Capitolo 72
Anna
Sto affogando nei miei stessi pensieri.
Di solito cerco di tenermi occupata per distrarmi, ma adesso ci ho rinunciato. Non so quanto tempo è passato da quando ho visto Noah per l'ultima volta. Ormai ho perso la cognizione del tempo.
Ho perso anche l'appetito, e non riesco a dormire se non c'è qualcuno con me. Di solito Giada viene a raccontarmi qualcosa, restiamo per ore abbracciate sul letto, e se mi addormento, quando mi risveglio lei è sempre lì. Anche James passa del tempo con me, mi legge dei libri che ha comprato, e mi fa piacere stare un po' con lui.
Ma non sto bene. Davvero, non sto affatto bene. Non ho detto a James e a Giada che cos'è successo, perché non riuscivo a parlare senza piangere. Ho l'impressione di rivivere il trauma di John un'altra volta.
Alla fine, con tutti i miei pensieri, ho convinto me stessa che Noah non era mai stato innamorato di me, e che John aveva ragione. Forse sono solo una ragazzina ingenua, debole e stupida come diceva lui.
So che dovrei essere felice e sentirmi meglio perché i miei amici mi stanno accanto, ma onestamente il mio stato non sta affatto migliorando. Ogni volta che penso a Noah mi viene da vomitare, perché ho l'impressione che non potrò amare nessun'altro se non lui. Una parte di me spera ancora che lui non pensasse davvero quello che ha detto.
Adesso sono seduta sulla sedia della mia scrivania, e ho deciso di buttare giù un po' dei miei pensieri. Ho scoperto che può farmi del bene.
Mentre apro Drive, il mio sguardo cade su un documento salvato come "La felicità".
Aggrotto le sopracciglia e quando capisco che cos'è mi metto una mano sulla bocca. E i ricordi riaffiorano senza che io possa fare nulla.
«Dai, Anie, vieni a letto invece di stare su quel computer!» esclama Noah, abbracciandomi da dietro.
«Guarda che non lo faccio per divertirmi, devo mandare questo lavoro ad un mio professore, e non l'ho nemmeno cominciato!» ridacchio, mentre lui mi bacia dolcemente il collo.
Siamo all'appartamento da un po', ma non sono stata tanto con lui, perché dovevo studiare.
«E che cosa devi fare?» chiede curioso.
«Scrivere una cosina su che cos'è la felicità» sospiro, perché non ho per niente voglia di fare questo compito.
«Mhm... Filosofia eh?» mi sussurra all'orecchio.
«Già» sbadiglio.
«Piccolina, sei distrutta, finirai domani, okay? Vieni a letto, per favore» mi bacia la guancia, e io mi lascio convincere.
Torno al presente con un sussulto, gli occhi pieni di lacrime. Perché il documento esiste ancora? Alla fine il professore aveva annullato il compito e aveva assegnato un'altra cosa da fare, così non l'avevo nemmeno cominciato, avevo scritto soltanto il titolo.
Incuriosita apro il documento.
"La felicità.
La felicità è svegliarsi vicino alla persona che ami.
La felicità è il mare, o le stelle, o la luna.
La felicità è una partita a Just Dance.
La felicità è un accento inglese.
La felicità è un gatto azzurro e un pesce arancione con le gambe.
La felicità è la risata di Anna quando le faccio il solletico.
La felicità è il suo sorriso quando le faccio un cappuccino con il cuore disegnato sopra.
La felicità è un suo sguardo da lontano.
La felicità è un suo bacio.
La felicità è l'amore, l'amicizia.
La mia felicità sei tu, amore mio."
Ormai singhiozzo, non riesco a trattenermi. È stato Noah a scriverlo. Dopo aver letto questo, sono più confusa che mai. Noah ha scritto questo testo di nascosto, senza nemmeno dirmelo. Non ha fatto finta anche qui, perché avrebbe dovuto?
