Capitolo 27

Anna

Dei capelli ricci mi solleticano l'orecchio, e apro un poco gli occhi mentre mi sfugge uno sbadiglio. Sento un leggero peso sulla pancia, e quando il mio sguardo si posa sulla mano di Noah che mi sta stringendo a sé, la mia bocca si apre ancora di più.

Come diavolo mi sono ritrovata in questa posizione?

Con la coda dell'occhio scorgo la faccia di Noah, che si trova poco sotto il mio orecchio. Ha gli occhi chiusi e un leggero sorriso sul volto. I suoi capelli ricci sono più scompigliati del solito, e mi sorprendo a passare le dita fra loro.

Tiro indietro di scatto la mano, e cerco di togliere quella di Noah che stringe il mio fianco. Dopo vari tentativi riesco ad alzarmi e mi guardo allo specchio.

Le mie occhiaie sono sempre lì, e i miei capelli sembrano quelli di un leone. Cerco di domarli con una mano, ma non ne vogliono sapere, quindi decido di andare a farmi una doccia. A Noah non dispiacerà, vero?

Cerco il bagno, e una volta trovato mi ci chiudo dentro a chiave. Spero solo che l'acqua della doccia non svegli Noah...

Ma come diamine si è ritrovato nel mio stesso letto? Cerco di sforzarmi a ricordare, ma non mi viene niente in mente. Forse è sonnambulo?

Scuoto la testa, e decido di chiederglielo dopo, quindi mi spoglio ed entro dentro la doccia.

Mi lavo in fretta il corpo e i capelli, cercando di non tardare troppo, e dopo pochi minuti esco, mettendomi un asciugamano che trovo nel cassetto sotto il lavandino.

Mia madre mi ucciderà. Le ho mandato un messaggio ieri sera per dirgli che dormivo da un'amica, ignorando le sue dodici chiamate perse. Probabilmente non avrò più il diritto di uscire per i prossimi due mesi... Tanto il tempo non ce l'avrei avuto lo stesso.

Torno nella camera di Ross, e ci trovo Noah, che sta ancora dormendo: si è rigirato, ed ora è a pancia in su, con un braccio dietro la testa. Il suo viso angelico ha sempre un'espressione rilassata, ma il sorriso che prima occupava il suo viso non c'è più.

Lo osservo - o meglio, lo ammiro - per un po', poi riprendo la mia maglietta di ieri e la annuso: no, questa non la rimetto. Vado in camera di Noah e gli rubo una maglietta. Me ne ha prestata una ieri, e poi ho appena fatto la doccia: non credo si arrabbierà... Scuoto la testa e me la metto, senza farmi più domande.

Chiudo la porta della camera di Ross per lasciare dormire Noah tranquillamente, e mi avvio verso il salotto. Prendo il telefono e guardo l'ora: sono le otto e un quarto.

Se Noah non sarà sveglio fra un'ora lo sveglierò io, ma nel frattempo decido di lavare i piatti sporchi che sono nel lavandino: non ho nient'altro da fare, e poi così non sarò più in debito con lui. Mi avvicino al lavandino e faccio una smorfia: un po' d'ordine in questo appartamento no, eh?

Sorrido fra me e metto un po' di musica, ma ad un volume molto basso, per non svegliare la mia ossessione.

Qualche tempo dopo ho lavato tutti i piatti, e li ho messi tutti a posto. Mi metto le mani sui fianchi, e rifletto sul da fare. Guardo l'ora e realizzo che sono passati solo venti minuti.

Decido di cercare qualcosa da mettere sotto i denti, perché sto morendo di fame.
Apro tutti i mobili e scaffali immaginabili dopo aver verificato anche il frigo, ma non trovo niente di già fatto.
Vorrà dire che dovrò preparare qualcosa io...

Mi passo una mano sul mento e nel mentre rifletto su che cosa potrei preparare, noto una piastra per pancakes su uno scaffale sopra al frigo. Mi mordo il labbro: è un'eternità che non faccio i pancakes, ma sorrido al solo ricordo di mia nonna che mi insegnava a farli. Se ricordo bene, tutti gli ingredienti ci sono, quindi mi rifaccio lo chignon e mi metto al lavoro.

