Capitolo 64
Anna
«Buongiorno, vorrei tingermi i capelli di blu scuro, grazie» dice Giada alla parrucchiera, sorridendo.
«No, non è vero, vuole solo tagliarli» scuoto la testa.
Giada va a sedersi, lamentandosi, e io trattengo la parrucchiera.
«Qualsiasi cosa dica non ascoltarla, d'accordo? Vuole solo che le tagli i capelli più o meno qui» mi indico le spalle.
«Ehm, io-» fa per dire, ma la interrompo velocemente.
«Ti do dieci euro di mancia, okay?»
Lei annuisce freneticamente, facendo tintinnare i suoi orecchini, e si dirige verso Giada.
«Anna, li voglio blu scuro! Digli qualcosa!» la sento esclamare, ma la ignoro.
Più tardi mi ringrazierà.
Mi siedo su una poltrona, sperando che finiscano in fretta. Voglio tornare a piangere nel mio letto, come ho fatto per tutta la notte.
Peccato che avevo promesso a Giada di accompagnarla, quindi sono dovuta uscire. Non so come sto facendo a sorridere. Davvero, non ne ho idea.
Sono ancora sconvolta. Non devo assolutamente pensare a quello che mi ha detto James ieri, altrimenti scoppierò a piangere, e questa volta non mi fermerò più. Giada non ha notato il mio pessimo umore, o forse ha solo fatto finta di credere ai miei sorrisi. Non lo so, fatto sta che adesso mi sta fulminando con lo sguardo.
Dopo un po' si stanca, e mi sorride. Nell'ora che segue resto a guardare la parrucchiera che le taglia i capelli, alternando con lo schermo del mio telefono. Torno a guardarla e mi accorgo che si è fatta tingere due ciocche di capelli in blu.
Non ci credo. Sgrano gli occhi e lei sorride, facendomi la linguaccia. A questo punto è colpa sua, eh.
Decido di aspettare i cinque minuti che servono alla parrucchiera per finire di aggiustare il tutto prima di arrabbiarmi con entrambe.
Distolgo gli occhi da loro, e guardo fuori dalla porta trasparente. Non l'avessi mai fatto.
Una ragazza castana alta un metro e ottantacinque sta avanzando verso di noi, con i pugni stretti e la sua borsa di Chanel sulle spalle. Marlena.
Sembra un toro infuriato, scommetto se si avvicinasse ancora un po' riuscirei a vedere il fumo che le esce dalle orecchie. Che diavolo?
Mi alzo in fretta ed esco dal parrucchiere, guardandola confusa. Indossa una maglietta bianca e dei jeans neri, con delle scarpe costose ai piedi.
«Tu» dice, con rabbia.
«Mary, che succed-» chiedo aggrottando le sopracciglia, ma lo schiaffo che mi dà mi fa morire le parole in bocca.
Mi massaggio la guancia e la guardo male.
«Ahia!» sibilo.
«Stronza egoista, è tutta colpa tua!» esclama, spintonandomi, senza nessuna tenerezza.
Il suo viso è rosso dalla rabbia, le labbra rosa strette fra loro. I capelli castani le ricadono sulle spalle, ma sono meno ordinati del solito, per questo mi fa ancora più paura. Ho di fronte a me un gigante ricco incazzato.
«Ma di che parli?» chiedo, ancora stordita dal male che mi fa la mia guancia.
«James, ecco di che parlo. È venuto a parlarmi ieri sera, e, se ti faccio un piccolo riassunto, mi ha lasciata.»
Jem. Merda, mi era completamente uscito dalla testa il fatto che loro due stavano insieme.
«Mary, io-» cerco di scusarmi, ma lei non me ne lascia nemmeno il tempo.
«No, Mary un cazzo! Devi sempre rovinare tutto, ogni singola volta!» esclama, «Pensavo di aver trovato qualcuno di speciale, e invece come al solito mi ero solo illusa, perché alla fine scelgono sempre te. La ragazza perfetta, con i voti perfetti, i capelli perfetti, la vita perfetta. Rovini sempre tutto! Prima John, il ragazzo per cui avevo una cotta dalla seconda media, poi Noah, poi James. Non mi lasci mai niente, devi sempre essere migliore di me in tutto.»
Sta parlando a vanvera, ma questo non vuol dire che ogni parola non mi sembri come una coltellata nel petto.
«E io non capisco che cosa ci trovino in te. È il fascino della depressa o cosa? Devo piangere anche io ogni singola volta che ne ho l'occasione per essere amata? Perché è questo che sei, sei solo una depressa che piange, e per cosa? Perché tuo fratello ti ha detto che sei una stronza? Non sai quante persone me lo hanno detto, e io non ne faccio tutto un dramma» borbotta.
