Capitolo 24
Anna
Sono passate esattamente due settimane da quando John mi ha scritto quel dannato biglietto, e ancora non si è fatto vedere. Sto iniziando a perdere la pazienza.
Perché mi ha scritto e poi non mi ha detto più niente? Lo fa solo per infastidirmi? O c'è davvero qualcosa che vuole di cui vuole parlare?
Mi siedo sulla panchina della fermata dell'autobus e mi copro il viso con le mani.
Dal litigio con Giada sono passati tre giorni, ma abbiamo fatto pace: l'altro ieri mi è venuta incontro piangendo dicendo che gli dispiaceva, e che avrebbe fatto di tutto purché io la perdonassi. Io gli ho detto che dispiaceva anche a me, e gli ho proposto di dimenticare i giorni passati da Jane.
Ecco... il fatto è che ho bisogno della mia migliore amica. Ho capito che non voleva farmi del male e che è troppo impulsiva per controllarsi, ma soprattutto che è anche colpa mia. Se davvero avrei voluto che lei si comportasse bene, avrei dovuto parlarle dei miei problemi.
Giada però non ha capito che negli eventi da dimenticare era incluso anche l'episodio di Noah. Non fa altro che parlarne. È davvero irritante, ma non ho detto niente perché abbiamo appena fatto pace e mi è davvero mancata.
Oggi aveva una ripetizione di teatro ed è uscita qualche ora prima di me, quindi adesso sono da sola ad aspettare l'autobus. Prendo il mio telefono e mi arriva una notifica dall'applicazione che uso per sapere gli orari dell'autobus, che dice che il 100 non passerà per i prossimi giorni.
Perfetto. E ora che cosa diamine faccio? Torno a casa a piedi o faccio l'autostop con la possibilità che un pazzo maniaco mi rapisca?
Mi alzo dalla panchina e faccio per tornare da dove sono venuta, ma quando vedo due occhi azzurri che mi fissano, quasi inciampo nei miei stessi piedi per la fretta con cui indietreggio.
Prima di girarmi lo vedo avanzare velocemente verso di me. Devo andarmene da qui, e subito. Continuo ad indietreggiare, e mi giro dall'altra parte, per provare a sfuggirgli. Ma sfuggire a John Moriarty non è una cosa semplice: infatti vengo bloccata dalla sua mano sul mio braccio.
«Non puoi continuare a scappare, bambolina» sorride, scoprendo i suoi denti bianchi.
Nel suo sorriso non c'è niente di cattivo, non come al solito, e in quel momento potrebbe anche sembrare gentile. Il sorriso che mi sta regalando ora è quello che una volta mi ha conquistata, che mi ha spinta a volerlo conoscere meglio.
L'errore più grande della mia vita.
«Non sto scappando» tiro via il braccio dalla sua stretta.
«Vieni con me, ti porto a casa» e fa per incamminarsi, ma quando vede che non lo seguo si acciglia: «C'è lo sciopero dell'autobus che prendi tu, non vorrai mica tornare a piedi?»
Detto questo si passa una mano nei capelli biondi. Non so cosa fare, ma John decide per me: mi prende la mano e mi trascina fino alla sua macchina. Se scappo non posso andare da nessuna parte, quindi non ho altra scelta che salire in macchina con lui.
Il solo salire in questa macchina mi fa appannare gli occhi e aumentare il battito cardiaco. Ce la posso fare. Sono solo dieci minuti, poi sarà tutto finito.
«Shh, ti piacerà, non ti preoccupare.»
Cerco di scacciare via i ricordi che si fanno spazio nella mia mente, ma sono troppo veloci e ho troppa difficoltà a fermarli.
«No, non voglio John...»
John mette in moto e per fortuna non dice niente. Guardo fuori dal finestrino, chiudo gli occhi e stringo i denti.
Arrivati a casa mia scendo veloce dalla macchina e faccio per aprire il cancello e chiudermi in casa, ma John è più veloce: mi prende le chiavi di mano e mette le mani ai lati della mia testa, non lasciandomi via di uscita.
«Ti ho detto che dovevo parlarti, mi hai ignorato e io ti ho lasciato fare. Ma adesso col cazzo che te ne vai. Mi ascolterai e non ti muoverai da qui finché non l'avrò detto io!» esclama, e chiudo gli occhi per la paura, per poi annuire più volte, «Bene»
Mi passa un dito sullo zigomo, e io mi paralizzo. Non riesco più a muovermi. Sentire il suo fiato solleticarmi il collo, le sue dita che mi toccano il viso... è troppo.
«Ora che ho la tua attenzione, è da un po' che ci penso, e... mi manchi, Anna. Mi manca averti intorno, vedere il tuo bel visino... vorrei che mi lasciassi di nuovo una possibilità.»
«Mi stai prendendo in giro? Hai fatto una scommessa con i tuoi amici?» sto tremando dalla paura, ma cerco comunque di tenergli testa.
