidentemente entrambi avevano altro da fare o pensare prima di entrare in classe.
Ron andò agli armadietti come al solito, prese i libri della prima ora e passò le dita sulla foto che ritraeva lui e Damon sotto l'albero del giardino.
Come aveva potuto dimenticarsi di quell'albero? E quella foto da quanto non la guardava veramente? Talmente preso dalla routine che non faceva caso a più nulla.
Di li a poco avrebbero dovuto affrontare l'esame e invece di avere paura come tutti quanti i suoi compagni, il suo unico problema era struggersi per Damon...
Gli uscì un sospiro e chiuse l'armadietto avviandosi in classe.
Appena varcò la sogna il mormorio del solito gruppo di Damon si placò e tra le tante teste sbucò proprio la sua, mi fissò intensamente, fin quando non mi sedetti al mio vecchio banco affianco al suo, facendo spostare qualcuno.
Ripresero a parlare di stupidaggini.
Durante le lezioni invece sembrava essere a disagio al mio fianco ed era segno che non era arrabbiato, bensì forse deluso ed ora non sapeva come comportarsi.
Lo sapeva che aveva promesso a Isac di parlargli ma non ci riusciva.
E così era tornato nuovamente a casa senza risolvere assolutamente nulla!
Il giorno dopo successe un po' un macello.
La madre di Ron e Aslan ebbe qualche anomalia e furono chiamati di tutta urgenza in ospedale.
La cosa che, però, fece preoccupare i due fratelli era stato "Portate tutti i familiari o conoscenze possibili della donna"
Che cazzo significava? Un addio? Poteva morire?
Non riusciva a pensare lucidamente, sentiva solo una sorda paura impossessarsi di lui e non riusciva ne a parlare, ne a capire nulla, ne sentiva se stesso.
Ed ora si trovavano tutti li, in quella saletta allestita solo per loro, in attesa di sapere qualcosa di dettagliato.
Erano presenti tutti i membri della famiglia Brown, più Ron, il padre, Susan e Aslan che a differenza degli altri presenti sembravano tutti persi per chissà quali mondi lontani, occhi sbattati, frementi e destabilizzati.
I genitori di Damon, nonostante in procinto di divorzio si abbracciarono e avvicinarono al padre di Ron cominciando a parlargli.
Ad Aslan si avvicinò Cyrus che cominciò a coccolarlo, mentre a Susan si avvicinarono le gemelle più grandi di Damon.
Al capezzale di Ron si catapultò la piccola Sophie.
Povera cucciola, dovevano proprio portare pure lei?
-Ro! Non piangere altrimenti ti rubo i capelli!- sbottò con quella sua vocina delicata e carezzevole.
Sorrisi tra le lacrime e la presi in braccio baciandola ovunque -Quelli di Susan non sono più belli?- chiese e la piccola scosse la testa indignata.
-Io voglio i tuoi! E poi ho barattato gia, io do a Dam i tuoi capelli e lui mi compra la macchina quando sarò grande- sorride.
Potrei scoppiare a ridere da un momento all'altro!
Così scricciola pensa già alla macchina?
E poi i miei capelli?
Damon mi guarda, seduto di fronte a me, con un sorriso sbilenco. Richiama la piccola che immediatamente mi stampa un bacio sul naso e corre da lui.
Quella è una vera e proprio birba!
Ma è l'unica persona che ama follemente Damon e a cui lui non farebbe mai un torto, guai chi gli tocca la sorellina!
Mi alzo e li raggiungo, prendo nuovamente la piccola in braccio e poi guardo Damon.
-Secondo te- domando a Sophie -Io voglio bene Damon?-
Scuote energicamente la testa e sorride.
-Quanto?-
-Tanto!- esclama felice -come Cyrus e Aslan!- li indica.
Sorrido addolcito -E secondo te anche lui a me così?-
Lo guarda un attimo e sorride -No, lui di più, come mamma e papà!- risponde.
Vedo Damon deglutire, mentre con la coda dell'occhio noto gli occhi curiosi di tutta la famiglia su di noi.
-Ti svelo un segreto, anche io gli voglio bene come mamma e papà- sussurro e lei ride.
-Allora baciatevi!- e fa cozzare le punta delle dita come a mimare un bacio.
Ridacchio più sereno e mi giro a guardarlo negli occhi -Non avresti dovuto chiedermelo, io non voglio passare con te tutta la mia vita... ma anche la prossima e quella dopo ancora!- confesso piangendo.
