Capitolo 1
«Sono tornata!» Esclamò una ragazza aprendo la porta di casa.
Aveva all'incirca quattordici anni, gli occhi verde chiaro e i capelli di colore blu scuro lunghi fino alle spalle.
La quattordicenne richiuse la porta.
«Quando arriva papà?» Chiese la ragazza alla madre che stava cucinando.
«Il suo servizio fotografico è finito da solo qualche minuto, Emma. Il tempo di arrivare e dovrebbe essere già a casa» La donna rispose sorridendo a sua figlia che era appena uscita da scuola e aveva lasciato lo zaino in camera sua, subito dopo sentì un rumore di chiavi provenire dalla porta.
«Papà!» La ragazza spalancò la porta ancor prima di permettere al biondo di aprirla, in seguito abbracciò suo padre facendo un piccolo salto per raggiungerlo.
«Emma!» L'uomo dai capelli dorati ricambiò l'abbraccio di sua figlia per poi dirigersi verso la cucina per dare un bacio a sua moglie.
«Hey, insettina...» Bisbiglió lui dando un bacio sulla guancia a Marinette che ridacchió ricordandosi dei vecchi tempi, anche se a malincuore di non avere più i Miraculous con sé.
Adrien Agreste e Marinette Dupain-Cheng avevano ormai trentacinque anni ed erano già sposati da ben quindici, lui continuò il suo lavoro da modello svolgendo i soliti servizi fotografici e lei -grazie alla reputazione del marito nel campo della moda- era diventata stilista di successo. Lo stesso anno in cui si sposarono era nata Emma, una bambina dai capelli corvini e gli occhi verdi, dal carattere estroverso, giocoso e simpatico che metteva tutti di buon umore.
Però, con il matrimonio e l'arrivo di Emma non tutto andò perfettamente, i ragazzi non potevano tenere ancora il Miraculous con loro, erano ormai adulti e avevano già una famiglia, non sarebbe stato possibile gestire il lavoro, gli impegni, una neonata e in più anche la vita da Supereroi. Le Papillon era stato sconfitto da parecchio tempo.
Ormai il loro tempo era finito, i kwami e i loro portatori dovettero separarsi e dare la possibilità a una nuova generazione di poter compiere il loro destino difendendo il popolo dagli attacchi del nuovo cattivo e dalle akuma.
Emma non sapeva niente della doppia vita che avevano i suoi genitori prima che lei nascesse, si chiedeva sempre di cosa parlassero quando si riferivano ai "vecchi tempi", chissà da dove erano nati quei soprannomi che si attribuivano a vicenda, la ragazza credeva di essere di troppo in quei momenti. A volte aveva provato a chiedere a cosa si stessero riferendo ma loro cambiavano discorso, avrebbero voluto raccontare tutto alla loro figlia ma sin dal primo giorno avevano promesso ai loro kwami di non raccontarlo a nessuno, si pentirono di non aver chiesto alle piccole creaturine se potevano raccontare ad Emma il loro passato, anche se solo ricordare quei bei momenti li faceva star male.
-
Emma era nata da pochi giorni e Marinette la teneva in braccio sorridendole, Adrien era seduto al fianco della moglie, guardando la piccola.
«È bellissima» Si complimentarono Tikki e Plagg fluttuando vicino ad Emma che li guardava stupita e divertita allo stesso tempo.
«Sapete che cosa succederà adesso, vero?» Sospirò Plagg, facendo annuire Tikki a malincuore.
«Dopo tutti questi anni... non può essere...» Commentò a testa bassa Marinette iniziando a piangere e a singhiozzare mettendo sua figlia nella culla e tornando a sedersi accanto al marito che le stringeva la mano incoraggiandola.
«Marinette, per favore, non piangere!» La pregò triste la coccinella avvicinandosi al viso della sua portatrice e accarezzandole la guancia, attirando lo sguardo della corvina su di sé.
Plagg osservava quella triste scena cercando di non commuoversi, ma per quanto provasse a fare il duro, alla fine scoppió a piangere anche lui.
«Oh, ma chi voglio prendere in giro!» Esclamò il gattino nero facendo uno scatto verso il suo portatore e cercando di abbracciarlo, anche se per quanto era piccolo riusciva solo a dare l'impressione di appoggiarsi a lui.
«Quindi... questo significa addio...» Riuscì a dire Adrien parlando al posto della moglie che non riusciva a smettere di versare lacrime in silenzio, singhiozzando ogni tanto.
«Speravo solo che questo momento non sarebbe mai arrivato» Bisbiglió Tikki cercando anche lei di abbracciare Marinette per poi posarsi sulle sue mani.
«Ciao Emma...» La salutarono i due kwami fluttuando un'ultima volta affianco alla bambina, per poi tornare a salutare i loro portatori, prima di dissolversi in un bagliore di luce, così come erano comparsi la prima volta.
Non c'era più niente da fare, i ragazzi erano costretti a togliersi i loro gioielli magici che ormai non avevano più alcun potere. Ripresero le scatolette in cui avevano trovato gli oggetti e li rimisero al loro posto, abbandonando i contenitori in un cassetto dal quale scomparvero probabilmente per ragioni magiche.
