Capitolo 20

Era un pomeriggio tranquillo quello del giorno successivo, inoltre c'era il sole che splendeva ancora e solo un filo di vento; era ormai autunno inoltrato, ma il calore del sole non si decideva a lasciarli andare. Quel giorno i due ragazzi decisero di passare il pomeriggio al parco di fronte alla scuola, passeggiando per il piccolo percorso formato da tanti ciottoli di colori e forme diverse.
"Allora," cominciò Sophia, portandosi le mani davanti ed intrecciando le dita. "cos'altro non conosco del tenebroso pirata?" Chiese, strappando una risata al ragazzo.
"Come mi hai chiamato, scusa?" Ribattè Carl, scuotendo la testa.
"Colpa di Alisia, è lei che ti chiama così." Gli rispose lei, incrociando le braccia al petto. "Allora, c'è qualcos'altro che dovrei sapere?"
"Beh, vediamo un po'..." Alzò lo sguardo al cielo, provando a pensare se ci fosse qualcos'altro. "C'è un evento che è accaduto a mio padre; ma a parte il fatto che mi sono dovuto trasferire quattro volte, non ho più nient'altro da dire." Il ragazzo si fermò, voltandosi verso la ragazza; il sorriso gli scomparve dal viso, lasciando spazio ad un'espressione seria, mentre le afferrava le braccia con delicatezza e puntava il suo occhio all'interno di quelli di lei. "Tu devi dirmi qualcos'altro?" Le domandò, facendole segno di sedersi su una panchina lì vicino.
Sophia scosse la testa, rispondendo: "No, non ho nient'altro da dire. Mi dispiace di non aver avuto una vita movimentata come la tua." Scoppiarono di nuovo a ridere entrambi, anche se il momento non durò molto.
"Già, fin troppo movimentata." Commentò Carl, soffermandosi ad osservare la ragazza: i capelli -talmente chiari che si trovavano al confine tra il castano ed il biondo- erano illuminati dai raggi del sole, donandoli un effetto tale da sembrare fragili e sottili fili di seta; Carl aveva notato che quando la ragazza era abbastanza nervosa, tendeva a portarsi i capelli dietro l'orecchio, per poi farli ricadere sul davanti. Gli occhi risplendevano nella luce pomeridiana, riprendendo il verde brillante dell'erba quando è bagnata dalla rugiada di prima mattina. Nel frattempo, si era piegata in avanti, poggiandosi con le braccia sulle gambe e portandosi i capelli da un lato; in quel momento Carl pensò a quando la ragazza sorrideva: il suo era un sorriso particolare, che cambiava -anche se di pochi dettagli- in base alle situazione: gli angoli della bocca erano alzati al massimo quando il sorriso era per la felicità, i lineamenti morbidi e rilassati quando era per gentilezza o dolcezza, un angolo alzato quando era per scherzare. Amava ogni cosa di lei, dal suo comportamento timido ma dolce e un po' pazzerello quando la si conosceva a fondo, al suo tormentarsi le dita quando era nervosa e turbata. Tutto. Non gli era mai capitato di provare una sensazione così forte verso qualcuno, tanto meno nei confronti di una ragazza che conosceva da poco più di due settimane.
Eppure era successo.
Non l'aveva mai fatto prima di quel momento, ovvero soffermarsi ad osservarla nei minimi dettagli, cercando di catturarne tutta l'essenza; c'era qualcosa che in quel momento l'aveva spinto a farlo, come se qualcosa nella sua mente gli avesse detto di farlo, perché dopo non ne avrebbe avuta più possibilità.
Se solo la ragazza avesse saputo com'era cominciata tutta quella storia, era certo che l'avrebbe lasciato immediatamente, senza pensarci due volte.
"Hey, ci sei?" Lo richiamò Sophia, sventolandogli una mano di fronte al viso; il ragazzo sussultò appena, rendendosi conto che forse aveva passato troppo tempo a guardarla. "Perché mi stai fissando?" Gli domandò infatti subito dopo, non appena fu sicura di aver attirato la sua attenzione; ecco che le compariva sul viso quel solito sorriso un po' imbarazzato e timido allo stesso tempo, che lasciava appena intravedere i denti tra le labbra non troppo sottili.
"Eh? Ah, niente... No, non ho niente." Rispose Carl scuotendo la testa, afferandole una mano e accarezzandole il dorso con il pollice.
"Ti eri proprio imbambolato." Lo derise Sophia, scuotendo la testa e ridendo; Carl adorava la sua risata: era limpida e cristallina, e riusciva a contagiarlo, qualsiasi fosse stata la situazione.
Amava proprio ogni cosa di lei, non avrebbe saputo dire il contrario.
"Perché non ci facciamo una foto?" Le propose ad un certo punto il ragazzo, tirando fuori il suo cellulare dalla tasca dei jeans.
"Perché all'improvviso vuoi fare una foto?" Gli chiese Sophia, ridendo per la strana ed improvvisa decisione appena presa dal ragazzo.
"Voglio solo un ricordo, un'immagine di noi due quando saremo ognuno a casa propria; l'ultima cosa da guardare e a cui pensare prima di andare a dormire." Scrollò le spalle Carl, andando sull'applicazione della fotocamera e guardando negli occhi la ragazza mentre diceva le ultime parole. "Allora, vuoi fare questa foto o no?" Le ripetè il ragazzo, allungando il braccio per fare la foto.
"E va bene." Accettò Sophia, incrociandogli le braccia al collo.
Fecero tre foto in totale: nella prima sorridevano entrambi alla telecamera, nella seconda la ragazza baciò Carl sulla guancia, e non lo lasciò andare finchè non sentì il rumore della foto scattata; fu l'ultima foto a sorprendere il ragazzo: Sophia gli posò una mano sulla guancia, girandogli il viso verso di sè e baciandolo sulla bocca, sentendo il sorriso formarsi sulle labbra di lui quando si staccarono una volta scattata la foto. All'improvviso il cellulare di Carl vibrò, mostrando sulla schermata che gli era arrivato un messaggio, per questo abbassò il braccio e controllò da chi provenisse, mentre Sophia si staccava da lui; il sorriso che gli increspava le labbra si spense, così come quello di lei non appena notò l'espressione del ragazzo: era impallidito, diventando bianco come uno straccio
"Che succede?" Gli chiese Sophia.
"Che cos'è quella faccia?" Gli posò una mano sul braccio, cercando il suo sguardo.
"Si tratta di Sarah." Rispose Carl, incrociando finalmente i suoi occhi. "Mi ha inviato un messaggio."
"E perché questa cosa ti sconvolge tanto?" Gli domandò, non capendo perché fosse sbiancato in quel modo.
"Perché ha detto che si sta trasferendo qui." Fece una pausa, mentre il cuore della ragazza perdeva qualche battito per lo stupore. "Per stare con me"
Nonostante non ci fosse quasi per niente vento, un brivido attraversò la schiena di Sophia.

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