Capitolo 30
Anna
Continuo a guardare il nome di Jane sul display del telefono, finché Giada non me lo prende di mano per cominciare a blaterare cose senza senso.
«Giada, per favore, ridammi il telefono!» esclamo, e dopo vari tentativi riesco a riprenderlo.
Lei gonfia le guance e incrocia le braccia al petto, mettendo su un broncio che mi fa venir voglia di sotterrarmi.
«Pronto?» borbotto, un po' scocciata.
Dall'accaduto con Jane è passata una settimana e mezza, e lei mi chiama solo adesso?
«Anna?» sento la sua voce, seguita da un singhiozzo.
Non ci credo. Sta piangendo. Lo sa benissimo che odio vedere, o sentire, le persone che piangono, e che farei sempre qualunque cosa purché smettano.
«Che cosa vuoi?» chiedo, un po' più gentilmente, anche se cerco di sembrare indifferente.
«Io voglio solo... voglio solo scusarmi, per tutto quello che è successo» dice, e scoppia a piangere.
Io sgrano gli occhi, e appena vedo Giada fare finta di mettersi due dita in bocca con un'espressione di disgusto, mi allontano un poco da lei, per non fargli sentire la conversazione.
«Stai scherzando?» chiedo a Jane, cominciando ad arrabbiarmi.
Crede di potermi chiamare dopo un'eternità per scusarsi, tra l'altro sfruttando un mio punto debole, ed averla vinta? Non ci penso proprio.
«No. No, affatto, mi dispiace davvero, non volevo andasse tutto a puttane» tira su col naso.
«Neanch'io lo volevo Jane, ma a quanto pare non si poteva fare altrimenti» rispondo osservando Giada, che mi sta mostrando il pollice in giù.
La mia migliore amica tira fuori la lingua e scuote la testa. Mi porto una mano sulla fronte per mascherare l'imbarazzo. Le persone devono chiedersi "Che problemi ha quella ragazza con la salopette nera?"
«Mi dispiace così tanto Anna... Avrei dovuto chiamarti, ma siamo ripartiti più presto, e non ho avuto abbastanza coraggio per farlo» interviene Jane, tirandomi fuori dalle mie paranoie sul perché ho scelto Giada come migliore amica.
Ma certo, come se fosse la verità! Era solo troppo occupata a impararsi a memoria il discorso che mi sta facendo adesso.
«Come ti pare. Adesso però devo andare in classe» sbotto, e faccio per chiudere la chiamata.
«Aspetta! Per favore, ti richiamo domani sera, e parliamo okay?» alzo gli occhi al cielo, perché la sua voce spezzata non fa altro che farmi aumentare i sensi di colpa.
«Non lo so, Jane. Vedremo» sospiro.
«Okay.»
«Ciao.»
Riattacco.
«Che cosa ha detto?» mi chiede Giada una volta che mi sono avvicinata a lei.
«Che mi vuole parlare» borbotto, senza guardarla negli occhi.
«Ugh!! Stai scherzando?» stringe i denti, sistemandosi gli occhiali.
«Andiamo in classe, Giada» cerco di cambiare discorso.
Ci incamminiamo verso l'entrata del liceo, mentre lei continua a borbottare insulti contro Jane. Ad un certo punto vediamo una Range Rover che si parcheggia poco lontano da noi.
«Oh, guarda chi si rivede» Giada alza gli occhi al cielo.
Appena vedo una ragazza alta, con in mano una borsa Dior, che si sistema gli occhiali da sole manco fosse in uno show televisivo, capisco che si tratta di Marlena.
È da un po' che non la vedo: dall'accaduto con Jane, ci siamo viste poco, perché era impegnata in uno stage e ha insistito nel tenere segreto che cosa avrebbe fatto, so solo che era a New York, e insomma, a me sembra una cosa piuttosto importante.
«Ragazze, ciao!» esclama, venendo verso di noi.
«Ciao» dice Giada, ancora un po' arrabbiata a causa della chiamata di Jane.
Marlena è vestita con una maglia bianca, fatta di chiffon trasparente ed una ricca fantasia a pois, con le maniche larghe e leggermente trasparenti, e un pantalone marrone chiaro.
Si toglie gli occhiali da sole, e finalmente riesco a vedere i suoi occhi color nocciola, che guardano prima me e poi Giada.
«Sembrate scioccate, tutto bene?» chiede arricciando il labbro inferiore.
«Jane mi ha appena chiamata dopo una settimana e mezza per scusarsi, sennò, tutto okay» alzo le spalle.
«Ah...» annuisce, serrando le labbra, «E voi due vi siete, ehm, rimesse insieme?» aggiunge socchiudendo gli occhi, indicandoci con un dito.
«In che senso?» chiediamo io e Giada contemporaneamente.
