Capitolo 54

Anna

Sono sveglia da qualche decina di minuti, e non ho la minima intenzione di muovermi. La testa mi sta scoppiando, ma cerco di concentrarmi sul battito cardiaco di Noah.
Sto stringendo le braccia intorno alla sua vita, e ho la guancia schiacciata contro il suo petto.

Socchiudo gli occhi per capire che ore sono, e una luce accecante invade le mie iridi marroni. Mi sfugge un lamento e sprofondo il viso nella maglietta di Noah.

«Anie, se mi stringi così muoio soffocato...» mormora, toccandomi i capelli.
«Scusa» mi stacco da lui, mettendomi a sedere.

Noah ha ancora gli occhi chiusi, i capelli ricci scompigliati sul viso e un braccio sopra alla testa. Quando si accorge che mi sono alzata spalanca gli occhi e mi prende per un braccio, tirandomi in modo da farmi ritrovare vicino a lui.

«Mhm, restiamo qui ancora un po'...» biascica, lasciandomi un bacio sulla fronte.

Io non posso fare altro che annuire e rifugiarmi tra le sue braccia.

Ieri gli ho detto tutto. Assolutamente tutto. Non avevo mai detto a nessuno chi si trovava dietro la telecamera, nemmeno a James, nemmeno al Signor Bryan. Pensavo me ne sarei pentita, ma in questo momento mi sento più leggera che mai. Sentire il respiro di Noah sui miei capelli, le sue mani sulla mia schiena, mi fa stare così dannatamente bene.

Voglio restare così per sempre.

«Réveillez vous, les amoureux! È pronta la colazione!» la voce di Will rimbomba nella stanza, mentre io e Noah ci lamentiamo.
«Will, porca puttana, che ore sono?» Noah si mette a sedere, stropicciandosi gli occhi.

Will è davanti a noi, vestito con un pantalone rosso scuro e una maglietta nera, e continua a battere le mani, saltellando come un matto dappertutto. Si è fumato qualcosa?

«Le dieci! Le fottute dieci!» esclama ridendo.
«Will, ti spacco le fottute ossa se non ci lasci in pace!» Noah ha ancora la voce impastata dal sonno mentre cerca di sembrare minaccioso.

Continuano a bisticciare, e io non ho detto una parola: sto cercando di non ridere, ma è troppo complicato.

«Ci spacchi le ossa anche a noi?» chiedono due vocine.

Strabuzzo gli occhi quando vedo due bambini correre verso il letto, saltandoci praticamente addosso.
Oddio, sembrano dei gremlins indemoniati.

«Ragazzi... aiuto...» piagnucola Noah, cercando di togliersi Sam di dosso.

Io rido, mentre cerco di guardare in faccia la bambina riccioluta che mi sta riempiendo il viso di baci.

«Mmm, abbiamo fatto i biscotti, venite ad assaggiarli?» mi chiede Clary, sprofondando il viso nel mio petto.

Metto una mano nei suoi capelli biondi, e annuisco. Guardo Noah, che è steso sul letto come fosse morto, mentre Sam riempie di pugnetti il suo petto.

«Cinque minuti e arriviamo» i gemellini annuiscono e scendono dal letto, uscendo dalla stanza, seguiti da Will.

Sorrido quando vedo Noah ancora steso con gli occhi chiusi.

«Mi fa male tutto» fa una smorfia.

Mi metto sopra di lui, tenendomi su con i gomiti, e gli bacio le labbra rosa.

«Vuoi il bacino magico?» lo prendo in giro, e lui mi fa una linguaccia.

Gli strizzo la guancia ridendo, poi gli lascio un altro bacio sulle labbra.

«Ho fame, andiamo?» mi alzo e mi stropiccio gli occhi.
«Anie, aspetta, parliamo prima» mi prende la mano.
«Possiamo aspettare? Ne parliamo dopo, okay?» gli chiedo, cercando di domare i miei capelli: vorrei essere almeno presentabile...
«Ti sei pentita?» mi chiede.

Quando mi rigiro verso di lui vedo che si sta guardando le mani.

«No! Voglio solo mangiare, davvero!» rido, prendendogli il mento con due dita, costringendolo a guardarmi, «Non mi sono pentita, anzi, sono felice di averti detto tutto.»

Noah sorride, e mi bacia la punta del naso.

«Comunque hai ragione, meglio andare, o quei diavoletti ci attaccheranno di nuovo.»

Alla fine io e Noah arriviamo in cucina, dove i gemellini, Will e Jennifer sono seduti al tavolo.

«Eccovi!» i gemellini ci accolgono saltandoci addosso di nuovo, e dopo qualche lamentela di Noah ci mettiamo a mangiare i biscotti fatti dai bambini.
«Sono squisiti» ammetto, e i gemellini si danno il cinque.

Speriamo solo che non siano avvelenati. Questi bambini sono capaci di tutto.

«Li ho aiutati anche io, eh!» sorride la zia di Noah.

Indossa un grembiule bianco che mette in contrasto la sua pelle scura, e i capelli arruffati le ricadono slegati sulle spalle.

Dopo una buonissima colazione, io e Noah torniamo in camera sua, per riprendere il mio vestito e tutte le nostre cose. Torniamo in salotto, e vado a salutare i bambini. Will mi fa un cenno con la mano, mentre i gemellini mi pregano di giocare con loro ancora un po'.

«Tornerò presto, e giocherò con voi tutta la notte, se volete.»

Clary e Sam annuiscono, e scompiglio i loro capelli riccioluti prima di raggiungere Noah e sua zia.

