Sei solo una puttana Megan, un' inutile puttana
*Draco*
È passata una settimana dalle selezioni. Io e Megan non ci siamo parlati, anche se gli sguardi che ci lanciavamo la dicono lunga sulla falsità di quel silenzio.
Devo dire che col senno di poi non mi dispiace aver pestato Goyle: ora ho una stanza singola, l'unica disponibile. Piton ha deciso che sarebbe stato meglio separarci; gli do ragione.
Del resto non gli parlo più, non è stata una grande perdita, soprattutto se è servito a rendere Megan più fiduciosa nei miei confronti. Non lo ammetterebbe mai, ma a differenza di qualche mese fa, non pensa più che io sia un cretino. Per fortuna.
Mi sono arreso all'idea che mi piaccia. Cazzo se mi piace. Come ho fatto a non notare quanto siano belle le sue labbra in questi cinque anni? Come ho fatto a passare le giornate senza le sue osservazioni prepotenti e la sua tagliente intelligenza? Non ne ho idea, ma ora che l'ho conosciuta non me la faró scappare.
L'unica cosa di cui mi pento, riguardo alla questione della rissa, è che ora Piton non mi permette di fare da tutor a Megan, e tantomeno di parlarci durante le lezioni. Ma questo non mi impedisce di stuzzicarla quando e come voglio.
Se solo si lasciasse baciare, se solo mi lasciasse fare, la renderei la ragazza più felice del mondo.
Ma ha la testa dura; diversamente da tutte le altre ragazze, ha il coraggio e la forza d'animo di respingermi.
Devo ammetterlo, se mi avesse dato il permesso subito, ora non sarei qui a pensare a lei. Sarebbe stato come con tutte le altre.
Qualcuno bussa alla porta, distogliendomi dai miei pensieri.
Mi alzo dal letto e vado ad aprire. È Blaise.
"Buongiorno principessina" sorride lui in maniera esagerata e poi, senza il mio permesso, entra. Chiudo la porta e lo seguo.
"Che cazzo vuoi?"
"Ci siamo svegliati di malumore"
"No, ma non sei esattamente la persona che vorrei vedere ora, alle sette del mattino, sul mio letto"
"Non ho le tette, ma non sono mica male Malfoy" fa ammiccando.
Gli tiro un cuscino sorridendo della sua stupidità.
"Tuo padre vuole vederti" risponde alla mia domanda alzandosi e ispezionando la piccola stanza.
"Ah sì? È qui ad Hogwarts?"
"Già e c'è anche tua madre. Mi sembra piuttosto incazzato. Cos'hai fatto sta volta?"
"Niente" dico con sincerità; esco dal bagno e mi infilo i pantaloni.
Blaise fa spallucce. Sistemo l'ultimo bottone sulla camicia e prendo le scarpe.
"Oggi la Hooch e Piton annunceranno chi è stato preso per la squadra" mi ricorda.
"Lo so" faccio il nodo alla cravatta, e mi ritorna in mente quando Megan me l'ha tirata, sotto il portico, non avendo la più pallida idea di che effetto mi facesse.
"Prontoo?" il mio amico schiocca le dita davanti al mio volto, riportandomi alla realtá.
"Eh? Hai detto qualcosa?"
"Ti va se ci andiamo insieme?"
"Certo"
Mi guarda un po' stranito, di solito non sono così distratto. Scendiamo per fare colazione, mentre lui mi parla di una ragazza con cui si sta sentendo.
***
Stiamo uscendo dalla classe di Storia della magia, quando vedo mio padre e dietro riconosco la figura di mia madre. Faccio cenno a Blaise di continuare senza di me: questa era l'ultima lezione della giornata e ora saremmo andati nel campo di Quidditch, per scoprire le nuove squadre.
Invece mi avvicino all'uomo vestito di nero.
"Ciao" faccio, confuso, aspettandomi una spiegazione.
"Devi tornare a casa. Ora." ordina mio padre con voce dura e inespressiva
"Cosa? Quando potró tornare ad Hogwarts?"
"Mai. È ora che tu... faccia il grande passo"
"Padre... ne abbiamo discusso a lungo. Io non sono convinto che ques..."
"TU NON HAI SCELTA DRACO!"
Mia madre posa una mano sulla spalla di Lucius, facendogli intendere di abbassare la voce.
Diversi studenti si voltano verso di noi, attirati dalle urla dell'uomo di fronte a me.
Rimango in silenzio per vari istanti prima di ribattere fermamente.
"Io non ho intenzione di diventare un mangiamorte, e non cambierò idea" abbasso la voce pronunciando la parola "mangiamorte".