Mi alzo e mi siedo ai piedi del mio letto. Mi stringo le braccia al petto, guardo fisso davanti a me. E nella mia mente c'è solo il caos. In quel testo Noah sembra piuttosto innamorato, non c'è coerenza con come si è comportato.
Sento il rumore della porta che si apre, ma non mi giro nemmeno. Non voglio parlare con nessuno a meno che non si tratti di James o di Giada. Sono ancora scossa dal testo che ho appena letto.
Quando sento qualcuno sedersi vicino a me capisco che non si tratta di James o di Giada, perché soltanto mio fratello entrerebbe in camera mia senza bussare e senza dirmi buongiorno.
«Credo di aver fatto qualcosa di utile, per una volta» dice, con un sorriso compiaciuto sul viso.
Io non rispondo, non ne ho nemmeno la forza. Non ho idea di che cosa parli, ma non m'importa più di tanto. Leo sarà felice di quello che è successo fra me e Noah: in fondo è quello che voleva, ne sono sicura.
«Anna, voglio solo che tu mi ascolti, non devi dire niente, okay?» dice, il che mi confonde ancora di più.
Di solito non mi chiama per nome. Lo guardo per qualche secondo, poi torno a fissare davanti a me. Vorrà soltanto dirmi che me l'aveva detto, e che avrei dovuto ascoltarlo dall'inizio, perché ha sempre ragione lui, o qualcosa del genere.
«Sono una persona orribile, e il peggior fratello del mondo. Certe volte penso che non meriti di esistere» ammette, e io mi giro di scatto per guardarlo in faccia.
È serio o mi sta prendendo in giro? Il suo viso sembra serio, malinconico, un po' più rosso del solito. Decido di non dire niente ed ascoltarlo, come ha detto lui.
«È cominciato tutto con John. Non ricordo perché diventai suo amico, sinceramente, ma lui mi cambiò, questo è certo» ride senza entusiasmo, e io non posso fare altro che annuire mentalmente.
Non capisco perché mi stia dicendo questo, ma sto zitta e lo ascolto, senza guardarlo troppo.
«Era un puttaniere, lo sapevo, eppure quando ti sei messa con lui non ho detto niente. Era mio amico, e pensavo che forse con te facesse sul serio. Parlava di te continuamente, pensavo...» non dice altro per un paio di secondi, perso nei suoi pensieri, lasciandomi indovinare quello che voleva dire.
Pensava mi amasse. Lo pensavo anche io all'inizio, e per quello non posso biasimarlo. Ma posso biasimarlo per ben altro.
«Quel video è stato l'errore più grande della mia vita. Non sapevo che fossi tu, in quella macchina. John mi ha solo detto che doveva sistemare una cosa, e che aveva bisogno di una prova video. Ero un po' fatto quella sera, e mi sono accorto troppo tardi di quello che stava succedendo. Ho provato a cancellare il video, ma non ha funzionato» la sua voce si spezza, e io sussulto, mentre le lacrime mi scorrono di nuovo sulle guance, «Quando l'ho supplicato di cancellarlo ha detto che se ne avessi parlato a qualcuno lo avrebbe mandato a tutto il liceo. Anche se non ti parlavo da molto non potevo permettere che ti succedesse una cosa del genere, così non ho detto niente. Ho fatto finta di nulla, anche con te.»
Mi tremano le mani, le labbra. Il mio cervello è andato in palla. Non capisco se stia facendo sul serio oppure no. Se non sapeva che fossi io in quella macchina, allora perché non mi ha detto niente? Perché mi ha trattato così male? Non ha senso.
«Ho cominciato a comportarmi male con te perché volevo mi odiassi almeno quanto io odiavo me stesso. Non c'è qualcosa che non farei per tornare indietro nel tempo e fare tutto diversamente» dice, come se mi avesse letto nel pensiero, «Ma questa volta ho deciso di non stare zitto, e di dirti la verità, sorellina.»
Spalanco gli occhi, e lo guardo più sorpresa che mai. Sorellina? Mi ha chiamata sorellina...
