Capitolo 18
Anna
«Il suo aereo è appena atterrato» dice Marlena, guardando il suo telefono.
«Oh ti prego...» si lamenta Giada, alzandosi dalla panchina dove ci hanno lasciato Ross e Noah.
Mi sento strana: un secondo fa ero super ansiosa, mentre adesso invece mi sento super calma. Sospiro e mi alzo, prendendo in mano la mia valigia, per poi entrare nell'aeroporto seguita da Giada e Mary, recandoci nel posto in cui dobbiamo aspettare Jane.
«Ragazze?» attiro la loro attenzione.
«Sì?» dicono in coro.
«Fate le brave» ordino quando intravedo la silhouette della madre di Jane.
Giada fa una linguaccia, perché sa benissimo che mi riferisco soprattutto a lei.
La scena che vedono i nostri occhi pochi secondi dopo ci fa aprire la bocca di stupore: Jane e un ragazzo vengono verso di noi, accompagnati dalla madre e dal padre di Jane. Lei è cambiata moltissimo da quando se n'è andata, e anche se l'avevo già vista in video chiamata, vederla dal vivo così diversa mi fa strano. I suoi capelli marroni hanno certe ciocche bionde e indossa un top rosso aderente con una giacca marrone chiaro e dei jeans azzurri. Ma vederla cambiata non è quello che mi sorprende di più: il ragazzo che gli tiene la mano è... magnifico. Magari i ragazzi irlandesi sono tutti così, ma il suo è davvero... magari è la lontananza che mi fa vedere cose strane.
Non so perché ma mi sembra di vedere la scena al rallentatore, con la musica Don't you know di Jaymes Young in sottofondo.
Mi giro verso Giada e strabuzzo gli occhi: anche lei è sorpresa, ma la sua espressione è più di disgusto. Osservo meglio il ragazzo: ha i capelli castani, gli occhi dello stesso colore, un filo di barba e dei lineamenti perfetti. Sì, è davvero molto bello. Ma non so... c'è qualcosa di strano in lui.
Oh cavoletti, sono arrivati e non ho ancora detto una parola.
«Jane!» esclamo, abbracciandola.
«Anna, come stai?» dice lei: almeno una che non sembra a disagio...
«Bene.»
Mi rivolgo al ragazzo perfetto e gli stringo la mano.
«Io sono Finn» dice, sorridendo.
«Anna.»
Il fatto che sembra uscito da un film è divertente e impressionante, ma l'apparenza non è la cosa più importante, quindi decido di saperne più su di lui prima di essere simpatica.
«Scusa, sono raffreddata» dice Giada, rifiutando l'abbraccio di Jane, e fingendo un colpo di tosse.
Potrebbe almeno fingere bene... Mi giro verso di lei, che alza gli occhi. Mary invece sembra stia per svenire: Finn è più alto di lei, il che vuol dire che avrà già un debole per lui. Sì, credo proprio che lo potrò aggiungere alla lista delle cotte di Mary.
«Andiamo, mio padre ha chiamato Uber» dice Jane.
Dopo aver salutato i suoi genitori, che hanno preso un'altra macchina, vediamo arrivare una volvo verso noi.
«Questa macchina ci porterà fino a quella magnifica casa di cui vi ho parlato» aggiunge con un sorriso, «Due di voi devono andare dietro: nel bagagliaio ci sono due sedili.»
«Ci andiamo io e Giada» dico velocemente: magari così posso impedirgli di fare cazzate.
Entrati nella macchina Jane comincia a parlare, e Marlena si occupa di mandare avanti la conversazione, mentre io e Giada non ascoltiamo niente - anche perché comunque non si sente nulla dal bagagliaio.
«Volevo chiederti perché ci hai fatto sedere qui, ma ora capisco. Almeno non devo sentire la sua voce» sussurra Giada.
Metto un dito sulle mie labbra per fargli capire che deve stare zitta, anche se sorrido un pochino.
Dopo una mezz'oretta, la macchina si ferma davanti ad una casa fatta di mattoni, simile ad una vecchia fattoria, e il tizio che guidava ci viene a liberare dal bagagliaio. Dopo averlo ringraziato, prendiamo le nostre valigie, ma prima che Jane e Finn possano uscire, la macchina riparte.
«Cosa cavolo...?» diciamo in coro io e Giada, guardandoci un secondo dopo.
«Beh, ragazze? Andiamo?» dice Marlena come se fosse tutto normale.
«Ma dove sono andati?» chiedo, guardando il punto dove è sparita la macchina.
«L'ha detto Jane: sono andati a mangiare con degli amici che se ne andranno domani mattina. Torneranno tardi, ma Jane ha detto che tutto il resto della settimana ci starà attaccate.»
«Ma speriamo di no, eh» borbotta Giada.
«Perché non ce lo ha detto anche a noi?» chiedo aggrotto le sopracciglia.
«Ve l'ha chiesto! Gli ho detto che avevate annuito» alza le spalle Marlena
«Hai davvero bisogno di un nuovo paio di occhiali» sospira Giada, che intanto si è avviata alla porta, «Almeno le chiavi te le ha lasciate?»
«Entriamo, dai» dice dopo averci fatto vedere le chiavi.