"Figlio ingrato" comincia lui sprezzante, con il volto stanco corrucciato "come puoi voltare le spalle alla tua famiglia? Dopo tutto quello che io e tua madre abbiamo fatto per te, come osi disubbidirmi" mi prende per un braccio, si avvicina e scandisce "Me lo devi".
Ho paura, anzi no sono terrorizzato, ma so di non poter vincere questa battaglia. Mi tirerà fuori da qui prima o poi, pur a costo di dovermi trascinare via con la forza.
Quindi cerco di negoziare. So di poter contare sull'appoggio di mia madre. La guardo e le sorrido, sono sollevato di vedere che ricambia.
"D'accordo. Ho sempre saputo che sarebbe arrivato questo momento, ma almeno, padre, fammi terminare gli studi, lasciami rimanere ad Hogwarts. Per quanto riguarda il diventare mangiamorte, ti prego, rimandiamo all'anno prossimo. Quest'anno devo studiare per i G.U.F.O. e non sarei utile a nessuno."
Mia madre interviene per la prima volta:
"Ha ragione, Lucius: Draco è ancora troppo giovane per..." le si bloccano le parole in gola, non vuole nemmeno dire ad alta voce che diventerò un servo di Colui che non deve essere nominato.
"... non chiede nulla di infattibile, concediamogli ancora un anno."
Narcissa cerca di guardare mio padre negli occhi.
Lui ci riflette per vari istanti.
"No" dice infine, distruggendo con una parola la mia intera vita.
Sento la rabbia montare dentro di me, sempre di più. Stringo i pugni e chiudo gli occhi, ma non riesco a trattenermi dall'urlargli "Come puoi farmi questo! Sono tuo figlio cazzo! Non hai un briciolo di pietà?"
Mia madre cerca di calmarmi, prendendomi la mano. La respingo rabbioso.
Mio padre mi guarda:
"L'hai detto anche tu, sapevi che sarebbe successo, rimandare non ha senso"
Gli tiro un pugno in piena faccia, facendolo barcollare. Poi me ne vado, lasciandomi alle spalle quella che, a quanto pare, è la mia adorata famiglia.
Corro disperatamente per i corridoi. Non ce la posso fare, non riesco a rimanere lucido. Ho bisogno di qualcosa per togliermi dalla testa la tristezza.
Mi arresto di scatto e urlo per la frustrazione. Poi mi accascio a terra, e mi concedo di piangere solo per qualche secondo.
Mi alzo, sforzandomi di reprimere la rabbia.
Sono arrivato in un'ala di Hogwarts poco frequentata, e che nemmeno io conosco bene.
Nella mia mente le parole di mio padre risuonano ancora, in maniera nitida, ma distorta: più cupa, più fredda. Mi fanno innervosire.
Svolto l'angolo e mi ritrovo davanti ad un grande portone, che sono certo di non aver mai visto prima d'ora.
Decido di entrare, e subito capisco: è la stanza delle necessità.
Non c'è molto: solo una poltrona e delle bottiglie di whisky liscio dall'aria piuttosto invitante.
Non dovrei bere... ho 16 fottuti anni... allora perchè lo desidero così tanto?
'Figlio ingrato'
'Tu non hai scelta'
"Basta" urlo.
Devo togliermi la voce di mio padre e l'immagine del marchio nero dalla testa, o impazziró.
"Fanculo"
Apro la bottiglia, e un odore acre mi invade le narici.
Prendo un bicchiere di cristallo dal tavolino affianco alla poltrona e lo riempio fino all'orlo.
Senza pensarci due volte mi scolo il bicchiere, tutto d'un fiato.
Mi gira la testa e la gola brucia, ma è una sensazione piacevole.
Riempio di nuovo il bicchiere e bevo.
Ho i pensieri annebbiati.
Non mi ricordo neppure più cosa volevo dimenticare.
*Megan*
Sto camminando verso Hogwarts, di ritorno dal campo di Quidditch. Fortunatamente sono stata presa per la mia squadra!
Non c'era Draco, alla riunione. Mi è dispiaciuto non vederlo.
Noto Blaise Zabini, anche lui di ritorno come me dalla riunione per la squadra serpeverde.
Decido di avvicinarmi:
"Hey Blaise"
"Ciao, benvenuta in squadra Megan"
"Oh grazie. Sai per caso dov'è Draco? Non lo vedo da stamattina a colazione"
"Sì, lui... doveva parlare col padre" mi spiega "l'ultima volta che l'ho visto è stato nell'aula di Storia della Magia, dubito che sia rimasto lì, ma ci puoi provare"
Annuisco con un sorriso, ringrazio Blaise e accelero il passo per raggiungere prima il castello.
