IL BALLO
La grande sala è piena di gente. Sono tutte creature che sembrano uscite da un sogno. Alcune hanno ali luccicanti, altre hanno la pelle coperta di squame. Io entro al fianco di mia madre. Lei mi passa un braccio intorno alla vita, affettuosa. Peccato che non ci mai sia quando ho avuto davvero bisogno di lei. Mi ritrovo a pensare che sia tutto una recita. Una sciocca farsa.
Il cuore aumenta i battiti quando riconosco Loki in un angolo della sala. È solo, le braccia conserte, lo sguardo leggermente cupo. Vorrei correre da lui, ma mi trattengo. Ho insistito io per invitarlo, ho controllato personalmente che l'invito gli venisse consegnato. Temevo che non sarebbe venuto, invece è lì. E so che l'ha fatto per me. Non abbiamo più avuto modo di vederci da quando mi sono trasferita al palazzo di mia madre. In realtà è qualcosa di momentaneo. Voglio tornare alla mia vecchia vita. Università, shopping, Starbucks. Mi manca. E poi voglio tornare dai miei zii. Considero loro i miei veri genitori. E i miei fratelli. Sono insopportabili, ma mi mancano. E poi forse lì potrei passare un po' di tempo con Loki, non penso che sarebbe impossibile trovarci lì. Mia zia sarebbe felice di sapere che frequento un ragazzo, inoltre lo conosce e le sta simpatico. Ovviamente dovrei evitare di dirle chi esattamente è, ma questa è un'altra storia.
Mi viene presentata molta gente, tanto che a un certo punto ho difficoltà a ricordare i nomi. Vali non c'è, mamma mi ha detto che è in viaggio. Un giovanotto che dice di chiamarsi Vidar mi chiede subito di ballare. È alto, muscoloso, con folti capelli neri. Ha profondi occhi scuri e lineamenti decisi. Scopro che è un dio, un altro figlio di Odino. È un ragazzo amabile, ma parla pochissimo. Più tardi mia madre mi sussurra che è il dio del silenzio.
-Oh cara, hai fatto colpo... si dice così, no?-
-Sì- mormoro.
-Vidar ha fatto un voto, può parlare solo il necessario... oh tesoro! Se tu e lui vi metterete insieme potrai venire a vivere qua, ha un bel palazzo con un enorme giardino silenzioso pieno di alberi, passa lì quasi tutta la giornata... dicono che abbia una scarpa enorme...-
Tra me e me penso a quanto sia angosciante vivere in un posto avvolto dal silenzio. –Una scarpa?- chiedo curiosa.
-Sì, gli servirà per uccidere quell'abominio del lupo... il figlio di quell'altro abominio- e non deve fare il nome per comprendere che si riferisce a Loki. Sento un sapore amaro in bocca. Ogni volta che penso che ha dei figli... beh, mi sembra strano che abbia dei figli che sono più vecchi di me.
-Tesoro, non temere, hai la mia benedizione, sono certa che Vidar ti sceglierà... potresti diventare una dea-
-E se io non volessi lui?-
Freya sgrana gli occhi come se non capisse da dove venga questa domanda. –Perché non dovresti volerlo, tesoro? È bello, intraprendente, figlio di Odino... certo, non parla molto, ma credimi, è meglio un uomo che parla poco... non come un'altra persona di mia conoscenza che parla troppo- e lancia uno sguardo più che eloquente a Loki che se ne sta in disparte a bere un calice d'idromele –e che beve anche troppo... tesoro mio, potrebbe diventare molto indisponente tra un po', quasi lo spero, così potremmo cacciarlo dalla festa- sorride, un sorriso crudele. Improvvisamente ricordo che non è solo un'amabile dea dell'amore, ma è anche una dea della guerra. In fondo ha senso, l'amore spesso è crudele. –Cara, non ti ho raccontato com'è diventato indisponente all'ultima festa a cui ha partecipato, oh, ha iniziato a insultare tutti, compresa la tua povera mamma e... -
Freyr si avvicina proprio in questo momento, togliendomi dall'imbarazzo di ascoltare il resto e di rispondere. –Allora, sorellina, come procedono le cose?- chiede. Indossa una camicia con le maniche arrotolate e dei jeans scuri. Mi ritrovo a pensare che sia stranamente fuori luogo in questa sala.
-Credo di aver trovato un marito per la mia piccola- esclama lei, gioiosa.
Freyr mi lancia uno sguardo solidale, come a dire: "Non preoccuparti, fa sempre così".
