Capitolo 8.

Una sorta di rivalità ed i sentimenti di Hinata.


Dopo aver salutato per bene i propri zii, le due ragazze insieme ad En furono scortate da Dada dino ad un tavolo libero.
Ordinarono da bere e da mangiare molto velocemente, e ripresero a chiaccherare tra di loro.
Pucca era davvero felice di essere lì con Hinata ed En. Le sembrava un sogno.
Ma come in tutti i sogni, prima o poi, arriva il momento di svegliarsi.
Per tutti. 


 Finito di pranzare, e convinto En a non ordinare una quinta porzione di spaghetti, Pucca accompagnò gli altri due giapponesi in giro per la città di Sooga.
Vicino ad un piccolo baretto, il giovane trio si imbettè negli amici più cari di Pucca: Ching, Abyo e... Garu.
Quest'ultimo in particolare squadrava attentamente il ragazzo biondo al fianco della piccola giapponesina.
Anche En osservava di rimando Garu, con la medesima intensità.
Non sapeva il motivo, ma Pucca sentiva che quegli sguardi non significavano niente di buono.
- Ciao, ragazzi - li salutò cordiale la corvina - Che fate di bello? - chiese.
- Stiamo andando al parco. Oggi pomeriggio ci sarà una gara d'aquiloni, e volevamo andarla a vedere - rispose con un sorriso Ching, avvicinandosi al gruppetto - Io sono Ching. Se non sbaglio siete Hinata ed En, giusto? Vi ho riconosciuti dalle foto di Pucca -
Hinata ricambiò l'ampio sorriso della coreana, e le strinse con energia la mano - È un piacere conoscerti Ching; Pucca mi ha parlato moltissimo di te. Gli amici di mia sorella sono anche amici miei -
Le presentazioni finirono molto velocemente e, quando arrivò il turno di En e Garu, scese un velo di gelo.

A Pucca sembrò che i due si stessero proprio guardando in cagnesco; ma forse era stata solo una sua impressione.


