Capitolo 6
I giorni passarono, e non ci volle molto che arrivò sabato sera, seguita dalla famosa: 'Cena con i Grimes'. Sophia era stata, il giorno prima con Alisia, al centro commerciale, per trovare un vestito adatto per quella serata. La ragazza non parlava più con Carl da quel martedì, quando lui le si era avvicinato per poterle chiedere scusa; avevano passato un bel giorno, ma dopo quello nient'altro. Si asciugò una lacrima, pensando al fatto che erano tornati ad essere come due sconosciuti. Si guardò ancora allo specchio, facendo un giro su se stessa per la millesima volta, sentendo l'agitazione premere sempre di più: indossava un abito beige stretto nella parte sopra, fino alla vita, ma che poi ricadeva giù morbido come una piuma e lasciava liberi i movimenti. Decise che doveva smetterla di crogiolarsi nei suoi ripensamenti e sul rapporto che aveva con lo strano ragazzo, per questo decise di raggiungere i suoi in cucina, sperando di trovare qualcosa da fare per non pensare, o almeno trovare una distrazione.
"Posso aiutarvi?" Chiese Sophia, vedendo i suoi indaffarati tra piatti e pietanze.
"No, o tuo fratello starebbe già facendo qualcosa." Rispose suo padre, dando un'occhiata distratta alla figlia.
"Non è che puoi chiedergli di smetterla di lamentarsi? Mi faresti un grande favore tesoro, io non ho tempo." Domandò la madre, mentre la ragazza acconsentiva con un cenno del capo.
Trovò Robin seduto in soggiorno, intento a giocare con il tablet regalatogli l'anno prima per il compleanno.
"A che stai giocando di bello?" Gli chiese la sorella, accomodandosi di fianco a lui sul divano.
"Un gioco di macchine, non mi ricordo il nome." Rispose, continuando a muovere il tablet come se fosse un volante.
"Com'è che continui a lamentarti? Non vuoi che venga nessuno a cena?" Arrivò subito al punto lei, mentre il fratello sbuffava. "È stata la mamma a dirtelo?" Domandò in risposta, non distogliendo lo sguardo dallo schermo.
"Sì, ma sinceramente ha messo curiosità anche a me." Disse onestamente Sophia, mentre Robin smetteva di giocare e metteva da una parte -di fianco a sè- il tablet.
"Secondo te perché? Mamma e papà parleranno con i signori Grimes, e tu con quel Carl!" Esclamò irritato, alzando le mani al cielo e facendole ricadere pesantemente di fianco a sè.
"Cosa?!" Ribattè la ragazza, presa alla sprovvista.
"Guarda che li ho sentiti con Mike i discorsi che hai fatto con Alisia martedì." La avvertì, dondolando le gambe. "A te piace quel ragazzo, perché non dovresti parlarci?"
"Cosa?!" Ripetè di nuovo la sorella, diventando rossa come un peperone e alzando il tono di voce di un ottavo. "No, le teorie di Alisia sono solo immaginazione. Pura e ferdida immaginazione." Specificò, scuotendo la testa ridendo.
"Se lo dici tu..." Disse Robin, alzando le spalle.
Suonarono al campanello e Sophia, scattando come una molla dal divano, andò ad aprire, con le mani che cominciavano a sudare.
"Buongiorno signor Grimes; prego, entri pure." Lo accolse la ragazza dopo aver aperto ma porta, facendosi da parte e tenendola aperta per farli entrare.
"Grazie, sei molto gentile." Rispose il signor Grimes, facendo qualche passo avanti e fermandosi davanti a lei.
"Tu devi essere Sophia, giusto?" Chiese, sfoderando un sorriso luminoso; lei annuì in risposta, ricambiando cordialmente il sorriso. "Per favore, chiamami solo Rick, mi sento vecchio se no." Rise l'uomo, per poi andare avanti con tutta la famiglia al seguito, così Sophia potè vedere tutti quanti: mentre Rick indossava un completo con giacca e pantaloni neri, camicia bianca e cravatta nera con strisce grigie, la donna di colore aveva un abito lungo e stretto intorno ai fianchi di un blu scuro notte. Per mano aveva una bambina con un simpatico vestito verde decorato con tanti fiorellini colorati, ed i capelli biondi tirati indietro da un cerchietto rosa; ed infine entrò Carl, vestito con una semplice camicia azzurra ed un paio di jeans. Quando le passò di fronte non la degnò neanche di uno sguardo; probabilmente non aveva neanche intenzione di parlarle. Una fitta allo stomaco ed una stretta intorno al cuore fecero contorcere in una smorfia di tristezza il viso di Sophia, sapendo già che l'avrebbe ignorata per tutta la sera.
"Rick, benvenuto!" Esclamò il signor Greese dalla cucina, per questo la ragazza si affrettò a raggiungerli.
"Ciao Jim, sono contento che mi hai invitato da te stasera." Ricambiò il saluto Rick, mentre Sophia affiancava la madre ed il fratello. "Allora, intanto un po' di presentazioni: lei è mia moglie, Michonne." Mise un braccio intorno alle spalle della donna di colore, che sorrise e salutò la famiglia Greese. "Loro, invece, sono i miei due figli: Judith e Carl." La bambina fece un gesto di saluto con la mano, per poi nascondere il viso dietro Michonne per la timidezza; Carl salutò, facendo un sorriso. L'occhio del ragazzo si soffermò sulla ragazza, prima di distoglierlo.
"Loro invece sono Mary, mia moglie, e i miei due figli: Robin e Sophia." Entrambi salutarono con sorriso cordiale, mentre la signora Greese invitava tutti a sedersi a tavola.
"Sophy, visto che conosci già Carl, perché non vi sedete vicino? Così potete parlare comodamente." Intervenne la madre di Sophia, mentre sistemava in tavola le pietanze, ricevendo un'occhiata dalla figlia.
"Mi sembra una bellissima idea." Commentò Michonne, facendo cenno a Carl di prendere posto sulla sedia vicino a Sophia.
I due ragazzi si sedettero imbarazzati, cercando di non guardarsi, anche se non potevano fare a meno di lanciarsi una occhiata fugace ogni tanto.
La cena procedette bene, i Grimes parlavano allegramente con i Greese, promettendo che un giorno sarebbero stati loro ad invitarli a cena, per ripagarli; scoprirono anche che Michonne e Rick si erano incontrati cinque anni fa, ma che si erano messi insieme due anni fa e sposati un anno prima.
Robin continuava a giocare con Judith, faceva facce buffe e la faceva ridere, trovandosi così un impegno. Gli unici che non sapevano come comportarsi erano i due ragazzi, che non si parlavano e tenevano lo sguardo sui piatti; Sophia stava giocherellando con la forchetta con il cibo.
All'improvviso, Rick si rivolse al figlio: "Carl, non dovevi chiedere un quaderno a Sophia? Sai, per poterti rimettere in pari con il programma." Disse al figlio, mentre lui gli scoccava un'occhiata indecifrabile.
"Sophia?" La richiamò sua madre. "Non è che accompagneresti Carl in camera tua, così puoi dargli il quaderno?"
La ragazza annuì, alzandosi dalla sedia controvoglia e dirigendosi poi verso camera sua, mentre il ragazzo faceva lo stesso, seguendola.
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