Capitolo 42

Anna

Sono in una macchina, sento freddo. Non mi piace qui, sento che sta per succedere qualcosa di brutto.

«John, andiamo via?» gli chiedo, guardando fuori dal finestrino.
«No, bambolina, siamo appena arrivati.»

Non vedo molto bene il suo viso a causa dell'oscurità, ma so che sta sorridendo. Mi sfiora la guancia con una mano, poi posa le sue labbra sulle mie e mi bacia con foga. Io ricambio, cercando di rilassarmi. Di solito i suoi baci mi rilassano. Dopo poco mi ritrovo sopra di lui, con le sue mani sui fianchi, che cercano di togliermi la maglietta.

«Aspetta...»
«Shh, ti piacerà, non ti preoccupare» bisbiglia, baciandomi la guancia.
«No, non voglio John...» cerco di divincolarmi dalla sua presa.
«Bambolina, per favore, ti voglio» mi guarda negli occhi.

Sospiro e decido di accontentarlo. Lo lascio fare. Mi toglie la maglietta e mi bacia il collo.

«Ti amo, lo sai?» sussurra contro il mio orecchio.

Annuisco, e lui mi abbassa i pantaloni.

Mi entra dentro e mi sfugge un lamento. Farlo così mi fa un po' male, ma lo lascio fare. Voglio solo che goda in fretta per poter tornare a casa. Non mi piace qui. La sua bocca è fissa sul mio collo, mentre io mi guardo intorno. Mi sento esposta.

Ad un certo punto vedo una specie di luce, come la luce di un flash. Guardo nella direzione della luce ma non vedo niente. Dev'essere la mia mente che mi fa gli scherzi.

«Sicuro non ci veda nessuno?» chiedo a John, un po' preoccupata.
«Bambolina, sta un po' zitta» mi mette una mano sulla bocca, e quando capisce che non parlerò, la toglie e comincia a muoversi più velocemente.

Io continuo a guardarmi intorno, e quando vedo di nuovo il flash, riesco a mettere a fuoco una telecamera, e la persona che la tiene.
Quando capisco di chi si tratta sento il mondo crollarmi addosso. Non sento più nemmeno i gemiti di John, sento solo un fischio nelle orecchie e la voglia di vomitare.
È lui.
È...

Mi sveglio di soprassalto, mettendomi una mano sulla bocca, per non far uscire nessun suono da essa. Il mio respiro è veloce, e quando un tuono mi fa sobbalzare, scoppio a piangere.
Non avevo affrontato quell'incubo da qualche mese, e devo dire che non mi è mancato affatto.
Mi sdraio di nuovo ma appena chiudo gli occhi vedo di nuovo il suo viso.

Oddio...

Mi alzo e faccio per uscire dalla camera. Non so nemmeno dove andare.
Apro la porta e guardo il corridoio, che è buio, ma nonostante questo scorgo la porta della stanza di Noah. Resto lì a fissarla per un po' poi chiudo la mia e vado verso la sua.

Metto la mano sulla maniglia. Mi mordo il labbro. Basta, non ce la faccio.

Apro lentamente la porta, e non appena entrata nella stanza, un lampo mi fa sussultare. Noah sta dormendo beatamente nonostante il temporale, si vede soltanto la sua testa riccioluta, perché il resto del suo corpo è coperto dal piumone.

In effetti in questa casa fa un po' freddo.

Mi avvicino al letto e mi infilo velocemente nelle coperte, sperando che non si accorga della mia presenza.

Lui però si muove e mette un braccio sulla mia pancia. Sul suo viso riesco a vedere un'espressione di confusione, anche se sta ancora dormendo.

«Anie?» mormora, aprendo leggermente gli occhi marroni.

Non dico niente, ma mi avvicino a lui e affondo il viso nel suo petto caldo e privo di maglietta.

«Mi hai perdonato?» chiede piano, la voce impastata dal sonno.

Oh, Noah...

«Tutto perdonato Noah, tutto perdonato» sussurro, la voce rotta dal pianto.
«Anie... vieni qui, piccolina» mi mette un braccio attorno, attirandomi ancora di più verso di lui.

Lo abbraccio, e mentre continuo a piangere, lui mi accarezza i capelli e mi bacia la fronte. E non so come, riesco ad addormentarmi di nuovo, forse cullata dalla sua voce e dai battiti del suo cuore.

Mi stropiccio gli occhi e sbadiglio.

Mi guardo intorno e improvvisamente mi ricordo di dove mi trovo. Ma non spalanco gli occhi, non mi giro di scatto rimpiangendo la scelta che ho fatto questa notte, anzi, sorrido e mi rilasso.
Non voglio pensare a cose negative, almeno, voglio aspettare che si svegli.

