Capitolo 14

L'indomani Sophia ricevette una visita da parte di Alisia, preoccupata per ciò che era accaduto all'amica la sera prima; quando invece la vide con un sorriso da ebete stampato sul viso e lo sguardo sognante ed innamorato, l'unica cosa che riuscì a fare fu di dire, con un sorriso: "Che mi sono persa?"
"Oh, tu non ti immagini cos'è successo ieri sera." La stuzzicò Sophia, mettendosi a ridere per l'espressione del viso assunta dall'amica.
"Avanti, non tenermi sulle spine, su!" La rimproverò Alisia, avvicinandosi all'altra ragazza e sedendole vicino sul letto, dandole un amichevole schiaffo sul braccio.
"Sei proprio sicura di voler sapere che cos'è successo?" L'amica aveva intenzione di farla diventare quasi pazza, solo per scherzare un po'.
"Ovvio che voglio saperlo!" Le urlò contro l'altra con sguardo da finta indignata. "Certo che a volte sei proprio insopportabile." Entrambe le ragazze si misero a ridere, prima che Sophia cedesse sotto alle insistenti richieste da parte di Alisia di raccontare tutto quello che era accaduto la sera precedente.
"Praticamente, dopo che mi hai accompagnato a casa, ho passato quasi un'ora a piangere e deprimermi per ciò che era appena accaduto." Cominciò a spiegarle, portandosi le gambe al petto e circondandole con le braccia. "Stavo scrivendo sul mio quaderno, quando all'improvviso hanno bussato alla porta; senza pensarci due volte ho detto "Avanti". Pensavo fosse uno dei miei genitori, e invece è entrato Carl in camera mia."
"Cosa?!" Esclamò Alisia, mentre Sophia si metteva a ridere per la sua reazione. "Va beh che mi ha chiesto dove tu fossi finita -gli ho anche risposto male, ma dettagli-, ma non credevo che volesse venire a parlarti!" Battò le mani eccitata. "Dai, vai avanti, mi hai messo curiosità."
"Beh, all'inizio mi ha restituito il quaderno di storia," Alisia scosse la testa, battendosi una mano sulla fronte e sussurrando: "Maschi". "poi però, dopo che l'ho rimproverato per il suo comportamento, mi ha chiesto scusa, mi ha spiegato il motivo del suo  comportamento e infine..." Sophia si strinse nelle spalle, aspettando a finire la frase.
"E infine cosa?" Cercò di incoraggiarla a parlare l'amica, stufa di tutta quella suspense che voleva creare.
"E infine mi ha baciato." Concluse Sophia, mentre un urletto entusiastico scappava dalle labbra di Alisia, che non riuscì a contenere la gioia.
"E ci voleva tanto a dirlo!" La rimproverò quest'ultima, scuotendo la testa.
"Lo so che mi ami."
"Sì, credici; ti ricordo che la convinzione fotte, Sophia." Si fermò un secondo a ripensare sulla frase che aveva appena detto, aggiungendo poi: "Quindi Carl è la tua convinzione, perché è lui che ti fotte."
"Alisia! La richiamò l'amica, scoppiando a ridere ancora più forte.
All'improvviso qualcuno bussò alla porta; Sophia disse: "Avanti!" senza pensarci due volte; sull'uscio apparì una figura molto familiare, che fece allargare sul viso della ragazza un enorme sorriso.
"Ehm, ciao Alisia." La salutò Carl, entrando un po' in imbarazzo nella stanza.
"Hey, ecco l'altra metà della coppia." Rispose Alisia, saltando quasi dal letto ed avvicinandosi al ragazzo, sussurrandogli -con voce abbastanza alta affinchè anche Sophia potesse sentire- ad un orecchio: "Falla soffrire, e te la farò pagare fino all'ultimo centesimo, è chiaro?" E detto questo, senza aspettare una risposta da lui, lasciò la stanza, con un ultimo saluto rivolto all'amica.
"Non preoccuparti," lo rassicurò Sophia con una piccola risata. "Alisia è fatta così; è come una sorella per me, siamo cresciute praticamente insieme." Gli spiegò, battendo una mano sul materasso, di fianco a sè. "Vieni qua, dai."
Carl si sedette di fianco alla ragazza sul letto, dandole un bacio sulla guancia e circondandole le spalle con un braccio.
"Senti... Ho riflettuto su una cosa ieri notte." Cominciò il ragazzo, indirizzando uno sguardo indecifrabile alla ragazza; non riusciva mai a capire cosa stesse pensando, il suo occhio era profondo, nonostante la chiarezza dell'iride, e di conseguenza illeggibile, come delle scritte su un foglio sbiadito.
"Anch'io penso spesso di notte; non so come, ma riesce a tirare fuori la parte più profonda e riflessiva di me." Ammise Sophia, facendo un respiro profondo.
"Già, è più forte di me." Le rivolse un sorriso dolce, sfumando alcuni dubbi che erano saltati in mente alla ragazza. "Comunque, stavo pensando al fatto che forse potremmo fare una specie di gioco." Le propose.
"Che tipo di gioco?" Domandò curiosa lei, raddrizzandosi per guardarlo meglio nell'occhio.
"Tu sei l'unica che abbia mai provato ad aiutarmi, a cercare di scoprire la mia storia; le altre persone se ne sono sempre fregate." Le spiegò, facendo in modo che i loro visi fossero uno di fronte all'altro a pochi centimetri di distanza, accarezzandole una guancia con delicatezza. "O, per meglio dire, a nessuno fregava niente di me oltre che della benda sull'occhio o al fatto che portassi sempre un cappello: ero una specie di fenomeno da baraccone, solo un qualcosa da guardare e di cui parlare; ma tu..." Le fece passare il pollice sulle labbra, guardandole per un secondo, prima di riportare il suo sguardo in quello di lei." Tu sei stata diversa: hai cercato di fare amicizia con me, hai voluto scavare a fondo nella mia vita per aiutarmi. Solo un'altra persona ha provato a farlo fin'ora: Sarah." Nel sentire il nome della ragazza, Sophia provò uno strano retrogusto amaro nell'ingoiare la propria saliva, mentre una strana morsa allo stomaco la fece stare male. "Ma adesso lei non c'è, è lontana; adesso ci sei tu, e devo ammettere che hai fatto un ultimo lavoro." Carl si mise a ridere, dandole un bacio a stampo sulle labbra; lei approfondì il bacio, ricambiandolo e volendo sentire ulteriormente quel tocco vellutato: le labbra piene e appena screpolate le davano una strana sensazione, ma piacevole, oltre al calore che si propagava dalla bocca in tutto il corpo, facendole provare brividi lungo la schiena.
"Dove volevi andare a parare con questo discorso?" Gli domandò la ragazza ridendo divertita, prendendogli il viso tra le mani quando si staccarono.
"Ogni giorno io ti parlerò di una parte della mia vita; lo stesso farai tu. Ci stai?" Le chiese Carl, dandole un altro piccolo bacio sulle labbra.
"Ci sto." Riuscì a dire Sophia, prima che lui la zittisse con un ulteriore tocco della bocca.

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