Capitolo 21
I due ragazzi decisero di tornare a casa di lei non appena si furono ripresi dalla notizia; nessuno si sarebbe mai aspettato una cosa del genere. Sophia provava una strana sensazione, come se si trovasse in trance o in una bolla di sapone: il cuore non lo sentiva quasi, tranne in quei rari casi dove le faceva male, una pugnalata con la lama girata e rigirata nella ferita; la testa le doleva appena e il corpo era un continuo formicolio, sudore freddo e brividi. La cosa che però la preoccupava di più erano le emozioni: non sentiva quasi niente, era come se ogni sentimento avesse deciso di fare le valigie ed andarsene, emigrare verso un'altra destinazione pur di non soffrire; era un meccanismo di autodifesa che aveva imparato a sviluppare nel tempo. Si sedettero entrambi sulle sedie intorno alla tavola in cucina, mentre Carl posava i gomiti sul tavolo e si afferrava la testa con le mani.
"Non è colpa tua." Cercò di consolarlo la ragazza, togliendoli il cappello e poggiandolo sulla tavola per accarezzargli meglio la testa.
"Lo so," rispose lui, scuotendo la testa. "è solo che ho paura per quello che accadrà una volta che sarà arrivata." Ammise, portando le braccia lunghe distese sulla tavola e guardando l'altra negli occhi.
"Vuoi dirmi che vuoi rompere? Che vuoi stare con lei?" Gli domandò Sophia, sforzando un sorriso mentre le lacrime le legavano un groppo in gola, renendole gli occhi lucidi.
"Cosa? No, non intendo questo." Gli rispose Carl, afferrandole le mani e accarezzandole i dorsi con i pollici. "Volevo dire che non so come farò a dirle che... Beh, che non possiamo stare più insieme perché sto con te." Specificò il ragazzo, mentre Sophia rimaneva a fissare un punto imprecisato di fronte a sè, provando a pensare sul da farsi.
"È assurdo..." Disse all'improvviso lui dopo un paio di minuti, scuotendo la testa. "Come le è venuto in mente di trasferirsi qui anche lei?" Chiese, probabilmente più a se stesso che a lei.
"Forse per lei era vero amore." Provò a supporre la ragazza, alzando le spalle. "Noi lo aspettiamo da sempre, ma non sappiamo mai quale sarà quello giusto."
"Sì, ma Sarah..." Era la prima volta che diceva il suo nome da quando erano tornati dal parco, e a Sophia faceva ancora uno strano effetto.
Si alzò dalla sedia, appoggiandosi ad un mobile in cucina con le mani e con il sedere; era una situazione quasi surreale, di quelle che non ti aspettresti mai di dover affrontare. Eppure era così, dovevano trovare un modo per spiegare cos'era successo a Sarah, che nel frattempo si stava trasferendo là per stare con lui, dirle che invece Carl non l'amava più come quando era ad Alexandria e in più fare in modo di non farla soffrire troppo. Sophia sentiva già la pressione premerle sulle spalle e nelle ossa, percepiva l'agitazione scorrerle nelle vene insieme al sangue e la paura correre su e giù nei fili del sistema nervoso. E se Carl la lasciasse non appena Sarah fosse arrivata? Se fosse bastato un solo sguardo perché i due ragazzi si innamorassero di nuovo come prima? La ragazza non avrebbe saputo rispondere a queste domande, ma la loro melodia le rimbombava in testa come una canzone, con l'effetto contrario di farla stare male e non bene come era solita fare la musica. Si portò una mano alla bocca, cercando di reprimere il suono del suo pianto che stava cominciando, mentre le lacrime iniziavano ad uscire e scenderle lungo il viso e i singhiozzi scuoterle il corpo.
"E se le dicessimo..." Stava cominciando ad ipotizzare Carl quando la ragazza cominciò a piangere.
Il ragazzo si alzò di scatto dalla sedia, facendola quasi cadere a terra, avvicinandosi a lei e stringendola in un abbraccio, cercando di farla calmare; sapeva che una cosa del genere sarebbe potuta capitare da un momento all'altro, ma gli si spezzava lo stesso il cuore, proprio come aveva sospettato. All'inizio credeva che avrebbe fatto una scenata, ma conosceva abbastanza Sophia, non era il tipo di ragazza che avrebbe fatto una scenata per qualcosa del genere; però da quando le aveva visto gli occhi farsi lucidi stava aspettando quel pianto liberatorio, sperando di riuscire a calmarla quando il momento sarebbe giunto. Lei intanto si sfogò sulla sua spalla, avendone il viso premuto sopra, mentre le mani erano a palmi aperti sul petto; le lacrime che le sgorgavano dagli occhi come un fiume in piena scivolavano un po' sul suo viso e un po' sulla maglia di lui, creandone un alone umido. Carl la tenne stretta a sè con un braccio, mentre con l'altra mano le teneva la testa in modo delicato, accarezzandola con dolcezza di tanto in tanto. Quando i singhiozzi si calmarono e le lacrime quasi del tutto placate, Sophia si staccò da lui quel tanto che bastava per guardarlo negli occhi, mentre le mani di Carl scivolavano lungo il corpo della ragazza fino sui suoi fianchi; lei era ancora seduta sul mobile della cucina, mentre il ragazzo le divaricava un po' le gambe per inserirsi tra di esse e avvicinarsi di più a lei.
"Stai meglio?" Le chiese Carl, giocando con il pollice e l'indice con l'orlo della maglia della ragazza.
"Credo... Credo che non riuscirò a star meglio tanto presto." Gli rispose Sophia, facendo passare le mani dal petto di lui alle spalle.
I loro occhi si guardavano in modo intenso, come se avessero potuto comunicare in quel momento, mentre le loro mani fremevano sui corpi l'uno dell'altra, come se quella vicinanza stesse creando una specie di passione: entrambi avevano il cuore che martellava contro la gabbia toracica, mentre uno strano calore stava nascendo nel loro petto, diffondendosi successivamente in tutto il corpo. Sophia alzò il viso verso quello di lui, proprio nel momento in cui si stava avvicinando; le loro labbra si racchiusero in un bacio; all'inizio era dolce e delicato, ma dopo qualche attimo divenne più passionale ed intrigato, come se avesse subito una trasformazione. Sophia prese il viso del ragazzo tra le mani mentre le loro lingue si intrecciavano in una danza calda ed umida; nel frattempo Carl rafforzò la sua presa sui suoi fianchi, facendole scappare un gemito. Quando si staccarono per riprendere fiato, avevano tutti e due il fiatone e le labbra rosse e appena gonfie, oltre ad una strana sensazione, ma piacevole; Carl poggiò la fronte contro quella di Sophia, cominciando a sussurrarle parole dolci.
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