Gli sorrido. I due iniziano quindi a parlare di non so bene cosa. Suppongo che siano bei ricordi. Un paio di volte viene nominato Odr, lo scomparso marito di mia madre. Freyr cita degli altri nomi che non ho mai sentito. Faccio un passo di lato e mi ritrovo ad osservare la sala. Gli dei ballano. Un dio con la lunga barba se ne sta in un angolo a cantare con l'arpa. È Bragi, il dio dei bardi. Una bellissima ragazza è al suo fianco. Tiene in mano una mela che sta tagliando a pezzi. Idunn, la dea della giovinezza. Le sue mele mantengono giovani per sempre. Quando si accorge che la guardo mi sorride e mi saluta con un elegante gesto della mano. Imbarazzata ricambio. Thor e Sif stanno ballando al centro della sala. Anche Tyr, il dio guerriero, è in pista, abbracciato a una donna. La moglie, presumo. Poco lontano c'è Odino, seduto sul suo trono, che osserva la scena. Sua moglie Frigg sta facendo qualcosa all'uncinetto, l'espressione assorta. Delle Valchirie stanno chiacchierando a un lato della sala. Per un attimo mi chiedo cosa succederebbe se andassi a parlare tra loro, se mi accoglierebbero oppure no. La festa è in mio onore, ma nessuno sembra notarmi. Una strana tristezza m'invade. Mi sento sola, tutti si divertono tranne me.
Viene Loki a salvarmi. –Credo che sia convenzione sociale che chieda alla festeggiata di concedermi un ballo- mi dice all'orecchio, arrivandomi da dietro.
-Oh, sì, si usa così... e tu da dove giungi?- chiedo, voltandomi.
-Dagli incubi- mi prende per la vita e mi porta in mezzo alla pista da ballo sotto lo sguardo improvvisamente torvo di mia madre –credo dagli incubi di tutti i presenti- aggiunge.
-Lo penso anch'io... non ho mai visto una persona più guardata male- e infatti noto che abbiamo lo sguardo di quasi tutti i presenti addosso. Le chiacchiere si sono interrotte e mi rendo conto che anche Bragi ha smesso di cantare. L'unica musica che è rimasta è quella di sottofondo degli stereo.
-Dici? Gli uomini sono invidiosi del mio fascino e le donne sono gelose perché guardo solo te- mi passa le braccia intorno alla vita.
Io sospiro sconsolata. –Sempre il solito- gli cingo languidamente il collo. Lui conduce il ballo. All'improvviso ci siamo solo io, lui e la musica. E vorrei che tutto fosse così perfetto per sempre. Non me ne importa nulla del giudizio degli altri. Guardino, critichino, facciamo quello che vogliono. Per un attimo vorrei baciarlo. Sarebbe bello baciarci lì, di fronte a tutti, rendere pubblico ciò che c'è stato tra noi. Riesco a stento a gestire l'impulso.
-Ti ho salvato dalla noia, eh?- chiede lui. Si sforza di essere allegro, ma c'è qualcosa di strano nella sua voce.
-Certo, è arrivato il Principe Azzurro-
-Grazie per quello che hai fatto, nessuno ha mai preso le mie difese in quel modo, ma è stato stupido e imprudente-
-Lo so, ma... -
-Pearl, tesoro- dice mia madre avvicinandosi. Tiene Vidar per il braccio. Il mio momento di spensieratezza è finito. –Vieni, cara, Vidar vuole fare un altro ballo con te-
Loki apre la bocca per controbattere. Mi aspetto che lo insulti, invece la richiude. –Vai, ti aspettano- e mi lascia.
Mia madre mi prende per il braccio e mi trascina verso Vidar. Ci ritroviamo faccia a faccia io e lui.
-Ballate voi due- dice mia madre.
Non posso fare altro che assecondarla. Balliamo in silenzio. Vidar mi stringe la vita. Una stretta senza passione. Intorno a noi gli altri dei ballano. Scorgo il gruppetto delle Valchirie che parlotta e mi fissa. Le ignoro. Improvvisamente non voglio più fare parte di questo gruppo, preferisco stare da sola.
Io e Vidar non parliamo. Sono felice che lui non sia un chiacchierone, non saprei cosa dire. Non sono proprio dell'umore giusto per parlare. Mi lascio solo condurre, come una bambola. Non è forse quello che mi richiedono qua? Essere una bambola, abbassare il capo, accettare gli eventi. Noto Sif che mi fa l'occhiolino con aria complice. Mia madre è corsa al fianco di Odino e i due ci fissano. Perfino il re degli dei sta sorridendo mentre ci guarda. Mia madre gli sussurra qualcosa all'orecchio e lui annuisce. Suppongo che stiano combinando il nostro matrimonio. Vorrei solo voltarmi e correre via, ma non ne ho la forza. Non voglio affrontare le conseguenze di un simile gesto, è più semplice continuare a ballare. Dopo un tempo che mi pare infinito finalmente il ballo finisce. Mi congedo da Vidar con un inchino, quindi mi allontano. Mi fermo vicino a un tavolo pieno di pietanze, lontana da mia madre. Mi sento tremendamente malinconica.
NOTE DELL'AUTRICE:
Ciao ❤
Questo capitolo è un po' più lungo degli altri. Probabilmente anche il prossimo sarà lungo e ci sarà un colpo di scena.
A presto
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top