L'ULTIMO BACIO
Mi volto. Faccio un giro su me stessa. Cerco Loki ovviamente. Non lo vedo da nessuna parte. Ma dov'è? La sala è più buia senza la sua irritante presenza. E poi noto che una delle porte della sala è socchiusa. Un brivido mi percorre e non è per il freddo. Non mi ha detto nulla e se n'è andato. Mi ha lasciata da sola in mezzo a tutti questi esseri che sembrano splendenti ma che a ben guardare non lo sono. Mi chiedo se la patina dorata che li avvolge non rimanga attaccata alle mani se si prova a sfiorarli. Non indugio un attimo di più e lo seguo. Non può lasciarmi così, questa è la mia festa. Non mi arrenderò. Esco. Il cielo è terso, l'aria è pungente. Mi stringo nel mio abito brillante. Mi guardo intorno. E poi lo vedo. Se ne sta appoggiato alla ringhiera a fissare le stelle. Mi sollevo il vestito per non inciampare e lo raggiungo, barcollando sui miei tacchi troppo alti.
Loki non si muove nonostante sappia che lo sto raggiungendo.
-Un vero cavaliere- borbotto, fermandomi accanto a lui e noto un suo leggero sorriso. Un sorriso che fa sorridere anche me.
-Io non sono un cavaliere- mi ricorda, come se già non lo sapessi, come se non adorassi proprio il fatto che lui non è un cavaliere, ma un pirata.
-Su questo non ho dubbi, però sei un eroe, mi hai salvata- gli ricordo.
-Dopo averti messa nei guai- ribatte.
-Mi hai riportata a casa- gli ricordo.
-Dopo averti rapita e sfruttata-
-Conta ciò che fai alla fine- sorrido -nulla è già deciso-
-Sì invece, siamo marionette in mano al destino- lascia ricadere le braccia. Mi sembra solo un ragazzo. Si volta verso di me. Le labbra sono piegate in una smorfia. I capelli gli ricadono sul viso. Non riesce a sorridere come al solito. È una smorfia triste. -Ho notato che quell'incapace di Vidar ti guarda-
Quelle parole mi colpiscono come un pugno. -Allora?- chiedo, fissandolo negli occhi che ora sono neri.
-Lui sarebbe un buon partito, certo è uno sciocco e tu meriti di meglio, ma forse riuscirà a prendersi cura di te- lo dice con tristezza, come se pensasse che lui non è in grado di farlo.
-Non ho bisogno di qualcuno che si prenda cura di me- ruggisco, io ho bisogno di te, penso. Certo, è odioso, insopportabile, bugiardo, ma quello che provo...
-Allora diciamo che ti prenderai tu cura di lui- questa volta si volta e se ne va. Lo guardo scendere lungo la scalinata.
-Aspetta- urlo e lo rincorro. È follia. La scalinata è ghiacciata, io ho i tacchi, potrei inciampare. O peggio, potrebbe spezzarsi il mio cuoricino... beh, non per la caduta.
Loki scende ancora un paio di scalini, poi si ferma su uno scalino più ampio degli altri e si volta. I capelli sono mossi dalla brezza. La luce della luna lo illumina. Sembra un pallido vampiro, un essere uscito dai sogni o forse dagli incubi. Mi vengono in mente molte fiabe oscure. Ricordi della mia infanzia. Per esempio la storia di quella fanciulla che attendeva l'amato disperso in guerra. Lo attendeva con così tanto desiderio che lui era tornato dalla tomba e l'aveva portata con sé. Oppure l'altra storia, quella dell'innamorata che aveva scoperto che il suo amato era un elfo crudele e che l'avrebbe uccisa. Poi Loki sorride e improvvisamente tutte queste fiabe perdono il loro significato. Noi siamo unici, la nostra fiaba è unica.
Mi sollevo l'abito, prendendolo per i lati. Lo raggiungo, slittando sul ghiaccio. Mi afferra per il braccio evitando che faccia una spettacolare caduta.
-Ehi ragazzina- esclama -cosa ti viene in mente di correre con quei trampoli su una lastra di ghiaccio?-
Rido. -È colpa tua-
-Che novità! È sempre colpa mia- commenta allegramente.
