Capitolo 17

Anna

Cerco invano di chiudere questa maledetta valigia, ma quest'ultima non ne vuole sapere. Provo a sedermi sopra, ma poi smetto, perché ho paura di romperla.

Che diamine ci avrà messo dentro mia madre? Sbuffo e mi passo una mano nei capelli.

Dovrei essere felice: oggi rivedo una delle mie più care amiche, e parto per una settimana di vacanze con lei e le mie altre due migliori amiche - e il suo ragazzo, ma cerco di non pensarci - ma l'unica cosa che riesco a provare è angoscia e ansia.

«Hai bisogno d'aiuto per caso?» vedo la testa Noah fare capolino nella mia stanza.
«Noah? Pensavo fossi andato via» dico, tornando a guardare la mia valigia azzurra.
«Be', in realtà Ross deve venire a prendermi. Lo sto aspettando» risponde, avvicinandosi.

Non l'avevo visto da un po', ma la sua presenza non mi dispiace più di tanto.

«Ma che cosa ci hai messo in questa valigia? Per quanto tempo sarai via?» esclama, esaminando l'oggetto che sto cercando di chiudere da ore.
«Una settimana. Ed è mia madre che l'ha fatta... in effetti penso che dovrei togliere un po' di roba» dico, e comincio a levare dei vestiti di cui non ho nemmeno idea del perché siano lì dentro.
«Oddio» ridacchia Noah, alla vista di quante cose inutili ci sono.

Quando mi giro a guardarlo male noto che si è messo una maglietta bianca, che lascia intravedere i muscoli del suo petto. Meglio che mi rimetto a guardare la valigia, o rimarrò incantata come quella sera in cui gli ho riportato la giacca.

«Penso che ora si chiuda» dico, e cerco di chiudere la cerniera, invano.
«Lascia fare a me» dice, e con facilità riesce a fare quello che stavo cercando di fare da dieci minuti.

Lo ringrazio e mi alzo, ma quando mi rigiro verso di lui mi rendo conto che è troppo vicino.
I suoi occhi si illuminano, e si abbassano sulle mie labbra mentre i suoi capelli ricci mi solleticano la fronte. No.

«Io devo andare» dico, uscendo dalla stanza.
«Dove?» mi segue nel corridoio.
«All'aeroporto.»
«Davvero?»
«Sì.»
«Anche noi ci dobbiamo andare» dice, mentre io chiudo la porta di casa.
«Noi chi?» mi giro verso di lui.
«Io e Ross diamo un passaggio alla tua amica... Giada? Se vuoi puoi venire con noi» alza le spalle.
«Ma...» inizio a dire, anche se in realtà mi farebbe comodo.

E poi perché non me l'ha detto prima Giada?

«Niente "ma". Dai, vieni mi sa che sono già qui» dice spingendomi verso il cancello.
«Okay okay, ma aspetta un secondo: ho dimenticato una cosa.»

Torno in casa e velocemente recupero i miei occhiali da sole, mettendomeli in testa.

«Annalisa?» mi chiama mia madre.
«Sì?» dico, correndo in cucina, dove la trovo mentre sta tagliando dei pomodori.
«Fra quanto vai via?»

I suoi lunghi capelli biondi sono in contrasto con la sua maglietta nera, e sulle sue labbra non c'è l'ombra di un sorriso.

«Sto uscendo.»
«Bene, e prendi l'autobus?» chiede, senza nemmeno alzare lo sguardo verso di me.
«No, il ragazzo di Giada ci dà un passaggio.»
«Giada ha un ragazzo?» alza lo sguardo perplessa.

Ma dove vive?

«Sì, te l'avevo già detto» mi acciglio.
«L'avevo dimenticato. Comunque, prima ti ho sentito parlare con Noah Patterson... Non lo odi più?» smette di tagliare i pomodori, e mi guarda con i suoi occhi marroni.
«Non lo odiavo, mi irritava e basta» alzo gli occhi al cielo.
«Perché parli al passato?»

Già, perché parlo al passato? Mi irrita ancora. Okay, forse un po' meno...

«Diciamo che mi irrita un po' meno di prima» concludo, passandomi una mano nei capelli castani.
«Mhm...» mormora, e sembra un po' contrariata.
«Che c'è?» chiedo, perché sono di fretta.
«Non dovresti frequentarlo» scuote la testa.
«Che cosa?»

Quindi ora deve decidere anche le persone che devo o non devo frequentare?

«Ho detto che non dovresti frequentarlo. Non è una brava persona, e non l'ho licenziato solo perché Leo sta facendo dei progressi. Ma non ti ci devi affezionare.»
«Ho detto che mi irrita un po' meno, mica che siamo amici o cose del genere...» mi giustifico, alzando le mani in aria.
«Lo so, e per il tuo bene spero che questa cosa rimarrà così.»

Non so se "per il tuo bene" lo intende nel senso che lui ti farà male, o che lei mi ti farà male.

«Devo andare» sbotto, e faccio per andarmene.
«Ci vediamo fra una settimana allora» torna a guardare i pomodori.
«Ciao» borbotto, e subito dopo esco di casa.

Mia madre mi ha fatto un po' incazzare: non può decidere per me chi devo o non devo frequentare, e poi non conosce nemmeno Noah. Voglio dire, non è mica uno che si droga e che fa a botte... è solo un po' antipatico e irritante.

Mi mordo il labbro. Se avesse detto la stessa cosa con John avrei capito: lui è esattamente il tipo di persona da cui si deve stare alla larga, ma lei non se n'è mai accorta.

Penso che lei creda che Noah sia come lui, ma si sbaglia di grosso. Insomma, è ovvio che Noah è molto più gentile di John, e poi sa anche usare il sarcasmo, il che è comunque una gran cosa.