«Zia, noi andiamo» dice prima di uscire.
«Noah! Non sapevo fossi venuto a trovarmi! I gemellini saranno felicissimi.»

La zia di Noah sorride, e quasi sento le lacrime pizzicarmi gli occhi. Deglutisco e guardo Noah, che sorride leggermente, anche se posso vedere il dolore nei suoi occhi marroni.

«In realtà dovevo solo prendere una cosa... ciao» mormora, prima di uscire di corsa.

Jenny mi guarda confusa, poi sospira.

«L'ho fatto di nuovo, non è così?» guarda il pavimento.

Sembra mortificata.

«Io...»
«Non importa, vai da lui» mi interrompe, facendo un sorriso, anche se malinconico.

Annuisco e mi fiondo fuori dalla porta.

«Noah...» momoro quando lo vedo appoggiato al cofano della Jeep di Ross.

Guarda per terra, e ha le mani strette a pugno. Mi sembra un modello che aspetta che qualcuno gli scatti una foto, vestito con la sua solita maglietta nera e dei jeans bianchi.

«Non è niente, davvero, ci sono abituato» scuote la testa, e io gli prendo la mano, stringendola.

Mi dispiace davvero tanto.

«Andiamo, dai» mi sorride debolmente, e entriamo in macchina.
«Volevi parlare...» gli chiedo, una volta seduti.
«Forse dovremmo aspettare... non vorrei fare un incidente» socchiude gli occhi, mettendo in moto.

Annuisco, e dopo un po' ci ritroviamo a canticchiare la canzone che sta passando alla radio.

«Me lo prometti?» ripeto, e Noah sbuffa.

Siamo poco lontani da casa mia.
Dopo esserci fermati, Noah ha cominciato a dire che quello che John mi ha fatto non era accettabile, e che sarebbe andato a spaccargli la faccia non appena avrebbe avuto del tempo libero. Ovviamente sono contraria, ecco perché gli sto facendo promettere che non andrà a cercarlo.

«Perché mi fai questo?» si lamenta, facendo una smorfia.
«Noah» lo rimprovero scuotendo la testa.
«Va bene, te lo prometto. Ma se mi provoca, non risponderò più delle mie azioni» fa le spallucce.
«Grazie.»

Passo una mano nei suoi capelli ricci e lo attiro a me. Gli bacio le labbra, e lui sospira sulla mia bocca.

«Anie... Perché non vieni all'appartamento con me? Ross sarà felice di vederti, dai!»
«Non posso Noah, scusa... Mia madre mi ucciderà. Mi vieni a salutare martedì?»
«Sì, Anie» annuisce, «Io...» fa per dire qualcosa, ma richiude la bocca.
«Che c'è?» aggrotto le sopracciglia.
«Niente... mi mancherai.»

Sorrido e mi sa che arrossisco pure. Noah mi prende per la nuca e incolla le sue labbra sulle mie. La sua mano si sposta dalla mia nuca alla mia guancia, che accarezza dolcemente.
Il modo in cui mi bacia mi stupirà sempre. È sempre così dolce, così tenero.

Nessuno mi aveva baciata così prima di lui. Nessuno mi aveva baciata accarezzandomi le guance, scostandomi lentamente i capelli dal viso come sta facendo Noah adesso.

Quando si stacca da me sono tentata di annullare la distanza fra noi di nuovo, ma cerco di controllarmi ed esco dalla macchina. Noah mi saluta con un cenno della mano e mette in moto, sparendo dietro l'angolo della strada.

Resto un po' lì, una parte di me che spera che lui torni da me e mi porti al suo appartamento di forza.

Scuoto la testa e mi incammino verso casa.

«Anna, eccoti. Pensavo non saresti più tornata» sento la voce di mia madre che proviene da camera sua.
«Vado a studiare» borbotto, sperando di non dover iniziare una conversazione con lei.
«Bene, io preparo da mangiare, fra una mezz'oretta dovrebbe essere pronto» dice, sempre senza farsi vedere.

Annuisco e mi fiondo nella mia stanza.

Devo studiare, ma voglio stendermi per un momento. Mi tolgo il vestito, mi metto la felpa e i pantaloni della tuta. Poco dopo sono stesa sul letto, e osservo il soffitto.

Non riesco ancora a credere di aver detto tutto a Noah. E non me ne pento. Solo... non capisco perché io l'abbia fatto. Certo, mi sono già confidata con James, senza dirgli una parte della storia, ma è stato dopo tanti mesi che lo conoscevo. Sì, conosco Noah da molto, ma ho cominciato a conoscerlo per davvero da nemmeno tre mesi, eppure con lui mi sono confidata su tutto.

Ho visto una lacrima scivolargli lungo la guancia. Sono felice di averglielo detto.
Quando mi ha abbracciata, mi sono sentita libera da un peso enorme.

Volevo che lui sapesse tutto su di me. Volevo che si fidasse di me. Forse è per quello che l'ho fatto.

Continuo a guardare il soffitto, quando ad un tratto la ragione del perché l'ho fatto mi appare chiara in testa. Cerco di ignorarla, ma alla fine vince lei, e capisco che è quello il vero motivo.

L'ho fatto perché mi sono innamorata di lui. Merda.

Sono innamorata di Noah Patterson.

E io sono innamorata di James Ford, ma questo lo sappete già 😂❤️
Come stateee? Io bene dai, sono a Firenze!
Comunque spero vi sia piaciuto il capitolo, ditemi tutto nei commenti!
Baci 💋
-Gaia 💙

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