𝗟𝗜𝗘𝗧𝗢 𝗜𝗡𝗙𝗜𝗡𝗜𝗧𝗢 - 𝗖𝗔𝗣𝗜𝗧𝗢𝗟𝗢 𝟭 "𝗔𝗻𝘁𝗲𝗽𝗿𝗶𝗺𝗮".

I quattro capitoli saranno disponibili i primi di febbraio sulla raccolta "Lucamy" nel profilo. Vi lascio una brevissima anteprima del "capitolo 1".

𝐋𝐈𝐄𝐓𝐎 𝐈𝐍𝐅𝐈𝐍𝐈𝐓𝐎 - 
"𝐃𝐫𝐚𝐦𝐚 𝐋𝐨𝐯𝐞"
𝖽𝖺 𝖿𝖾𝖻𝖻𝗋𝖺𝗂𝗈.

Erede per drammaticità di "Come pioggia d'estate" racconta la storia di Lucas, un giovane dallo spirito libero - che di giorno, è una matricola universitaria e di notte un cantautore e si esibisce con una band suonando batteria e chitarra.

Quando conosce Amybeth, una brillante studente dedita ai suoi studi, se ne innamora a prima vista... E comincia a tribolare pur di attirare la sua attenzione.

𝗔𝗻𝘁𝗲𝗽𝗿𝗶𝗺𝗮 𝗖𝗮𝗽𝗶𝘁𝗼𝗹𝗼 𝟭




Salii le scale e appoggiai la valigia sul pianerottolo, mentre dall'altro capo della linea partiva la segreteria e una voce registrata m'informava di lasciare un messaggio. Sbuffai occupandomi di infilare la chiave nella toppa e spalancare la porta.

"Tesoro! Ti si è scaricata di nuovo la batteria, non è vero? O forse sei ancora alla riunione? Oh, poverino..." Appesi le chiavi sul gancio. "Se hai perso di nuovo il caricabatterie, domani te lo avvolgo attorno al collo." Stavo per posare la borsa quando sbadatamente urtai la valigia abbandonata sul pavimento. "Giuro che non sono stata affatto maldestra. Non ridere per nessun motivo." Sospirai. "Amore mio. Sono a casa. Ho deciso di non partire. Non fare tardi, ok? E devo dirti una cos-" osservai lo schermo titubante, il mio messaggio era stato inoltrato.

Pazienza, gliel'avrei detto quando sarebbe arrivato, magari preparando qualcosa per cena e facendogli trovare la tavola apparecchiata.

Appoggiai il cellulare sul mobile e mi voltai,  trovando il bicchiere totalmente rovesciato.

Alzai gli occhi al cielo. "Oh, signor 'milkshake'! Perché continua a bere dal bicchiere se ha la sua ciotola personale? - L'afferrai stizzita rivolgendo un'occhiata di rimprovero al colpevole, che provava a convincermi della sua innocenza facendo le fusa. "Siamo entrambi maldestri. Che cosa facciamo?" Chiusi il cassetto aperto con un colpo d'anca e lo seguii nel corridoio. "Hai fame?" Il gatto miagolò in risposta. "Dai, vieni."

Il cellulare squillò sul tavolo ormai apparecchiato con una coppia di candele e avevo creato l'atmosfera con della musica leggera. Vidi il mittente - non chi mi aspettassi - e risposi.

"Sì, sorellina, lo so. Non sono riuscita a partire. Sì, va bene, lo ammetto... Non potevo separarmi dal mio amato, contenta? Su, non fare la gelosa. Lo troverai anche tu un giorno." Guardai il tavolo e sorrisi. "Ok, ti chiamerò. Ok... Dirò a Lucas che lo saluti." Mi sporsi verso il balcone e l'oscurità avvolgeva completamente la città. "No, non è ancora tornato."

Senza rendermene conto, a causa della spossatezza finii per appisolarmi sul divano e aprii gli occhi, con in sottofondo il ronzio del cellulare.

Oh, accidenti a me...

La tavola era lí, i calici e i piatti vuoti, ma dalla finestra ora entrava la luce del mattino.

"Lucas." Bofonchiai mettendomi seduta e mi schiarii la voce. "Pronto?" Era una voce estranea. "Sí, sono sua moglie." Era tutto confuso, non sapevo chi fosse, né cosa volesse da me. "Cosa?" Ascoltai attentamente. "Non...capisco."

Mi chiesero di raggiungerli e in pochi minuti mi ritrovai in auto, senza la più pallida idea di cosa fosse successo. Guardai il paesaggio scorrere sul finestrino ma senza prestargli attenzione.

"Amybeth." Fu mio suocero a rivolgermi la parola, mentre per tutto il tragitto me ne ero stata zitta ad arrovellarmi il cervello. "Stai bene, cara? - Non gli risposi - Avresti dovuto restare a casa... Perché hai..."

"Sto bene. Non preoccuparti."

Aprii il finestrino per prendere aria e far dissolvere i timori che mi attorcigliavano lo stomaco.
La macchina correva parallela sulla strada che affacciava sul mare, e quando giungemmo nel punto indicatomi dalla telefonata, sul posto c'erano auto della scientifica.