 - Quel tipo non mi piace - brontolò qualche minuto dopo En, rivolto alle due sorelle - Ha un'aria che non mi convince per niente - aggiunse, trucidando con lo sguardo la schiena del giovane coreano, intento a camminare a qualche metro di distanza davanti a loro.
- Non fare il paranoico En, come a tuo solito - lo riprese Hinata, alzando gli occhi al cielo e scuotendo lievemente il capo allo stesso tempo.
Il ragazzo biondo era solito attaccar briga con tutti, e loro lo sapevano perfettamente.
La scusa che utilizzava era sempre la stessa; "Quel tipo non mi piace".
Era davvero un caso perso.
- Non sono paranoico! - soffiò irato lui, stringendo i pugni e gonfiando le guance.
Hinata lo liquidò molto velocemente mormorando un paio di "Se lo dici tu", mentre la piccola Pucca osservava con fare assorto la schiena dell'ex-ninja.
Lei e Garu non si erano più rivolti la parola.
Anche prima, quando si erano salutati, lui era rimasto molto freddo e distaccato; quasi come se lei fosse stata un'estranea.
La reazione del coreano, anche se non voleva ammetterlo, l'aveva fatta sentire male.
Non riusciva proprio a capirlo.
In pochi minuti arrivarono nei pressi del parchetto, e il cielo era già costellato da numerose forme dagli sgargianti colori.
Ce n'erano di tutti i tipi e dimensioni, e le ragazze parevano rapite nell'osservarli.
- Che meraviglia! - esclamò estasiata Hinata, osservando il cielo.
La maggior parte dei proprietari degli aquiloni erano ragazzini molto giovani che, ridendo e scherzando tra di loro, correvano sull'erba fresca.
Le ragazze stesero sul prato un telo colorato, per sedervisi sopra e rilassarsi un po', mentre i ragazzi si erano allontanati un secondo per prendere qualcosa da bere al chioschetto lì vicino.
Rimaste sole, Pucca ne approfittò per chiedere alla sorella - Come va con En? -
La castana scosse la testa - Un disastro da quel punto di vista. Si vede lontano un miglio che è innamorato di te, sorellina. Non l'hai visto come guardava Garu prima? Non lo sopporta perchè sa che è lui il ragazzo di cui eri innamorata. Forse dovrei davvero lasciare perdere -
Era da tanti anni che Hinata nutriva dei sentimenti sinceri nei confronti del loro amico biondo, e Pucca lo sapeva benissimo, ma il ragazzo aveva mostrato una sorta di interesse solo per la sorellina più piccola.
La giapponesina scosse decisa il capo - Non ci pensare nemmeno per sogno, Hina - la riprese la corvina - En è solo un po'... lento, in certe cose. Come tutti i ragazzi d'altro canto. Non disperare - disse con tono dolce, mettendole una mano sulla spalla per darle sostegno.
Hinata però era fortemente tentata di abbandonare tutto una volta per tutte; era davvero al limite.
I primi tempi aveva provato a mostrarsi dolce e carina nei confronti di En, ma non aveva funzionato. Allora aveva provato con il suo lato più deciso, ma non aveva funzionato nemmeno quello.
En sembrava vedere soltato sua sorella minore, ma Hinata non le dava colpe.
Non era colpa sua; i sentimenti umani non si possono nè controllare nè comandare.
Alla fine Hinata, stanca di non venir mai considerata, aveva iniziato a provocare il ragazzo prendendolo in giro e stuzzicandolo.
Un minimo di reazione l'aveva avuta, ma non quella da lei sperata.
- Perchè non provi a farlo ingelosire? - propose Ching, entrando innocentemente nel discorso - Con me ed Abyo ha funzionato. I primi tempi non riusciva proprio a vedermi come la sua "ragazza", o proprio come un essere umano di genere femminile - ridacciò la corvina - Ho dovuto chiedere ad un mio amico se poteva far finta di corteggiarmi spietatamente... Alla fine Abyo si è svegliato, e mi ha rivendicata come "sua". Potrebbe funzionare anche con te, Hinata -
La proposta di Ching non era niente male. Non era male proprio per niente.

- Potremmo provare - disse Pucca - E so anche a chi potremmo chiedere -  


- Non vedo alcuna ragione per la quale dovrei aiutarvi -
- Una scorta di spaghetti jajjang per un mese potrebbe bastare? -
Pucca osservava il ninja seduto davanti a lei e sua sorella, mentre meditava sulla sua proposta.
Tobe quando si era ritrovato davanti alla porta di casa Pucca, insieme a quella misteriosa ragazza, non sapeva cosa aspettarsi; era rimasto alquanto sorpreso sia dall'inspiegabile, inizialmente, visita sia dall'improbabile richiesta.
- Perchè stai chiedendo questa cosa a me? - chiese il ninja alzando un sopracciglio, ed incrociando le braccia al petto tonico - Non potevi chiederlo ad uno dei tuoi amichetti? -
Il ragionamento di Tobe non era sbagliato.
Loro due non erano mai stati in buoni rapporti, ed oggettivamente sarebbe stato molto meglio chiedere aiuto a qualcun altro.
Pucca scosse la testa - Ritengo che tu sia la persona, il ninja, più idoneo per questa... "missione" - mimò le virgolette - Allora? Accetti oppure no? -
Si trattava di una scorta di spaghetti, gratuiti, per un intero mese per lui e i suoi fedelissimi ninja, per far ingelosire un bamboccio nipponico?
- Ci sto -