Sospiro ed apriamo la porta per poter entrare nella casetta. La mia bocca tocca il pavimento quando vedo l'interno: anche se da fuori sembra piccola, c'è un sacco di spazio... La stanza in cui siamo entrate, è il salotto, dove c'è un tavolo da pranzo, già apparecchiato.
«Vado di sopra» dice Giada, prendendo le scale.
Perché c'è anche un altro piano?! Mi avvio ad una porta che affaccia ad una terrazza con una piscina à débordement. Wow. Nella macchina mi ero accorta che eravamo saliti parecchio, ma ora la vista me lo conferma: i miei occhi si perdono in quell'immenso verde.
«Ragazze, venite?» ci chiama Giada dal piano di sopra.
Così smetto di fantasticare sulla vista e rientro in casa, salendo poco dopo le scale. Mi rendo conto che alla fine si sbuca davanti ad un corridoio piuttosto largo, con tantissime porte. Mi domando quale di esse meni alla mia stanza.
Decido di cercare Giada, che sta continuando a chiamarmi, e mi avvio nella direzione da dove proviene la sua voce.
«Penso che questo sia il posto nel quale dobbiamo dormire» dice Giada, dopo che io l'abbia raggiunta.
Guardo il punto che sta indicando col dito: è una camera con tre letti messi l'uno accanto all'altro, alla mia destra. Davanti a me, infondo alla stanza, vedo una porta-finestra con una piccola terrazza. Giada si butta a peso morto sul letto e mentre io mi avvicino e apro la porta che dà accesso alla terrazza: una volta fuori guardo in basso, e si può vedere la piscina e la strada da dove siamo arrivate con la macchina, che si trova vicino ad un prato.
«Ragazze...» dico a voce bassa.
«Magari la persona che ci ha invitate mi sta sulle palle, ma devo ammettere che questo posto è bellissimo» dice Giada, che si è avvicinata.
Dopo aver sistemato le nostre cose nell'armadio che si trova nella nostra stanza, io e le ragazze decidiamo di andare a vedere che cosa c'è in frigo.
«Mmh...» mormora Mary dopo aver contemplato il frigo vuoto, «Vi va di ordinare del sushi?»
«Sì» dico, seguita da Giada.
«Okay me ne occupo io» aggiunge Marlena, prendendo il suo telefono.
Mentre aspettiamo io e Giada usciamo fuori.
«Sto morendo dal caldo» dice lei.
«Anche io, mi sa che l'aria condizionata non arrivava fino al bagagliaio...» aggiungo.
Osserviamo tutte e due la piscina. Mi giro a guardarla. Il mio costume è di sopra, ma non ho voglia di andare a prenderlo.
«Vabbè, sticazzi» dice e io annuisco.
Mi levo le ciabatte e Giada si toglie gli occhiali, dopodiché ci buttiamo nella piscina con tutti i vestiti ancora addosso. Tanto mi sa che puzzavano.
Al contatto con l'acqua chiudo gli occhi: non è fredda, per fortuna, anzi è anche piacevole. Mi arriva alle spalle, quindi a Giada arriva al seno.
«Ma che diavolo?» esclama Marlena, «Avete osato non aspettarmi?»
E dopo essersi levata gli occhiali si butta anche lei. Mi copro gli occhi con la mano e ridacchio.
«Il cibo arriva fra un'ora. Abbiamo un po' di tempo» ridacchia schizzandoci.
«Io direi di fare un brindisi» dice Giada, passandosi una mano sugli occhi.
«Ma se non abbiamo nemmeno i bicchieri?» ribatto, legando i miei capelli in uno chignon.
«Vabbè facciamo finta di averli» continua, «Un brindisi a questa serata, che sarà l'ultima dove potrò essere completamente me stessa.»
«Ma che dici, non è perché non voglio che insulti Jane che non potrai essere te stessa» dico alzando gli occhi al cielo.
«Beh non-» comincia Giada.
«Ho un brindisi migliore» la interrompe Marlena, «Un brindisi a questa settimana, in cui la sola cosa a cui dobbiamo pensare è divertirci, mettendo da parte le nostre divergenze.»
Fissa Giada quando pronuncia la fine della frase.
«Ci proverò» borbotta alzando gli occhi.
«Bene. Chin chin!» dico, seguita dalle altre due, e facciamo scontrare i nostri bicchieri immaginari.
E mentre Giada e Marlena cominciano a schizzarsi a vicenda, mi rendo conto che ho davvero bisogno di questa settimana, una settimana lontana da tutto: dalla scuola, dai miei genitori e da mio fratello... insomma, da tutti i miei problemi. Spero con tutta me stessa che nessuno provi a rovinarmela o a portarmela via, perché senza questi preziosi giorni potrei crollare, e di quello non ne ho proprio voglia. Quello che voglio ora, è rilassarmi e stare con le mie amiche più care, in questa casa da sogno.
Eccomi di nuovo 😂💙
Credo che aggiornerò anche domani 😋
Questa è la casa dove alloggiano Anna e le sue amiche (me la sono immaginata più o meno così)🤍
Ditemi che cosa ne pensate 💜
-Gaia
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