A quanto pare non vuole svanire

Attraverso la porta nera. Il pomello è freddo e dorato.
I presenti mi guardano: ho disturbato i loro ragionamenti mentali, chissà che stavano architettando nella loro mente.

Un tavolo nel mezzo li fa sedere intorno come se fosse stata la mitica tavola Rotondaaaaa ERRRKKKK!
-È permesso?- chiedo timidamente, sono di rango più alto del mio.

-Prego- rispondono quasi all'unisono indicandomi un posticino libero: il gran baffone inglese, un po' grassoccio, dal viso tenero ma malinconico si scansa per far più posto, più timido di me; l'altro fianco, scapigliato, dall'aria feroce e ribelle, impercettibilmente si sposta (che aria fa finocchio quel Bod').

Ringrazio il caro Doyle con gentilezza. Per Bod solo un cenno.
Difronte a me (come non dare attenzione!)c'è il famoso scrittore di Rode Island, riconoscibile dalla fronte alta, capelli corvini scompigliati, viso di morte ma timido, con un gatto nero senza occhio sulla spalla del suo cappotto gotico.
Mi trattengo dall'entusiasmo.
Guardo gli altri seduti: di fianco lui c'è un giovane vestito per bene che fa un contrasto di grigio, molto ansioso immerso nei suoi pensieri più tristi mentre ascolta il siciliano calvo con la barbetta da capra che racconta di come sua moglie sia finita al manicomio e di come lui si sente così affranto; un uomo, anch'egli giovane, ascolta mentre tiene con entrambe le mani una tazza di porcellana di the, stando in disparte, finché:

-Lei ha scelto di fare questa vita, quindi va bene così-
-Cosa intende dire, signore?- (siciliano)
-Ecco...l'angoscia è in tutti noi, così come la disperazione. Ciò è portata dalle scelte della vita ma non è dato saperci cosa accadrà dopo la scelta; non è colpa sua-
-Certo che non lo è...vedesse come la situazione in Italia era così buja al mi periodo!-
-Anche Praga...- (giovane grigio ansioso)

In un angolo della stanza ci sono due esploratori seduti sul divano a studiare una mappa:
-Guarda- dice l'allegro con la barba e un accento francese -l'isola non ancora esplorata prende il nome di Isola Di Pasqua! Stessa conformazione dell'Islanda ma di diverso clima!-

L'altro, coi capelli tirati, baffi e occhiali sottili: -Jules, è diversa la conformazione se su tratta di clima-
-Rud lei si sbaglia! A differenza dell'Isola Di Pasqua, l'Islanda è il paradiso terreno: paradisiaca per natura, infernale per formazione...-

L'uomo che sta seduto accanto a Bod si volta tirando la tunica rossa che indossava:
-Senori, Inferno e Paradiso son impercettibili dalla corporeità umana. Solo il Divino e 'oloro che giacciono beati possono percepirlo.-

Il suo intervento sembra inutile ma suscita per tutti interesse.
Solo il giovane uomo con la tazza di the sembra angosciato:
-Ne è sicuro messere?-
-Ognuno ha la sua ideologia, iovine.-

Un anziano uomo barbuto con la tonaca greca si alza dal suo posto tutto arzillo ma contenuto:

- Signore, lei ha affermato che corale isola è sua Inferno che Paradiso, ecco voglio ritornare su questo argomento. A quanto pare ci troviamo davanti un paradosso complicato; ne esistono molteplici in realtà, dalla tartaruga mia superata da Achille fino alla teoria dei due stadi e della velocità delle due freccine bidirezionali. Stavo pensando l'uomo non è forse composto da questo paradosso? Non è per caso il bene o il male sposatosi?-

I presenti iniziano a mormorare.
-Questo si sapeva già- afferma Bod

-È giusto ritornarci sopra- intervengo

I presenti mi guardano.
L'uomo gotico col gatto in testa si rivolge a me:
-A proposito, perdoni la mia imminente interruzione, ma potremo fare la sua conoscenza messere?-

Mi sistemo il vestito per l'ansia:
-Non lo so-

Silenzio tra tutti.
Annuiscono.
Capiscono.

L'uomo con la tunica rossa:
-Anche noi non lo sapevamo. Sai quando comprenderai?-

Scuoto la testa. Non lo so.

-Quando il 'contenitore avrà sperimentato qualsivoglia esperienza di vita e l'aria sarà libera dal fardello-

Abbasso la testa.
Penso.
A nessuno è dato sapere cosa penso.
Ma facendo così nessuno comprenderà cosa comunico o voglio comunicare.

Mi alzo.
Prendo la sedia.
La alzo.

Nessuno mi ferma: sfondo la finestra dietro di me.

-Grazie per tutto miei cari. Dico sul serio.-
Guardo tutti con ammirazione.
Loro annuiscono.
Chi era ansioso ora non lo è più.
Chi era felice ora lo è di più.

-Vai!- mi dice l'esploratore francese
-Li fuori c'è il tuo vero "io"!-

Esco dalla finestra e corro verso quella bellissima luce.
Ma per raggiungerla devo attraversare questo bosco nero pieno di rovi e spine.

Entro. Mi taglio.
C'è un corvo che mi osserva e ride di me:
-Sparisci-

Alzo lo sguardo. Mi spavento, ho paura.
Avanzo lentamente senza guardarlo.
-Sparisci!- mi urla.

Corro.
Non importa quanti tagli ho, non mi fanno male.
Il corvo continua ad attaccarmi: lui si che mi fa male.
-Ho detto che devi svanire!-

Mi accuccio e gattino ma così mi faccio ancora più male con me stessa.

La terra, terra dal quale tutto sono apparsi, mi parla attraverso i suoi germogli:
-Perché dai retta a lui? Alzati e combattilo!-
-No.-
-Perché?!-
-Perché se mi alzo lui mi farà più male-
I germogli alzano la voce:
-Le tue dimensioni sono superiori alle sue. I rami sono troppo bassi per farlo volare via. È troppo debole, così ti urla.-

Mi alzo solo per non sentire loro e corro più veloce mentre il corvo si trasforma: ora è un cervo nero dai sei occhi.

Sento i germogli:
-Hai visto? Se ci avresti dato ascolto prima le cose non si complicavano in questo modo-

Io cervo tuona:
-SVANISCI-

Mi giro e urlo dalla paura:
-Perché?!-

Il cervo mi rincorre:
-Perché devi svanire. Questa è la regola.-

Mi giro. Prendo un bastone.
Mi fermo difronte al cervo.

I germogli stanno per parlarmi ma il cervo li schiaccia.

La paura diventa rabbia spietata.
Alzo il bastone e acceco un suo occhio.

Il cervo indietreggia appena dal dolore, ma carica su di me.
Acceco un altro occhio e urlo dalla rabbia.

-PERCHÈ NON SVANISCI!-

Acceco tutti gli occhi.
Mi preparo per il colpo mortale:

-A quanto pare non voglio svanire.

Io esisto.-

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