Capitolo 37

Noah

«Eddai tesoruccio, resta con noi» sussurra la biondina, baciandomi il collo.

Sto per vomitare.

Da quando siamo arrivati non ha smesso di comportarsi come se noi due stessimo insieme, e questa cosa mi ha alquanto irritato.

Pensavo venire a questa festa fosse una buona idea, che mi avrebbe aiutato a pensare ad altro, ma non è stato affatto così. La biondina è brava a distrarmi, ma a quanto pare quando ha i vestiti addosso il suo talento sparisce del tutto. E diciamo che fare sesso non è esattamente quello che mi andrebbe di fare in questo momento. O almeno, mi andrebbe, ma di certo non con lei.

«Ti ho detto di non chiamarmi in quel modo» sbuffo, respingendola, per poi alzarmi.
«Dove vai?» si lamenta, gonfiando le guance.

I suoi capelli biondi le ricadono sulle spalle, ed è vestita con un completino bianco, che mette molto in risalto le sue curve.

«A cercare una persona» la liquido con un gesto della mano.

Quando una mezz'oretta fa ho visto Ross nella folla, ho desiderato per un attimo di sotterrarmi. Sì perché, se Ross era lì, doveva per forza esserci anche la sua ragazza psicopatica, e incontrarla era l'ultima cosa che volevo.

Così mi sono camuffato, e per una volta la biondina si è resa utile, sedendosi praticamente addosso a me. Sono restato lì, mentre lei parlava con quelle oche delle sue amiche, a pensare ai fatti miei.

Con fatti miei intendo Anna Ferrari, ovviamente.

Probabilmente l'avevo chiamata con la mente a forza di pensarla, perché ad un certo punto l'ho intravista, seduta su un divanetto. Era così perfetta, vestita con una semplice maglietta gialla senza spalline e un jeans azzurro strappato sulle ginocchia. Avrei potuto dubitare della realtà di quello che stavo vedendo, se non fosse stato per il ragazzo seduto vicino a lei.

Ma dico io, poteva farmi incazzare di più?

Per fortuna la biondina mi stava attaccata addosso, così da impedirmi di alzarmi e andare a spaccare la faccia di quel tizio. Sì, ero geloso, e allora? È normalissimo, insomma, anche se non stiamo insieme, siamo qualcosa, non è così?

In queste settimane non ho nemmeno avuto il tempo di andare a trovarla: ho dovuto stare dai miei cuginetti per tenerli d'occhio, ma anche per giocare e parlare un po' con loro. Mi erano mancati.

Ho pensato di scriverle, ma alla fine non l'ho fatto, dato quello che mi aveva detto l'ultima volta. So che non vuole vedermi, ma se crede che la lascerò scappare così facilmente da me, si sbaglia di grosso. Devo solo trovare un modo per farle capire che per me non è solo una qualunque.

Adesso, la sto cercando da più di cinque minuti, senza successo. Dove cazzo si è cacciata? Quando mi si è trovata davanti, ho pensato di avere un infarto: la serenità che le avevo letto sul viso pochi minuti fa era sparita. Il suo viso era paonazzo, e non ho nemmeno avuto il tempo di fare qualsiasi gesto che era sparita.

Decido di andare a guardare al bancone, e la trovo proprio lì, seduta su uno sgabello, con un bicchiere vuoto fra dita. Lo osserva come se fosse l'unica cosa le fosse rimasta.

«Anna» la chiamo, avvicinandomi a lei, «Che cosa stai facendo?»
«Non è evidente?» non mi guarda nemmeno.

La sua voce è strana, non ha la stessa tonalità, la stessa dolcezza del normale. I suoi capelli arricciati così mi fanno impazzire, è davvero molto bella.

«Posso averne un altro per favore?» sorride al barista, che ci stava guardando da prima.
«No, non può» dico, prima che lui faccia qualcosa.

Il barman ci guarda incuriositi, con tutti i suoi piercing che luccicano a causa delle luci colorate del locale.

«Come scusa?» questa volta Anna mi guarda.

I suoi occhi sono un po' rossi, non so se per colpa dell'alcool o di qualcos'altro. Ha un sopracciglio alzato, e le labbra rosa leggermente schiuse.

«Se non vuoi finire ubriaca devi smetterla» la rimprovero: vederla così non mi piace, chissà che cosa sarebbe successo se non l'avessi trovata... magari uno stronzo qualunque si sarebbe approfittato di lei.

Non voglio nemmeno pensarci.

«Sono già ubriaca. Ho detto un altro» lancia un'occhiata di fuoco al barista, che non ci sta capendo più niente.
«Non ascoltarla.»
«Hai rotto il cazzo!» grida, questa volta guardandomi negli occhi, «Perché dovete tutti dirmi cosa fare come se avessi due fottuti anni?!»