- Pucca non credo sia una buona idea - mormorò Hinata, osservando con fare scettico la sorella minore.
- Fidati di me, Hina - ribattè pronta la giapponesina - Andrà tutto come secondo i nostri piani -
Nonostante le parole di incoraggiamento di Pucca, la castana non riusciva a stare per nulla tranquilla. Aveva la sensazione che quella storia non sarebbe finita bene.
- Tranquilla, Hinata. Ha ragione Pucca: andrà tutto liscio come l'olio - intervenne Ching, mentre acconciava con cura i capelli medio lunghi dalla castana.
Si trovavano tutte e tre nella camera della piccola Pucca, intente a preparare al meglio Hinata per l'appuntamento nel tardo pomeriggio.
Il piano era semplice e conciso: alle sei, Hinata sarebbe uscita insieme a Tobe per fare un giretto per il villaggio, esattamente e casualmente sotto lo sguardo di En. Vedendola insieme ad un altro ragazzo, En avrebbe compreso di provare qualcosa nei confronti dalla ragazza e vissero tutti felici e contenti.
Era una splendida, splendida idea.
Per l'occasione Hinata doveva essere a dir poco meravigliosa; doveva far cadere il biondo ai suoi piedi.
Ching era intenta a sistemarle i capelli, mentre Pucca stava studiando un abbinamento di vestiti perfetto per risaltare al meglio la figura snella e slanciata della sorella maggiore.
Doveva essere qualcosa di semplice, ma d'effetto.
Dopo diversi minuti di ricerche e di tentativi falliti, Pucca trovò l'abbinamento vincente. Un delizioso vestitino azzurro cielo, smanicato e a collo alto, con delle calze color panna e delle scarpette a bambolina nere lucide.
Insieme ad un trucco leggero e i capelli resi mossi con il ferro, Hinata era pronta e bellissima.
- Continuo a pensare che sia una pessima idea -
Il lato pessimista della castana continuava ad emergere con prepotenza, ma le due ragazze parevano non darle più ascolto.
Tra pochi minuti il loro piano sarebbe stato avviato.


