Capitolo 10

Ladybug, grazie al suo yo-yo, raggiunse le Tour Eiffel e si trasportò sù fin quando non raggiunse il secondo "piano" dove si sedette lasciando le gambe a penzoloni.
Era abbastanza pericolosa come cosa ma lei non aveva paura, si sentiva tranquilla e spensierata lì.
Chissà, qualche volta che mi sento un po' triste o sovrappensiero posso venire qui, è un luogo tranquillo per pensare” Pensò tra sé fino a quando non sentì dei rumori metallici come se qualcuno si stesse arrampicando. Sapeva chi era.
Il ragazzo-gatto arrivò un po' affannato accennando un sorriso e sedendosi affianco alla ragazza, anche troppo vicino dal punto di vista di entrambi, in quanto i due erano appoggiati l'uno contro l'altra come se stessero stretti, anche se c'era molto spazio.
Le loro gambe si toccavano ed era solo la seconda volta che i ragazzi avevano un contatto, dopo l'abbraccio dell'altro giorno.
«Ehm... io ti ho preso questi, spero ti piacciano i dolci...» Disse arrossendo leggermente lui, porgendo una scatola di pasticcini alla super-eroina che riconobbe il logo della pasticceria, era quella dei suoi nonni.
«Wow! Grazie!» Esclamò la corvina con un largo sorriso mentre apriva la confezione,  prendendo un pasticcino e mangiandolo, sapeva già che i dolci che facevano i genitori di sua madre erano ottimi.
«Ne vuoi uno?» Disse porgendo a sua volta il vassoio al ragazzo, dopo aver ingoiato il boccone.
«Sei gentilissima» Sorrise dolcemente il biondo accettando, sentiva la necessità di doverle fare i complimenti in qualche modo e quella era una buona occasione.
«Ma dai, sei stato tu gentilissimo per aver pensato a me!» Disse in risposta Ladybug arrossendo un po';
lui aveva una mano posata sul ferro dell'imponente torre, la ragazza dagli occhi verdi guardò per un attimo la mano del ragazzo e dopo averci pensato per un buon minuto, ci poggiò sopra la sua suscitando l'attenzione dell'eroe che sgranó di poco gli occhi verdi, poi spostò lo sguardo sulla ragazza che sorrideva gentilmente.
Non sapevano che dirsi e questo formava un silenzio imbarazzante, anche se stavano mangiando era comunque una brutta cosa quella del non riuscire a dirsi niente.
«Insomma...» Inizió lei spostando lo sguardo guardando in avanti il panorama che ritraeva una Parigi in serata, nonostante tutto non aveva intenzione di togliere la mano da quella del ragazzo, gliela strinse addirittura un po', quel minimo contatto la faceva sentire... protetta.
Il ragazzo la guardava con sguardo un po' stupito chiedendosi cosa volesse dirgli.
«...I-Io ti...» Esitò la ragazza dai capelli blu scuro diventanto sempre più rossa e stringendo la presa sulla mano del super-eroe senza peró fargli male.
«...T-Ti p-piaccio?» Balbettó un po' troppo la super-eroina, si conoscevano da solo una settimana e aveva concluso troppo tardi che era una domanda troppo affrettata e che era meglio aspettare ancora, ma era ormai troppo tardi per ritirare ciò che aveva detto.
Il ragazzo arrossì violentemente quasi sobbalzando quando la ragazza finì di formulare la domanda, doveva ammettere che era già super-innamorato di lei, ma come sarebbe riuscito a dirglielo? Era troppo imbarazzato! E non poteva neanche deviare la domanda cambiando discorso, sarebbe sembrato maleducato e lei ci sarebbe rimasta male. E lui non voleva farla soffrire.
«Ascolta...» Sospiró il biondo girandosi verso la partner e mettendosi seduto con le gambe che penzolavano una da una parte e l'altra al lato opposto dell'intreccio di metallo che formava uno dei sostegni della Tour Eiffel.