Sussulto e strabuzzo gli occhi: Anna non dice quasi mai le parolacce.

Ci sono persone che quando si ubriacano diventano sdolcinate, altre che parlano in lingue incomprensibili, o altre che cominciano a sparare parolacce a caso. Anna, da quel che ho capito, fa parte della terza categoria.

Alla fine il barman le dà il drink, e l'istinto omicida mi sale a mille. Che cazzo di problemi ha?! Una volta preso il bicchiere, Anna se lo porta alle labbra, ingoiando tutto d'un sorso come fosse acqua.

«Anna, ti porto a casa, okay?» dico dolcemente, cercando di farla ragionare.
«Con te non vado da nessuna parte» sbotta, poggiando violentemente il bicchiere sul bancone.
«Anie...» mormoro, toccandogli la spalla.
«Lasciami stare» si scansa, incrociando le braccia al petto.
«No.»
«Benissimo. Un altro» fa un gesto al barista, che si mette subito a preparare qualsiasi cosa Anna stia bevendo.
«Anna, ti trascino via di forza» sorrido debolmente, appoggiandomi col gomito al bancone.
«Provaci pure» mi provoca.

Sì, questo mi era decisamente mancato.

Manda giù il bicchiere che gli pone il barman come fosse uno shot, poi mi guarda e serra le labbra, socchiudendo gli occhi.

«Anzi no, voglio andare a casa. Portami a casa» mi ordina, puntandomi il dito contro.
«Perfetto» sbuffo, prendendola per mano.
«Non... mi toccare» mi guarda malissimo, e i suoi occhi marroni incontrano i miei.

L'alcool comincia a farsi sentire: mette più tempo a comporre una frase sensata, e devo sostenerla più volte prima di farla arrivare alla macchina della biondina.

«Di chi è questa macchina?» chiede, con un'espressione di disgusto sul viso.
«Non importa di chi è se vuoi tornare a casa» ribatto, entrando dentro.

Lei mi segue, sbattendo la portiera. Incrocia le braccia al petto, e non dice più niente per tutto il tragitto, ma sento il suo sguardo insistente su di me.

«Perché mi guardi così?»
«Perché ne ho voglia. Perché sei bello» alza le spalle, per poi girarsi di scatto verso il finestrino, pentitasi delle sue parole.

Perché sei bello, ha detto.

«Sei arrabbiata con me?» chiedo ad un certo punto, per spezzare il silenzio, che mi sta facendo innervosire.

Saperla arrabbiata con me non mi piace, proprio per niente. Però non riesco ad immaginarmi il perché: per una volta che ho fatto esattamente quello che gli ho chiesto...

«Anna» ripeto, e lei si gira lentamente verso di me.
«Che c'è?» borbotta, toccandosi i capelli marroni con una mano.
«Perché sei così fredda? Ho fatto quello che mi hai chiesto: sono stato lontano da te.»
«Quello l'ho notato. A quanto pare ti... ti è venuto facile» sputa fuori quelle parole come se le stesse tenendo dentro da tanto tempo.
«Tu non hai idea di quello che dici» sorrido amaramente, continuando a guardare la strada.

Quante volte ho dovuto trattenermi dallo sfondare la tua porta per poter assaporare di nuovo le tue labbra? Quante volte ho voluto chiamarti, sentire di nuovo la tua risata, la tua voce? Troppe volte Anie, troppe.

«Come vuoi» borbotta, distogliendo lo sguardo.

Quando arriviamo davanti a casa sua, mi parcheggio, spengo la macchina e incrocio le braccia al petto. A quanto pare è l'unica cosa che sappiamo fare stasera.

Anna prova ad aprire la portiera più volte, ma se l'ho bloccata ci sarà una ragione.

«F-fammi uscire» balbetta, girandosi verso di me.
«Non prima che tu mi dica perché hai deciso di ubriacarti» guardo un punto fisso della stradina, evitando il suo sguardo.

«Cristo Noah, fammi uscire!» esclama, cercando freneticamente di aprire la portiera.
«Dimmelo, e ti faccio uscire» ripeto, questa volta guardandola negli occhi.

Lei si morde il labbro tremante, come per impedire a sé stessa di parlare troppo. Ad un certo punto si guarda velocemente intorno, poi i suoi occhi si posano di me.

«Volevo dimenticarti, dannazione! Sei contento adesso?» esclama sgranando gli occhi, per poi provare di nuovo ad aprire la portiera, che dopo vari tentativi, si apre.