Mi sento avvolgere dalle sue braccia e poco dopo ci baciamo davanti le facce shoccate di tutta la famiglia mentre la piccola applaude felice e ride gioiosa -Anche io!- sbotta.
Scoppiano tutti a ridere, compresi noi due, rischiando di farci male coi denti.
L'attimo dopo però, tutta la dolcezza del momento decade in una paura da poter far impazzire chiunque.
Ci raggiunge un uomo in camice con in volto stampata un espressione da "prepariamoci al peggio".
Avrei potuto giurare di sentire il cuore quasi esplodere nel petto.
-Il tumore ha iniziato un espansione in modo anomalo nella notte, colpendo i polmoni, ma siamo riusciti a tenerlo per la mattina, abbiamo valutato bene la cosa e abbiamo deciso di operare, sempre se voi siete d'accordo. Il problema è che un piccolo pezzo del polmone destro è marcito velocemente e sarebbe meglio rimuoverlo per sicurezza, sperando di bloccare in qualche modo l'espansione in altre zone.-
-È un intervento sicuro?- interviene mio padre.
-Certo, la rivedrete fra qualche ora-
-Ma dopo l'operazione cosa si bisognerebbe fare?- domandò la madre di Damon, l'amica del cuore di mia madre.
-Degli accertamenti, nel momento in cui troveremo uno stabilimento, riprenderemo il ciclo di chemio e proveremo con quello più forte- asserì sicuro.
-S-siete sicuri?- domandai, ritrovandomi gli occhi di tutti puntati contro.
-Certo, purtroppo il cancro non è una malattia prevedibile o curabile, quindi tutto quello che noi provvediamo a fare si basa sugli studi gia fatti, è ovvio che posso dirvi che procederemo in un certo modo, ma non posso assicurarvi che guarirà, noi siamo qui per provarci- mi sorrise cordiale.
Quel medico era giovane e lo avevo già visto parecchie volte alle visite di mamma, probabilmente si era permesso di essere informale proprio perché si ricordava di me.
Lo ringraziai con un cenno del capo e lui ci lasciò soli correndo dietro una delle tante anonime porte di quel corridoio asettico.
La sera stessa ci dissero che era andato tutto bene, solo che per vederla era meglio rimandare al giorno dopo, poiché si era addormentata immediatamente stanca e aveva bisogno di riposare.
Tornammo tutti a casa e Damon invece, venne costretto da Aslan a fermarsi da noi per quella notte.
Lo ringraziai mentalmente. Ne avevo davvero bisogno, anche se prima avremmo dovuto parlare e risolvere... e non ne avevo proprio la minima voglia.
Una vota entrati in camera cominciai quasi a strapparmi i vestiti di dosso, mi stiracchiai e diressi velocemente sotto la doccia.
Mi sentivo soffocare dai sentimenti contrastanti in me, dai pensieri, dalle situazioni...
Poggiai la fronte alle piastrelle del bagno e aprii quel maledetto getto alla massima potenza, facendomi così colpire in modo abbastanza forte dall'acqua, sperando di coprire con quella minima pressione, quella che provavo moralmente parlando.
Quando sentii della braccia cingermi i fianchi sussultai come una molla e mi ritrovai due calde labbra sul collo, poi sotto l'orecchio ed infine fra i capelli.
Dolci, leggere, consolatrici.
-Va tutto bene gattino, ci sono qui io- sussurrò.
Dopo avermi lavato con tanta cura, qualche coccola e massaggio, ci infilammo a letto e mi accollai a lui come un Koala.
-Se ti do fastidio dimmelo- sussurrai.
-No koala, non dai mai fastidio, non preoccuparti- rispose accarezzandomi i capelli.
-Scusami-
-Per cosa?- domandò confuso.
-Per essere scappato- mormorai sospirando -Dovevo dirti si da subito, ma... ho avuto paura-
-Ne hai tutto il diritto Ron, non sono questa grande persona fidata dopo tutto-
-Non dirlo, non buttarti mai più giu con me Damon Brown, tu sei perfetto così come sei e sei veramente speciale- poggiai un dolce bacio sul suo petto e presi ad accarezzare i muscoli ben definiti del petto e della pancia, che dio! Avrei preso volentieri a morsi come non facevo da tempo!
Ero drogato di Damon, era sempre lui ma ne avevo voglia come se non lo avessi mai avuto.
-Va bene gattino, ora però dormi che sei stanco, ne riparliamo un altra volta- disse e così feci, mi accoccolai meglio e dopo un attimo già non vedevo più nulla.
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