Spalancai la portiera e corsi a perdifiato.

"Signora, solo un secondo!"

Una guardia robusta mi si parò davanti per impedirmi di entrare nell'area segnalata dai nastri Come se quella fosse la scena di un delitto, l'accesso era limitato, ma poco m'importò.

"Sono sua moglie!"

Un altro gli comandò di lasciarmi passare e proseguii fino all'auto abbandonata. Era la sua - maledizione! - mi spostai al posto di guida e controllai personalmente il sedile per trovare qualche traccia. Poi ispezionai quello di dietro, ascoltando sporadicamente la conversazione tra mio suocero e uno degli investigatori.

"C'era qualcosa? Un biglietto o altro... nella macchina?" Chiese poi.

Mi avvicinai. "Che biglietto? Perché Lucas dovrebbe lasciare un biglietto in mezzo al nulla?"

"No." Rispose l'agente. "Se mi permettete, vorrei porvi alcune domande."

"Certo."

"Ultimamente, avete notato qualche cambiamento nel comportamento del signor Lucas?"

"Agente, per l'amor di Dio, di cosa sta parlando?" M'intromisi seccata, non volendo sentire altre stupidaggini. Conoscevo bene l'uomo che avevo sposato e quelle insinuazioni non erano altro che farneticazioni.

"Amybeth. Calmati, per favore. L'agente sta solo facendo il suo lavoro." disse il padre di mio marito, anche lui provato da quella situazione paradossale.

"Signora, la comprendo perfettamente - si scusò - ma ho bisogno di fare queste domande per ricostruire meglio la dinamica. - Lo guardai di sbieco - Ultimamente, il signor Lucas ha avuto problemi finanziari o... psicologici?"

"No." Sbottai. "Ci siamo salutati ed era tutto apposto. Stavo per partire, ma all'ultimo ho cambiato idea, okay? Avremmo dovuto cenare." Mi tirai i capelli all'indietro desiderando che quell'incubo sparisse. "Perché le sto dicendo tutto questo? - spostai le mani dal volto e lo fissai turbata - e perché me lo sta chiedendo? A lei... cosa importa?"

"Questo è già successo, ci siamo ritrovati in situazioni analoghe in passato, in questo posto." Spiegò e fece una pausa mentre lasciavo cadere le braccia lungo i fianchi. "E tutte riportavano a... suicidio. Credo che dovreste prepararvi al peggio."

"Si prepari lei." Affermai a denti stretti. Spostai le ciocche dal volto. "Non esiste una cosa del genere, ok? Lucas non lo farebbe mai! Sciocchezze. Lei non conosce Lucas."

Diedi alle spalle ai due adirata ignorando i richiami di Matthew, camminando verso il precipizio e osservai in basso le onde del mare infrangersi contro la parete rocciosa, iniziando a singhiozzare.

Cercavo inutilmente una spiegazione.

Quella parola era volata in continuazione da una bocca all'altra - suicidio - e quando entrai nel salotto, fissai quei visi corrosi di preoccupazione.

Quasi non mi sfiorava e rimasi semplicemente indifferente, anzi ero arrabbiata per colui che stava già piangendo un cadavere che non c'era.

Asciugai il viso e spostai le tende, guardando fuori, nella speranza che la sua chioma riccia spuntasse per strada e sventolasse la mano per salire sopra. Il silenzio dominava la stanza e smisi di guardare fuori, passeggiando avanti e indietro senza trovare un filo logico.

Uno!

"Quell'idiota... - Biascicai - Sono sicura che si sta prendendo gioco di noi, da qualche parte. È uno dei soliti scherzi." Nessuno osò ribattere, continuando a tenere gli sguardi abbassati. "Pensate veramente che Lucas abbia potuto uccidersi?" Chiesi ai presenti. Mi venne da sghignazzare. "Lucas non farebbe del male nemmeno a una mosca! - La madre tirò su con il naso e strinse di più la mano del marito. Guardai mio fratello, ma chinò la testa sulla tazza che aveva fra le mani. "Va bene! Va bene! Sta solo giocando... Forse si è spinto un po' oltre. Ma l'unica cosa di cui sono assolutamente certa è... che non si è suicidato!" La madre mi guardò con gli occhi lucidi e annuí. "Sono sicura che tra poco si farà vivo..."

Ma nessuno sembrava credermi, per loro stavo farneticando... semplicemente.


Allora, cosa ne pensate di questa piccola anteprima?

Abbiamo un grande dilemma, perché come se non bastasse Lucas è scomparso in circostanze misteriose.

Secondo voi, si è davvero suicidato come tutti stanno pensando oppure ha ragione Amybeth?

È chiaro che per scoprire come andrà a finire realmente, dovrete aspettare le prossime pubblicazioni della mini storia "Lieto infinito" a febbraio.

Sono impaziente di sapere se per l'ennesima volta dovrò nascondermi negli strati profondi del pianeta...

Ehm...

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