«No, niente scommessa» dice serio, «Io ti amo, e spero che tu mi permetterai di uscire di nuovo con te qualche volta.»
Sono esterrefatta. Come può anche solo pensare una cosa del genere? Lui non mi ama e non mi amerà mai! Vuole solo farmi del male, di nuovo. Non posso permetterlo...
«John, io...» balbetto.
«Ti lascerò del tempo per pensarci, non ti preoccupare» e mi lascia un leggero bacio sulle labbra, per poi tornare nella sua macchina, mettere in moto e sfrecciare via dalla mia vista.
Mi tocco le labbra, e sento un conato di vomito risalirmi lungo la gola. Cerco di trattenermi ed entro in casa.
«Annalisa. Dove sei stata?» esclama la voce di mia madre.
«Ad Hogwarts, mamma, dove sennò?» sbuffo, ancora scossa.
Il gesto di John mi ha spiazzata e disgustata: non ho molta voglia di sentire che cosa vuole mia madre in questo momento.
«Non sono in vena di scherzare, Anna. Apparecchia e vai in camera tua, così impari a rispondermi come si deve» tuona, facendo capolino nel corridoio, mettendosi le mani sui fianchi.
È vestita con una maglietta nera a maniche lunghe e dei jeans del medesimo colore. I suoi lunghi capelli biondi scendono lungo le sue spalle.
«Ma ho un sacco di cose da fare, non puoi chiedere a tuo figlio?»
«Mio figlio ha un nome, e non è in casa: è uscito con degli amici. E non puoi aspettarti che gli altri facciano tutto al posto tuo.»
Ma stiamo scherzando?
«Quindi Leo può fare quello che vuole, ma quando io devo studiare perché ho nove verifiche nella settimana ti arrabbi?» faccio un risolino isterico.
«Non osare parlarmi in questo modo» stringe i denti, alzando il mento.
«Perché quando Leo ti parla così gli dici qualcosa? Voi non gli dite mai niente, lo lasciate rovinare la sua vita e la mia!» ora mi sto davvero arrabbiando: Leo fa sempre quello che vuole, cazzo!
«Annalisa, stai esagerando! Non puoi comportarti come una selvaggia, devi rispettare tua madre!» grida, perdendo completamente la pazienza.
«Non... non ce la faccio» scuoto la testa e mi precipito fuori casa.
Sento l'attacco di panico che sta arrivando. Lo sento salire, salire, salire. Mentre mi avvicino ai cassonetti della spazzatura, sento la sensazione di soffocare aumentare, e gli occhi che mi si appannano.
Sono arrabbiata e disgustata. Mio fratello mi ha rovinato la vita e mia madre lo difende. John vuole tornare a girarmi intorno, sicuramente per farmi vivere di nuovo l'incubo di stargli vicino.
Do un pugno al cassonetto dell'immondizia e poi un calcio, ma non riesco a calmarmi. Sono talmente sopraffatta dalle emozioni che non sento nemmeno il dolore alla mano.
Il mio respiro diventa ansimante, e vorrei tanto avere il mio inalatore con me, ma è in casa, e lì dentro non ci posso proprio andare.
Crollo sulle mie ginocchia. Alzo lo sguardo verso il cielo e una lacrima scivola lungo la mia guancia.
Ormai non riesco più a pensare a niente tranne che sto soffocando nel mio dolore. Stringo forte i denti e cerco di respirare, senza riuscirci, e la mia gola comincia a bruciare. Ora il dolore lo sento. Almeno sento qualcosa...
«Anna? Cosa...»
Non apro gli occhi, perché tanto non ne avrei la forza. Non può essere... non mi deve vedere così.
Sento un vetro che si frantuma, e qualcosa premere sul palmo della mia mano. Appena realizzo di cosa si tratta afferro l'inalatore, me lo ficco in bocca e premo il sopra di esso. Il fuoco nella mia gola si spegne, e riprendo a respirare.
Anche se ora mi sento meglio, non riesco a trattenere le lacrime, e comincio a piangere a dirotto. Una strana espressione si disegna sul viso di Noah, e mi mette una mano sulla spalla.
«No, non piangere cazzo, va tutto bene, puoi respirare adesso, no?» cerca di dire, ma non riesco a smettere.
Non ci riesco proprio. Senza che io me ne accorga, le sue braccia mi si stringono attorno e il mio viso si ritrova nell'incavo del suo collo.
E continuo a piangere a dirotto, con il suo profumo nelle narici e le sue mani sulla mia schiena, che mi dicono che andrà tutto bene.
Ehilà !
Scusate un sacco se non ho aggiornato prima, ma sono stata super occupata 😭😭
Ve lo dico subito, comincerò ad aggiornare una sola volta a settimana, o forse due ma non sono sicura...
Per il cast mi manca solo Ross, ma vi metterò gli altri personaggi fra cinque minuti 🌸
Comunqueeee...
Ditemi che cosa ne pensate !!!!
-Gaia 💙
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top