Sono troppo scioccato per fare caso alle portiere difettose di questa fottuta macchina. Ha cercato di dimenticarmi. Quindi anche a lei era venuto difficile.

«Anna, aspetta» esco dalla macchina e cerco di rincorrerla, ancora scombussolato.
«Vaffanculo. Non capisci proprio un cazzo, Noah!» continua a camminare, facendomi segno di andarmene con un braccio.
«Allora aiutami a capire!»

Non riesco a pensare lucidamente, non dopo quello che ha detto. So che è ubriaca, ma sentire quelle parole dalle sue labbra mi ha fatto andare fuori di me.

«Io non riesco a levarti dalla mia testa» comincia a parlare a raffica, «Sei come una fottuta calamita: ogni volta che provo a smettere di pensarti, la mia mente torna ancora più violentemente verso di te. Sei sempre nella mia testa, e non te ne vuoi mai andare, cazzo!» continua a gridare, fino a non avere più aria nei polmoni.

Io non riesco a parlare, non riesco a pensare ad una frase sensata da dirgli. Anna respira affannosamente, e restiamo a guardarci l'un l'altro, finché una voce spezza il silenzio che c'era fra noi.

«Ehi, va tutto bene qui?» chiede James, che si è appena avvicinato a noi.

Ora che ci sei tu no, stronzo.

«No James, non va bene un cazzo, portami via da qui» piagnucola Anna, portandosi le mani davanti al viso.

Il biondo la guarda stupito, poi avanza verso di me, e sul suo viso prende forma un'espressione severa, dura, che non gli avevo mai visto addosso prima d'ora.

«È meglio se mi spieghi perché è ubriaca marcia, altrimenti finirà male» i suoi occhi verdi mi guardano con disprezzo.
«Sto cercando di capirlo, quindi vedi di calmarti» alzo un sopracciglio.

Chi cazzo si crede di essere?

«James, andiamo, dai» Anna gli tira la manica della felpa verde che indossa, facendogli segno di lasciar perdere.

La sua voce è spezzata, segno che sta per piangere, o per arrabbiarsi.

«È da quando sei tornato nella sua vita che sta ricominciando a stare male. Non ti sembra una strana coincidenza?» mi chiede James, ignorandola.

I singhiozzi di Anna interrompono la nostra guerra di sguardi e mi giro di scatto. Faccio per andare verso di lei, ma James è più veloce.

«Lisa, non piangere, ora andiamo, okay?» le dice, accarezzandole i capelli, per poi farle appoggiare la testa sul suo petto.

E io non posso fare altro che guardarli, sentendo in lontananza l'eco dei pezzi del mio essere spezzarsi.

Mentre sono abbracciati, James mi guarda come se avessi appena rotto la sua collana preferita, che protegge da sempre. Anna si stacca lentamente da lui, asciugandosi poi gli occhi con le mani.

Si porge verso James e gli dice qualcosa, dato che quest'ultimo si rivolge a me: «Se fra cinque minuti non è dentro casa, torno fuori a spaccarti la faccia, hai capito?»
«Puoi anche provarci» di solito avrei aggiunto un sorriso malizioso, ma adesso non ne ho proprio la forza.

Quando restiamo soli, faccio per avvicinarmi ad Anna, ma lei indietreggia.

«Devi andartene» non mi guarda nemmeno in faccia.

Il suo trucco è ormai sbavato sui lati dei suoi occhi, ma anche così resta comunque bellissima.
Sono piuttosto sicuro che rimarrebbe bella anche vestita con un sacco di patate.

«Anie...» cerco di nuovo le sue mani, le sue guance, le sue labbra, qualsiasi cosa che possa permettermi di avvicinarmi a lei.
«No. Lasciami in pace, vai via» e scoppia di nuovo a piangere, per poi scappare, lasciandomi con la bocca aperta, piene di parole da dirgli.

Una volta raggiunto James, si mette di nuovo le mani sul viso, come per coprirsi. Poi, mentre lui le accarezza piano la schiena, entrano in casa del biondo, sparendo dalla mia vista.

Ed io non posso fare altro che starmene lì, senza muovermi, la bocca ancora spalancata, con una voragine aperta nel petto, la quale non ho idea di come colmare.

Ciao a tutti!!
Ecco a voi un nuovo capitolo ehehe 😊
Non mi uccidete 😀
Il prossimo capitolo non so quando uscirà, ma forse, e dico forse, questo week-end ♥️
Ditemi che cosa ne pensate: Anna ha fatto bene  a reagire così? Noah è un cretino? (sì)
Sempre se vi va, lasciate una stellina e un (o anche di più ahah) commento ♥️
Baci 💋
- Gaia 💙

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