Così le prese entrambe le mani facendola arrossire ulteriormente e costringendola a voltarsi verso di lui.
Lei si girò in fronte del ragazzo, mettendo però le gambe a un lato e rimanendo a testa bassa.
Il ragazzo-gatto alzò una mano e mise le dita sotto il mento della corvina alzandole delicatamente il viso in modo che potesse guardarla negli occhi, quelli della ragazza-coccinella erano un po' lucidi come se stesse per scoppiare a piangere e il suo viso era così rosso che riusciva quasi a confondersi con la maschera.
Emma sentiva battersi forte il cuore come non mai, non le era mai successo di provare così tante emozioni: un misto di ansia, voglia di ridere e piangere insieme, quasi paura, come se avesse timore di incontrare lo sguardo del ragazzo, aveva anche voglia di abbracciarlo, baciarlo e finire la storia lì, riflettendoci desiderava tanto trascorrere la sua intera vita con davanti quello sguardo dolce e confortevole, con quel sorriso che avrebbe fatto innamorare anche le pietre se solo avessero avuto un'anima. Più conosceva meglio il suo sensibile carattere, più riusciva a guardare da vicino quegli occhi, quei meravigliosi capelli, quelle labbra che sembravano così morbide, più capiva che quel ragazzo le piaceva.
Amava ogni singolo dettaglio di quell'adorabile gattino nero. E, se quelle emozioni erano davvero ciò che le persone chiamano Amore, allora lei doveva essere decisamente stra-cotta del suo compagno di battaglie.
Dopo questi attenti pensieri tornò al presente e ascoltò bene appena il biondo tornò a parlare.
«Magari può sembrare una cosa troppo affrettata, ci conosciamo da così poco tempo, ma come faccio a contenermi dopo la tua domanda? Spero che non ti dispiaccia come primo bacio...» Aveva iniziato a spiegare con sguardo sognante e occhi socchiusi, sorridendo dolcemente, mentre guardava dritta negli occhi la ragazza che diventava sempre più di un colore rosso acceso; e, mentre pronunciava le ultime due parole, si avvicinò sempre di più al viso della corvina fino a quando, prima che lei potesse capire l'ultima frase che era stata bisbigliata, le loro labbra si sfiorarono dolcemente e non fu un bacio di appena mezzo secondo, giusto il tempo di sfiorarsi e poi finire lì. No. All'inizio l'intenzione dell'eroe era quella per paura che lei lo respingesse a causa del gesto troppo affrettato, ma successe esattamente il contrario. Anche se lei era imbarazzata e voleva subito uscire da quella situazione, appena si ritrovò attaccata al ragazzo non volle più staccarsi, ma non per vergogna o imbarazzo, la verità è che quel bacio le stava piacendo troppo e quando si accorse che lui stava per indietreggiare lo tirò verso di sé come per dire che non approvava l'idea.
Sì e no il baciò duro cinque secondi ed erano scarsi, ma come prima volta sarebbe stata indimenticabile in quanto per loro sembrò durare un'eternità. E poi chi ha detto che quello sarebbe stato il loro primo e ultimo bacio?
«...È un , quindi?» Trovò la forza di chiedere con un piccolo sorrisetto la corvina, chiedendo se quel bacio significasse "" alla domanda che lei gli aveva posto poco prima, il ragazzo annuì ridacchiando, poi lei gli si fiondó tra le braccia appoggiandosi al suo petto e facendosi abbracciare dal biondo.
Avevano trascorso insieme la sera più bella della loro vita, d'altronde cosa c'era di più bello di un bacio dato dalla persona amata? Soprattutto se si trattava del primo bacio della propria vita... il primo bacio di entrambi. Né uno né l'altro avevano mai provato tante emozioni ed erano felici di essersi incontrati, stavano benedicendo il giorno che avevano ricevuto i Miraculous, cosa sarebbe stata la loro vita senza?

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