Per essere sicura, cerco su internet la ricetta, e poco dopo inizio a fare l'impasto.

Adoro questa canzone! Mentre rigiro uno dei pancakes che si trova sulla piastra, muovo la testa e i fianchi al ritmo di "Talk dirty to me".

I miei pancakes stanno venendo bene: sono proprio orgogliosa delle mie capacità in cucina. Sperano siano anche buoni. Aspetta... e se a Noah non piacessero?

Aggrotto le sopracciglia mentre guardo il mio capolavoro. Certo che gli piaceranno! E se non gli piaceranno glieli farò piacere. Così continuo a canticchiare sottovoce "Talk dirty to me", finché non sento una risatina provenire da dietro di me.

Mi giro di scatto, spegnendo la musica, e trovo Noah appoggiato allo stipite della porta della sua stanza. Anche appena sveglio è perfetto: le sue braccia muscolose sono incrociate al petto e i suoi occhi sono leggermente socchiusi, forse a causa della luce intensa che proviene dalle finestre.

«Buongiorno» sorrido in imbarazzo, per poi tornare a guardare i pancakes, che sono finalmente pronti.
«Quelli sono pancakes?» lo sento chiedere, e il mio cuore fa un balzo quando mi accorgo della sua espressione meravigliata.
«Sì. Ne vuoi?»
«Ma che domande fai? Certo!» ride, e si siede su uno sgabello, davanti al mobile della cucina, dove ho appoggiato i piatti.

Mentre metto i pancakes nei piatti, lui mi guarda come se gli avessi regalato cento euro, e nel mio petto sento l'ennesima capriola che fa il mio cuore quando mi sorride.

«E sa anche fare i pancakes...» sospira sottovoce, mentre prendo la nutella e gliela porgo.

Mi siedo di fronte a lui, mentre continuo ad ammirare i dolci lineamenti del suo viso color cioccolato. Addento un pezzo di uno dei miei magnifici pancakes, e sgrano gli occhi: sono davvero buoni!

«Sono buonissimi, ma come hai fatto?»
«Ho seguito una ricetta?» alzo le spalle, e lui mi guarda male, «Mia nonna mi ha dato un paio di consigli per farli meglio...»
«Una volta io e Ross abbiamo quasi incendiato la cucina per provarci... Sai, credo che tu sia l'unica ad aver mai cucinato qualcosa di diverso dalla pasta o dal riso in questo appartamento» scuote la testa, divertito.

Io ho finito di mangiare i miei, a lui mancano pochi bocconi. Metto i gomiti sul tavolo e appoggio il mento sulle mie mani aperte, osservandolo. Lui mi lancia occhiate ogni tanto, io invece continuo a fissare ogni particolare di quel magnifico viso che si ritrova.

«La smetti di guardarmi così?»
«Così come?» faccio la finta tonta.
«Sembra tu mi stia facendo una radiografia con gli occhi» dice, mettendo le posate nel piatto, che recupero prontamente, per poi mettermi a lavarlo.
«No, faccio io» dice Noah, alzandosi, per raggiungermi, «Aspetta... ma hai lavato tutti i piatti che c'erano nel lavello?»
«Mi annoiavo» alzo le spalle.
«Tu stai davvero male» ridacchia, «Grazie.»

Comincio a lavare il piatto precedente, ma quando sento la mano di Noah sul mio fianco e il suo respiro vicino all'orecchio, inspiro profondamente.

«Ti piacciono le mie magliette, vedo.»
«Scusa, ma a quanto pare ho avuto caldo questa notte...» sussurro a fatica, perché sta strofinando il naso sul mio collo.
«Mhm...»