- Fatico ancora a credere che ti abbiano convinto a partecipare a questa follia - borbottò Hinata, rivolta al ragazzo al suo fianco.
Lei e Tobe stavano camminando fianco fianco per la via principare di Sooga, sotto gli sguardi confusi e sconvolti dei passanti.
Avere tutti quegli occhi addosso, metteva Hinata fortemente a disagio.
- Non dovresti essere il cattivo? Da quando ti sei dato all'aiutare il prossimo? - chiese lei, confusa.
In risposta Tobe scrollò le spalle - La vita al villaggio è diventata noiosa, ed io mi stavo annoiando. Non credere che lo stia facendo per fare un favore a te o a Pucca... - rabbrividì pronunciando quel nome.
La piccola giapponesina era capace di spaventarlo più di chiunque altro.
- Lo faccio solo per gli spaghetti. Non dimenticarlo, ragazzina - disse, con fare orgoglioso, facendo sbuffare la castana.
- Ma se avrò la tua stessa età - mormorò, alzando un sopracciglio.
Dietro di loro, a distanza di qualche metro, c'erano Ching e Pucca che silenziosamente seguivano i due ragazzi.
All'appello mancava solamente il biondo.
- Hai sentito Abyo? - domanda Pucca alla sua migliore amica, che annuì decisa.
- Sì - rispose - Lui, En e Garu stanno arrivando. Da quanto mi ha riferito il tuo amico e Garu sembrano non andare proprio d'accordo - la informò la ragazza.
Si fermarono dietro una panchina, e la giapponesina osservò Ching con fare interrogativo.
Cosa voleva dire che En e Garu non stavano andando d'accordo? Che cosa stava succedendo?
- Cosa ha combinato En? - chiese allarmata, sgranando lievemente i grandi occhi scuri.
Ci mancava solo che quel biondo combina guai ne facesse un'altra delle sue, proprio in quel momento!
- Lui, da quel che mi ha riferito Abyo, niente; sembrerebbe Garu quello che vuole attaccar briga -
Le parole di Ching la sconvolsero non poco; ma come darle torto?
Garu? Che attaccava briga?
Cosa diavolo stava succedendo in loro assenza?
Pucca però non aveva tempo per pensare a Garu, anche se in cuor suo avrebbe voluto. Doveva concentrarsi sul piano, e su sua sorella.
Garu, purtroppo, doveva passare in secondo piano; così come i suoi sentimenti, in quel momento.
Nel frattempo, sempre secondo il loro magnifico piano, Tobe aveva portato Hinata al parchetto di quel pomeriggio dove, casualmente, vi era anche il gruppetto di En, Abyo e Garu.
Il ninja aveva scortato la giovane giapponese fino ad una panchina in legno, esattamente davanti al laghetto artificiale.
Da dietro un cespuglio, Pucca e Ching si lanciarono un'occhiata d'intesa
- È il momento del segnale. Avvisa Abyo - Ching annuì con decisione, e prese tra le mani la piccola Won.
- Vai Won, tocca te - disse la coreana, lasciando andare la sua piccola amica piumata verso il suo ragazzo.
Avvistata la piccola gallina, Abyo con finto nonchalance esclamò rivolto agli altri due ragazzi - Ma quella ragazza, insieme a Tobe, non è la sorella di Pucca? -
Sia Garu che En volsero il loro sguardo, seguendo quello del ninja, fino alla coppietta seduta sulla panchina.
Pucca, seppur nascosta, riuscì a vedere il mutamento sul viso di En.
Inizialmente concentrato a fulminare Garu, quando vide Hinata insieme a Tobe parve sbiancare.
La prima cosa che notò En, oltre al fastidioso ragazzo seduto vicino a lei, fu il suo aspetto esteriore; non aveva mai visto Hinata così carina da quando la conosceva, e la consapevolezza che si fosse preparata in tale maniera per quello lì gli fece salire il sangue al cervello.
Per lui c'era qualcosa che stonava in quel quadretto.
Hinata non sembrava "al settimo cielo" di essere seduta vicino a quel ragazzo, sembrava quasi non sopportasse la sua presenza; mentre Tobe era troppo tranquillo e a suo agio, e fin troppo vicino alla ragazza a parere di En.
- Chi è? - chiese il giapponese, con tono di voce basso e non poco infastidito.
A rispondergli fu Abyo - È uno del villaggio. Una volta ricopriva il ruolo di cattivo del gruppo, ma negli ultimi anni si è visto costretto ad appendere le stelle ninja al muro -
"Bene" pensò il biondo ancora più infastidito "È pure una persona poco raccomandabile! Con chi cazzo esce quella cretina?"
En si passò una mano sugli occhi stanco "Quello che fa quella scema non è affar mio. Se vuole frequentare quello scemo, cazzi suoi".
Il biondo aveva davvero tutte le intenzioni di lasciar perdere la coppietta, e di tornarsene a farsi i cavoli proprio; ma cambiò fulmineamente idea quando notò un ulteriore cosa.
Sotto ordine di Pucca e Ching, Tobe si era visto costretto ad avvicinarsi maggiormente alla ragazza, metterle un braccio intorno alle spalle e far finta di stare per baciarla.
Ovviamente Hinata non era per nulla d'accordo con quella parte del piano, e non fece nulla per nascondere la sua disapprovazione.
En interpretò quella scena come se Tobe stesse cercando di baciare Hinata, contro la volontà di quest'ultima. Nella mente del biondo, quella scenetta si evolse in qualcosa di davvero disastroso.
Scattò d'istinto, senza pensarci due volte e sotto gli sguardi soddisfatti di Abyo, Ching e Pucca.


