Capitolo 8

Carl passò da casa di Sophia per andare all'incontro con Alisia, la migliore amica della ragazza. Sophia non aveva detto niente alla sua amica riguardo all'invito fatto al ragazzo, voleva contare sulla sua bontà ed infinita immaginazione.
"Sei sicura che ad Alisia vada bene?" Chiese per la millesima volta Carl, facendo alzare gli occhi al cielo la ragazza e farle scappare un piccolo sorriso divertito; stavano camminando insieme da circa un paio di minuti, dato che lei si era fatta trovare fuori casa prima dell'arrivo di lui. "Sì, ti ho detto che le va bene, ma ora basta chiedermelo!" Lo rimproverò, incrociando le braccia al petto; nonostante fosse ancora appena inizio autunno, un piccolo venticello freddo soffiava lieve, ma quel che bastava per farle sentire brividi in tutto il corpo.
"È solo che... Non sono ancora convinto, ecco tutto." Confessò, scrollando le spalle e mettendo le mani in tasca.
"Ne abbiamo parlato ieri della tua paura di affezionarti," Gli ricordò, afferrandolo per un braccio per farlo fermare. "provaci e basta, ci sono molti modi per rimanere in contatto con persone distanti, anche."
"Preferisco decisamente parlare faccia a faccia, che di fronte ad un cellulare." Disse Carl, ricominciando a camminare.
"Mai sentito parlare di skype?" Gli chiese ridendo Sophia.
"Se internet è lento o disturbato non si può fare niente, e poi vuoi mettere un abbraccio dato dal vivo, che non uno virtuale?" Contrabattè, facendo alzare le braccia al cielo alla ragazza in un modo da finta disperata, mentre ribatteva: "Ma non ti va bene mai niente, allora!"
Scoppiarono entrambi a ridere, accorgendosi che ormai erano arrivati al parco; non ci volle molto per trovare Alisia, dato che era l'unica ragazza che si stava sbracciando nella loro direzione per farsi notare. Il suo sguardo diventò un punto interrogativo quando si posò su Carl, chiedendosi che cosa ci facesse lì il ragazzo.
"Non è che puoi aspettarmi un secondo qui?" Domandò gentilmente Sophia al ragazzo; lui annuì in risposta, mentre lei si dirigeva verso la sua migliore amica.
"Scusa se non ti ho avvisato," cominciò con espressione dispiaciuta la ragazza, una volta raggiunta Alisia. "ma ieri sera mi ha spiegato tutto e abbiamo chiarito, ed io di getto gli ho chiesto di stare con noi oggi."
"Ma certo, nessun problema." La rassicurò l'altra, sorridendo entusiasta e con un pizzico di malizia. "Non vedo l'ora di conoscere questo nuovo personaggio."
"Sì, d'accordo;" Sophia sembrava titubante e poco convinta di quell'incontro. "solo, non chiedergli niente della benda che ha sull'occhio, a quanto pare è un ricordo doloroso." Non aspettò neanche la risposta, si girò verso Carl e gli fece segno di avvicinarsi; lui obbedì, ed una volta che le ebbe raggiunte, affiancò Sophia.
"Bene, Carl, lei è Alisia, Alisia, lui è Carl." Presentò Sophia, mentre gli altri due ragazzi si stringevano la mano; la ragazza aveva uno sguardo divertito, mentre il ragazzo era ancora dubbioso.
"Allora pirata," Cominciò Alisia, facendo alzare gli occhi al cielo a Sophia. "che cosa ti ha portato in questa piccola cittadina di Washington?" Domandò raggiante, mentre i tre ragazzi si incamminavano verso il piccolo sentiero che passava per il parco.
"Alisia, potresti evitare, per cortesia?" La riprese l'altra ragazza, dandole un pugno scherzoso sul braccio; lei si trovava in mezzo agli altri due, l'altra ragazza sulla sinistra ed il ragazzo sulla destra.
"Non ho fatto nessuna domanda sulla benda." Ribattè Alisia, alzando le mani in segno di difesa, come quando nei film polizieschi un poliziotto punta la propria pistola verso il criminale, gridando: "Mani in alto!"
"Alisia!" Sophia si sentiva stranamente imbarazzata dal suo comportamento, cosa che di solito non accadeva mai, almeno, non in quel modo.
"Tranquilla, non mi dà fastidio, credo." Tentò di rassicurarla Carl, rispondendo però in modo indeciso. "Comunque, è stato il lavoro di mio padre a portarmi qui." Rispose alla fine, infilandosi le mani in tasca.
"Suo padre lavora con il mio," aggiunse Sophia subito dopo, anche se sapeva perfettamente che l'amica conosceva tutta la storia, dato che gliel'aveva raccontata lei. "è per questo che si conoscono e mio padre ha invitato a cena la sua famiglia: per accoglierli nel modo più accogliente possibile."
"Sì sì, questo non mi interessa." Rispose Alisia, liquidando il tutto con un gesto della mano, come se l'amica fosse solo una mosca fastidiosa.
"Alisia, ma la smetti?! Che hai oggi?" Domandò Sophia, allungando un po' il passo e superandoli, mentre gli altri due ragazzi si fermavano.
Andò avanti per un bel pezzo di strada, le braccia incrociate al petto, sia per contenere la rabbia sia per proteggersi dal freddo del leggero vento; dopo un po', sentì una mano posarsi sulla sua spalla e farla voltare.
"Senti Alisia, lascia..." La ragazza si bloccò, vendendo che non era l'amica la persona che l'aveva chiamata. "Oh, sei tu." Scosse la testa, rivolgendo verso il basso lo sguardo.
"Va tutto bene?" Chiese Carl, cercando lo sguardo di lei.
"È solo che..." La ragazza alzò gli occhi verso di lui, incrociandoli con quello del ragazzo, al momento grigio tendente all'azzurro. "Alisia non si comporta mai così, non so che le prenda oggi; diciamo che non mi piace quando le persone si comportano in quel modo, ecco tutto." Strinse ulteriormente le braccia, stringendo forte gli occhi per un attimo.
"Mi dispiace che tu debba subirti questa litigata." Si scusò la ragazza dopo un po', spostando il peso da un piede all'altro.
"Non ti preoccupare, non è iniziata poi così male come uscita." La rassicurò con un sorriso. "Dai, torniamo da lei e continuiamo la passeggiata." Le sfiorò il braccio, sentendo proprio in quel momento un brivido attraversarle il corpo; si sfilò la felpa che aveva indosso, passandogliela.
"Che stai facendo?" Gli chiese, guardandolo in modo confuso.
"Hai freddo, questa potrebbe servire." Le spiegò Carl, incitandola a prenderla, ma lei lo allontanò gentilmente, scuotendo la testa in segno di rifiuto. "Non posso accettare."
"Dai, fallo, in fondo sei stata tu a tirarmi fuori dal bozzolo solitario che mi stavo creando." Gliela posò sulle spalle, per questo Sophia non potè fare a meno di accettare ed infilare le mani dentro alle maniche.
Sull'indumento c'era ancora il calore del ragazzo, che aiutò ulteriormente nel riscaldamento del corpo della ragazza. Raggiunsero Alisia, la quale si scusò del suo comportamento, e si incamminarono di nuovo sul sentiero del parco.

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