Faccio l'errore di girarmi, e mi ritrovo col suo viso a una distanza davvero piccola dal mio. Sul suo viso non c'è più traccia di divertimento o di malizia: mi guarda serio, poi mi mette una mano dietro la nuca e fa avvicinare le mie labbra alle sue, per poi baciarmi dolcemente. Questa volta non mi viene nemmeno in mente di ritirarmi: ricambio con piacere. Le mie dita gli sfiorano le guance, e il pensiero di poterlo toccare così mi fa sciogliere completamente fra le sue braccia. Lascio libero accesso alla sua lingua, e sempre con estrema tenerezza, lui mi accarezza i capelli, passandoci le mani dentro così piano, che sembra creda mi possa rompere ad un suo passo falso. E per la prima volta da molto tempo, sento che ho davvero voglia di ricambiare il bacio, non perché mi sento obbligata, ma perché ne ho davvero voglia.

Quando si tira indietro, le sue iridi marroni mi guardano, quasi confuse, e io lo stesso.

Mi perdo nel marrone dei suoi occhi, e all'improvviso ho paura di non riuscire più ad uscirne. Ho paura di restarci intrappolata, finché lui non mi prenderà e mi butterà fuori con la forza. Mi sto affezionando a lui, e questo non va affatto bene.

«Hai dormito bene?» mi chiede, tirandomi fuori dalle mie paure.
«Perché me lo chiedi?»
«Ieri sera, dopo l'incubo, hai dormito meglio?»

Aggrotto le sopracciglia, e abbasso lo sguardo confusa: un incubo? Torno a guardarlo, e finalmente riesco a ricordarmi perché me lo sono ritrovato accanto questa mattina.

Non te ne andare. È quello che gli ho detto. Quello che l'ha fatto restare. Quello che mi ha fatto dormire.

«Ah, ehm, sì. Non ti preoccupare» annuisco, allontanandomi bruscamente da lui.

Ecco perché mi ha baciata. Perché gli ho fatto pena. Come quella volta, sul prato vicino a casa di Jane. Sento un brivido risalirmi lungo la schiena, e mi viene da vomitare. Non posso essermi illusa di nuovo... Non di nuovo...

Senza nemmeno rendermene conto mi ritrovo nella camera di Ross, e chiudo la porta a chiave, sedendomi poi per terra, rannicchiando le ginocchia al petto.

«Anna, per favore aprimi» sento Noah bussare alla porta, «Mi dispiace, non avrei dovuto tirare fuori l'argomento.»
«Non devi avere pietà di me.»
«Non ho pietà di te, mi dispiace, tutto qui. Anie, per favore apri la porta» e dice l'ultima frase con dolcezza.

Scuoto la testa anche se so che lui non può vedermi.

«Mi hai baciata solo perché ti facevo pena. Non dovevi Noah, davvero non dovevi» dico piano, senza curarmi del fatto che lui mi possa sentire.
«Non è affatto vero. L'ho fatto perché... perché lo volevo» sospira, e sembra contrariato dalla sua stessa frase.
«Non ti credo»
«Credi quello che ti pare, basta che mi apri.» ribatte.

Dopo qualche secondo cedo, e apro la porta, facendo capolino nel salotto lentamente, con lo sguardo fisso sul pavimento. Mi sento come una bambina piccola che fa i capricci, ma non ci posso fare niente. Sono così insicura che mi fa male la testa.

Noah mette la testa da un lato e serra le labbra. Poi, non so come, la mia faccia si ritrova premuta contro il suo petto, e le sue mani mi accarezzano la schiena.

«A volte pensi cose davvero strane, Anie. Se ti bacio è perché ne ho voglia, non perché mi fai pena» mi rimprovera, aggrottando le sopracciglia.
«Okay» annuisco, con le narici piene del suo profumo angelico.
«Okay» ripete.

Mi lascia un ultimo bacio a stampo sulle labbra, poi mi sorride leggermente.

«Non vorrei rovinare il momento, ma credo di doverti riaccompagnare a casa.»

Hey !!
Ho aggiornato 💜
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto!!
Possiamo finalmente vedere che Anna e Noah stanno cominciando ad affezionarsi l'un l'altro🥰
Commentate e ditemi che cosa ne pensate 😘
-Gaia 💙

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