Il ragazzo marciava con passo sicuro e pesante, verso la panchina dove ereno seduti Tobe ed Hinata.
La prima ad accorgersi della sua presenza fu proprio Hinata che, vedendolo così furioso e nero, sgranò gli occhi sorpresa.
- Hinata? Vieni un secondo, dobbiamo parlare - il tono seccato ed imperioso del biondo diedo non poco fastidio alla ragazza; la seccò proprio.
- No - rispose infastidita, incrociando le braccia al petto ed accavallando le gambe.
En rimase leggermente interdetto; non aveva minimamente calcolato una reazione simile.
- Come, scusa? - chiese lui, credendo di aver sentito male o che stesse scherzando.
- Hai capito perfettamente, scimmia - gli rispose la ragazza, volgendo il viso dalla parte opposta.
Il ragazzo sentiva una vena sul collo pulsare per il nervosismo. Era indeciso tra il prendere per un braccio Hinata e trascinarla via, o tirare un pugno in faccia a quel Tobe.
- Hinata sto perdendo la pazienza. Mi sto incazzando sul serio... - cercò di essere il più pacato possibile, ma alla ragazza sembrava non importare.
- Incazzati, allora(1) - disse sicura, alzandosi e trascinando per un braccio un silenzioso ed impotente Tobe.
I due non riuscirono a fare nemmeno un passo, che il giapponese si parò davanti a loro.
- Come ti salta in mente di uscire con un tipo del genere!? - la rimproverò lui, indicando con una mano il ninja ed osservando sconvolto la ragazza.
- Da quando la mia vita sentimentale è affare tuo, scimmia? - chiese in risposta, con aria di sfida.
Mollò il braccio di Tobe, e si avvicinò furente al biondo puntandogli un dito contro a mo' d'avvertimento.
- Con chi esco o no, non ti deve minimamente interessare En; torna a sbavare dietro a qualcun altro -
Hinata era stata fortemente tentata di urlargli "torna a sbavare dietro a mia sorella", ma fortunatamente si era trattenuta. Tutta quella situazione la confondeva parecchio, e faticava a tenere testa-cuore e lingua collegati. Rischiava di sparare delle grosse stronzate.
L'ultima affermazione della castana lo lasciò confuso per qualche secondo, ma prese la decisione di passarci sopra.
- Quello che fai è affare mio, razza di deficiente; ancora di più se ti metti a frequentare tipi poco raccomandabili come quello là - ed indicò un Tobe leggermente indisparte, mentre mormorava un "Ehi" leggermente indignato che gli morì subito in gola.
Si vedeva che Hinata era la sorella maggiore di Pucca, metteva la stessa paura; e Tobe ne era leggermente intimorito.
Se le due sorelle erano anche solo lontanamente simili, quella lite non sarebbe finita per niente bene. Tobe di questo ne era più che sicuro.
- Parli proprio tu che facevi parte di una banda di teppisti? - ridacchiò divertita lei - Ma fammi il piacere, En! Non te n'è mai fregato niente nè di me nè della mia vita sentimentale. Cos'è tutto questo interessamento? Da quando ti importa della sorella maggiore di Pucca? - urlò quasi, sull'orlo di una crisi.
Tutto quel piano era stata una stupidissima idea, e lei era stata doppiamente stupida nel farsi trascinare dentro.
Fu quella semplice, ultima domanda a far aprire gli occhi ad En e a farlo ricordare. A fargli ricordare gli anni passati, e i loro primi anni di conoscenza... compresi quelli precedeni all'arrivo della piccola Pucca a Tokyo.