Marinette abbracciò Adrien che la stringeva a sé, le prime settimane furono difficili da affrontare, abituati a vivere con i kwami che fornivano consigli, ci volle tempo intanto che i ragazzi si abituassero alla vita normale che avevano dimenticato.
-
Emma frequentava la stessa scuola in cui erano andati i suoi genitori, il Collège François Dupont.
Quello era il primo giorno di scuola ed era andato tutto bene, in classe girava voce che da un giorno all'altro sarebbe venuto qualche nuovo studente, nel frattempo la ragazza dagli occhi verdi passava le sue giornate in compagnia della sua migliore amica Fanny che era nientedimeno che la figlia della migliore amica di sua madre, Alya Césaire.
Fanny Lahiffe era la figlia dei due migliori amici di Marinette e Adrien: -rispettivamente- Alya e Nino; una ragazza solare, disponibile e sempre con qualcosa di tecnologico in mano, come computers o cellulari.
Ha la carnagione un po' scura e gli occhi che variano dal dorato al color ocra, ha dei lunghissimi capelli castano scuro e porta gli occhiali come i suoi genitori.
Emma e Fanny sono cresciute insieme grazie alla stretta amicizia dei loro genitori, hanno la stessa età e frequentano la stessa classe al Collège François Dupont.
Emma trascorse la giornata seguendo la normale routine quotidiana e preparandosi alla seconda giornata di scuola che la aspettava.
La ragazza si sveglió un po' in ritardo -come era solita sua madre- e si diresse in cucina a fare colazione, infine uscì di casa salutando i suoi genitori, la scuola era a meno di un kilometro di distanza da casa sua e, anche se ci metteva un po' a prepararsi, arrivava sempre in orario.
La corvina salutò Fanny ed entrarono in classe chiacchierando, per poi sedersi affianco alla sua amica in seconda fila.
In classe c'erano già tutti, un totale di diciannove alunni: nove maschi e dieci femmine.
Antoine era un ragazzo di carnagione chiara, dagli occhi castani e così anche i suoi capelli che non erano troppo lunghi ma abbastanza folti; amichevole ed estroverso di carattere, era seduto al banco davanti ad Emma e Fanny e aveva iniziato a chiacchierare con loro.
«Dicono che oggi deve venire quel nuovo studente... ho sentito dire che è un ragazzo simpatico» Commentó Antoine girandosi e appoggiando il braccio sullo schienale della sedia.
«Aspetta, è un ragazzo?» Chiese Emma mostrandosi un po' troppo interessata.
«Qualcuna qui sembra già interessata al nuovo arrivato...» Bisbiglió maliziosamente Fanny facendo arrossire leggermente la corvina che la richiamò imbarazzata.
Il ragazzo dagli occhi castani ridacchió ma l'attenzione di tutti venne attirata da una
-nuova- voce maschile.
«Scusate il ritardo!» Aveva esclamato un ragazzo sulla soglia della porta, guardandosi intorno ma non vedendo ancora la professoressa.
Tutti lo guardavano stupiti, quello doveva essere il nuovo studente.
Era un ragazzo alto e magro, di carnagione chiara, aveva i capelli biondi che pero' si scurivano verso la radice -erano castano chiaro ma dorati verso le punte- e il ciuffo rivolto verso un lato del viso. Occhi verde chiaro e un sorrisetto divertito stampato sulla faccia che faceva già capire che era una persona socievole.
Stava scrutando i banchi alla ricerca di un posto e l'unico libero che riuscì ad individuare era proprio quello vicino alla porta, in prima fila.
Emma era rimasta a bocca aperta a fissare un punto fisso in corrispondenza della porta da cui era entrato il ragazzo, nel frattempo lo guardava sedersi... davanti a lei, al banco di Antoine.
«Ehy! Tu dovresti essere Benjamin, giusto? Piacere, io sono Antoine!» Si presentò entusiasta il ragazzo dai capelli marroni, sorridendo.
«Non devo neanche presentarmi, sai già tutto di me!» Ridacchió il biondo dando così la possibilità ad Emma di farle riascoltare quella voce che le piaceva tanto.
«Salve ragazze» Salutò poi Benjamin girandosi verso le due studentesse e posando lo sguardo in particolare sulla corvina, forse perché era già diventata tutta rossa in viso.
«Piacere di conoscervi» Disse amichevolmente il nuovo porgendo la mano prima a Fanny -che si presentò a sua volta- e poi ad Emma, che pero' rimase imbambolata a fissarlo.
«Ehm, c-ciao! I-Io sono Emma! Carino... cioè, piacere!» La corvina rispose alla presentazione con tono di voce nervoso e stringere la mano a quel ragazzo non la aiutava a calmarsi, nel frattempo Fanny cercava di trattenere le risate, sapeva che la sua amica era maldestra e timida, ma non fino a quel punto.
Nel frattempo i due ragazzi ridacchiarono un po' e il biondo le sorrise, prima di rigirarsi e di mettersi a parlare con l'amico.
«Hai visto? Mi ha sorriso! Mi ha sorriso!» Bisbiglió Emma alla sua migliore amica senza farsi sentire e trattenendo un urletto di gioia.
«Lo dicevo io che ti piaceva...» Commentò la mora provocando l'amica che reagì dandole una spinta scherzosa.
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