LA DEA EIR
Eir vive su una collina di nome Lyfjaberg. Questo perlomeno è ciò che ho trovato dando uno sguardo su internet, per cui suppongo che questo luogo si chiami così. Mi guardo intorno. La vegetazione è rigogliosa. Bellissimi fiori bianchi scendono dagli alberi e restano sospesi a mezz'aria. Seguo un sentiero ricoperto di pietre bianche. Avanzo, massaggiandomi il fianco e il braccio doloranti. Ho preso proprio un bel colpo. Tra me e me penso a cosa potrei dirle. Come posso convincerla ad aiutarmi? Non lo so. Non ho molto da offrirle. È Loki quello che trova sempre la soluzione. Qualcosa mi verrà in mente. Potrei farle pressioni ricordandole l'importanza della nostra missione. Proseguo. Sono quasi certa che mi troverò davanti un castello dall'aspetto fiabesco. Non è così. Di fronte a me c'è una casetta di legno. Mi volto e la cerco.
La trovo seduta su una pietra, intenta a potare una piantina. È bellissima. I lunghi capelli fulvi le ricadono sulle spalle. Gli occhi sono celesti come l'acqua. Indossa un lungo abito rosso con una profonda scollatura. Le braccia sono piene di braccialetti di rame che suonano ogni volta che si muove. Ricordo che il rame presso i norreni era usato per guarire. Sdraiato accanto a lei c'è un enorme leone bianco dall'aspetto stranamente mansueto. A pochi metri vedo una tigre che sbadiglia mostrando i denti affilati.
-Vieni avanti, Pearl- mi chiama la dea, senza voltarsi.
Mi blocco. Come fa a sapere il mio nome? Ma soprattutto perché mi faccio ancora queste domande?
-Su, vieni- alza il viso e mi fissa. Non ha espressione. Il suo perfetto viso è immobile. I lineamenti perfetti non trasmettono nessuna emozione.
M'inchino. -Divina Eir, io... -
-So perché sei qui, hai bisogno di un antidoto per salvare una persona- la sua voce è senza tono. Il suo sguardo non brilla, non trasmette nessuna emozione. È identica a una bambola di porcellana, una bambola bellissima e priva di pensieri.
Annuisco. -Divina Eir, io sarei eternamente grata del tuo aiuto, io... non so cosa prometterti, ma in qualche modo riuscirò a sdebitarmi- piango. Le lacrime rotolano lungo le mie guance.
-Molte persone sono venute da me a chiedermi aiuto- si avvicina, mi sfiora il viso con la mano. Le sue dita raccolgono le mie lacrime. La sua pelle è morbida e profuma d'erbe. -Io posso darti il dono della guarigione, non saresti la prima a cui lo concedo- e mi sfiora delicatamente il braccio e il fianco sui quali sono caduta. Improvvisamente il dolore passa.
Il modo in cui lo dice mi mette in guardia. Cosa vuole? -Me lo dareste veramente?-
-Certamente- non sorride.
-A che prezzo?- chiedo piano.
-Io posso dare i poteri solo alle donne che mi giurano fedeltà-
-Fedeltà?- deglutisco. Ho la gola secca. -Che tipo di fedeltà?-
-Sarai una mia allieva, cerco sempre ragazze che si possano unire a me-
Una sua allieva. -Io... sto aiutando Loki a cercare il martello di Thor, non posso essere una tua allieva-
-Quando la missione sarà terminata tornerai qua due volte la settimana e io ti insegnerò tutto ciò che dovrai sapere sulle guarigioni-
Due volte la settimana. Non sembra molto. Ripenso a Loki febbricitante. Morirà se non lo aiuto io. Non posso fare altro. -Ci sono altre condizioni?-
-Le mie allieve devono essere pure: niente alcol, niente carne e soprattutto devono essere caste, quindi niente... incontri carnali-
Soppeso queste parole. Non bevo, non amo particolarmente la carne. Allora perché indugio? È l'ultimo punto che mi ferma. In realtà non so perché questa cosa mi fermi. Io non esco mai con i ragazzi. Sono uscita con un solo ragazzo in vita mia e... beh, è finita male.
-Dovrei rimanere casta?- chiedo con un filo di voce. E penso a Loki che mi stringe a sé, al nostro ballo, a quelle labbra che vorrei baciare. Lo faccio per lui, penso. Io lo amo. Questo pensiero mi colpisce come un pugno. Non posso amarlo, non è possibile. Allora cos'è questa sensazione che mi preme il cuore?
-Esatto, fino a quando sarai una mia allieva-
-Ovvero quanto tempo?-
-Alcune lo sono per sempre, altre restano con me per qualche anno, poi tornano alla loro vita-
Deglutisco. Non c'è altra scelta. -Accetto- dico solo.
La dea non sorride. Sospetto che non sappia sorridere. -Avvicinati, Pearl, ti darò il mio potere-
Faccio un passo avanti, il cuore che mi batte forte nel petto. Spero di non svenire. Vorrei solo scoppiare a piangere. Mi sento così stanca, così sola, così infelice.
Eir mi posa le mani sulle spalle. Sono avvolta in una luce accecante. Chiudo gli occhi. Sento il potere entrare dentro di me. È come una scossa elettrica. Rabbrividisco. Per un attimo ho paura che scoppierò. Poi, lentamente, inizio a sentirmi meglio.
-Ti basterà toccarlo- mi spiega Eir.
Annuisco. Ho la gola secca. -Ho capito- mormoro.
-Sarà facile, vedrai, ora vai da lui-
Non aspetto altro. Mi volto e corro via.
NOTE DELL'AUTRICE:
Ciao ❤
Ecco il nuovo capitolo. È un po' più breve dei precedenti.
A presto!
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top