La prima volta che En Yoshima vide Hinata era ai tempi delle scuole medie, visto che avevano frequentato lo stesso istituto. Si conoscevano solamente di vista, e non si erano mai rivolti la parola.
L'unica cosa che facevano era osservars, di tanto in tanto, da lontano e di sfuggita, specialmente durante gli intervalli o le pause pranzo.
Aveva iniziato a "parlarsi" veramente dopo il famoso episodio di Pucca, e i primi tempi il ragazzo aveva la pessima abitudine di non chiamarla per nome ma "sorella maggiore di Pucca"; una cosa che Hinata odiava con tutto il cuore.
Non era altro che "Dov'è Pucca, sorella maggiore di Pucca?" o "Perchè Pucca non è con te, sorella maggiore di Pucca?"; Hinata non ne poteva davvero più.
La ragazza ignorava che En le utilizasse come scuse per poter parlare con lei, non avendo argomenti di conversazione.
Con quell'appellativo il ragazzo cercava solamente di provocarla, per avere una qualche reazione da parte sua, non immaginando quanto questo la facesse soffrire.
Non ne aveva proprio idea.
Le prime volte la castana cercava di essere il più cordiale possibile, e di non rispondergli male, ma alla lunga non riuscì più a trattenersi.
Fu così che nacquero le prime litigate ed i primi battibecchi fra i due; quei momenti sotto sotto facevano piacere al biondo, e li credeva l'unica maniera per essere considerato un minimo da Hinata.
Non sapevano di star sbagliando entrambi.



- Dai tempi delle medie... - iniziò a rispondere En, avvicinandosi alla ragazza davanti a lui - Da quando, pur non conoscendo il nome della ragazza dai buffi capelli a caschetto dell'altra sezione, mi ritrovavo spessissimo ad osservarla di nascosto. Senza mai farmi avanti per motivi a me stesso oscuri. A me è sempre importato di te, Hinata; anche prima dell'arrivo di Pucca -
In quelle parole En aveva messo tutta la sincerità e il sentimento di cui era capace, e che in Giappone non aveva mai tirato fuori per stupido orgolgio maschile.
Hinata, per ovvie ragioni, faticava non poco a credere alle sue parole e tale confessione la lasciava parecchio confusa e stordita.
- Ma tu sei innamorato di Pucca -
Quello fu il turno di En per rimanere confuso e stordito.
Sgranò gli occhi e, dopo alcuni secondi di silenzio imbarazzante, scoppiò definitivamente a ridere; arrivando persino a chinarsi lievemente in avanti per le numerose risate.
En non poteva davvero crederci!
- Fammi capire - disse, ridacchiando ancora - Tu eri convinta, in tutti questi anni, che io fossi innamorato di tua sorella? - domandò, con non celata ilarità, asciugandosi una lacrima con l'indice della mano destra.
La castana annuì un paio di volte con la testa, e il ragazzo scoppiò nuovamente a ridere più rumorosamente di prima - Cavolo! Sei davvero una stupida - affermò, con mezza voce, facendo scattare istantaneamente la furia della ragazza.
Hinata assotigliò lo sguardo, pronta ad azzannarlo e a saltargli alla gola.
- Cosa hai detto? - sibilò, inviperita - Io non sono una stupida, razza di babbuino con il Q.I. di una nocciolina marcia! -
En sembrava non ascoltare realmente le sue parole, e le sue offese; semplicemente continuava a sorridere, mentre la scrutava.
- Invece lo sei - ribattè lui, con molta semplicità - E il motivo è uno solo: io non sono mai stato innamorato di tua sorella. Le voglio bene, certo; ma provo per lei unicamente affetto fraterno. La vedo come la sorellina che non ho mai avuto -
La rivelazione di En riuscì a far vacillare la giovane giapponesina, ma mai come la frase che seguì.
- A me sei sempre piaciuta tu -