Decido di smettere di pensarci, e di godermi i pochi minuti che ho prima di rivedere Jane.

Quando apro il cancello di casa scorgo la macchina di Ross con i due innamorati dentro, e mi appoggio con i gomiti sul bordo, dove il finestrino è abbassato.

«Vi dispiace darmi un passaggio?»
«Stavamo per venirti a chiamare» dice Giada, girandosi verso di me.

Ah. Non è di buon umore, si sente dalla voce. Beh, un po' la capisco: da quando Jane è partita, Giada mi ha detto che non le ha mai più scritto... almeno non regolarmente.

Noah mi prende la valigia di mano e va a metterla nel bagagliaio.

«Grazie» dico, e quando mi giro verso di lui vedo una persona che mi saluta dalla porta accanto, e spalanco la bocca.

Non può essere.

«Torno subito» mormoro, per poi avvicinarmi alla silhouette che mi sta sorridendo.

Corro da lui e gli butto le braccia al collo.

«James!» esclamo, mentre lui mi fa fare una giravolta.
«Anna, stavo per chiamarti...» dice lui, e il suono della sua voce mi era talmente mancato che quasi non mi metto a piangere.
«Non sapevo fossi tornato!» dico, sentendomi un po' in colpa: forse me l'aveva detto e me ne sono dimenticata?
«Doveva essere una sorpresa» ridacchia, e sorrido anche io, sollevata.

Mi stacco da lui per osservarlo meglio: non è cambiato molto, ma i suoi capelli biondi si sono allungati un poco, visto che li tiene raccolti in una mezza coda. I suoi occhi verdi smeraldo mi scrutano, felici, e mi piacerebbe davvero restare con lui per ascoltare i minimi dettagli di quello di cui vuole parlarmi, ma sento Ross che suona il clacson per attirare la mia attenzione.

«Vedo che ti stanno aspettando...» dice osservando qualcosa dietro di me.

Mi giro e mi rendo conto che la persona che sta guardando è Noah.

«Sì... mi dispiace, vorrei tanto restare con te, davvero, mi sei mancato da morire, ma devo proprio andare. Jane è venuta a trovarci. Appena torno ti giuro che ti chiamo.»
«Non ti preoccupare. Sono felice che tu ti riveda con Jane» sorride, e poi fa una pausa di qualche secondo, incerto se parlare o no, «Ma, Anna... da quando frequenti Noah Patterson?»

Cazzo è vero, non gliene ho mai parlato... Fermi un attimo, ma come conosce il suo nome?

«Lui... lavora per mia madre, e il suo coinquilino è il ragazzo di Giada» spiego, «Lo conosci?»
«Meglio se lo chiedi a lui, altrimenti se ne va senza di te» mi tocca i capelli e ritrova subito il sorriso, «Fai attenzione. E chiamami quando torni, così ti racconto un po' di cose.»

Annuisco e lo saluto con un gesto della mano dopo averlo abbracciato un'altra volta, entrando poi nella macchina di Ross.

«Okay, si parte» dice Ross, e Giada comincia a lamentarsi sul fatto che preferirebbe starsene nel suo letto invece di stare qui.
«James Ford abita qui?» mi chiede Noah.
«Sì. Vi conoscete?» ma perché?
«Era al liceo con me... È il tuo ragazzo?» chiede.
«No» dico, «Perché? Sei geloso, Patterson?»
«Neanche un po'» ridacchia, anche se sembra stanco.

Scuoto la testa sorridendo un po' e mi giro dall'altra parte. Preferisco chiedere a James del loro passato. In questo momento, sono ancora scombussolata dal suo ritorno, ma l'ansia non se n'è andata. Jem. Quanto mi era mancato...

«Io non vi capisco proprio: sembra che state andando ad un funerale! Pensavo che questa Jane fosse vostra amica» esclama Ross, confuso.
«Sì certo, un'amica che mi ha scritto cinque volte da quando è partita, cioè da più di due anni» esclama Giada, e alzo gli occhi al cielo: sento già gli insulti arrivare, «E poi torna così senza preavviso, senza nemmeno il coraggio di dirmelo in faccia, e si aspetta che tutto sia come prima? Eh no eh. Ho preparato la mia vendetta, e nessuno mi impedirà di metterla in atto.»
«Nessuno dici?» chiedo, guardandola male dallo specchietto, «La tua vendetta dovrà aspettare.»

Voglio godermi questa settimana. Non voglio litigi e urla, voglio solo la tranquillità. Altrimenti non so cosa potrebbe succedermi.

«Mhm... aspetterò fino alla fine della settimana, almeno, se lei non mi dà motivo di fare il contrario» dice Giada con un sorriso sadico, e torno a guardare fuori dal finestrino.

Qualche decina di minuti dopo arriviamo all'aeroporto, e io e Giada scendiamo dalla macchina, per poi prendere le nostre valigie dal bagagliaio.

«Non so come farai a sopravvivere senza di me» dice Noah, quando mi affaccio al finestrino per salutare lui e Ross.
«Troverò un modo» sorrido, e lui mi manda un bacio.

Prendo il bacio con la mano e faccio finta di buttarlo a terra, guardandolo male.

«Ci vediamo» dico a tutti e due, e io e Giada ci avviamo ad una panchina, mentre la macchina di Ross si allontana.
«Bene, ora aspettiamo Marlena, e nello stesso tempo ci prepariamo a rivedere quella str-»
«Giada!» esclamo.
«Vabbè, hai capito» dice facendo le spallucce, slegando i suoi capelli mori.

Già, ho capito che sarà una lunga settimana...

Tadaaaa!
Pronti per la settimana con Jane?
Come vi sembra James? Io lo amo. Però Noah is the best ovviamente haha 💙
Ditemi che cosa ne pensate!
-Gaia

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