Arrivo all'entrata laterale, supero la Sala Grande e salgo al primo piano.
Dopo aver percorso vari corridoi trovo quello giusto. La porta dell'aula è aperta e non c'è nessuno all'interno.
Un po' delusa mi incammino verso la sala comune, fiduciosa di trovarlo lì, quando un rumore di vetri in pezzi mi fa sussultare.
Al boato seguono delle imprecazioni e poi dei borbottii indistinguibili.
Riconoscerei quella voce, sempre. È Draco.
Seguo le parole del ragazzo, e mi accorgo di quanto siano diverse dal solito: il loro suono è morbido, ma il loro significato è volgare.
Giungo in un corridoio che giurerei di non aver mai percorso nei miei cinque anni ad Hogwarts , e noto un grande portone di pietra.
Lo apro con fatica e... non posso credere ai miei occhi.
Riconosco a stento Draco, con la camicia sbottonata, i capelli spettinati e gli occhi paurosamente iniettati di sangue.
Non riesco a guardarlo per un secondo di più in questo stato, quindi sposto lo sguardo a terra e noto una bottiglia in pezzi, dalla puzza direi un super alcolico, per certo la fonte del suono.
Porto di nuovo gli occhi su di lui, scioccata.
Sembra accorgersi solo ora della mia presenza, quindi mi squadra e biascica:
"Oh bè Megan!" alza le braccia e le stende svogliatamente, con ancora in una mano la bottiglia traboccante.
"Come va?" beve e si affretta a lasciare libera la bocca per delirare ancora.
"Te l'ho mai detto che sei davvero bella? Giuro sei la cosa più straordinaria che io abbia mai avuto l'occasione di vedere"
Nonostante le circostanze il complimento mi fa arrossire, ma mi sforzo con successo di tenere il volto pietrificato in una espressione severa.
"E non farmi quella faccia" butta di nuovo le braccia al cielo e si avvicina a me. Sono dall'altro capo della stanza, quindi deve sforzarsi per non cadere, ubriaco com'è.
"Guarda che lo so che ti piaccio anche io. Non fare la finta tonta adesso, sei pazza di me è solo che sei troppo orgogliosa Meggy"
"Non chiamarmi Meggy"
"Scusa Meggy, non ho sentito bene Meggy, sei troppo lontana perchè io ti possa sentire"
Fa lui teatralmente e poi ride, facendomi pensare per la milionesima volta, che la sua risata è il suono più bello del mondo.
Mi avvicino di un passo e chiedo:
"Quante ne hai bevute di quelle?"
"Non so... forse cinque" comincia con tono seccato "forse sei... oppure dieci... ho perso il conto" ride ancora.
"Non credi basti così?" lo raggiungo e tento di afferrare il whisky ma si scansa.
"Adesso basta Draco, sei già ubriaco perso"
"E allora?"
"E allora domani avrai un gran mal di testa"
"Che ti importa?"
"Starai malissimo"
"STO GIÁ MALISSIMO!"
Mi interrompe urlando, riempiendo l'aria calda con la sua rabbia.
Rimango in silenzio, un po' spaventata dal suo tono.
All'improvviso mi rendo conto che la ragione per cui si sta affogando nell'alcol puó essere più seria di quello che supponevo.
Prendo coraggio e parlo.
"Che ne dici se mi dai la bottiglia? Ti pulisco la faccia, andiamo nella tua stanza e mi racconti tutto? Possiamo stare svegli tutta la notte se non vuoi dormire, o posso prepararti una camomilla calda."
Parlo piano, dolcemente. Gli voglio troppo bene per lasciarlo solo ora, anche dopo che mi ha urlato contro.
Afferro la bottiglia dalla sua mano, lentamente e la poso sul tavolino.
Mi volto verso di lui e vedo che mi sta fissando. Gli prendo il viso bollente tra le mani e gli tocco le tempie coi pollici.
Sorrido e lo abbraccio stretto.
All'improvviso mi prende i fianchi e li attacca ai suoi. Mette una mano nei miei capelli e tenta di avvicinare ancora di più il mio viso al suo.
Oppongo resistenza, nonostante stia spingendo con molta forza, poi distolgo lo sguardo.
"Draco è meglio di no"
Mugola e ci riprova, mi ritraggo ancora.
"Draco ho detto di no"
Continua, ancora e ancora.
"Draco no!"
Comincia a toccarmi le gambe e il sedere
"BASTA!"
Lo spintono e me ne vado, disgustata.
Mentre corro con le lacrime agli occhi sento la sua voce alle spalle, gridarmi sprezzante.
"Sei solo una puttana Megan, un' inutile puttana. Ci metto cinque minuti a sostituirti"
Ho il cuore a pezzi.
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