Pucca, dall'altra parte del parco, saltava dalla gioia insieme alla sua migliore amica.
Ce l'avevano fatta!
Il loro piano aveva, con l'incredulità di molti, funzionato alla perfezione.
Una sola cosa non quadrava in tutto quel quadretto: Garu.
Per tutto il giorno era rimasto indisparte, e le uniche cose che aveva fatto fino a quel momento erano state guardare male En (per un motivo che conosceva solo lui) e non pronunciare neanche mezza parola; il che era molto strano, visto che aveva abbandonato il voto di silenzio.
C'era qualcosa che turbava l'animo dell'ex-ninja, e Pucca si domandava cosa fosse.
Lo stato d'animo di Garu la preoccupava così tanto in quel momento, da portarla ad avvicinarsi e chiedergli - C'è qualcosa che non va, Garu? -
La domanda di per sè era molto sciocca, poichè la giapponesina sapeva perfettamente che c'era sicuramente qualcosa che non andava, ma voleva sentirlo con le proprie orecchie.
In risposta il corvino annuì - Ho bisogno di parlare con te, Pucca. Adesso -
Sentire quelle parole, uscire proprio dalla bocca del corvino, lasciarono Pucca per un momento senza parole.
Sentiva il cuore mertallarle nel petto ad una velocità impressionante, e un velo d'agitazione attanagliarle la bocca dello stomaco.
Curiosa di scoprire cosa volesse dirle il ragazzo, annuì in risposta ad iniziò a seguirlo silenziosamente.



NOTE:
(1): Potrebbe non interessarvi, ma queste due battute tra En ed Hinata hanno radici in una discussione veramente accaduta a me (diversi anni fa) in cui, con lo stesso modo di fare di Hina, ho invitato la persona con cui stavo discutendo ad incazzarsi pure e ho preso e me sono andata. Una scenatta comica, che mi fa ancora ridere a distanza di anni. Niente, era solamente una piccola chicca che molto probabilmente non interesserà a nessuno. 


Angolo della mente malata:
Un PARTOOOOOO! È stato un PARTOOOOOO.Pensoche sia stato il capitolo, in questa storia, più lungo che io abbia maiscritto... Il primo che si lamenta o pensa anche solo lontanamente chequesto capitolo sia corto lo vado a prendere a casa. Non scherzo. Mitrovate davvero a citofonare sotto casa vostra. Io vi avvertiti.
Buon salve miei Lords and Ladies :3 Come state?
Loso. Il capitolo non è incentrato di Pucca e Garu, e scrivendo questocapitolo ho avuto un sacco di dubbi. Ora vi spiego. A livello dipercorso narrativo questo blocco ci doveva essere già da tempi moltolontani, ma inizialmente volevo dividerlo in più capitoli. Ma poi misono detta, che forse era meglio farlo tutto in solo capitolo (questacosa della storia tra Hinata ed En) ed aggiurgerci alla fine anche unaparte particolare di Pucca-Garu... Solo che il capitolo, su Hinata edEn. è venuto lunghissimo (molto di più rispetto a come l'avevoimmaginato) e quindi ho pensato che fosse una scelta più saggiaritornare su Pucca e Garu dal prossimo.
Sì, lo so mi faccio troppe pippe mentali. Mea culpa.
Conla storia siamo a buon punto. Non dovrebbero mancare tantissimicapitoli (sempre se riesco a rispettare i miei calcoli mentali). Viassicuro che entro quest'anno la finisco. Me lo sono messo come"obiettivo del 2016": finire la storia su Pucca. Me la sto portandodietro da 4 anni, prima o poi dovrò finirla.
Se avete delle domande,delle teorie sui personaggi, su Hideo, su quello che potrebbe succederenel prossimo capitolo non fatevi problemi a scrivermi. Adororispondervi :3 e soprattutto leggere cosa producono i vostri piccoliHamtaro nelle vostre menti.
I miei ho paura che siano morti... Non so perchè, ma ho questa sensazione.
Primadi lasciarvi volevo dirvi un'ultima cosetta. In qualche "Angolo dellamente malata" passato, ho accennato ad una cosa a cui stavo lavorandosempre Pucca per il prossimo futuro. Questa storia, lo dico subito,nasce un po' per rabbia e un po' per voglia di cambiare alcune cosette.La storia la inizierò all'incirca alla fine di questa, e si chiamerà"Vanilla Kiss".
E tranquilli, non la farò durare 4 anni. Giuro sui tutti i miei fumetti manga, Bonelli e sui supereroi!
Niente volevo solo dirvi questo.
Io vi mando un bacino zuccheroso
- Harley ;*   

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