Non riesco nemmeno a formulare un pensiero coerente, ci sono solo le parole di Mary che mi rimbombano nelle orecchie.
Depressa.
Piange.
Stronza.
Dramma.
Una lacrima mi riga la guancia, poi un'altra.
Depressa.
Piange.
Stronza.
Dramma.
«Che cosa hai detto, scusa?» chiede una voce che non è la mia.
Mi giro verso il punto da cui è provenuta la voce e spalanco la bocca.
È Giada. I suoi nuovi capelli sono bellissimi, devo ammetterlo, ma la cosa che mi colpisce di più, e che mi fa tremare, sono i suoi occhi di fuoco. Ha le guance rosse, e ho seriamente paura di quello che potrebbe fare.
«I-io...» balbetta Marlena.
Non si aspettava che Giada sentisse tutto.
«Prova a ripetere una sola parola di quello che hai detto, stronza, e ti faccio davvero male» ringhia la mia migliore amica, avvicinandosi a Marlena.
Sono alte più o meno lo stesso, e in questo momento Mary mi sembra un po' meno minacciosa.
«Giada, io sono solo realista. Insomma, dimmi una qualità di Anna tranne il fatto di essere sempre gentile con tutti, e io-»
Giada non la lascia nemmeno finire che si butta addosso a lei, spintonandola per farla cadere sull'erba che ci circonda. Si mette a cavalcioni su di lei e comincia a prenderla a schiaffi e a pugni.
Osservo la scena scioccata, con la bocca e gli occhi aperti.
Dopo qualche secondo dei passanti si avvicinano e cercano di separarle.
Giada lascia Mary, anche se ha ancora i pugni serrati e le guance infuocate.
«Questa volta il perdono te lo scordi! Se ti fai vedere di nuovo ti giuro che non mi fermo» urla con tutto il fiato che ha.
Fa un respiro profondo.
«Vieni Anna» si rivolge dolcemente a me, anche se ha ancora le guance rosse.
Sono ancora frastornata dalla scena delle mie amiche che si picchiano, ma Giada mi trascina lo stesso fino alla fermata dell'autobus.
Ha il respiro veloce, e si massaggia le nocche arrossate e si lamenta un po'.
«Stai bene?»
A quella domanda scoppio a piangere, e Giada sgrana gli occhi. Mi abbraccia, e la mia faccia viene sepolta nel suo profumo di lavanda.
«Non piangere Annina» dice mentre mi accarezza i capelli.
«Annina?» chiedo fra un singhiozzo e l'altro.
«Cercavo solo di essere tenera» sbuffa, anche se non si scioglie dall'abbraccio.
Sto bagnando la sua maglietta azzurra con le mie lacrime, così cerco di staccarmi, ma lei non me lo permette.
«Lasciati abbracciare» sussurra e io annuisco, «Comunque dovevo andare da Ross... se vuoi puoi venire anche tu, così forse vedi Noah» aggiunge.
«Sì, per favore...» mi stacco da lei, cercando di smettere di piangere.
«Costringerò Ross a dormire da me, così tu e Noah potrete stare soli» si tocca i capelli, sorridendo un po'.
Le due ciocche blu si abbinano alla maglietta azzurra che ha addosso.
«Grazie, Giada» mormoro, abbassando lo sguardo.
«Ora mi spieghi perché sarebbe colpa tua se James ha lasciato Marlena?» chiede, riferendosi al discorso che ha fatto Mary.
«È... una lunga storia» cerco di cambiare discorso, perché non voglio piangere di nuovo.
Giada assottiglia gli occhi, e ad un certo punto schiude le labbra.
«Va bene, me la racconterai dopo, prima dillo a Noah, o si offenderà per non essere stato il primo a saperlo» dice, dandomi un colpetto sulla spalla.
Credo abbia una piccola idea di quello che è successo.
«Okay» annuisco, «Comunque i tuoi capelli sono molto belli.»
«Eheh, lo so! Sono felice, mi piacciono molto!» esclama entusiasta, mentre ci sediamo su una panchina, aspettando l'autobus che mi porterà da Noah.
Tanto Mary non mi era mai piaciuta, lol.
Scherzo!!
Eccomi con questo nuovo capitolo! Lo so che è corto, però spero che vi piaccia lo stesso, e che scleriate tanto nei commenti!
Non so quando pubblicherò il prossimo, ma spero presto!
Baci 💋
-Gaia 💙
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top