Mi giro verso la testa di Noah, che si trova poco sotto la mia spalla. Sento la sua mano sul mio fianco, e mi fermo a guardare il suo viso angelico. È rilassato, e riesco a scorgere l'ombra di un sorriso sulle sue labbra rosee. Il suo viso color cioccolato è molto vicino al mio, così passo un dito sulla sua guancia. Lui apre gli occhi, socchiudendoli.
Dio, è un angelo.

«Ciao» bisbiglia.
«Buongiorno» sorrido leggermente.

Restiamo un po' a guardarci, poi la mia mente decide di voler pensare alle cose negative. Non posso, è sbagliato.

«Non voglio stare senza di te» dice ad un tratto come se mi avesse letto nella mente.
«Noah...» abbasso gli occhi e mi divincolo dalla sua presa, mettendomi a sedere.
«No, lasciami parlare. Non m'importa se tuo padre mi licenzia, io voglio continuare a vederti. Voglio continuare a sentire la tua voce, a vedere il tuo viso» si mette a sedere anche lui, di fronte a me, per potermi guardare meglio.

Il suo, di viso è ancora un po' assonnato, ma riesce comunque a guardarmi con un'intensità che mi fa quasi arrossire.

«No, Noah, sapevo che quei soldi servivano ad aiutare la tua famiglia, ma adesso che la conosco non voglio...» cerco di parlare, ma lui mi mette le mani sulle spalle e mi interrompe.
«Posso trovarmi un altro lavoretto più impegnativo e lo sai benissimo. Di che cosa hai paura?» aggrotta le sopracciglia.
«Non ho paura.»

Lui sta zitto per un po'.

«Hai detto che mi hai perdonato. È la verità?» chiede ad un certo punto.
«Sì, è la verità. Ma vorresti davvero giocare a nascondino con mio padre?» chiedo, abbassando gli occhi.
«Sì.»
«Noah...»

Proprio non vuole mollare.

«Anna, devo capire se provi quello che provo io.»

Mi prende la mano e la appoggia sul suo petto, facendomi sentire il battito del suo cuore.

«Questo è quello che mi fai. Quando ci sei tu non ci capisco più niente. Mi sento come risucchiato in un vortice di emozioni che non riesco a controllare.»

Detto questo si avvicina alle mie labbra lentamente, lasciandomi apposta il tempo per decidere se allontanarmi, cosa che non faccio.
Posa leggermente le labbra sulle mie, la mia mano sempre sul suo petto. Quando ricambio il bacio mettendogli la mano libera nei capelli, sento il battito del suo cuore aumentare.

Sto per piangere di gioia. Sapere che non sono la sola a provare queste cose mi fa sentire meglio. Non si può controllare il cuore, e il suo mi sta dicendo che non gli sto indifferente.

«Anie... se non hai voglia di definire quello che siamo mi va bene. So che hai qualche problema di stress, e io non voglio essere una fonte di ansia...»

A quel punto non resisto più. Mi sembra che tutte le ragioni che avevo per stare lontana da lui si siano appena evaporate nel nulla.

Annuisco, e lo bacio di nuovo, mettendogli le mani sulle guance. Sento il suo sorriso premere contro la mia bocca, e di conseguenza anche le mie labbra si stendono in un piccolo sorriso.

A quel punto la porta si apre di scatto, e non faccio nemmeno in tempo a staccarmi da Noah che la testa di sua zia fa capolino nella stanza.

«Ma allora non l'avevi pagata!» esclama mettendosi una mano nei capelli ricci foltissimi, che sono slegati e gli ricadono sulle spalle.

Non riesco nemmeno a guardarla in faccia per l'imbarazzo.

«Zia!» bisbiglia Noah, facendogli segno di andarsene.
«Va bene scusa!» alza gli occhi marroni al cielo.

Si scusa ancora ed esce in fretta dalla stanza. Mi giro verso di Noah e lui ride, serrando le labbra. Rido anche io e torniamo a baciarci, e ci stendiamo sul letto, ridacchiando fra un bacio e un altro.

Mi ero immaginata che non ce l'avrei fatta a stare lontana da lui, che in un modo o nell'altro ci saremmo ritrovati. Probabilmente me ne pentirò, ma in questo momento non riesco a pensare ad altro della sua bocca sulla mia, della sua risata e del modo in cui mi fa stare bene.

Mi ferirò, ma ho un disperato bisogno di felicità e non riesco a rifiutare quello che Noah mi sta offrendo. Non m'importa se starò male dopo, per ora voglio solo aggrapparmi a lui sperando che mi aiuti a non affondare nella mia palude della tristezza.

Ce l'ho fatta ad aggiornare!!!
Non so quando aggiornerò di nuovo però 🥺
Comunque, spero questo capitolo vi sia piaciuto ❤️
Che cosa avete capito dall'incubo? Ditemi nei commentiiiii ✨
Baci 💋
-Gaia 💙

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