«John ha ritrovato il video. Non avevi cancellato tutte le copie... Ma non ti devi preoccupare, adesso è finita: ieri sono andato da lui e l'ho messo fuori gioco con qualche pugno. Ho cancellato il video e tutto quello che ho trovato. Questa volta non c'è una fottuta copia. Gli ho distrutto il computer, insieme a tutte le chiavette USB che ho trovato» un leggero sorriso appare sul suo volto mentre lacrime di confusione ma anche di sollievo mi appannano la vista.
C'era un'altra copia del video... Ma adesso l'ha cancellato, è finita. Spero solo dica la verità...
Leo fa per muoversi, forse per mettermi una mano sulla spalla, ma si blocca.
«Quando ti ho vista in questo stato sono andato da Noah... Mi ha pestato un po', ma alla fine ho capito che cosa l'ha spinto ad agire così. Anna, quel video ti avrebbe rovinata, e lui lo sapeva. Ha preferito farsi odiare da te che permettere a John di farti del male» sorride debolmente.
Mio Dio...
«Non so se c'entrano anche i nostri genitori, un po' lo sospetto, ma non ne sono sicuro. Comunque... se volevi una prova dell'amore di Noah, adesso ce l'hai. Noah ti ama, e ti ha sempre amata, Anna. Voleva solo proteggerti, e spero che tu l'abbia capito. All'inizio non volevo voi due stesse insieme perché pensavo che ti avrebbe fatto del male come ha fatto John, ma adesso ho capito che mi sbagliavo» sta zitto per un po', poi si alza, e lo seguo con lo sguardo.
Si passa una mano nei capelli marroni, gli occhi lucidi e le labbra strette fra loro. Adesso che lo guardo meglio mi accorgo che è un po' rosso in viso, con un labbro spaccato, e uno dei suoi occhi un po' più gonfio del normale.
«Adesso è meglio che vada. Non m'importa se mi perdoni oppure no, volevo solo che tu sapessi» fa un colpo di tosse, ed ecco tornato il Leo a cui non importa di niente e di nessuno.
Prima che se ne vada faccio un respiro profondo, mi alzo e decido di fare quello che non ho fatto da troppo tempo: abbracciarlo. Leo è più alto di me, perciò il mio viso è sul suo petto, e riesco a sentire il battito accelerato del suo cuore. Resta immobile per un secondo, ma poi ricambia l'abbraccio, mentre io scoppio a piangere.
«Ti perdonerò. Forse non subito, ma lo farò, te lo prometto» dico fra un singhiozzo e l'altro.
Mio fratello mi accarezza dolcemente i capelli, e quando mi stacco da lui posso vedere due piccole lacrime scendere sulle sue guance. Mi sorride leggermente, poi si asciuga le lacrime ed esce dalla stanza.
Sono successe troppe cose. Mio fratello mi ha abbracciato, mi ha parlato, mi ha spiegato che non intendeva ferirmi, e anche se non posso perdonarlo subito, mi fa piacere averlo sentito dire tutte quelle cose.
E Noah, il mio Noey... devo parlargli. Sto ancora male per quello che mi ha detto, ma adesso che Leo mi ha detto la verità mi sento un po' più leggera.
John... alla fine è sempre e solo colpa sua, diamine!
Se quello che ha detto Leo è vero, allora deve aver sofferto anche Noah... Non voglio andare da lui subito, anzi, non posso: devo calmarmi e metabolizzare tutto quello che mio fratello mi ha detto.
Decido di stendermi e di dormire un po', anche solo per due minuti. Dopotutto, dicono che il sonno porti consiglio.
Ciao!
Ed ecco che il mistero è stato svelato. Forse avrei dovuto tenervi un po' di più sulle spine, ma vabbè! Spero tanto che questo capitolo vi sia piaciuto 🥺 E Leo? Che ne pensate di lui?
Venerdì pubblicherò il prossimo! ❤️
Baci 💋
-Gaia
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