«Be' non so, certe volte mi sembrate una coppia talmente state appiccicate.»
«Ho il ragazzo, non ricordi?» chiede Giada, un po' delusa.
Marlena alza le spalle e si avvia verso l'entrata del liceo, senza nemmeno aspettarci. Mi giro verso Giada, e lei mi guarda con le sopracciglia aggrottate, come per dirmi: "Ma che problemi?"
«Si sarà arrabbiata perché non gli abbiamo chiesto come è andato lo stage» ipotizzo.
«Ma non ci ha nemmeno lasciato il tempo!» esclama lei.
Faccio le spallucce, e rassegnate, ci affrettiamo a raggiungere Mary per assillarla di domande.
«Come torni a casa?» mi chiede d'un tratto Giada, mentre camminiamo sulla salita che porta alla piazza che si trova proprio davanti al nostro liceo.
La giornata di oggi è stata piuttosto stancante: dopo il discorso di Marlena sul fatto che voleva mantenere il segreto a proposito del suo stage, e che ci avrebbe detto tutto da lì a poco, siamo andate a lezione.
Quando io e Giada siamo rimaste sole, mi ha chiesto com'era andata con Noah, e gli ho raccontato tutto. Lei era davvero felice che la sua "ship" avesse fatto progressi, ma quando le ho chiesto di lei e Ross, è arrossita e ha distolto lo sguardo. Non ho insistito, ma se non mi racconta niente entro una settimana, la costringerò a parlare, a costo di doverla legare.
«Non lo so, speravo qualcuno venisse a prenderti per poterne approfittare...» ammetto, scuotendo la testa.
«Eheh, furbetta...» ridacchia facendo una faccia strana, «Ma nessuno mi viene a prendere, che io sappia, quindi...»
«Io...» comincio a dire, ma mi blocco quando mi accorgo di una presenza a qualche metro da noi.
I suoi occhi, in cui mi sono persa troppe volte, guardano il cellulare, e sembra annoiato. I suoi capelli ricci gli ricadono un po' sul viso, e con una mano cerca di rimetterli al loro posto. Indossa una maglietta nera - non mi stupisco, visto che il suo armadio è composto da magliette nere e magliette bianche - e un jeans verde scuro. È davvero molto bello.
Vederlo mi fa spuntare un sorriso da ebete sul viso. Ma che cosa ci fa qui?
L'ultima volta che l'ho visto è stata due giorni fa, quando mi ha riaccompagnata a casa. Il solo pensiero di quell'inizio di giornata mi fa venire i brividi: è stato così bello stare con lui in quel modo, senza ostilità o odio nei suoi confronti.
«Noah?» dico una volta che io e Giada ci siamo avvicinate.
Lui alza gli occhi dal telefono, che si mette in tasca, e sorride.
«Anie, come...» comincia a dire, ma quando vede Giada spuntare dietro di me, il suo sorriso scompare, «E buongiorno anche a te... Già-ho-dimenticato-il-tuo-nome.» sorride di nuovo, ma questa volta con falsità.
«Noah...» lo rimprovero: sa benissimo il nome di Giada.
«Quel gentleman del tuo ragazzo mi ha ordinato di venire a prendervi.» dice guardando Giada, per poi tornare a guardare me, «Vogliate seguirmi, mesdames.»
Fa un piccolo inchino e Giada fa un risolino, mentre io scuoto la testa divertita. Non faccio nemmeno in tempo ad incamminarmi, che sento qualcuno chiamarmi.
Cazzo. Mi giro di scatto, e vedo John avanzare verso di noi. No, mai nella vita. Mi avvicino a lui, tentando di nascondere Noah dalla sua vista.
«Che cosa vuoi? Ti ho detto che devi lasciarmi in pace» bisbiglio, cercando di non guardare i suoi occhi color cielo.
«Bambolina, mi vuoi dire perché pochi secondi fa stavi insieme a Noah Patterson?» chiede, ignorando la mia frase.
«Magari ha deciso di passare il suo tempo con persone che possiedono un quoziente intellettivo più alto di quello di una sedia?» interviene Noah, facendo capolino dalle mie spalle.
Non ci credo. Non poteva stare al suo posto, eh? No, doveva intervenire e insultarlo pure. Mi giro verso di lui per fulminare i suoi occhi marroni. Lui sembra non accorgersene, e continua a guardare in cagnesco il mio ex.
«Sei sempre il solito simpaticone» dice John.
«E tu sei sempre il solito coglione. Ti ha detto di lasciarla in pace, quindi suppongo te ne debba andare» e fa un gesto con le mani, per invitarlo ad andarsene.
Non riesco più a muovermi, tanto meno a parlare. Osservo solo la scena, pietrificata, e con la coda dell'occhio, vedo Giada seduta sulla panchina che c'è proprio di fronte a noi, che sta mangiando un pacchetto di crackers. Non ci credo, sta guardando la scena come se guardasse un film!
