Capitolo 30

Sophia era seduta sul divano, aspettando l'arrivo di Carl; da quando il giorno prima Alisia l'aveva convinta ad ascoltarlo, non faceva altro che starsene in un perenne stato d'ansia. Avrebbe voluto scappare in quel momento, o almeno evitare il ragazzo, cosa che stava facendo ormai da giorni; ma una promessa era pur sempre una promessa, e bisognava rispettarla.
Sussultò quando suonarono alla porta, andando piano piano ad aprire.
"Hey, ciao." La salutò Carl, ma lei non lo degnò nemmeno di uno sguardo.
"Entra e facciamo in fretta." Disse sbrigativa, facendogli spazio per entrare. "Hai tempo un minuto per spiegarmi tutto; dopodichè non voglio più sentirti." Mise in chiaro Sophia, incrociando le braccia al petto e guardando verso il basso.
"Ho inviato quei messaggi solo perché all'inizio mi mancava, ma poi ti ho conosciuto meglio, per questo ho smesso." Cominciò a spiegare lui, sentendo il cuore che andava in pezzi nel vedere il comportamento freddo della ragazza nei suoi confronti.
"Sarah è tornata qui, convinta che si sarebbe subito messa con te. Perché?" Domandò lei, incassando quasi la testa tra le spalle.
"Perché non le avevo ancora detto di noi due." Rispose lui, abbassando la voce.
"Perché?" Ripetè la ragazza, il cuore che le scoppiava.
"Perché sentivo di provare ancora dei sentimenti per lei, ma non era così. Confondevo la mia vecchia vita con quella nuova, convinto che fosse migliore la prima; in quel caso avevo un posto stabile da ormai parecchio tempo, degli amici e una persona che amavo con tutto me stesso e che ricambiava. Ma mi sono reso conto -lentamente- che quello era il passato, mentre tu sei il presente e il futuro." Si avvicinò lentamente, ma ad ogni passo che lui faceva in avanti, lei ne faceva uno indietro. "Mi dispiace per averti fatto soffrire, ma adesso l'ho visto, ho guardato in faccia i miei sentimenti e ho deciso: è con te che voglio stare, non con Sarah." Concluse, infilandosi le mani nelle tasche.
"Carl, ormai non ti credo più." Alzò le spalle, scuotendo la testa.
"Chi mi dice che non mi lascerai? Che non tornerai a stare con lei? Li hai inviati tu quei messaggi, cristo!" Gli gridò contro Sophia, prendendosi la testa tra le mani e deglutendo, cercando di ingoiare il magone formatosi in gola.
"Perché io ti amo, ecco perché!" Le urlò contro Carl ormai esausto di tenerselo dentro, facendola come per magia calmare un po' ed attirando la sua attenzione.
"Cosa?" Chiese lei scuotendo la testa leggermente, incredula delle parole che aveva sentito.
"Io ti amo Sophia, è sempre stato così; è vero, all'inizio mi sono messo con te solo per dimenticare Sarah," ammise di nuovo lui, scuotendo la testa. "ma poi mi sono affezionato, mi sono innamorato."
La ragazza all'inizio esitò, ma poco dopo gli corse incontro, allacciandogli le braccia intorno al collo e stringendolo, sfogando le ultime lacrime premendogli il viso contro l'incavo del collo; Carl rimase sorpreso da quel gesto, ma ricambiò l'abbraccio non appena lei gli si lanciò tra le braccia, respirando a fondo quel profumo che tanto gli era mancato. Sophia si staccò da lui quando finalmente si era calmata del tutto, afferrandogli il viso con entrambe le mani e facendo incontrare le loro labbra; nel frattempo il ragazzo gli afferrò i fianchi, chiedendole l'accesso battendo con la lingua sui denti di lei. Quella passione che avevano sentito quasi una settimana prima nella cucina di Sophia tornò ancora, questa volta rafforzata dalle due paroline magiche; le loro lingue entrarono in una danza unica ed intrigante, mentre il sapore del bacio si faceva sentire di più: sapeva di sale e calore. Quando si staccarono per riprendere fiato, il ragazzo prese con i denti il labbro inferiore della ragazza, facendole scappare un sorriso e risvegliando quella parte di lei che aveva continuamente cercato quei baci. Carl la spinse indietro, travolto dalla situazione, arrivando a farla sbattere contro il muro dietro di lei; le scappò un piccolo gemito di piacere, per poi emettere un mugolio scontento quando lui si staccò.
"Ti ho fatto male?" Domandò lui preoccupato.
"No, non sono mai stata meglio." Rispose lei, scuotendo la testa e ridendo per la dolce preoccupazione del ragazzo, per poi ricongiungere le loro labbra.
Sophia fece cadere a terra il cappello del ragazzo con un piccolo gesto dell'indice ed il pollice, facendo ridere entrambi; la ragazza fece scivolare le mani sú e giù lungo il petto e l'addome di lui, andando dall'arcata delle spalle fino a dove iniziavano i pantaloni. Nel frattempo Carl le inseriva le mani sotto la maglietta e faceva sú e giù per la schiena; le mani fredde a contatto con la pelle quasi bollente le suscitarono migliaia di brividi di piacere in tutto il corpo. Ad un certo punto, lui salì più in alto con le mani, arrivando al gancetto del reggiseno; prima lo accarezzò con delicatezza, per poi sganciarlo e far passare le spalline da sotto le maniche della maglia, facendolo scivolare poi a terra. Sophia attirò ancora di più a sè Carl, sentendo i loro petti scontrarsi e uno strano calore nel ventre nascere e crescere sempre di più; l'azione del ragazzo le aveva dato coraggio, per questo lo aveva spinto leggermente via per potergli togliere la maglietta. Una volta fatto, la ragazza si appoggiò con la schiena al muro, accarezzando ed osservando il petto e l'addome di lui, che l'aveva praticamente incastrata al muro; nonostante non fossero particolarmente sviluppati nè pettorali e nè addominali, ma si intravedeva solo un piccolo accenno, per Sophia era perfetto, un corpo stupendo e desiderabile. Ricominciarono a baciarsi, e poco dopo Carl le afferrò l'orlo della maglietta, cominciando a sollevarla e fermandosi dopo circa una decina di centimetri, sentendo il corpo della ragazza irrigidirsi.
"Va tutto bene? Vuoi che ci fermiamo?" Le chiese il ragazzo prendendole il volto tra le mani, notando una piccola lacrima farsi strada sul viso, che lui asciugò subito con un pollice.
Sophia annuì, per questo Carl le diede un bacio sulla fronte e l'abbraccio, stringendola a sè, come per tenerla intera e non farla cadere a pezzi. La ragazza non era sicura di voler andare oltre, non si sentiva ancora pienamente pronta; ma in quel momento, si rese conto che Carl l'avrebbe aspettata, come aveva sempre fatto.

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