Appoggio le braccia sulle sue spalle e incrocio i polsi dietro la sua testa. Lui mi prende per la vita. Una stretta delicata e forte. Noi siamo ogni cosa e il suo opposto.
-Che ne dici di un ultimo ballo?- domando, la voce che trema, il cuore che minaccia di uscirmi dal petto.
Lui mi fissa. I suoi occhi cambiano colore mille volte in pochi istanti. Sono azzurri come il cielo, verdi come le foreste, viola come l'ametista, blu come il mare, neri come la disperazione. Restiamo abbracciati. Siamo solo una coppia in un mondo pieno di altre persone, storie, amori. Due innamorati che stanno per lasciarsi. Probabilmente siamo ben poca cosa agli occhi del mondo. Giove ride agli spergiuri degli amanti, dicevano gli Antichi Romani. Beh, forse dovrei dire Odino, tanto per stare in tema. Cosa siamo? La principessa e il pirata. Un quadro che un folle pittore ha dipinto. Una poesia lasciata a metà. Un libro che è terminato troppo presto. Io con il mio ampio abito, lui con le sue labbra piene di cicatrici, intenti a ballare su una scalinata sotto la neve. Se qualcuno ci fotografasse in questo preciso istante e ci mostrasse a un pubblico tra mille anni, chissà cosa direbbe. Siamo due amanti clandestini? Due folli? Due fidanzati? Avrei potuto essere un paio di ruvidi artigli che corrono sul fondo di mari silenziosi. Noi due avremmo davvero potuto fare la differenza. I fiocchi di neve cadono lenti, mi finiscono nei capelli, sul viso, sulle spalle nude. Loki non viene colpito dalla neve che si scioglie prima di toccarlo.
-Un ultimo ballo, eh?- dice lui e sorride. Mi afferra per la vita con un braccio e balliamo. Non importa se questo non è il posto giusto per ballare. Non importa se scivolo sul ghiaccio. Non importa se la musica è lontana. Mi sembra che si tratti di una canzone su Brunilde e Sigfrido. la nostra canzone. Non lo dico, ma scorgo qualcosa nel suo sguardo. Sono folle, ma penso che forse per una volta si è intenerito. Mi stringe più forte a sé, facendomi appoggiare la fronte contro la sua spalla, così non posso vedergli il viso. Sento il suo corpo scosso come da un singhiozzo. Non gli dico nulla, non voglio rovinare questo momento. È malinconicamente perfetto. Ed è ingannevole. Fa quasi sperare che tra noi ci possa essere il lieto fine.
Quando la musica termina ci fermiamo. Tutto finisce. Loki si tira leggermente indietro. Ci fissiamo per un istante.
-Tra me e te ne sarebbe valsa la pena di affrontare il problema sorridendo- recita Loki.
-Eliot- dico in un sussurro.
Lui annuisce. –La poesia che abbiamo sentito la prima volta in cui ci siamo incontrati-
-Non credevo che la ricordassi-
Loki si stringe nelle spalle. –Come potrei non ricordarla? Ci appartiene, in fondo, è la storia di un amore che non potrà mai essere-
Deglutisco. –Il nostro esiste-
Lui annuisce lentamente, poi mi sorride.
–Un ultimo bacio- dice solo e io lo bacio. Un ultimo lunghissimo bacio in mezzo alla neve. Poi lui mi lascia e corre via. Io resto immobile dove sono. Vorrei piangere, ma non ci riesco. Il dolore è troppo acuto. Lo guardo andare via. Il mio posto è qua. Lui è il nemico. Allora perché mi sento mancare al pensiero che lui se ne va?
Dopo un lungo istante mi volto per rientrare nella sala. Qualcosa mi compare davanti.
-Ciao, Pearl, che bella serata- dice Vali, sorridendomi. Un brivido mi percorre la schiena. Ci metto alcuni istanti a comprendere che è un brivido di paura. C'è qualcosa di molto inquietante in Vali e sono certa di essere in pericolo.
NOTE DELL'AUTRICE:
Ciao ❤
Cosa ne pensate di questo capitolo?
A presto
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