«Vedi Patterson, ci sono cose che non ti riguardano, e il rapporto fra me e Anna ne fa parte.»
Sgrano gli occhi: John non mi chiama quasi mai col mio nome.
«Ne sei sicuro?» ribatte Noah, e quando mi accorgo che i due sono solo a qualche centimetro di distanza dall'altro riesco finalmente a parlare.
«Ehm, ragazzi, ci sarei anche io» loro mi guardano come se si fossero dimenticati di me nel frattempo, e mi si secca la gola.
Vedendoli così vicini l'un l'altro, si vede benissimo la differenza fra loro. Sono come l'opposto: John ha la pelle bianca, gli occhi azzurri e i capelli lisci di un marrone molto chiaro, mentre Noah ha la pelle color cioccolato, gli occhi scuri e i capelli mori ricci. Sono più o meno della stessa altezza, ma di sicuro il più bello fra i due è Noah.
«John, per favore, lascia stare okay? Noah deve riaccompagnare sia me che Giada.»
John sta zitto per un po', poi ricomincia a parlare.
«Vieni qui» ordina, prendendomi per un braccio.
Noah sta per scattare in avanti, ma io gli dico con un gesto di stare tranquillo, anche se mi sto cagando addosso dalla paura.
«Senti, puttanella, a quanto pare non hai capito che a me non piace condividere le mie cose. Tu sei mia. Lo capisci questo?» alza la voce, stringendo il mio polso.
«Io non sono più tua da un pezzo, John. Ci siamo lasciati da molto ormai: perché tutto ad un tratto sei tornato e hai deciso che tutto dovesse tornare come prima?» esclamo, tirando via il polso dalla sua stretta.
«Perché ti amo» dice dolcemente, «E anche tu mi ami. Devo solo fartelo ricordare.»
Detto questo preme le sue labbra sulle mie con forza, e io mi scanso, spingendolo leggermente, perché so che se lo avessi spintonato si sarebbe arrabbiato ancora di più.
«Lasciami in pace» ripeto con voce tremante, per forse la quinta volta da stamattina.
Così mi allontano da lui, passandomi la mano sulla bocca, come per mandare via la sensazione di sporcizia che mi hanno lasciato le sue labbra.
Il mio occhi tornano a guardare Noah e Giada che stavano osservando la scena, ma con due espressioni diverse: Giada sta guardando John con una smorfia di rabbia sulla faccia, mentre Noah sta guardando me, e dal suo viso capisco come si sente. È deluso e arrabbiato.
Una volta che sono arrivata da loro, Noah comincia a camminare verso il parcheggio, senza nemmeno degnarmi di uno sguardo.
«Noah, ti prego aspetta!» lo supplico, rincorrendolo.
«Quindi era questo il tuo scopo? Farmi credere che fra noi ci fosse qualcosa, quando in realtà sei già occupata, e per giunta con John Moriarty, cazzo!» esclama quando siamo arrivati alla macchina.
«No! Non c'è più niente fra me e John, non siamo nemmeno amici. Lui ha... solo qualche problema a capire che è finita.»
«Quindi stavate insieme?»
«Io-» cerco di dire ma mi interrompe la voce di Giada.
«Ragazzi, mi dispiace interrompervi, ma potete parlarne dopo? Devo davvero tornare a casa...» dice Giada.
Noah non risponde ed entra in macchina, sbattendo la portiera. Giada abbassa la testa ed entra anche lei, seguita da me. Si è seduta dietro, mentre io decido di sedermi comunque vicino a Noah. Lui accende la radio, e non dice una parola per tutto il viaggio.
Mi guardo le mani, e sento una lacrima scorrermi lungo la guancia. Non volevo ferirlo, e ha capito male quello che ha visto, ma voglio aspettare di essere a casa mia per chiarire le cose: tanto i miei sono con mio fratello ad una riunione con il preside. Saluto Giada quando arriviamo a casa sua, e il resto del tragitto lo facciamo sempre in silenzio. Arrivati davanti a casa mia, Noah parcheggia e spegne la radio. Guarda diritto davanti a sé e vedo i muscoli della sua mascella contrarsi.
«Lasciami spiegare» dico ad un certo punto.
Lui non dice niente, e proprio quando sto per ripetere dice: «Ti ascolto.»
Ehilà, come state?
Ho aggiornato finalmente!! (un capitolo un po' più lungo stavolta heheh)
Allora? Jane che prova a scusarsi, Mary che rientra in scena, e John che rompe le bip, quante belle cose in questo capitolo 😂
Ditemi che cosa ne pensate nei commenti ♥️
Mi sa che aggiornerò in fine settimana oppure prima se riesco a scrivere domani 🤗
Baci 💙
-Gaia
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